Table Of ContentBiblioteca centrale della Regione siciliana Palermo
Carlo Pastena
STORIA DEI MATERIALI SCRITTORI E DELLE FORME DEL LIBRO:
UN’INTRODUZIONE
v. 3
Le forme del libro
Palermo
Regione siciliana
Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana
Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana
2019
Pastena, Carlo <1955->
Storia dei materiali scrittori e delle forme del libro: un’introduzione / di Carlo Pastena. -
Palermo : Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali e dell'identità siciliana,
Dipartimento dei beni culturali e dell'identità siciliana, 2018- . – volumi
1. Materiali scrittori – Storia.
002 CDD-23 SBN RML0436759
3: Le forme del libro / di Carlo Pastena. - Palermo : Regione siciliana, Assessorato dei beni
culturali e dell'identità siciliana, Dipartimento dei beni culturali e dell'identità siciliana, 2020.
– e-book
ISBN 978-88-6164-405-2
CIP - Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace”
II
Indice
Premessa VIII
La lettera 2
Egitto 2
La spedizione della lettera 2
Assiri e Babilonesi 3
Ebrei 3
Greci e Romani 3
Medioevo europeo 4
Le lettere antiche 5
Il libro mesopotamico: gli incunaboli d’argilla 6
La mise en page 6
I caratteri interni delle tavolette sumero-accadiche 7
L’autore 7
Il titolo 7
Il colophon 7
I richiami 8
Il titolo del dorso 8
Le biblioteche/archivio mesopotamiche 9
Il rotolo 10
Egitto 10
Il colophon nei papiri egiziani 10
La miniatura 11
Cina 12
Il rotolo di bambù 12
Il rotolo di seta14
Il rotolo di carta 15
Il frontespizio nel rotolo 18
Corea 18
Giappone 18
Tibet 19
India 19
Il rotolo di corteccia (tapa) 19
Il rotolo di lino/cotone 19
Indonesia 20
Grecia e Roma 20
Il restauro del rotolo di papiro e i glutinatores 22
Scrittura e decorazione del titolo 23
Il colophon 23
Indici 24
I richiami nel rotolo greco-romano 24
La conservazione dei rotoli 24
La lettura del rotolo presso i romani 25
Vicino Oriente islamico 27
III
Ebrei 28
Maya 29
Libro a soffietto o a concertina 30
Egitto 30
Etruschi 30
Grecia e Roma 30
Cina 31
Giappone 32
Corea 33
Tibet 33
Paesi Arabi e Persia 33
Sud-est asiatico 33
Maya 34
Il codice 35
Il nome 36
Sull’origine del codice 37
Le forme del codice 38
Il passaggio dal rotolo al codice 39
Il codice greco 40
Il codice papiraceo 40
Il codice membranaceo 41
Il codice cartaceo 43
La segnatura dei fascicoli 43
I richiami 43
La paginazione 44
Abbreviazioni 44
Il colophon 45
I palinsesti 45
Il codice latino 47
La fascicolazione 47
La segnatura e la paginazione 47
I richiami 48
La riga e la mise en page 48
Il formato del codice 53
Abbreviazioni 54
L’incipit 55
Intitolazione o titolatura 55
Principi 55
Il frontespizio nel manoscritto e nei primi libri a stampa 55
Il colophon 57
I palinsesti 57
IV
La legatura del codice 59
La legatura dei codici copti d’Egitto 59
Le caratteristiche principali della legatura medievale occidentale 60
I principali tipi di legatura medievale 64
Legatura carolingia 64
Legatura monastica 64
Legatura romanica 64
Il codice arabo-islamico 66
Il formato del codice 66
La composizione del fascicolo 67
La regola di Gregory 68
Il ǧuz’ 68
La segnatura dei fascicoli 68
La paginazione 69
I richiami 69
Segni al centro del fascicolo 69
I palinsesti 69
Il frontespizio 69
Il titolo 70
Indici delle suddivisioni o degli argomenti 70
Incipit 70
La partizione interna 70
Litterae dilatabilis 70
Il colophon 71
Il colophon nei manoscritti persiani 71
Il colophon nei manoscritti arabo-cristiani 72
Abbreviazioni 72
La decorazione 72
La legatura 73
La coperta 75
La cucitura 76
Il capitello 77
I tagli 77
La decorazione della coperta 77
La doratura della coperta 77
La goffratura della coperta 79
La verniciatura 79
Legatura persiana 79
Custodie e astucci 79
Il codice ebraico 80
La segnatura dei fascicoli 80
La numerazione delle pagine 80
I richiami 81
La composizione del fascicolo 81
Il fascicolo misto (pergamena-carta) 81
V
Il colophon 82
Abbreviazioni 82
Litterae dilatabilis 83
La decorazione del codice 83
Il formato del codice 84
La forma del codice 84
La micrografia 84
I nomi del libro nella cultura ebraica 84
Il codice in india, Cina e Tibet 86
India 86
Cina 87
Tibet 87
Giappone 87
Daifuku chō (libro ad album) 87
Retsujōsō (retchōsō) 88
Libro mastro 89
Le altre forme del libro in Asia 90
Il libro di foglie 91
India 91
Il formato del manoscritto 93
I caratteri interni del libro 93
Cartulazione 94
Punteggiatura 94
Abbreviazioni 94
Colophon 95
Miniatura e decorazioni 95
Cina 95
Tibet 97
Sud-Est asiatico 97
Libro a vortice 99
Cina 99
Corea 99
Libro a farfalla 101
Cina 101
I caratteri interni del libro cinese 102
La pagina 102
Il testo 103
Abbreviazioni 104
Il frontespizio 104
Il colophon 104
Corea 105
Caratteri interni del libro 105
VI
Giappone 105
Libro a creste 106
Cina 106
Giappone 107
La conservazione del libro 107
Il frontespizio 107
Il colophon 108
La divisione interna del libro 108
Le dimensioni del libro 108
Libro cucito 109
Cina 109
Corea 110
Libro a fogli sciolti 111
Tibet 111
La conservazione dei libri in Cina e Giappone 113
Opere citate 114
VII
Nella manualistica occidentale, la Storia del libro nella quasi totalità dei casi è limitata al
codice medievale e al libro moderno, costituiti da fogli piegati e inseriti uno dentro l’altro, a
formare i fascicoli, i quali sono poi cuciti e inseriti tra due piatti. La stessa codicologia comparata è
una scienza dedicata esclusivamente al confronto tra il codice Occidentale e quello arabo,
quest’ultimo prodotto sotto l’influenza dalla cultura ebraica e cristiana (Pedersen 1984, 9). Nessun
cenno o eccezionalmente poche righe sono dedicate allo studio del libro prodotto nell’Asia
orientale. Il problema è stato sollevato per primo da Henri-Jean Martin (1984, 13) il quale ha nesso
in evidenza come in Occidente non sia conosciuto e studiato il libro prodotto in Asia orientale, che
ha caratteristiche differenti dal codice occidentale. Il problema però, non riguarda solo la cultura
occidentale perché «malgrado la grande quantità di manoscritti disponibili, la storia del libro
cinese resta limitata in gran parte al periodo del libro a stampa» (J-P. Drège 2014, 1). A esempio,
sulla nascita della stampa a caratteri mobili nata in Cina nell’XI secolo a opera di Bi Sheng, si trova
raramente un semplice rigo, senza nessuna menzione degli sviluppi della stampa tipografica in Cina.
E tranne che in alcune riviste di orientalistica, è completamente trascurata la storia della stampa
tipografica in Corea e in Giappone.
L’obiezione che l’Oriente ha avuto pochi rapporti con l’Occidente durante l’era antica e il
medioevo, è errata. Numerosi studi pubblicati negli ultimi cinquant’anni hanno messo in evidenza
gli stretti rapporti tra l’Oriente e l’Occidente sicuramente fin dal regno di Alessandro Magno nel IV
secolo a.C., il cui impero arrivava fino al Turkestan cinese, dove fondò un'altra Alessandria che
chiamò Eschate o Ultima (odierna Chodjend) oggi nel Tagikistan.
Gli Egiziani conoscevano la seta, anche se non ci sono testimonianze relativamente al suo
utilizzo come supporto scrittorio. A conferma di ciò, si può citare la presenza di seta, probabilmente
cinese, frammista ai capelli in una mummia risalente al 1000 a.C. (Lubec et al 1993; Noble Wilford
1993).
Nel 101 d.C. gli eserciti dell’impero cinese mossero verso Occidente e, seguendo una rotta
già aperta da un avventuroso diplomatico, Chang-k’ien, si impadronirono di una serie di oasi,
estendendo il proprio controllo sull’Asia centrale fino alla valle di Jaxartes (l’odierno Syrdaria)
nell’Uzbekistan. I cinesi stabilirono così contatti diretti via terra fra la Cina e l’Occidente. Fu questo
sviluppo che portò alla nascita di quella via della seta che congiungendo la Cina al mondo
mediterraneo, costituì una delle principali rotte commerciali fino all’inizio del XVIII secolo.
I rapporti tra l’Europa e la Cina, mediati dall’India, sono testimoniati dai numerosi reperti
archeologici. La presenza della seta in Europa risale certamente al VII secolo a.C., secondo alcuni
ritrovamenti fatti in Germania nel Land di Bade-Wurtemberg (Noble Wilford 1993). Allo stato
attuale la più antica testimonianza sulla lavorazione della seta in Grecia è stata rinvenuta in una
necropoli ateniese datata c. 430-400 a.C.
La seta era diffusa anche presso i Romani (Nat. VI, 54; XI, 76). Da quello che conosciamo,
il primo romano a vestirsi totalmente di seta sembra sia stato l’imperatore Eliogabalo (212-222)
peraltro siriano e sacerdote del sole nel suo paese, il meno romano degli imperatori romani
(Boulnois 2017, 103). Giulio Cesare nel 46 a.C. generale trionfatore, destò lo stupore della folla
facendo stendere stoffe di seta sopra gli spettatori. Nel I secolo d.C. la seta si era talmente diffusa
nella società civile romana che nel 14 d.C., pochi mesi prima della morte dell’imperatore Augusto,
un rescritto del Senato vietò agli uomini di indossare la seta, “che li disonora”, e ne limitò l’uso per
le donne (Boulnois 2017, 30).
Durante il periodo dell’impero romano attraverso l’India, la Cina riceveva dall’Occidente
vini prodotti in varie parti del Mediterraneo, minerali di vario tipo (stagno, rame), corallo e pietre
semipreziose, vetro e medicine, mentre alla stazione di commercio indo-romana di Arikamedu, sulla
costa orientale dell’India, nota ai mercanti provenienti dal mediterraneo come Padouke, sede di un
fiorente mercato, arrivavano le merci provenienti dalla Malesia e dalla Cina, destinate a continuare
VIII
su altre navi il loro viaggio verso l’Estremo Occidente (Abu-Lughod 1989; Cimino e Scialpi 1974;
Cimino 1994; Torri 2007, 98-101).
Gli Arabi, tradizionali mediatori di cultura tra l’Oriente e l’Occidente, inviarono la prima
ambasceria ufficiale araba in Cina nel 651. In quell’occasione una cronaca della dinastia T’ang
(618-906 d.C.), descrive gli Arabi «di corporatura possente, scuri di pelle e col viso incorniciato da
una folta barba. Le loro donne sono molto belle e di pelle chiara, per legge devono portare un velo
sul viso. Per ben cinque volte al giorno onorano le loro divinità celesti» (Foccardi 1992, 55; Rosati
2017).
Chiamare oggi la scienza che studia il libro medievale codicologia appare riduttivo: sarebbe
più opportuno chiamarla manoscrittologia, neologismo che può riferirsi a tutte le forme di
manoscritto, occidentale e orientale.
Sulla base di queste considerazioni ho ritenuto di inserire in questo studio sui supporti
scrittori e le forme del libro, seppure sinteticamente, anche i supporti scrittori asiatici e descrivendo
le forme del libro sia occidentale, cioè il codice, sia orientale, cioè dal libro a vortice a quello a
farfalla, da quello a creste al pustaka o poṭhī, ecc., evidenziando similitudini e differenze.
Sicuramente gli specialisti troveranno molte lacune, e di questo mi scuso, ma ho cercato di
compendiare in poche pagine oltre cinquemila anni storia del libro, dalla Cina alla Mesopotamia,
dall’Europa all’America precolombiana.
Natale 2019
Carlo Pastena
IX
Le forme del libro
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