Table Of ContentSTORIA DEL
PARTITO COMUNISTA SOVIETICO
Leonard Sehapiro
SCHWARZ
Questo ebook è stato realizzato e condiviso per celebrare il
Centenario della Rivoluzione russa
1917-2017
Leonard Schapiro
Storia
del Partito
Comunista Sovietico
Eugenio Cassin editore
Edizioni Schwarz
© Leonard Schapiro, i960, Eyre & Spottiswoode, London
Traduzione a cura di Renato Gorgoni
© Schwarz editore, 1962, Milano - 4, Galleria di via Unione
Tipografia Toso - Torino, 1963
Tutti i diritti riservati
Indice
Prefazione p. vii
Introduzione 3
PARTE PRIMA: GLI ANNI DI FORMAZIONE
1. La controversia « economica » p. 25
2. La nascita dell’« Iskra » e il secondo congresso 47
3. Lenin contro 1’« Iskra » : la rivoluzione del 1905 69
4. Tentativi di unificazione 91
5. La prima e la seconda Duma 109
6. Verso la definitiva scissione 127
7. Lenin sfrutta al massimo le proprie carte 158
8. Guerra e rivoluzione 178
PARTE SECONDA: DA LENIN A STALIN
9. La strada al potere 199
10. Il Partito nella guerra civile 222
11.11 governo comunista viene minacciato 248
12. Conflitto fra Lenin e i suoi colleghi 267
13. Composizione e apparato del Partito: 1917-1922 289
14. Controllo sulle province: struttura dell’esercito e della
giustizia 315
15. Conflitto fra i capi: prima fase 334
16. La sconfitta di Trotzkij 357
17. Composizione del Partito: le relazioni con il Governo 385
18. Forze armate e pubblica sicurezza: industria e contadini 404
19. La vita intellettuale: il Partito all’interno e all’estero 424
PARTE TERZA: LA TERZA RIVOLUZIONE
20. La sconfitta di Bucharin 447
21. La terza rivoluzione 458
22. La vittoria di Stalin sul Partito 493
23. La fase culminante dell’epurazione 515
VI INDICE
24. Composizione e struttura: 1929-1941 p. 534
25. Il Partito e la Nazione 554
26. I popoli non russi: relazioni con l’estero 580
27. La guerra: il controllo del Partito sull’esercito 597
28. Le conseguenze della guerra 617
29. Contrasti intellettuali: la morte di Stalin 644
EPILOGO
Dopo la morte di Stalin 667
APPENDICE
Note bibliografiche 719
Elenco delle abbreviazioni 729
Indice dei nomi 731
Prefazione
Questo libro si propone di fare la storia di un partito politico che
per circa quarantadue anni ha virtualmente esercitato il potere su
un Paese conosciuto precedentemente sotto il nome di Russia. Circa
trentanni prima, questo partito o piu esattamente un vasto movi
mento rivoluzionario formato da diverse fazioni in lotta, si era
accanitamente adoperato per abbattere la monarchia. Una di quelle
fazioni che ora noi chiamiamo Partito Comunista dell’Unione Sovie
tica conquistò alla fine il potere politico, dopo il crollo dell’impero
russo nel 79/7. Pertanto la mia storia, che abbraccia tre quarti di
secolo, si divide in diverse parti ben distinte fra loro. È stato
necessario prima di tutto mostrare la natura del movimento dal
quale emersero i bolscevichi, noti come i precursori degli attuali
comunisti. Se mi sono soffermato su alcuni dettagli di questo periodo
formativo, voglio ricordare al lettore di averlo fatto per due ragioni
—• ma non gli sarà difficile scoprirle da sé, se sarà abbastanza
paziente da non saltare i primi capitoli —• la prima ragione è che
senza una certa conoscenza di ciò che accadde negli anni formativi
precedenti la rivoluzione del 191J è assolutamente impossibile com
prendere, sia i motivi che spinsero i bolscevichi a rovesciare quello
che era in apparenza un governo democratico repubblicano, vale a
dire il governo provvisorio del 79/7, sia gran parte della loro poli
tica successiva. La seconda ragione è che le storie finora pubblicate
non rivelano tutto l’importante periodo compreso fra il 1906 e il
191J e ho ritenuto opportuno tentare di colmare questa lacuna.
Nella seconda parte del volume l’intera situazione cambia: quel
lo che fino allora era stato, insieme agli altri, un partito in lotta
per il potere, è diventato il solo partito nello Stato che detenga il
potere. A questo punto esso non soltanto diventa qualcosa di com-
Vili LEONARD SCHAPIRO
pletamente diverso da ciò che negli Stati ove diversi partiti politici
in lotta coesistono fianco a fianco è comunemente chiamato « un
partito », ma solleva anche un problema molto difficile per lo sto
rico. Poiché la storia del partito non può venir considerata come
qualcosa di distinto dalla storia stessa del Paese nella sua totalità,
ma si va sempre piti identificando con essa. Tuttavia non pretendo
di avere scritto un libro che si avvicini in alcun modo a una storia
dello Stato sovietico. Nàturalmente ho fatto il possibile per tracciare
un soddisfacente sfondo storico allo scopo di rendere comprensibile
10 svolgersi della storia. Ma il mio scopo costante è stato quello
di delineare l’evoluzione del partito: mostrare le sue idee, i suoi
obiettivi, i suoi successi, le sue sconfitte, i suoi rapporti con il popolo,
i risultati che tutti questi fattori insieme ad altri ebbero sul mecca
nismo del partito e sui mutamenti nella composizione sociale e
umana dei suoi membri. In una parola, ciò che ho tentato di fare
è stato di scrivere una specie di biografia del partito nella quale la
storia non divaga mai troppo dall’argomento principale di cui si
narra la vita; altri giudicheranno in quale misura io sia riuscito a
realizzare questo intento. Spero soltanto che vogliano mitigare il
loro giudizio tenendo benevolmente conto della difficoltà e della
novità dell’impresa.
È comunque abbastanza legittimo per il lettore chiedersi perché
ho dovuto cercare di separare in questo modo la storia del Partito
dalla storia del Paese. Penso vi sia una giustificazione al proposito.
11 sistema di governo che Lenin aveva elaborato dopo il 79/7 è,
per quanto io sappia, unico nella storia dei sistemi politici, o almeno
lo era fino a che non fu imitato da altre nazioni. Vi sono state
comunque autocrazie, dittature, dispotismi, democrazie autoritarie,
0 comunque si voglia definire il sistema sovietico di governo nel
corso della storia. Ma il governo di Lenin ebbe in piu la singolare
qualità di aver determinato la realizzazione di quelle che erano
palesemente istituzioni politiche indipendenti — i Soviet, i tribunali,
1 sindacati operai e simili — e inoltre affermò fin da principio che
ciascuno e tutti insieme questi istituti avrebbero dovuto funzionare
soltanto sotto il controllo di un solo partito politico, i cui membri
fossero legati da un’ideologia e da una rigorosa disciplina. Mi è
PREFAZIONE IX
sembrato che uno studio dell’elemento chiave di questo nuovo siste
ma di governo, dei suoi difetti, delle sue difficoltà e del suo svi
luppo potesse in qualche modo contribuire a una migliore compren
sione delle istituzioni politiche.
Nella terza parte della mia storia, che ha inizio nel 1928, entra
un fattore nuovo: la personalità di Stalin e la dinamica impronta
della sua politica non solo sulla vita del Paese — che in questo senso
è stata storicamente considerata molte volte e io non ho tentato
affatto di ripeterne, nei dettagli, la ricostruzione — ma sulla natura
e sullo sviluppo del partito stesso. Certamente Lenin dominò il par
tito, ma operò attraverso il partito. Quando Stalin si rivelò come
l’incontrastabile successore di Lenin, fu chiaro che egli aveva operato
sia al di sopra del partito, come spesso attraverso il partito e che
insomma ci furono volte in cui la sua dittatura personale fu diretta
tanto contro il partito stesso quanto contro il resto del Paese. Sul prin
cipio ero tentato di concludere la mia storia con la morte di Stalin,
non foss’altro perché gli avvenimenti che hanno avuto luogo nei sei
anni che sono trascorsi da allora, sono troppo vicini a noi per met
terci in grado di darne una visuale equilibrata. Ma alla fine mi sono
reso conto che se avessi fatto cosi avrei rischiato di lasciare essenzial
mente una falsa impressione. Tanta parte di ciò che accadde al par
tito e nel partito durante la vita di Stalin era in cosi larga misura
dovuto alle caratteristiche personali tipiche di quest’uomo formi
dabile che, a mio parere, quelli che sono gli elementi essenziali di
questa forma di governo di partito, sarebbero stati alle volte messi
in ombra o occultati del tutto. Gli avvenimenti degli ultimi sei anni
ci hanno dato comunque qualche indicazione di quei tratti distin
tivi che sembrano appartenere■ alla natura essenziale del partito e
fanno parte della sua tradizione — per esempio il fatto che esso è al
di sopra della legge — e di quelli che sono apparentemente più
legati alle idiosincrasie di un particolare individuo — per esempio
l’uso del terrorismo di massa. Cosi ho aggiunto un epilogo piuttosto
lungo, nel quale, senza fare una dettagliata storia del partito fra il
I953 e M I95&> h° tentato ad ogni modo di separare gli elementi
transitori da quelli più stabili.
Per una sfortunata circostanza il semplice fatto di scrivere sul-