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DI CULTURA
DEL TERRITORIO
San Leonardo in Bellazoia, Magredis di Povoletto. Dicembre 2010 In copertina: Fuoco epifanico; fotografia di Ulderica Da Pozzo.
Anno 2 Numero 4 Qui sotto: San Leonardo in Bellazoia, Magredis di Povoletto.
ISSN 2036-8283
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RIVISTA
DI CULTURA
DEL TERRITORIO
San Leonardo in Bellazoia, Magredis di Povoletto. Dicembre 2010 In copertina: Fuoco epifanico; fotografia di Ulderica Da Pozzo.
Anno 2 Numero 4 Qui sotto: San Leonardo in Bellazoia, Magredis di Povoletto.
ISSN 2036-8283
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N.
Disegno di Fred Pittino, 1947.
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Originalità e identità
L’aggettivo “tipico”, riferito a chimiche che fa il tutto. da spiegare. Comunque ci prove-
prodotti alimentari e artigianali è I prodotti “originali” sono “iden- remo.
da tempo abusato, tanto che è da tificabili” non solo da analisi Nel Settecento i simboli del Friuli,
ritenersi banale e privato dell’origi- chimiche fini, e alla portata di cioè i due elementi che lo contrad-
nario valore semantico. pochi laboratori, ma soprattutto distinguevano rispetto ad altre re-
Per quanto concerne i prodotti dal naso e dal palato, quindi con gioni, erano il Picolit e il Refosco.
“tipici”, cioè caratteristici di una quella che si chiama oggi “analisi Oggi un gourmet parigino vi cite-
regione, e a noi stanno a cuore sensoriale”. Questa è alla por- rebbe il prosciutto di San Daniele
quelli del Friuli, vorremmo che tata di tutti e non costa niente. e abbiamo sentito degli Americani
subentrassero i concetti di “origi- Qualcuno dice che il consumatore parlare del Tocai come vino tipico
nalità” e di “identità”. va “educato”. Vero. Ma nel suo in- del Friuli (le recenti diatribe, in
La “originalità” sottende almeno teresse. Se, poi, questo interesse questo, ci hanno giovato; forse più
due significati: collima con quello di chi produce, che al Tokaj di Tokaj).
a. il prodotto è di un determinato tanto meglio. Una cosa è certa: molti mercati ap-
luogo e di nessun’altro. Il pro- Noi dobbiamo puntare sui prodotti prezzano il prodotto che è portato-
sciutto di San Daniele si fa solo che non sono replicabili e che sono re di una cultura. Il vino francese
nell’ambito di quel comune e non identificabili con i nostri sensi. Un ha spopolato perchè dietro aveva
si può fare neppure nelle finitime formaggio di caratteristiche poco una storia. Il nostro non ce l’ha?
Fagagna e Ragogna. spiccate, scialbo anche se non Certo che ce l’ha, ma dobbiamo
b. il prodotto è “originale” non cattivo, può essere fatto ovunque imparare a farla valere. E per farla
solo perchè è “originario” di un con criteri industriali. Ma, buon valere la dobbiamo conoscere. È
luogo, ma perchè si porta appresso Dio, non sarà mica difficile sceglie- perfettamente inutile dire ad un
il luogo medesimo che è fatto di re tra un formaggio anonimo fatto acquirente colto “qui c’è la storia
clima e terra, fattori che influen- col latte in polvere ricostituito e del Friuli” se non sappiamo che
zano i foraggi e le uve, e di uomini un latteria di Brazzacco (tanto per
che hanno influenza su tutta la non citare solo Fagagna)?
filiera (questione di storia, cultu- Sfidiamo chiunque a fare, in Cina
ra, carattere dei singoli, abitudini o in Argentina, in Macedonia o
della collettività, ecc.). Il formag- in Franconia, il latteria di Borgo
gio Montasio non è il Parmigiano Riolo.
(boni entrambi), ma dirò di più: il Io credo che la maggior parte dei
formaggio latteria di Borgo Riolo consumatori possa permettersi
di Fagagna è solo di Borgo Riolo; dei prodotti “quotidiani” come il
è simile, ma non uguale, al latteria formaggio latteria. Sono prodotti
di Borgo Paludo, sempre a Faga- buoni, “sicuri” e aiutano l’economia
gna, che è prodotto ad un tiro di locale che è un bene di tutti.
schioppo. Non vogliamo assoluta- Non ci è difficile notare, però,
mente dire che uno è superiore come molti consumatori, anche
all’altro, lungi da noi, vogliamo benestanti, siano visibilmente
sottolineare che sono diversi pur disinteressati a ciò che mangia-
avendo i natali nel medesimo no, privilegiando sempre la scala
paese. inferiore dei prezzi per dedicarsi,
Da ciò scaturisce che i prodotti con edonismo sfrenato, a gadget
“originali” sono inimitabili, sia di nessuna utilità pratica o a beni
perchè un luogo (col suo clima e ostentati, spesso volgarmente,
con la sua gente) non può essere come status symbol di parvenu.
replicato, sia perchè il relativo pro- Il lettore perdonerà questi forestie-
dotto ha tante e tali caratteristiche rismi.
La signora Nicolina Nini Romanin di
“uniche” che anche un Nobel per Un po’ meno semplice è tentare di
Sighiet / Sigilletto prepara i zalìns,
la biochimica farebbe fatica ad rendere con le parole il concetto di
prodotti con la ricotta, che prendono
isolare. Senza contare che non è la identità applicato ai prodotti della il colore giallo, da cui il nome, dopo
somma delle singole componenti terra. È più facile da intuire che che sono stati messi ad infumulâ.
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cosa ha scritto Antonio Zanon, chi Tagliamento, il Tiepolo, le splen-
era Fabio Asquini e quali erano le dide colline moreniche e le grave,
idee di Gabriele Luigi Pecile. Non il posto che ha dato i natali a
basta sapere che in Friuli ci sono Rubbia, il posto dove la gente
stati gli antichi Romani. dice ce fastu?, dove la gente ha il
Un prodotto va veicolato con carattere un po’ chiuso ed è parca
la propaganda del buono, sano, di parole, dove la parola “rico-
caratteristico, tipico (e, fin qui, ci struzione” è dimenticata perchè
arrivano ormai tutti) ma, con esso, abbiamo ricostruito.
va venduta la propria storia e la Insomma se acquisto una mela
propria cultura. Che è anche la lin- cargnella non acquisto solo sapore,
gua. Il sommo Dante riconosceva profumo, vitamine e antiossidanti,
i furlani (all’epoca si diceva così) acquisto un pezzo della Carnia,
dalla loro favella, dal ce fastu? che della sua storia, della sua cultura,
sentiva sulle loro bocche. della sua lingua.
Se entrate nella pizzeria “al Naturalmente ogni sforzo va fatto
Miquel Villà, La cuina, 1965. Si vede
Vesuvio”, che tutti dicono essere per far conoscere il Friuli al di
la preparazione dell’allioli, uno degli
ottima, e il pizzaiolo vi saluta con fuori del Friuli e per far apprez- emblemi della cucina catalana.
l’accento piemontese (cerea, nè), zare il Friuli ai furlani. Questa
bè, la pizza sarà sempre buona, rivista va in tale senso. In essa vi
ma non è proprio quello che vi sono articoli par furlan perchè
aspettavate. ciò può far capire la nostra iden-
Se entrate in una prosciutteria di tità a un Toscano o a un Romano. I nostri esperti orticoli ci dicono
San Daniele è chiaro che avete A qualcuno potrà dare fastidio: che è già sul mercato il radicchio
voglia di discutere col prosciuttaio non si può pretendere che tutti di Treviso (quello bello lungo
delle sue tecniche di produzione, apprezzino la pitina, la brovada o affusolato) proveniente dalla Cina,
ma volete soprattutto sentirlo il formai salât. Così non si può dove vi sono due regioni che si
parlare in sandanielese, visto che pretendere che tutti capiscano il vanno specializzando nella sua
la cittadina collinare è detta la carattere apparentemente chiuso produzione. Come uscirne? Solo
Siene dal Friûl (fa parte del dei furlani. Ma vi sono tanti che col consumatore tanto accorto da
“pacchetto” che vi aspettate e capiscono, che apprezzano sia capire le differenze organolettiche
dovrebbe far parte del “pacchetto” i nostri prodotti che la nostra e disposto a pagare un soldo in
che vi viene venduto). Se vi parla gente, e rimarrebbero delusi da più per quello “originale”, quello
cargnello, o bisiaco (senza avere un formai salât che assomiglia ad fatto da gente che parla trevisano,
nulla, ben s’intende, contro la una Crescenza, o da una rivista quello “identitario”.
Carnia o la Bisiacheria) il sapore fatta in Friuli dove non appare In un recente viaggio in Catalogna,
del prosciutto, pur sempre buono, nulla nella lingua del posto. che si trova in Spagna, abbiamo
non è il medesimo. Lo stesso se in A ognuno il suo: il Roquefort è potuto appurare che tutti vi par-
Carnia vi spiegano l’affumicatura buono col Sauternes, il Vin Santo lano Catalano, anche gli Andalusi
della purcine in italiano; sarebbe con il Gorgonzola vecchia maniera, ivi presenti (come se i Siciliani
semplicemente irritante. ma un latteria 13 mesi è straor- del Friuli parlassero Friulano) e il
Ecco, il prodotto friulano (Dante dinario con un Verduzzo che non Catalano è la lingua della scuo-
avrebbe detto furlano), per sfidare sappia di Vin Santo. la, università compresa. Ciò non
le insidie della globalizzazione, do- Sentiamo da più parti le accuse di impedisce ai Catalani di imparare
vrà essere furlano. Cioè portatore “chiusura”, di “localismo” e anche lo Spagnolo o l’Inglese. Abbiamo
di una storia e di una cultura, peggio. notato soprattutto che i prodotti
anche linguistica, uniche. Difendere l’economia locale, il catalani parlano Catalano perchè il
È vero che ogni popolo ha una Verduzzo e il latteria 13 mesi, la legame col loro territorio è cultura-
cultura (non sempre una lingua lingua materna e la nostra cultura le, forse ancor prima che pedocli-
propria) ma, come si suol dire, è compito di un assessore; se qual- matico.
ognun bale cun sô agne. cuno ritiene che ciò sia disdicevo- Noi abbiamo la fortuna di prodotti
Chi acquista il prodotto furlano le, e che la nostra sia pubblicità impareggiabili, già noti come “friu-
avrà non solo bontà e salubrità ingannevole, gli lasciamo volentieri lani” e il Friuli gode di una buona
(ormai conditio sine qua non), l’incombenza di propagandare la immagine. Rafforziamola.
ma anche originalità e soprattutto mozzarella che viene dall’Argen-
identità. tina, o dalla Germania dove pare L’assessore regionale alle Risorse
Il tale prodotto identifica il Friuli, acquisti un bel colore azzurro, alla rurali, agroalimentari e forestali
cioè quel posto dove ci sono il faccia di tutti i controlli. Claudio Violino
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INDICE
Tiere furlane 37
Rivista di CultuRa del teRRitoRio 7
Autorizzazione del Tribunale di Udine
n. 14/09 R.P. del 19/06/2009
Il purcit in
Regione Autonoma Friuli - Venezia Giulia
Direzione centrale Risorse rurali, A son plui dîs
agroalimentari e forestali Val Pesarina
Dicembre 2010 - anno 2 - numero 4 che luianiis...
[email protected] Piera RIZZOLATTI
Direttore responsabile: Dall’incremento
Christian Romanini
dell’allevamento suino
([email protected])
Comitato di redazione: famigliare al cjôt vueit
Gabriella Bucco, Mauro Pascolini,
(1800-1900)
Christian Romanini, Angelo Vianello,
Pietro Zandigiacomo
Sandro MENEgON
Coordinamento editoriale:
Enos Costantini
Hanno collaborato a questo numero:
- Gabriella Bucco
([email protected])
- Costantino Cattivello
([email protected]) 19
- Enos Costantini
([email protected])
- Sandro Menegon
([email protected])
- Marlino Peresson
- Christine Pascolo
- Gianni Pistrini
([email protected])
- Maria Cristina Pugnetti
([email protected])
- Maurizio Puntin
- Carli Pup
- Piera Rizzolatti
([email protected])
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- Fabio Stergulc
([email protected]) Il purcit neri
- Elia Tomai
([email protected]) di Feagne
- Angelo Vianello
([email protected]) Maiali in posa
- Claudio Violino Ovvero come si è
([email protected])
perduta un’antica razza Appunti tra arte e
Referenze fotografiche:
Quando non diversamente indicato le fotografie simbologia suina
sono dell’autore dell’articolo. Elia TOMAI
Tarcisio Baldassi: p. 15 gabriella BUCCO
Iris Bernardinelli: p. 98
Attilio Brisighelli: p. 27
Diego Cinello: pp. 2, 6
Enos Costantini: risvolti di copertina, pp. 7, 39,
43, 44d, 46, 48, 49, 50a, 51a, 62, 64, 70, 72, 86,
87, 107, 109, 110, 111 29
Ulderica Da Pozzo: copertina
Claudio Mattaloni: pp. 67, 68, 69
Luigi Monaci: p. 38
Pietro Piussi: p. 95
Fototeca Civici Musei di Udine pp. 45, 51
San Denêl über alles
Archivio Illy: pp. 77, 78, 79, 80, 81, 85
Archivio Elia Tomai: pp. 17, 18, 19, 20, 21, 23,
24, 25 ... ma la tradizione del purcit è comune
Ricerche iconografiche:
Gabriella Bucco, Enos Costantini, Angelo Enos COSTANTINI
Vianello, Biblioteca ERSA “Luigi Chiozza”
Si ringrazia per la collaborazione il
Centro regionale di Catalogazione e Restauro
di Passariano e in particolare la
dott.ssa Franca Merluzzi.
Progetto grafico e stampa:
Litostil, Fagagna (Ud)
Chi riproduce, anche parzialmente, i testi contenuti
in questo fascicolo è tenuto a citare la fonte.
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La casa Cuant che i
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contadina boscs a erin
nell’Agro monts e nets
La nostra aquilejese Economia di sussistenza,
igiene forestale e
piccola Olanda Un dizionarietto per
biodiversità: mito e
conoscere la vita nel
Torba e torbiere in Friuli realtà del “bosco pulito”
passato
in Friuli
Costantino
Maurizio PUNTIN
CATTIVELLO Fabio STERgULC
105
La Joibe grasse
dal 1511
Cinccent agns dal plui
grant riviel de storie
67 dal Friûl
Carli PUP
109
L’aristocratico
Picolìt
Pomis furlanis
Una vite particolare per
un vino unico Il “Frutteto Friuli”, considerazioni a
margine di un convegno svoltosi a Udine
Maria Cristina
col sostegno della Fondazione CRUP
PUGNETTI
Enos COSTANTINI
77 81 84
illycaffè, Ernesto Illy: Hausbrandt:
un aroma imprenditore e un nome che
internazionale scienziato porta Trieste
per un cuore ovunque
Angelo VIANELLO
triestino
gianni PISTRINI
gianni PISTRINI
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Si purcite a Feagne,
Borc di Piç,
prins agns Otante.
Sandro MENEgON
A son plui dîs
che luianiis...
Dall’incremento dell’allevamento suino
famigliare al cjôt vueit (1800-1900)
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AA ssoonn pplluuii ddîîss cchhee lluuiiàànniiiiss, delle difficoltà di conservazione,
qquueessttoo ddeettttoo ppooppoollaarree,, iinndduubbbbiiaa- quando i prodotti incominciavano
mmeennttee,, ssttaa aadd iinnddiiccaarree cchhee ll’’aallllee- ad irrancidire, par no strassâ, le
vvaammeennttoo ffaammiigglliiaarree ddeeii ssuuiinnii ““aalllloo razioni diventavano improvvisa-
ssccooppoo ddii pprrooccuurraarrssii uunnaa cceerrttaa mente più abbondanti.
qquuaannttiittàà ddii oottttiimmoo cciibboo sseerrbbeevvoollee
e un buon condimento” (Pirona, I (pochi) grassi alimentari
1869), non riusciva a soddisfare “Nonostante che il Friuli, per le
il fabbisogno reale di carne e di sue caratteristiche geografiche,
grassi della famiglia stessa. sia ancora pienamente rinchiuso
Le carni suine, come del resto nel Mediterraneo braudeliano, e
tutti i componenti della dieta, che l’ulivo non vi fosse ignoto,
venivano razionate scrupolosa- […] È in ogni modo dentro l’area
mente: la bravùra no era cjatà del vino, dentro l’area della birra,
un pissul musèt ogni dì, ma ma specialmente dentro l’area
rivà a dividilu in disivòt fetis! del burro e del grasso di maiale,
(Salvador, 2000). Di fatto, però, lo strutto, che in friulano vien
non si riusciva a coprire il perio- detto saìn” (Maniacco, 1997). Il
do di consumo tra una macella- burro, considerato il migliore dei
zione e l’altra. Inoltre, a causa grassi animali e di conseguenza ☛
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partecipato da piccolo non lo
dimenticherà mai e lo passerà,
con tutte le innovazioni che si
vogliano, all’immaginario colletti-
vo” (Maniacco, 1997).
Dal purcìt no si bute vie nuie.
Ad onor del vero anche delle
altre specie animali allevate
l’utilizzo era quasi totale, basti
pensare alle corna, alle pelli, alle
penne e alle piume, alle interio-
ra e alle ossa prima raspate dai
commensali, poi ulteriormente
ripassate dagli animali del pollaio
e infine ammassate in attesa del
passaggio dal peçotâr. L’utilizzo o
il riciclaggio di prodotti vegetali
o animali che fornivano materia
prima all’industria, forse potreb-
Chi l’avrebbe mai detto? Il suino che va attualmente per la maggiore in Italia bero essere argomento di relativi
e in Friuli è il Large White di origine inglese. Proprio tutto inglese? Come
articoli e ripensamenti in un
quasi sempre succede con gli animali allevati e le piante coltivate la purezza
genetica è un non senso, e l’unicità di origine geografica una pura chimera. contesto di emergenza rifiuti.
Tanto per la cronaca: il Large White è il frutto di incroci praticati nel Settecento
tra scrofe della contea di York (da qui il nome di Yorkshire) e verri importati
Di buine bocje e di biele
dall’Oriente, soprattutto cinesi e siamesi.
vignude
Di tutte le specie allevate per la
produzione della carne, quel-
la suina occupava un posto di
☞ molto richiesto sul mercato, veni- altrui comunità – sta comunque rilievo.
va spesso destinato alla vendita o ad indicare con quanta parsi- La voracità dei suini, l’alto indice
al baratto e rimpiazzato dal lardo monia si utilizzassero i prodotti di conversione degli alimen-
e dallo strutto. L’olio, usato con della macellazione suina. E ti, l’elevata resa al macello, il
estrema parsimonia, serviva quasi ancora: “Dicono che ad Artegna forte accumulo di grasso sotto-
esclusivamente come condimento una zampa di maiale di ragion cutaneo e peri-viscerale, avevano
per le verdure. Lardo e strutto, del comune si dà a prestito un indotto gli allevatori a curare
quando irranciditi, passavano per giorno per famiglia per condir la molto l’alimentazione dei maiali.
il truogolo, entrando nella dieta broade, cominciando dal parroco Nel tempo si andarono sommi-
del nuovo inquilino del cjôt. e terminando col muini, che per nistrando loro razioni sempre
ultimo ha il diritto di rosicchiare meno voluminose e più nutrienti
Canzoni e proverbi la carne ancora aderente all’osso” per esaltare, appunto, la loro
Jo, s’i ves di maridâmi, A Poz- (ibidem). propensione alla produzione di
zales no starès: Lôr a cuinzin “Sant’Andree, il purcit su la carne e di grasso.
la bruade Quatri voltes cun bree […] il grande contenito- Per un allevamento razionale
t’un ues (Pirona, Carletti, Cor- re di grasso e carne, il maiale, dei suini, quindi, “razioni poco
gnali 1935, 1241). Anche questa il vero vitello d’oro della fame voluminose e molto nutrienti”,
parte di villotta – alla quale si contadina, verrà ucciso in un che entravano però in competi-
può adattare qualsiasi toponimo colorato tripudio di rumori, grida zione con le razioni alimentari
per indicare l’indigenza della e stridori e chiunque vi abbia umane. Specie le popolazioni