Table Of ContentVerso la lotta armata
La politica della violenza
nella sinistra radicale degli anni St 1
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a cura di
Simone Neri Serneri
Perché la sinistra radicale degli anni Settanta considerò In vlolmi/n
uno strumento d'azione determinante e sovente priori tu i io ' I'mh Ih*
una mobilitazione nutrita di istanze ideali, sociali « Riuniiii/lonnli i ¡<
che e diversificate coltivò progetti e organizzazioni dediti «Un lolla
armata e al terrorismo? Superando i recinti delle memorie n li’ (¡tmi'n
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culture e dalle pratiche violente nella storia della sinistru radimi......I
esplorano i contesti politici, sociali e territoriali ove mutui........... l<
scelte individuali e collettive di militarizzazione del conflitto politico
La violenza fu un campo di relazione tra soggetti, progetti r rullili>•
diversi. Ricostruirne la genesi è presupposto ineludibile pei- compirli
dere appieno la storia della sinistra italiana e del nostro pauso Iwn
oltre i drammatici anni Settanta.
Simone Neri Serneri è ordinario di Storia contemporanea all'Unlvoi si
tà di Siena. Autore di numerosi studi sulla storia dell'antifascismo e
della Resistenza e sulla storia dell'ambiente, è condirettore di «Con
temporanea. Rivista di storia dell'800 e del '900» e direttore dell'Isl.i
tuto Storico della Resistenza in Toscana.
€ 30,00
ISBN tne,-&&-lS-3376l-L
Grafica: A. Bernini
9 788815 237866
Verso la lotta armata
La politica della violenza
nella sinistra radicale degli anni Settanta
a cura di
Simone Neri Serneri
Il volume è pubblicato per iniziativa e con il contributo
dell’istituto Storico della Resistenza in Toscana
ISBN 978-88-15-23786-6
Copyright © 2012 by Società editrice il Mulino, Bologna. Tutti i di
ritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere
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non nei termini previsti dalla legge che tutela il Diritto d’Autore. Per
altre informazioni si veda il sito www.mulino.it/edizioni/fotocopie
INDICE
Premessa, di Simone Neri Serneri p. 7
Parte prima: discutere il caso italiano
I. Contesti e strategie della violenza e della
militarizzazione nella sinistra radicale, di
Simone Neri Serneri 11
II. La lotta armata. Forme, tempi, geografie,
di Monica Galfré 63
III. La strage è di stato. Gli anni Settanta, la
violenza politica e il caso italiano, di Mar
co Grispigni 93
IV. La piazza e la forza. I percorsi verso la
lotta armata dal Sessantotto alla metà de
gli anni Settanta, di Marco Scavino 117
Parte seconda: retoriche e legittimazione
DELLA VIOLENZA
V. «Pagherete caro, pagherete tutto!». La
violenza politica nelle riviste della sinistra
extraparlamentare, di Silvia Casilio 207
VI. La retorica della violenza nella stampa
della sinistra radicale (1967-77), di Barba
ra Armani 231
VII. La legittimazione della violenza. Ideologie
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e tattiche della sinistra extraparlamentare,
di Isabelle Sommier p.
Parte terza: luoghi, pratiche, contesti
Vili. La lotta armata e la «questione delle car
ceri», di Christian G. De Vito
IX. Schedare il nemico. La militarizzazione
della lotta politica nell’estrema sinistra
(1969-75), di Guido Panvini
X. Percorsi di micromobilitazione verso la
lotta armata, di Lorenzo Bosi e Donatella
della Porta
XI. Per una geografia della lotta armata, di
Vincenzo Piletti
XII. Genova. La lotta armata in una città ope
raia e di sinistra, di Davide Serafino
Indice dei nomi
Gli autori
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PREMESSA
All’origine di questo volume sta l’esigenza di affron
tare la storia degli anni Settanta, e in particolare la dif
fusione in quel decennio di una violenza politica senza
precedenti - per intensità, organizzazione e continuità
- dalla fine della seconda guerra mondiale, superando la
stagione del primato delle pur indispensabili ricostruzioni
a carattere giornalistico e della memorialistica.
Affiancandosi a quanto altri studiosi vanno facendo
da alcuni anni, si è inteso ripartire dalla ricerca storica,
non solo per fondare la conoscenza sull’indagine docu
mentaria, ma per ridefinire - anche nel confronto con le
scienze sociali - categorie interpretative e periodizzazioni
altrimenti ancora troppo interne alle memorie dei prota
gonisti e alle prospettive coeve.
Parte dei saggi qui presentati costituiscono la rielabo
razione, spesso sostanziale, di alcune delle relazioni pre
sentate al convegno Violenza politica e lotta armata nella
sinistra italiana degli anni Settanta, organizzato dall’isti
tuto Storico della Resistenza in Toscana e svoltosi a Fi
renze il 27 e 28 maggio 2010. Il programma del conve
gno, realizzato selezionando le risposta a un apposito cali
for papers, rifletteva lo stato e in parte anche le difficoltà
della ricerca, ragion per cui solo alcuni dei partecipanti
hanno accolto l’invito a trasformare le loro relazioni in
saggi più maturi. A essi sono stati affiancati alcuni altri
saggi, redatti appositamente, per allargare l’impostazione
del discorso avviato, certo non a integrare o completare
un piano di lavoro che attende ben altri sviluppi.
Il volume, come il convegno, si concentra sulla sini
stra, in particolare quella radicale, non tanto per la sua
pur rilevante responsabilità, ma per una questione di me
todo. Pur consapevoli del ruolo cruciale di altri soggetti,
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riteniamo necessario considerare preliminarmente e in
quanto tali le modalità e il ruolo che la questione della
violenza politica e della «lotta armata» ebbe in quello
spazio politico e culturale. Perché non si trattò di moda
lità né di un ruolo secondari, eterodiretti, o meramente
reattivi. Occorre considerare, insomma, quanto e perché
la violenza politica, poi la militarizzazione del conflitto e
infine l’organizzazione terroristica - per quanto tra loro
distinte - appartennero alla storia della sinistra italiana di
quegli anni.
La partizione del volume risponde, pur sommaria
mente, a una possibile articolazione dell’agenda di ricerca
e ha al proprio centro il nesso tra violenza politica e ge
nesi della lotta armata. Un nesso variamente declinabile,
come i saggi dimostrano, ma che forse ha il suo fuoco
principale proprio nelle ragioni e modalità di transizione
da un esercizio generico di pratiche violente all’adesione
a progetti e organizzazioni finalizzati alla militarizzazione
del conflitto politico.
I saggi della prima parte affrontano da varie angola
ture alcuni dei caratteri distintivi e degli interrogativi di
fondo posti dall’esperienza italiana: dalla questione della
periodizzazione alle peculiarità rispetto ad altri conte
sti europei, all’interazione tra i diversi soggetti politici e
istituzionali fino ai nessi ravvisabili tra pratiche violente,
progetti politici e dinamiche di militarizzazione. Nella
seconda parte l’attenzione si concentra sulle modalità
discorsive di narrazione e legittimazione della violenza e
sulle progettualità politiche che intesero connettere quelle
retoriche a determinati obiettivi e strategie conflittuali. La
terza parte, infine, esplora - forzatamente in un numero
limitato di casi di studio - la possibilità, in realtà la ne
cessità, per la ricerca storica e politologica di verificare
interrogativi, categorie analitiche e ipotesi interpretative
dentro la pluralità dei contesti geografici, sociali e rela
zionali che concorrevano a costituire il variegato universo
sociale, politico e culturale dell’Italia degli anni Settanta.
Simone Neri Serneri
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Parte prima
DISCUTERE IL CASO ITALIANO
Simone Neri Serneri
CONTESTI E STRATEGIE DELLA VIOLENZA
E DELLA MILITARIZZAZIONE
NELLA SINISTRA RADICALE
Molte ragioni stanno all’origine dell’interesse mediático
come di quello scientifico per la diffusa violenza politica e
la persistente attività delle organizzazioni politiche dedite
alla lotta armata o altrimenti al terrorismo1 negli anni Set
tanta. Un interesse di portata tale da dare parvenza di fon
damento alla definizione di quel decennio come gli «anni
di piombo», in realtà etichetta nebulosa che tutto allinea
alla dimensione omicida e pressoché nulla distingue tra i
percorsi, gli intenti e le pratiche che alimentarono la vio
lenza politica, la lotta armata e il terrorismo.
Recuperare le ragioni più profonde di quell’attenzione
mediatica è premessa necessaria di una ricerca storica
solo di recente avviata e per molti aspetti ancora da in
traprendere. Sommariamente, esse rimandano anzitutto al
rilievo e all’impatto, senza precedenti in tempo di pace,
della violenza politica e della militarizzazione del con
flitto politico sulle vittime e più largamente sulla vita ci
vile2. Non minore è l’interesse per il fenomeno in sé, le
1 Consapevole dell’irrisolta valenza ideologica di queste definizioni,
in questa sede mi attengo a una distinzione sommaria, considerando or
ganizzazioni di lotta armata quelle formazioni che attribuirono un valore
strategico e dunque prioritario alla militarizzazione del conflitto politico
contro avversari definiti e invece terrorismo quelle azioni omicide volte
a suscitare insicurezza nell’opinione pubblica in modo indifferenziato,
per quanto tale distinzione si sfumi in quei numerosi casi in cui azioni
militari dirette contro singoli avversari avevano anche un evidente scopo
intimidatorio contro una ben più vasta cerchia di soggetti.
2 Le vittime della violenza politica tra il 1969 e il 1982 ammontereb
bero a 1.119, di cui 351 morti, a loro volta distinguibili in 138 vittime
di attentati stragisti, 154 vittime di attacchi mirati, 39 terroristi morti in
conflitti a fuoco, e 20 vittime accidentali, secondo le stime riportate in
D. della Porta e M. Rossi, Cifre crudeli. Bilancio dei terrorismi italiani,
Bologna, Istituto Carlo Cattaneo, 1984, pp. 58-63, ove pure si distingue
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