Table Of ContentLUDOVICO GEYMONAT
Storia
del pensiero
ftlosoftco
e scientifico
VOLUME PRIMO
L'antichità- Il medioevo
Con specifici contributi di
Gianni Micheli, Renato Tisato, Mario V egetti
GARZANTI
r edizione: giugno 1970
Nuova edizione: ottobre 1975
Ristampa 1981
© Garzanti Editore s.p.a., 1970, 1975, 1981
Ogni esemplare di quest'opera
che non rechi il contrassegno della
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deve ritenersi contraffatto
Printed in Italy
Avvertenza
In tempi recenti si è manifestata una diffusa tendenza a relegare la filosofia entro i
problemi dell'anima lasciando alla scienza la responsabilità di far progredire la nostra cono
scenza del mondo, quasi che i due compiti siano separabili l'uno dall'altro. Noi siamo ferma
mente convinti che questo modo di procedere sia in aperto contrasto con lo sviluppo più signi
ficativo del pensiero antico e moderno, e stia proprio alla radice della grave crisi da tutti
denunciata nella cultura odierna: tanto in quella cosiddetta umanistica (che in pratica igno
ra Maxwell, Einstein, Planck, come fino a qualche tempo fa ignorava Newton e Buffon, se
non Galileo), quanto in quella specificamente scientifica (che spesso si trova ad adoperare i
risultati delle scienze senza sapere e senza chiedersi da quali travagli culturali siano nati).
La lotta aperta contro l'anzidetta tendenza appare quindi come uno dei primi, indispen
sabili passi per il superamento di tale crisi, e costituisce l'impegno fondamentale dell'opera
che qui si presenta.
La frattura fra le due culture si esprime, fra l'altro, nel metodo invalso da tempo
di dedicare trattazioni distinte alla storia della filosofia e a quella delle singole scienze, col
risultato di non riuscire a po"e in luce la globalità degli sforzi compiuti dall'umanità per am
pliare e consolidare il dominio della ragione. Il tentativo, perseguito nella presente opera, di
rompere tale consuetudine vuoi indicare una via nuova che riteniamo feconda e che ci augu
riamo altri potrà perco"ere con maggior copia di informazioni e con maggiori successi. La
nostra esposizione varrà comunque - almeno cosi speriamo - a farci riflettere sulle cause
molto complesse che hanno determinato nell'Ottocento l'anzidetta frattura tra pensiero
filosofico e pensiero scientifico, e quindi sul carattere della svolta che è necessario operare
per porvi un autentico rimedio.
Non sarà difficile convincersi che tale scissione ha rappresenta/D un grave scacco per la
ragione umana, alla quale -proprio in seguito a questo scacco - una parte della società
odierna, impregnata di f11mose e superficiali ideologie, sembra voler riconoscere effettivi di
ritti nelle sole indagini specialistiche, non nell'elaborazione di una nuova visione generale del
l'uomo e del mondo.
L'esigenza di un radicale ampliamento e approfondimento dei compiti oggi solitamente
riconosciuti alla ragione è il punto che unisce i diversi autori che hanno collaborato alla pre
sente opera.
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Avvertenza
Quali sono i problemi generali su cui verrà incentrata la nostra esposizione? Sarebbe
disonesto nascondere che il 111aggior rilievo dato agli uni piuttosto che agli altri dipende,
in ultima istanza, da una valutazione teoretica.
La scelta che informa la presente trattazione è intesa a sottolineare l'importanza pri
maria del problema della conoscenza, nell'esplicito presupposto che l'uomo non possa venir~
seriamente compreso se non viene studiato nei suoi rapporti attivi e passivi col mondo che
lo circonda. Perciò sarà dato particolare rilievo sia agli sviluppi di tale problema in campo
filosofico, sia agli arricchimenti dell'effettivo patrimonio conoscitivo realizzati nei vari campi
scientifici.
Si cercherà in particolare di porre in luce il grande peso che ebbero tali sviluppi e tali
arricchimenti per la storia generale della cultura e della civiltà. Non si tratta, ovviamente,
di sottacere l'esistenza di altri importanti problemi culturali, ma di /asciarli, per così dire,
nello sfondo, imperniando la nostra esposizione da un lato su quel gruppo di questioni che ci
sembrano stare al centro dell'odierna - secondo noi incontestabile - rinascita della filosofia,
e dall'altro sui nessi inscindibili che hanno sempre legato i grandi problemi della cultura alle
strutture economico-sociali dei vari popoli.
Per avviare un lavoro così impegnativo è stato senza dubbio utile tener presente la strut
tura (convalidata ormai da tanti pareri favorevoli) del mio manuale scolastico di storia del
pensiero filosofico, e del volt1metto che scrissi anni fa sul pensiero scientifico; ma il ben diverso
livello di approfondimento dei problemi ha richiesto una reimpostazione generale della trat
tazione, soprattutto per quanto riguarda i temi indicati co1ne centrali in vista del program
ma qui propugnato. Si è anche cercato, ovunque possibile, di prendere aperta posizione di
fronte ai grandi indirizzi che non solo improntarono di sé il pensiero filosofico e scientifico
del passato, ma che esercitano ancora oggi una effettiva influenza. Ogni sezione include poi
uno o più capitoli specificamente rivolti ai problemi dell'educazione, sia perché non manchi
una visione di questo aspetto così essenziale della storia della civiltà, sia perché risulti chiara
la diretta incidenza, su tali problemi, delle maggiori innovazioni del pensiero, sia infine
per poter consapevolmente discutere, nell'ultimo volume, le richieste che vengono oggi rivolte
alla scuola dal progresso della società e in ispecie della scienza e della tecnica.
Un'altra differenza fondamentale dal manuale di storia del pensiero filosofico e dal vo
lumetto sul pensiero scientifico ai quali mi sono testé riferito è stata data dal fatto che sin
dalla prima progettazione di questa nuova opera, data la vastità e complessità degli argo
menti da trattare, e il diverso modo in cui li si voleva trattare, è risultato chiaro come io non
avrei potuto assolvere da solo il difjicile compito. Ho quindi chiesto e ottenuto la collabo
razione di un gruppo di amici, il cui valore scientifico mi era ben noto per altre indagini che
già avevano eseguito con me, disposti a rivedere criticamente i singoli settori del mio nuovo
lavoro e ad inserirvi parecchi capitoli originali (su periodi e problemi da essi particolarmente
studiati) strutturando/i in sostanziale accordo con gli intenti generali dell'opera. Mentre
esprimo a questi amici il mio grazie più vivo e sincero, desidero avvertire il lettore che in
ciascuno dei capitoli di mano completa1nente diversa dalla mia è di volta in volta indicato
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Avvertenza
in modo esplicito il nome dell'autore. Quando un capitolo porta due nomi, ciò significa che
entrambi gli autori hanno dato contributi sostanziali alla sua stesura.
Come ci si potrà rendere conto da una semplice scorsa all'indice dei vari volumi,
la stessa distribuzione della materia riflette in modo ?nanifesto il fine di far cogliere al
lettore i grandi filoni del pensiero che ci ha preceduto per orientar/o di fronte al caratteristi
co tipo di cultura entro il quale viviamo. Ed if!fatti, mentre il primo volume abbraccia un
arco di circa due millenni, la trattazione si fa più ampia nei successivi, cbe prendono in esa
me periodi di tempo via via minori. Nell'ultimo si renderanno poi netusarie alcune discus
sioni più teoretiche che storiche, trattandosi di delineare e difendere le posizioni nelle quali
ci troviamo personalmente impegnati.
Al primo volume è stata inoltre aggiunta una breve appendice sull'antica filosofia in
diana e su quella cinese. Essa ha due scopi fondamentali. Per un lato di sottolineare che la
diversa formulazione, data da tali popoli ai problemi scientifico-filosofici, è direttamente
collegabile alla diversa (più statica) struttura che per millenni caratterizzò la società asia
tica rispetto a quella europea. Per l'altro a ricordarci che il rapido processo di liberazione
oggi in atto presso i paesi ex coloniali, e di trasformazione delle loro pur antichissime ci
viltà, solleva nuovi problemi anche per l'odierno dibattito culturale, richiamandoci al do
vere di elaborare una concezione dell'uomo e del mondo che possa riuscire valida per tutti
gli abitanti della terra e non solo per chi si è formato nella tradizione occidentale. È
chiaro infatti che quei popoli, mentre non possono far a meno di accogliere le nostre scoperte
scientifiche e le nostre innovazioni tecniche, hanno fondati motivi di considerare altri pro
dotti della nostra cultura con molti sospetti e molte riserve critiche. Anche da questo punto
di vista, quindi, si rende vieppiù necessaria l'elaborazione di una nuova cultura che, volendo
essere autenticamente universale, sappia più strettamente connettersi al pensiero scientifico,
ossia a ciò che non può non essere accolto da tutti i popoli, di qualunque tradizione culturale.
Nel chiudere questa breve premessa, desidero rinnovare la mia riconoscenza a tutti
gli amici che hanno accettato di collaborare cott me per l'esecuzione del complesso e ambizioso
progetto; in particolare a Mario Vegetti per i suggerimenti forniti a proposito della filosofia
greca, ad Enrico Rambaldi, i cui diretti interventi mi sono stati di grandissimo aiuto per
l'integrazione e per la stessa impostazione di alcuni capitoli di storia della filosofia moderna,
ed a Gianni Miche/i che ha curato le note bibliografiche riguardanti il Seicento e i secoli
successivi. Desidero inoltre ringraziare mio figlio Mario per il valido aiuto che mi ha dato
nella rielaborazione delle due prime sezioni, nella raccolta e presentazione della bibliografia
ad esse relativa, nella correzione delle bozze, nella ricerca delle illustrazioni e soprattutto
nella stesura dell'appendice.
LUDOVICO GEYMONAT
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Aggiunta ali Avvertenza
J
Questa ristampa della nuova edizione ( I97J-76) della Storia del pensiero filo
sofico e scientifico differisce dall'edizione stessa per la drastica riduzione dell'apparato
iconografico, nonché per la suddivisione dell'intera opera in nove anziché in sette volumi.
Ciò ha comportato una diversa collocazione di alcuni capitoli, rivelatasi necessaria al
fine di rendere quanto più possibile omogenea la problematica presa in esame in ogni sin
golo volume, soprattutto quando si trattava di differenziarlo da altri che vertono all'in
circa sul medesimo periodo. Così si sono, per esempio, riuniti nel quinto tutti i capitoli
che analizzano la nascita e lo sviluppo del pensiero di Marx e di Engels: dalla crisi del
l'hegelismo nella prima metà dell'Ottocento al consolidamento del materialismo dialet
tico nella seconda metà di tale secolo.
Anche il numero delle sezioni è cresciuto, da otto a undici: due per il primo e due
per il secondo volume, come nell'edizione del I97J-J6, e una per ciascuno degli altri. L'indi
cazione di un titolo specifico per ogni sezione, e la breve introduzione preposta, mirano
a dare un primo schematico orientamento a chi si accinge alla lettura dei capitoli ivi contenuti.
Si tratta, come è ovvio, di semplici accorgimenti che non mutano la struttura di
fondo dell'opera: accorgimenti però (come pure quello di concludere ogni volume con l'in
dice dei nomi) che potranno contribuire ad agevolarne la consultazione, in ispecie fra chi
- come i giovani- affronta per la prima volta letture del genere. E questo appunto è
lo scopo che ci ha indotti a ripresentare, in tJeste più accessibile, un'opera che ha già ot
tenuto amplissimi consensi.
LUDOVICO GEYMONAT
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I ntroduzionc
r. Alcuni decenni or sono, un valente e ben noto studioso di geometria, l'a
mericano Oswald V eblen, proponeva per la sua scienza la seguente paradossale
definizione: «Geometria è ciò che viene ritenuto tale da un numero abbastanza
grande di persone competenti. » Queste parole significano manifestamente che,
secondo Veblen, non è possibile caratterizzare a priori il « nocciolo costitutivo »
di questa scienza: essa è in continuo sviluppo, e qualunque tentativo di circo
scriverla in limiti predeterminati finisce sempre col fallire di fronte alle inno
vazioni dei « competenti ». Il problema essenziale sarà dunque quello di pro
curarsi una «vera competenza geometrica», attraverso l'esame intelligente delle
opere dei grandi geometri (della nostra epoca e di quelle passate), non già di
discutere in astratto su ciò che sia, o debba essere, la « vera geometria ».1
Orbene, se per il concetto generale di scienza si presenta ovviamente una
situazione del tutto analoga a quella ora accennata, per quello di filosofia si pre
senta a nostro parere una situazione ancora più ardua e complessa. Non solo vi
è infatti, come per la geometria, chi cerca giorno per giorno di inserire in tale di
sciplina qualche nuovo capitolo, ma vi è pure chi tenta sottrarle argomenti con
sacrati come « filosofici » da una lunga tradizione. Anche qui dunque, per oden
tarci di fronte a tali dibattiti, non ci resta che un unico mezzo: sforzarci di acqui
stare a poco a poco un'effettiva competenza sui problemi che gli uomini hanno
incluso - nelle varie epoche - entro il concetto di filosofia, cioè studiare il
pensiero filosofico attraverso un meditato esame del suo sviluppo storico.
Sembra tuttavia opportuno abbozzare, a mero scopo orientativo, una brevis
sima delucidazione del termine «pensiero filosofico» come pure dell'espres
sione «pensiero scientifico». Non si tratta ovviamente di tentarne una defini
zione che, come testé si è detto, riteniamo per principio impossibile, ma di
I L'effettiva inattendibilità di ogni presunta iniziati...La definizione di una scienza consiste pro
definizione aprioristica di una scienza era già stata prio nell'esposizione dettagliata degli oggetti di cui
acutamente posta in luce nel Settecento, da Denis questa scienza si occupa, come la definizione di un
Diderot, il curatore della famosa Enryclopédie. Nel corpo è la descrizione dettagliata di questo stesso
Prospeetu.r, ove è delineato il programma di questa corpo; in base a tale principio ci sembra che la
grande opera, egli scriveva infatti: «Non bisogna cosiddetta definizione di ogni scienza figuri meglio
credere che la definizione di una scienza, specialmen al termine piuttosto che all'inizio del libro che ne
te di una scienza astratta, ne possa dare l 'idea ai non tratta. »
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Introduzione
anticipare al lettore qualche risultato particolarmente significativo che verrà am
piamente sviluppato nel seguito della trattazione, inducendolo, sulla base di esso
e sulla base di ciò che ci suggerisce, sia pure in forma molto rozza, il linguaggio
comune, a riflettere fin d'ora intorno alle innegabili difficoltà connesse ai due
concetti in questione.
n. Per non imporre a priori alcuna restrizione arbitraria al concetto di filo
sofia, si potrebbe essere indotti a identificare, come prima ipotesi, il pensiero filo
sofico con la cultura nella sua generalità e totalità.
Ne seguirebbe che la storia del pensiero filosofico di un popolo dovrebbe
coincidere con la storia di tutto il complesso delle sue manifestazioni culturali.
Questa tesi è senza dubbio affascinante e, in ispecie per i primordi della civiltà,
non risulta facilmente confutabile. Anche noi infatti inizieremo la nostra esposi
zione della storia della filosofia occidentale con alcune sia pur schematiche con
siderazioni sulla cultura generale dei greci (sui loro miti religiosi, sulle loro isti
tuzioni giuridiche, ecc.); ed anche nel seguito dovremo spesso fare riferimento
alla situazione complessiva della cultura di un'epoca per spiegare il significato
della sua filosofia.
Presa alla lettera, l 'identificazione testé accennata si rivela però assai peri
colosa. Da un lato infatti essa rischia di farci perdere di vista l'originalità delle
concezioni ideate dai filosofi (ad esempio, per !imitarci ai primordi della filosofia,
ci porta a sottovalutare le effettive differenze esistenti fra le prime concezioni fi
losofiche e quelle mitico-religiose); da un altro lato, rischia invece di restringere
in misura eccessiva il senso del termine «cultura», sì da farcene escludere a priori
alcune importanti manifestazioni, quali ad esempio i progressi tecnologici, per il
solo fatto che appaiono incontestabilmente troppo lontane dal senso (sia pure'mol
to impreciso) attribuito al termine « pensiero filosofico » dal linguaggio comune.
Per evitare questi pericoli, occorrerà dunque - pur riconoscendo gli stret
tissimi legami fra cultura, nella sua totalità, e vera e propria filosofia - scoprire
per quest'ultima qualche ulteriore specificazione, capace di caratterizzarla nel
l'ambito generalissimo della prima. Come è ovvio dopo quanto si è detto poco
sopra, il compito dovrà venire assolto, non sullà base di considerazioni meta
mente teoriche, ma con riferimento a quanto è effettivamente accaduto nel corso
dell'evoluzione del pensiero filosofico.
m. Presso tutti i popoli antichi la nascita della filosofia fu determinata dal dif
fondersi di uno stato di disagio via via più forte di fronte al patrimonio culturale
tradizionalmente accolto dalla comunità, cioè dall'insorgente esigenza di parlo
in discussione, al fine di sostituirlo parzialmente o totalmente, o fors'anche al
fine di giustificarne l'accettazione: l'una o l'altra cosa comunque, in base ad ar
gomenti che potessero riuscire validi agli occhi di ogni persona ragionevole.
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