Table Of ContentUniversità degli Studi di Cagliari
SCUOLA DI DOTTORATO
STUDI FILOLOGICI E LETTERARI
CICLO XXIX
IL LINGUAGGIO
DELLE MEDICINE NON CONVENZIONALI
TRA SCIENZA, DIVULGAZIONE E
MISTIFICAZIONE
Settore scientifico-disciplinare di afferenza
L-LIN/02 DIDATTICA DELLE LINGUE MODERNE
PRESENTATA DA: GIANMARCO PITZANTI
COORDINATORE DOTTORATO PROF.SSA CRISTINA LAVINIO
TUTOR PROF.SSA CRISTINA LAVINIO
ESAME FINALE ANNO ACCADEMICO 2015 – 2016
TESI DISCUSSA NELLA SESSIONE D’ESAME SETTEMBRE 2017
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Ringraziamenti
Nel congedarmi con un po’ di tristezza, ma anche di sollievo, da queste pagine,
trovo doveroso ringraziare le persone che mi sono state vicine durante l’inteso
e movimentato periodo di questo dottorato di ricerca.
La prima è la Prof.ssa Cristina Lavinio che, dalle fasi preparatorie della laurea
triennale, passando per la laurea magistrale, sino agli ultimi giorni prima della
stampa di questa tesi di dottorato, non si è mai risparmiata nel darmi consigli,
bonari rimproveri e preziosi spunti di riflessione. Sono sicuro che il rapporto
“maestra-allievo” proseguirà, impegnandomi nel mettere a frutto quanto ho
potuto e potrò imparare ancora da lei.
Devo molto, sia professionalmente che personalmente, anche a Marco Gargiulo
che mi ha coinvolto e continua a coinvolgermi in progetti e iniziative, e che mi
ha fatto sentire “a casa” anche nel periodo che ho trascorso a Bergen.
Non posso non ringraziare tutta la comunità del GISCEL e in particolare quella
del GISCEL Sardegna. Ho trovato in queste persone qualità professionali e
morali eccezionali, da cui traggo ogni giorno motivo di ispirazione.
Dico grazie anche ai miei familiari che hanno sempre condiviso le mie scelte,
non facendomi mai mancare il loro prezioso appoggio.
A Giorgia che mi sta accanto ogni giorno, condividendo gioie e dolori,
preoccupazioni e successi, dedico l’ultimo ma più intenso pensiero.
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Indice
Introduzione……………………………………………………………..…7
1. Rassegna di studi…………………………………………………..16
1.1. Studi sui linguaggi specialistici………………………………………17
1.2. Studi sul linguaggio della medicina in prospettiva storici……………..46
1.3. Studi sul linguaggio della medicina contemporanea………………….61
2. Le medicine non convenzionali o MNC…………...……………..87
2.1. Le Medicine Non Convenzionali (MNC). Qualche precisazione
terminologica……………………………………………………….87
2.2. Rapporto tra MNC e Medicina Ufficiale (MU)………………………90
2.3. Le MNC in Europa e in Italia………………………………………..92
2.4. Quanto sono utilizzate in Italia le MNC? …………………………...94
2.5. Le MNC più utilizzate in Italia e i loro utilizzatori …………………...97
2.6. La diffusione nei media delle MNC ………………………………..100
2.7. Qualche dettaglio sulle MNC……………………………………...103
2.7.1. Agopuntura ………………………………………………...104
2.7.2. Medicina Ayurvedica o Ayurveda …………………………...106
2.7.3. Fitoterapia ………………………………………………….108
2.7.4. Omeopatia …………………………………………………110
3. Motivazioni, descrizione e metodologia di indagine del corpus .114
3.1. Scelta, raccolta dei dati e organizzazione del corpus ………………..114
3.2. Metodologia di analisi del corpus ………………………………….120
4. I siti ……………………………………………………………….125
4.1. I siti: alcune caratteristiche ………………………………………...125
4.2. Le home pages tra interattività e multimedialità ……………………129
4
4.2.1. L’interattività ………………………………………………130
4.2.2. La multimedialità …………………………………………...136
5. Il lessico delle MNC ……………………………………………...140
5.1. Le competenze linguistiche del lettore e il lessico della MU ………...140
5.2. La leggibilità dei testi ……………………………………………...143
5.3. La terminologia medica della MU nei testi sulle MNC ……………...147
5.4. Un lessico specialistico delle MNC? ……………………………….158
5.4.1. Il lessico dell’omeopatia …………………………………….159
5.4.2. Il lessico dell’agopuntura ……………………….…………...178
5.4.3. Il lessico della medicina ayurvedica ………………………….193
5.4.4. Il lessico della fitoterapia ……………………………………208
5.4.4.1. I prodotti fitoterapici ………………………………..209
5.4.4.2. Effetti dei prodotti fitoterapici ………………………224
5.4.5. Alcune considerazioni generali sul lessico delle MNC ……….230
6. Fenomeni dell’(iper)testualità …………………………………...236
6.1. Aspetti della visualizzazione e dell’impaginazione …………………236
6.2. Titoli e titolature interne …………………………………………..240
6.3. Apparato iconografico ……………………………………………243
6.4. Ipertestualità ……………………………………………………...244
6.5. Progressione tematica, riprese e ripetizioni ………………………...249
6.6. Nominalizzazione e deagentivizzazione …………………………...255
6.7. Aspetti stilistici e qualità della scrittura …………………………….265
6.8. Pragmatica e persuasione delle MNC ……………………………...273
6.9. Il genere testuale …………………………………………………..278
7. Educazione linguistica, educazione scientifica ed educazione
sanitaria ………………………………………………………………….285
7.1. Health literacy, definizione del termine e metodi di misurazione …...285
5
7.2. Certificazione Hon e linee guida per la stesura di testi scientifici ……291
7.3. L’importanza dell’educazione scientifica …………………………..300
7.4. L’educazione linguistica e l’educazione scientifica in Italia …………309
7.4.1. Il linguaggio scientifico in rapporto con l’educazione linguistica
……………………………………………………………….311
7.4.2. Il linguaggio dei manuali di materie scientifiche ……………...316
7.4.3. Lavori sulla comprensione dei testi scientifici ……………….320
7.4.4. Lavori sui testi espositivi e argomentativi …………………...326
Conclusioni ……………………………………………………………...330
Bibliografia ……………………………………………………………...338
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Introduzione
Nel periodo in cui si stava valutando la scelta dell’argomento della tesi di
dottorato1, in Italia, si stava ormai spegnendo il clamore verso uno tra gli
argomenti che più hanno fatto scaldare gli animi della gente in tema medico
degli ultimi anni. A partire dalla primavera 2013, è stato infatti sotto i riflettori
di tutti i media, generalisti e non, un clamoroso caso di suggestione mediatica
sul tema della salute, il cosiddetto “caso Stamina”2. Riassumendo all’estremo la
questione, Davide Vannoni,3 a capo della Stamina Foundation, promuoveva,
con l’appoggio incondizionato di alcuni media televisivi, un metodo di cura per
“tutte” le malattie neurodegenerative4 attraverso la somministrazione di cellule
staminali mesenchimali di cui egli presupponeva una non dimostrata
conversione in cellule neuronali. Dal punto di vista mediatico, la vicenda ha
avuto una risonanza forse maggiore di un altro caso controverso, il metodo Di
Bella5, anche perché ad aggiungersi ai servizi televisivi, nella sorta di battage che
si venne a creare, è stato il web con un ruolo centrale ricoperto dai social
network. Qui le notizie sono rimbalzate, riprese, approfondite, smontate e
1 Primavera 2014.
2 Sull’argomento in rete è presente un numero altissimo di articoli di diverso taglio. Si
segnalano: Stamina – Una storia sbagliata di Beatrice Mautino (scaricabile all’indirizzo:
http://www.cicap.org/new/files/Stamina_una_storia_sbagliata.pdf) e la tesi di Lisa Giupponi
Stamina, storia di una vicenda italiana. Terapie staminali e diritto alla salute (consultabile all’indirizzo:
http://www.macsis.unimib.it/wp-content/uploads/2014/01/Revisione-1-Lisa-Giupponi-
Stamina-Storia-di-una-vicenda-italiana-.pdf).
3 All’epoca docente di psicologia e laureato in lettere filosofia. Cfr.
http://www.corriere.it/cronache/13_dicembre_29/vannoni-non-medico-complotto-pelle-
malati-grasso-8130d6ce-7058-11e3-a541-158387497691.shtml.
4 Tra le più frequenti ricordiamo: la malattia di Alzheimer, la malattia di Parkinson, la sclerosi
multipla, la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), la corea di Huntington e altri tipi di demenza e
parkinsonismi. Cfr. Enciclopedia Treccani online, s.v. malattie neurodegenerative.
5 Si trattava di un metodo di cura alternativo salito agli onori della cronaca tra il 1997 e il 1998
e sviluppato dal medico Luigi Di Bella per la cura di patologie tumorali. Il metodo, nonostante
fosse privo di studi scientifici che ne provassero l’efficacia, fu oggetto di una sperimentazione
che nel 1999 dimostrò l’inefficacia di tale metodo. Per un approfondimento sull’argomento si
rimanda al documento del Ministero della Sanità curato dal Gruppo di coordinamento centrale
per la sperimentazione del Multitrattamento Di Bella, pubblicato nel “Bollettino
d’informazione sui farmaci” e disponibile all’indirizzo:
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_251_allegato.pdf.
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rimontate, ma soprattutto discusse dai soggetti più diversi, dagli scienziati, ai
giornalisti in cerca di visibilità, da personaggi televisivi e cantanti, da semplici
cittadini, da associazioni dei malati e da chiunque, visti i tempi che corrono, ha
voluto dare la propria opinione, al di là della propria formazione, sulla questione.
I motivi di questa bagarre mediatica possono essere facilmente individuati.
Infatti, le cure promosse da Vannoni riguardavano una categoria di malati
piuttosto consistente (e in crescita) nella società attuale e il metodo di cura
prometteva dei miglioramenti in tutte le malattie neurodegenerative. Da parte di
Vannoni si è trattato, in pratica, di distribuire a piene mani speranza a chi
speranza ormai non ne aveva più, puntando sul dato di fatto che la medicina
ufficiale nel campo delle malattie neurodegenerative, purtroppo per i malati, ha
ancora molta strada da compiere. Si aggiunge a questi fattori uno di non poca
rilevanza, ovvero il far presa sui sentimenti dei tele e web-spettatori,
presentando immagini di bambini costretti a letto e di cui i genitori dichiaravano
di aver notato, dopo la somministrazione delle cellule staminali da parte
dell’équipe di Vannoni, miglioramenti importanti6. Quello che Vannoni e molti
malati chiedevano era che la sperimentazione del suo metodo venisse finanziato
dal Sistema Sanitario Nazionale, cosa che, sulla spinta fortissima dell’emotività
popolare, con approvazione unanime del Parlamento, è realmente accaduta nella
primavera del 2013. Il ministro della sanità Lorenzin, contestualmente
all’approvazione del finanziamento, nominò un comitato di esperti che ebbe il
compito di valutare dal punto di vista scientifico il suddetto metodo. Senza
l’approvazione del comitato il finanziamento della sperimentazione non sarebbe
partito. In seguito alle reiterate richieste di documentazione scientifica da parte
6 La dimostrazione di questi miglioramenti, portata avanti da Vannoni e da chi nei media gli
stava dietro, consisteva nel mostrare un’immagine o un video del paziente prima e dopo la
somministrazione della cura. Sebbene nessun medico e nessuna cartella clinica descrivesse tali
miglioramenti, la prova del video nei vari media che si occuparono della questione rimase
centrale nel dibattito. Questo fatto è esemplificativo della mancata consapevolezza da parte
del grande pubblico che in medicina una semplice testimonianza o un video non possono
essere considerati come prove a favore di un’ipotesi tanto da giustificare una sperimentazione
su larga scala, mentre si devono portare dati misurabili e falsificabili che, come si dirà nel
proseguo di questa introduzione, per il caso Vannoni mai furono pubblicati.
8
del comitato nei confronti di Vannoni e senza che si venisse a una risposta, il 12
settembre 2013 uscì un comunicato stampa7 da parte del Ministro Lorenzin che
recava quanto riportato:
Oggi abbiamo ricevuto il parere del Comitato scientifico chiamato a
valutare l’avvio della sperimentazione del metodo Stamina. Sarei stata lieta
di annunciare a tante famiglie che la loro speranza su questa nuova cura
era fondata. Purtroppo, secondo il Comitato scientifico, non è così: le
conclusioni, assunte all’unanimità, sono negative.
Poteva essere la pietra tombale di questa vicenda ma per altri mesi la
polemica rimase viva. Vannoni, un uomo che non faceva parte dell’ambiente
medico, veniva, nonostante tutto, percepito quasi come un salvatore dalle
migliaia di persone, inclusi i genitori e i cari di tanti malati, che di fronte a una
piccola speranza (tenuta accesa e alimentata dai media) erano pronti a scendere
in piazza e a fare sentire forte la propria voce. Nell’apice della notorietà e delle
polemiche suscitate da questo caso, diversi scienziati erano venuti allo scoperto
criticando apertamente l’operato di Vannoni e accusandolo di essere null’altro
che un falsificatore e un venditore di false speranze8. Per chi frequentava i social
network era chiaro che ormai si fossero create due fazioni: una che portava
avanti l’idea di Vannoni in spregio alle normali procedure sperimentali, in nome
di una speranza a ogni costo, della suggestione delle parole del “guru” Vannoni
e dei visi sofferenti dei bambini mostrati senza ritegno in tv; dall’altra scienziati
e medici, ma anche persone comuni, che richiamavano l’attenzione della società
sull’ineludibilità del metodo scientifico e dei protocolli di sperimentazione
standardizzati.
7 http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_4_1_1_stampa.jsp?id=4085.
8 Nel panorama italiano spiccava la critica mossa al metodo Stamina di uno dei massimi esperti
mondiali di cellule staminali Elena Cattaneo e dall’Accademia dei Lincei (cfr.
http://www.lescienze.it/lanci/2013/05/10/news/accademia_dei_lincei_sull_uso_delle_cell
ule_staminali_in_terapia-1652262/), mentre a livello mondiale la rivista scientifica “Nature” si
esprimeva con toni molto aspri nei confronti di Vannoni. Ulteriori dettagli sulla questione si
trovano nell’articolo Taking a stand against pseudoscience (Nature Vol. 510: 333-335).
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Il caso Stamina, come il caso Di Bella, e negli ultimi mesi la questione
legata alla vaccinazione obbligatoria, hanno inequivocabilmente ribadito alcuni
fatti sociali molto significativi e su cui bisogna riflettere. Il rapporto tra scienza
e società vive un periodo di difficoltà e contrapposizione, è cresciuto lo
scetticismo su tutto ciò che viene proposto dall’ambiente scientifico e sull’onda
dell’emotività, anche in una nazione come l’Italia, patria – bisogna ricordarlo –
di Galileo Galilei, possono essere prese decisioni che si scontrano con il rigore
scientifico e la razionalità. In tutto ciò stanno avendo un ruolo cruciale i mezzi
di informazione, internet su tutti. Infatti, secondo i dati CENSIS, Gli italiani e la
salute9, relativi al 2016:
[…] l’accesso facile ed immediato alle informazioni in rete ha
progressivamente contribuito ad aumentare l’incertezza. Pazienti e
cittadini si sono trovati bombardati di contenuti e notizie tra cui non
sempre è facile selezione [sic!] informazioni corrette e affidabili: nel 2014
il 54,5% della popolazione ritiene che troppe informazioni sulla salute
rischiano di creare confusione e incertezza, era circa il 41% nel 2012.
Questa incertezza non è scevra anche di risvolti particolarmente preoccupanti:
L’accesso diretto all’informazione sanitaria, e soprattutto l’accesso alle
informazioni attraverso le potenzialità infinite della rete, rappresenta uno
degli elementi in grado di impattare in modo più dirompente sui nuovi
atteggiamenti culturali nei confronti della vaccinazione, con il 40% dei
genitori che hanno utilizzato internet in relazione alla vaccinazione che
ammette di aver rintracciato nei social network informazioni che
attribuiscono alla vaccinazione un valore negativo.
Queste informazioni restituiscono l’immagine di un paese alle prese con
seri problemi nel campo dell’informazione sanitaria, un paese in cui percentuali
9 Documento consultabile all’indirizzo:
http://www.censis.it/censis/browse/5?shadow_evento=121141.
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Description:Preliminarmente può essere utile tracciare una sorta di storia degli studi studi riguardanti i linguaggi specialistici visti in modo generale, con un.