Table Of ContentDOTTORATO DI RICERCA IN
TECNOLOGIA DELL’ARCHITETTURA E DELL’AMBIENTE, XIV CICLO
TESI DI DOTTORATO
DALLA DECOSTRUZIONE ALLA CYBER-ARCHITETTURA E OLTRE
L’USO DEL COMPUTER NELLA PROGETTAZIONE DEGLI SPAZI NON-
EUCLIDEI
Tutor Prof.ssa Maria BOTTERO
Co-tutor Prof.ssa Rossana RAITERI
Dottorando Paolo Vincenzo GENOVESE
SEDI:
FACOLTÀ DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO DI MILANO
FACOLTÀ DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO DI TORINO
FACOLTÀ DI ARCHITETTURA DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA
FACOLTÀ DI ARCHITETTURA DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI
FACOLTÀ DI ARCHITETTURA DELLA II UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI
A mia Madre,
della quale mai ho dubitato
La condizione interiore del
senza-forma:
imperscrutabile, quella che
ha assunto una forma
precisa: ovvia.
L’imperscrutabile vince,
l’ovvio perde.
Sun Tzu
DALLA DECOSTRUZIONE
ALLA CYBER-ARCHITETTURA E OLTRE
L’USO DEL COMPUTER NELLA PROGETTAZIONE DEGLI SPAZI
NON-EUCLIDEI
Indice delle illustrazioni
PREFAZIONE
0. La ricerca geometrico-spaziale dal costruttivismo alla
decostruzione p. I
Tavole del Cap. 0. » III
PARTE PRIMA
1. Il decostruttivismo come precursore della Cyber-architettura » 1
1.1. Temi fondativi della decostruzione » 1
1.2. Figure di passaggio dalla decostruzione verso la Cyber-
architettura » 9
Tavole del Cap. 1. » 15
2. La Cyber-architettura » 31
2.1. Natura ed origini della cultura Cyber » 31
2.2. Lo spazio nella Cyber-architettura » 41
2.3. Spazi virtuali e spazi costruiti. Due nature della Cyber-architettura » 75
Tavole del Cap. 2. » 87
PARTE SECONDA
3. Studi di architetti contemporanei. Un matrimonio tra arte, scienza,
filosofia e tecnologia » 157
3.1. Introduzione e caratteri generali del problema » 157
3.2. La progettazione come scultura. Frank O. Gehry » 158
3.3. L’architettura nata dalla virtualità. Greg Lynn » 167
3.4. La generazione automatica degli spazi non-euclidei. Peter
Eisenman » 176
Tavole del Cap. 3. » 187
CONCLUSIONI GENERALI
4. Il rinnovamento della pratica operativa nella progettazione degli
spazi non-euclidei con il computer » 213
Bibliografia generale » 225
APPENDICE I
Schede di studio » 229
Frank O. Gehry
Coop Himmelb(l)au
Günther Domenig
Greg Lynn
Asymptote
Reiser + Umemoto
Neil Denari
Marcos Novak
Dagmar Richter
Kunst und Technik
André Poitiers
Anton Markus Pasing
Peter Eisenman
APPENDICE II
Interviste » 289
Kunst und Technik
André Poitiers
Anton Markus Pasing
Indice delle illustrazioni
Fig. 1: Alfred Neumann e Zvi Hecker, Natania City Hall and Civic Center
Fig. 2: Alfred Neumann e Zvi Hecker, Facoltà di Ingegneria Meccanica, Haifa
Fig. 3: Moshe Safdie, Habitat, Schema I, New York
Fig. 4: Moshe Safdie, Habitat ’67, Montreal, 1967
Fig. 5: Annie Griswold Tyng, Farm House, 1953
Fig. 6: Annie Griswold Tyng, Dormitorio per collegio, 1963
Fig. 7: Bernard Tshumi, Parc de la Villette, Parigi 1985
Fig. 8: Frank O. Gehry, Gehry House, Santa Monica, 1979
Fig. 9: Frank O. Gehry, Casa Wagner, 1978
Fig. 10: Frank O. Gehry, Casa Familian, 1978
Fig. 11: Frank O. Gehry, Wilton House, 1983-’87
Fig. 12: Zaha Hadid, Landesgartenschau, Weil am Rhein, 1997-’99
Fig. 13: Zaha Hadid, Museo d’arte contemporanea, Roma, 1998-2005
Fig. 14: Zaha Hadid, Grande Biblioteque du Quebecl, Montreal, 2000 -
Fig. 15: Toyo Ito, Vision of Japan, Londra, 1991
Fig. 16: Toyo Ito, Uovo dei Venti, Tokyo, 1990-’91
Fig. 17: Peter Eisenman, IBA, Berlino, 1981-’85
Fig. 18: Greg Lynn/Form, H2 House (Hydrogen House), Vienna, Austria, 1996.
Fig. 19: Reiser+Umemoto, Yokoama Port Terminal, Tokio, Giappone, 1994, progetto
Fig. 20: Neil M. Denari, Massey Residence, Los Angeles, California, 1995
Fig. 21: Makoto Sei Watanabe, The Induction Cities, 1991-’96, progetto
Fig. 22: Anton Markus Pasing, Genesis 9 super tool, 1995-’96, progetto
Fig. 23: Anton Markus Pasing, Elektrochanger Haus an der B 54, 1991, progetto
Fig. 24: Anton Markus Pasing, Das letzte Haus, 1995, progetto
Fig. 25: Peter Eisenmann, Aronoff Center, University of Cincinnati, Cincinnati, Ohio, 1988-
’96
Fig. 26: Marcos Novak, Paracube, 1997-’98, progetto
Fig. 27: Karl S. Chu, Phylux, 1999, progetto
Fig. 28: Asymptote, Virtual Guggenheim Museum, 1999-2002
Fig. 29: Kolatan/Mac Donald Studio, Resi-Rise (vertical mode), New York, 1999, progetto
Fig. 30: Kolatan/Mac Donald Studio, Housing, 1999
Fig. 31: Nastro di Möbius nell’interpretazione di Maurits Cornelius Escher, Striscia di
Möbius II
Fig. 32: Ben Van Berkel & Caroline Bos, Möbius House, Het Gooi, Olanda, 1993-’98
Fig. 33: Foreign Office Architects, Virtual House, 1997, progetto
Fig. 34: Foreign Office Architects, Azadi Cinepleh, Teheran, Iran, 1997, progetto
Fig. 35: Foreign Office Architects, Yokohama Port Terminal, Yokohama, Giappone, 1995
Fig. 36: Oosterhuis Associates, Trans_Ports 2001, Rotterdam, Olanda, 1999-2001,
progetto
Fig. 37: Oosterhuis Associates, Saltwaterpavilion, Neeltje Jans, Olanda, 1997, progetto
Fig. 38: NOX, V2 Lab, Rotterdam, Olanda, 1998, progetto parzialmente realizzato
Fig. 39: Herzog & De Meuron, Library of the Eberswalde Technical School, Eberswalde,
Germania, 1994-’99
Fig. 40: Massimiliano Fuksas, Europark, Salisburgo, Austria, 1994-’97
Fig. 41: Helmut Jahn, KU 70, Berlino, Germania
Fig. 42: dECOI, Boutique Missoni, Parigi, Francia, 1996, progetto
Fig. 43: NOX, Beachness, Noordwijk, Olanda, 1997, progetto
Fig. 44: Naga Studio Architecture, ESK House, Cairo, Egitto, 2000
Fig. 45: Naga Studio Architecture, Marina International Hotel Sharm Safari Gate, Los
Angeles, California, 1998
Fig. 46: Naga Studio Architecture, Sharm Safari Gate, Sharm El Sheikh, Sinai, 1997
Fig. 47: Naga Studio Architecture, Tetraedro
Fig. 48: Gregg Lynn/Form: Embriological Housing, 1998, progetto
Fig. 49: Gregg Lynn/Form: Embryologic Space, 1998, progetto
Fig. 50: René Thom, caduta di gravi nel liquido
Fig. 51: Gregg Lynn/Form: Cardiff Bay Opera House, Wales, 1994, progetto di concorso
Fig. 52: Frank O. Gehry, Casa Lewis, Lyndhurst, Ohio, 1989-’95
Fig. 53: Gregg Lynn/Form: Animated Form, progetto
Fig. 54: Gregg Lynn/Form: Port Authority Gateway, New York, USA, 1995, progetto
Fig. 55: Peter Eisenman, Staten Island Institute of Arts and Sciences,New York, 1997,
progetto
Fig. 56: Peter Eisenman, Biblioteca per la Piazza delle Nazioni,Ginevra, Svizzera, 1996-
’97
Fig. 57: Peter Eisenman, Una chiesa per l’anno 2000, Roma, 1996
Fig. 58: Peter Eisenman, Virtual House, Berlino, 1997, progetto
Fig. 59: NOX, Fresch H O eXPO, Neeltje Jans, Olanda, 1997
2
Fig. 60: Oosterhuis Associates, Garbage Transfer Station, Elhorst/Vloedbelt Zenderen,
Olanda, 1995
Fig. 61: Greg Lynn, Korean Presbyterian Church, Long Island, 1999
Fig. 62: Neil M. Denari, Massey Residence, Los Angeles, 1995
Fig. 63: Marco Galofaro, Progetto per il Teatro La Fenice di Venezia, Venezia, 1996
Fig. 64: Frank O. Gehry, Guggenheim Museum, Bilbao, Spagna, 1991-’97
Fig. 65: Frank O. Gehry, Uffici Chiat-Day-Mojo, Venice, California, 1986-’91
Fig. 66: Modelli di studio per il Guggenheim Museum di Bilbao di Frank O. Gehry
Fig. 67: Modelli tridimensionali del Guggenheim Museum di Bilbao
Fig. 68: Frank O. Gehry, Vila Olimpica, Barcellona, Spagna, 1989
Fig. 69: Frank O. Gehry, Childrens’s Museum, Boston, 1992-’96
Fig. 70: Greg Lynn, Port Authority Gateway, 1995
Fig. 71: Greg Lynn, Embriological House
Fig. 72: Greg Lynn, New York Presbyterian Church, 1999-2002
Fig. 73: Peter Eisenman, Laboratori Biologici dell’Università Goethe,i Francoforte sul
Meno, 1987
Fig. 74: Peter Eisenman, Klingelhofer Triangle, Berlino, 1995
Fig. 75: Peter Eisenman, Carnegie Mellon Research Center, Pittsburgh, 1987-’88
Fig. 76: Peter Eisenman, Chiesa a Roma per l’Anno 2000
Prefazione
Capitolo 0
La ricerca geometrico-spaziale dal costruttivismo alla
decostruzione
Oggi, in epoca post-moderna, ci interroghiamo sullo stato dell’arte in architettura e, in
particolare, sul progetto dello spazio in rapporto alla sempre più perfezionata tecnica del
computer.
Il pensiero moderno in architettura ha trovato il suo punto di crisi verso la metà del XX
secolo quando lo stile internazionale si è diffuso ovunque, generalizzando schemi
costruttivi, spaziali e urbanistici, senza alcun rispetto o concessione per le culture locali.
L’evidente matrice di questo modello era una forma di resistenza e di critica. Da un lato,
artisti isolati come l’architetto americano Louis Kahn o l’architetto di origine austriaca
Frederick Kiesler progettano edifici iconoclasti rispetto alla cultura dell’epoca, dall’altro
ingegneri strutturisti sperimentali come il francese Robert Le Ricolais, l’americano
Richard Buckminster Fuller, o il tedesco Frei Otto , studiano strutture leggere basate su
geometrie inedite, tali da mettere in crisi il sistema statico trave-pilastro dell’architettura
corrente.
In particolare Fuller, grazie alle sue capacità mediatiche, riesce a sviluppare una teoria
“onnicomprensiva” che si coniuga con il nascente pensiero ecologico e che influenza una
cerchia molto vasta di persone, dal gruppo di artisti dell’avanguardia newyorkese, al
popolo hippy della controcultura o cultura alternativa (soprattutto americana), al composito
quadro architettonico inglese che si riconosce nella rivista «Architectural Design», a una
serie di architetti di diversi paesi (fra cui molti israeliani) interessati soprattutto all’aspetto
della rifondazione geometrico-statico-spaziale della geometria sinergetica di Fuller. Questa
geometria (chiamata anche tensegrale in quanto le forze di compressione sono isolate
all’interno di un sistema che lavora in tensione) parte dalla rilettura critica della geometria
euclidea e dei solidi platonici per introdurre la triangolazione geodetica delle famose
cupole di Fuller.
Vogliamo a questo punto sottolineare che la ricerca morfologico-spaziale che avviene
oggi tramite l’uso del computer in un architetto come l’americano Greg Lynn (che fra l’altro
non è immemore dalla lezione di Kiesler), trova un precedente non peregrino nelle
ricerche spaziali degli anni ’60-’70 di cui quelle geometriche rappresentano un aspetto
notevole.
Le ricerche geometriche degli anni ’60 e ’70 si sono svolte in più direzioni che non è ora
il caso di indagare, se non per indicare i due filoni principali. Il primo è legato alla statica
strutturale dove un chiaro esempio sono le cupole geodetiche di Fuller, i tubi automorfici
di Le Ricolais e le tensostrutture di Frei Otto; il secondo è legato al problema della
partizione omogenea dello spazio, con i lavori dell’inglese Keith Critchlow, gli israeliani
Alfred Neumann, Zvi Hecker (Figg. 1 e 2) e Moshe Safdie (Figg. 3 e 4). Comune a questi
due filoni di ricerca era l’obiettivo di trovare alternative valide al modello spaziale basato
sull’angolo retto e sulla struttura trilitica trave-pilastro. Nel primo caso la struttura portante
è generatrice spaziale; nel secondo, è la singola unità spaziale o mattone cavo poliedrico
che in assemblaggio close packing a generare lo spazio complessivo dell’edificio. In
entrambi i casi si prospettano architetture che sono profondamente e sostanzialmente
diverse dal modello tradizionale basato sull’angolo retto.
Accanto a questi due principali filoni vale la pena di citare anche il caso isolato
dell’americana Annie Griswold Tyng, allieva di Fuller e collaboratrice di Kahn, che si è
soprattutto dedicata a speculazioni teoriche sul ruolo della geometria nella crescita
biologica e nell’evoluzione storica della società (Figg. 5 e 6).
La ricerca geometrica degli anni ’60 e ’70, largamente sperimentale, contesta
l’architettura corrente dello stile internazionale attraverso specifiche teorie geometriche e
spaziali. Il pensiero soggiacente cui è plausibile riferirle è quello dello strutturalismo, una
filosofia trasversale che attraversa molti campi disciplinari ma che è utilmente riassumibile
in alcuni postulati dell’antropologia strutturale di Claude Lévy-Strauss, apertamente
polemica con la tradizione umanistica (primato del pensiero occidentale coltivato nei
confronti del pensiero non educato o “selvaggio” dei popoli cosiddetti primitivi; primato del
soggetto che parla nei confronti della struttura collettiva del linguaggio e quindi
dell’inconscio collettivo).
Lo strutturalismo propone un rinnovamento culturale a partire dalla rivalutazione delle
strutture dell’inconscio collettivo, degli archetipi mentali che sottendono il linguaggio, sia
esso parlato che figurativo o geometrico. Contro l’esercizio progettuale soggettivo, la
ricerca geometrica propone la reinterpretazione di un sistema di pensiero che ha antiche
radici archetipiche di matrice collettiva-sociale.
Se il bisogno di rinnovamento dei modelli architettonici correnti ha prodotto negli anni
’60 e ’70 un certo tipo di ricerca spaziale, legata alla rilettura e/o revisione della geometria
euclidea e platonica, oggi questo stesso bisogno di rinnovamento produce una ricerca
geometrico-spaziale avventurosa, che, avvalendosi delle prestazioni tecniche del
computer, si allontana definitivamente dalla geometria euclidea per approdare ad una
morfologia spaziale complessa e difficilmente descrivibile se non attraverso l’elaboratore
Se la legittimazione della ricerca geometrica degli anni ’60 e ’70 poteva essere trovata
nel pensiero strutturalista, che privilegiava il sistema collettivo del linguaggio alla libera
espressione soggettiva e individuale, la ricerca spaziale e geometrica attuale trova una
legittimazione nella teoria derridiana della decostruzione e della rimessa in discussione del
linguaggio assunto come prodotto collettivo vincolante e fondante.
Description:45: Naga Studio Architecture, Marina International Hotel Sharm Safari Gate, Los 65: Frank O. Gehry, Uffici Chiat-Day-Mojo, Venice, California, 1986-'91 è generatrice spaziale; nel secondo, è la singola unità spaziale o mattone