Table Of ContentQuesto libro, il più completo trattato sulla storia coreana mai scritto da un
autore occidentale, nasce dalla necessità di avvicinare il lettore alla civiltà di un
paese da un lato sempre più in prima linea nello sviluppo industriale e
tecnologico globale, dall’altro ancora vittima instabile dei perversi giochi politici
che portarono alla sua divisione alla fine degli anni ‘40 del XX secolo. Partendo
dalle stesse mitiche origini della nazione coreana, dal territorio e dalla lingua,
l’autore dipinge la grande avventura di un popolo di antica civiltà che,
occupando da sempre un posto fondamentale nello scacchiere geopolitico
dell’Estremo Oriente, contribuì considerevolmente alla formazione di quella
cultura giapponese oggi nel mondo ben più conosciuta e apprezzata. Per secoli
vaso di coccio fra vasi di ferro, la Corea sta ancora pagando per un’intrinseca
debolezza e soprattutto per la protervia altrui, che proprio nel XX secolo l’ha
portata prima a perdere un’indipendenza fino ad allora sempre difesa con
successo e poi all’incommensurabile tragedia della divisione e della guerra
fratricida. Questo libro, esaminando dalle sue stesse origini il complicato
percorso storico della Corea, finisce anche per spiegarne i malesseri, le
contraddizioni e molti altri fenomeni contemporanei ritenuti risibili o
semplicemente anacronistici e incomprensibili dall’osservatore occidentale.
Maurizio Riotto (Palermo, 1959) insegna Lingua e Letteratura della Corea
nell’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”. Laureatosi in Lettere
(indirizzo classico) a Palermo, si è poi specializzato in Archeologia orientale
nell’Università “La Sapienza” di Roma. A lungo residente in Estremo Oriente,
per quattro anni è stato research fellow presso l’Università Nazionale di Seul. È
stato visiting scholar nel 1991 presso l’Università “Doshisha” di Kyōto e nel
1994 presso l’Università “Hanyang” di Seul. Nel 2002-2003 è stato visiting
professor presso l’Università “Sŏnggyungwan” di Seul, dove ha tenuto corsi di
Culture Comparate per gli studenti di Master e Ph.D. Ha al suo attivo oltre cento
pubblicazioni sulla Corea, fra le quali ricordiamo The Bronze Age in Korea
(Kyōto, 1989), Introduzione allo studio della lingua coreana (Napoli, 1990),
Fiabe e storie coreane (Milano, 1994), Storia della letteratura coreana
(Palermo, 1996), Mogli, mariti e concubine: affari di famiglia nella Corea
classica (Palermo, 1998), Poesia religiosa coreana (Torino, 2004). Anche
traduttore e curatore di opere coreane antiche e moderne, nel 1995 ha ricevuto il
Premio Korean Culture & Arts Foundation per la traduzione in italiano del
romanzo Il poeta di Yi Munyŏl.
Maurizio Riotto
Storia della Corea
dalle origini ai giorni nostri
ISBN 978-88-58-76598-2
© 2005 RCS Libri S.p.A.
Via Mecenate, 91 – 20138 Milano
Prima edizione digitale 2014
In copertina: particolare di scena di caccia. Tomba dei danzatori, V sec., cultura di Konguryŏ.
Tonggou, Cina nord-orientale.
Progetto grafico Polystudio. Copertina di Aurelia Raffo.
Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore.
È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.
Alla riunificazione della Corea
L’ALFABETO COREANO
Consonanti semplici
Consonanti doppie
Vocali
Dittonghi
AVVERTENZE AL LETTORE
Le traduzioni dei versi e dei brani di prosa presenti nel volume sono state
eseguite dall’autore direttamente dai testi originali.
I termini coreani sono stati romanizzati secondo il sistema McCune-
Reischauer. Fanno eccezione il toponimo Seoul e il cognome Yi, le cui
traslitterazioni nelle forme riportate sono ormai pressoché universalmente
accettate per convenzione. Allo stesso modo vengono mantenute, per il loro
larghissimo uso, alcune forme che divergono leggermente dalle regole del
sistema di romanizzazione sopraccitato. Così, giusto per fare un esempio, si
troverà nel testo “Malgai” in luogo di “Malkal”. Si tenga poi presente che in
coreano, così come in cinese e in giapponese, il cognome precede sempre il
nome. In questo modo, nel nome proprio Yi Sŏnggye, “Yi” è il cognome e
“Sŏnggye” il nome, in Chŏng Ch’ŏl, “Chŏng” è il cognome e “Ch’ŏl” il nome, e
così via. I nomi dei sovrani e delle regine, ove non espressamente specificato,
sono postumi, ossia assegnati dopo la morte. I nomi di eminenti religiosi
buddhisti, poi, sono solitamente quelli usati dopo la pronuncia dei voti. Riguardo
ai nomi di personaggi non coreani (e neppure cinesi o giapponesi) si dà ove
possibile una traslitterazione vicina al suono originale (per esempio Sartaq,
Cinggis Qan). In tutti gli altri casi si dà la pronuncia coreana dei caratteri cinesi
con i quali vengono citati nelle fonti (es.: Kŏlsa Piu, Yayul Abogi, ecc.).
Si tenga anche presente che la traduzione di termini istituzionali è puramente
indicativa e non sempre rende esattamente in italiano il significato
corrispondente. Questo vale per vocaboli quali “ministero”, “prefettura”,
“ufficio”, “distretto”, ecc.
I termini giapponesi sono stati romanizzati secondo il sistema Hepburn. I
termini cinesi sono stati romanizzati col pinyin, eccetto i termini derivati da dao
per i quali ho preferito usare le forme più note “Taoismo” e “taoista” invece di
“Daoismo” e “daoista”.
Per ciò che concerne la bibliografia, i nome di studiosi orientali autori di
opere in lingue occidentali sono stati lasciati nella traslitterazione da essi stessi
(o dall’eventuale traduttore) adoperata.
Description:Docente di Lingua e letteratura coreana, a lungo residente in Estremo Oriente, autore di un libro di introduzione alla lingua coreana e di uno sulla storia della letteratura di quel Paese, Maurizio Riotto ripercorre in questo volume la storia della Corea. Partendo dalle stesse mitiche origini della