Table Of ContentMARGHERITA HACK
GIANLUCA RANZINI
TUTTO COMINCIA
DALLE STELLE
Illustrazioni di Allegra Agliardi
TUTTO COMINCIA DALLE STELLE
Proprietà Letteraria Riservata
© 2011 Sperling & Kupfer Editori S.p.A.
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Ebook ISBN 9788873395003
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A tutti i ragazzi e le ragazze curiosi
di scoprire che cosa sono le stelle.
MARGHERITA HACK
A mia mamma, che ha pensato di
volare in cielo per vedere l’universo
di persona, e a Marialba, che mi
sopporta paziente anche quando di
notte scrivo i miei libri o guardo le
stelle.
GIANLUCA RANZINI
Alla nonna Jose e alla sua passione
per le stelle.
ALLEGRA AGLIARDI
Per migliaia di anni, l’uomo ha guardato il cielo a occhio nudo. A noi individui
supertecnologici può sembrare impossibile che tante scoperte siano state
effettuate soltanto guardando il cielo, senza alcuno strumento moderno. Eppure i
popoli venuti prima di noi hanno scoperto i pianeti (pur non sapendo cosa
fossero esattamente) e le leggi che ne regolano il movimento, hanno notato che
alcune stelle cambiavano a poco a poco la loro luminosità, e si sono anche accorti
che il cielo stellato nel suo complesso sembrava modificarsi in tempi lunghissimi,
dell’ordine delle migliaia di anni.
Certo, nell’antichità qualche piccolo vantaggio c’era. Per esempio non esisteva
l’inquinamento luminoso. Le città moderne sono avvolte dalle luci dei lampioni
stradali, delle case, dei fari delle auto e… delle discoteche. Fino all’Ottocento
invece il cielo era perfettamente buio, a parte il disturbo minimo causato dalla
luce di qualche candela o lampada a gas. E si mostrava in tutta la sua bellezza. Si
racconta che all’inizio del Novecento, dal centro di Milano, si potesse ancora
distinguere la Via Lattea!
A occhio nudo sono visibili tra 6.000 e 7.000 stelle, anche a seconda di quanto
avete la vista buona… Invece nei cieli delle città di oggi ne fanno capolino solo
poche decine: le altre «annegano» nel chiarore diffuso prodotto dalle luci
artificiali, che di notte rende la volta celeste biancastra e lattiginosa.
Quindi di notte i popoli antichi avevano sempre di fronte a sé un cielo fantastico,
che di certo attirava la loro attenzione. Sicuramente erano anche più bravi di noi
a riconoscere le costellazioni: di sera, per passare il tempo, non avevano la
televisione o Internet, ma lo spettacolo del cielo!
E poi comprendere bene che cosa avveniva nella volta stellata, per loro, non era
solo un piacere, ma soprattutto una necessità. Avevano bisogno di imparare a
misurare il tempo con precisione, e i fenomeni astronomici (almeno quelli legati
ai movimenti della Terra e della Luna) erano molto adatti a questo scopo, perché
si ripetono con estrema regolarità. Per esempio, il giorno, cioè l’alternarsi del dì
(si chiamano così le ore di luce, in cui il Sole è sopra l’orizzonte) e della notte
dipende dalla rotazione del nostro pianeta attorno al proprio asse che avviene nel
corso delle ventiquattr’ore, mentre l’anno, e quindi l’alternanza delle stagioni,
dipende dal movimento annuo della Terra attorno al Sole, che si chiama
rivoluzione. Anche il mese è legato a un avvenimento astronomico, e cioè alle
fasi lunari: da una Luna piena alla successiva trascorre infatti circa un mese (in
realtà un po’ meno, e questo ha sempre creato parecchi problemi, ma per ora non
sottilizziamo, più avanti riprenderemo il discorso).
Giorno, mese e anno sono quindi in relazione ad alcuni fenomeni astronomici di
base. Stabilite queste unità di misura, i popoli antichi poterono costruire
calendari sempre più precisi: era dunque questo il loro obiettivo finale. Perché? Il
motivo principale è che senza quelli era difficile praticare l’agricoltura, e senza i
raccolti… si moriva di fame. Bisognava sapere esattamente quando era tempo di
semina, perché se poi arrivava l’inverno gelava tutto. Oppure quando raccogliere
i prodotti della terra, prima che l’arsura estiva li bruciasse. Ecco che l’astronomia
si trasformava in una necessità quotidiana. Alcune popolazioni erano ancora più
raffinate: non si limitavano ai banali movimenti della Terra e per misurare il
tempo si servivano anche dell’osservazione di alcune stelle. Gli Egizi, per
esempio, utilizzavano Sirio, la più luminosa del cielo (nella costellazione del
Cane Maggiore), per capire quando si sarebbe verificata la piena del Nilo, che
significava un periodo di terra feconda e quindi di prosperità.
Gli antichi studiosi del cielo spesso avevano anche il ruolo di sacerdoti: erano
infatti le persone che possedevano il sapere supremo che regolava l’universo!
Niente da dire, una professione dai notevoli vantaggi. Ma qualche volta si
correvano anche dei rischi. Per esempio, le antiche cronache cinesi raccontano la
storia di due astronomi reali, Hi e Ho, i quali, nel 2134 a.C., in base a dei calcoli
avevano previsto che si sarebbe verificata un’eclissi di Sole. Ma nel giorno in cui
era previsto il fenomeno avevano… bevuto un po’ troppo, trascurando di
compiere tutti i rituali contemplati in simili occasioni. Perciò, quando avvenne
l’eclissi, l’imperatore fu colto impreparato e si arrabbiò moltissimo. Risultato:
fece decapitare i poveri Hi e Ho senza tanti complimenti.
Questa antica storia cinese ci dice due cose interessanti, a parte la sfortunata fine
dei due astronomi reali. Da un lato racconta la più antica eclissi di cui si abbiano
notizia e registrazione scritta. Significa che più di 4.000 anni fa i nostri antenati
padroneggiavano già il cielo così bene da conoscere i cicli delle eclissi, e quindi
erano in grado di prevederle. Dall’altro lato, testimonia il fatto che nell’antichità
astronomia e astrologia erano intimamente legate. Dato che le conoscenze
scientifiche erano limitate, i fenomeni celesti erano interpretati astrologicamente,
per fare delle previsioni sulla vita di tutti i giorni. Per esempio i cinesi pensavano
che le eclissi solari si verificassero perché un drago tentava di divorare la nostra
stella. Quindi bisognava spaventare il mostro, lanciando fuochi artificiali e frecce
in direzione del Sole. Proprio quello che Hi e Ho non avevano fatto… E in tal
caso si rischiava che capitasse qualcosa di molto brutto: una carestia, la morte
dell’imperatore (che aveva il titolo di «Figlio del Sole») e simili.
Oggi, invece, sappiamo bene che astronomia e astrologia non c’entrano niente
l’una con l’altra, nel senso che si occupano degli stessi oggetti (Sole, Luna,
pianeti…) ma in modo molto diverso. La prima studia come sono fatti i corpi
celesti, dove si trovano e come cambiano nel tempo, la seconda invece attribuisce
agli astri un’influenza nella vita degli uomini. Ma senza alcun fondamento
scientifico. In poche parole: non credete agli oroscopi!
Tornando all’abilità degli antichi nell’osservare il cielo, bisogna dire che erano
molto più attenti di noi. Anche perché oggi questa attività non ha quasi mai
un’utilità pratica. Perché mai dovremmo determinare la data attuale osservando
il punto esatto dell’orizzonte in cui tramonta il Sole, visto che abbiamo calendari
appesi alle pareti, ma anche sul telefonino o sul computer? O che bisogno c’è di
capire che ora è guardando la lunghezza delle ombre proiettate dal Sole, visto che
ci sono orologi precisissimi? Rimane il fatto che alzare lo sguardo verso il cielo
stellato è una cosa bellissima. È uno spettacolo ineguagliabile: già a occhio nudo
si possono imparare a riconoscere le costellazioni e seguire le fasi della Luna.
Anche diversi pianeti sono facilmente visibili senza l’aiuto di alcuno strumento.
E se poi provate a prendere un binocolo o un piccolo telescopio vi si apre davanti
un mondo inaspettato e incredibile, come quello che apparve per la prima volta a
Galileo Galilei nel 1609, quando puntò il suo rudimentale cannocchiale verso la
volta celeste. Le stelle si moltiplicano, diventano più di quante sia possibile
contarne, e alcune assumono colori vivi, dal rosso all’azzurro. Sulla Luna
compaiono crateri e montagne, e i piccoli dischi dei pianeti mostrano dettagli
altrimenti invisibili. Potete perfino vedere gli anelli di Saturno!
E allora, divertiamoci a guardare insieme il cielo e impariamo a conoscerlo
meglio. Il nostro viaggio nel cosmo inizia qui.
Description:Anche se sembra incredibile, tutto ciò che esiste in natura - gli esseri inanimati come quelli animati, compreso l'uomo - è composto di carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto... ovvero degli elementi di cui sono fatte le stelle. Ed è proprio lì che è cominciata la vita, nelle prime stelle che si