Table Of ContentALFONSO TRAINA  TULLIO BERTOTTI
SINTASSI NORMATIVA 
DELLA LINGUA LATINA
Teoria
Terza edizione 
ristampa anastatica
Patron Editore 
Bologna
PREFAZIONE
Copyright © 2015 by Pàtron editore - Quarto Inferiore - Bologna
I diritti di traduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo sono riser È  doveroso  dire  che  non  siamo  oggi  in 
vati per tutti i Paesi. È vietata la riproduzione, parziale, compresa la fotocopia, anche ad  grado  di  fare più  o  meglio  della  gram
uso interno o didattico, non autorizzata. matica tradizionale.
G.R.  Cardona,  « Aufidus », 
Per Cappelli Editore: i,  1987,  p.  105
- La Parte prima è apparsa come volume autonomo nel 1965, con una nuova edizione 
nel 1969 e una successiva nel 1973.
- La Parte seconda è apparsa come volume autonomo nel 1965, con una nuova edizione  Questa  nuova  edizione  non  presenta  novità  sostanziali,  ma solo 
nel 1969.
una diversa, e più pratica, distribuzione della materia in  due  volumi: 
- La Parte terza è apparsa come volume autonomo nel 1966, con una nuova edizione nel 
uno per la teoria e un altro per gli esercizi (che essendo, ci si consenta 
1969 e una successiva nel 1973.
di ricordarlo, tutti e integralmente d’autore,  costituiscono un supple
- La prima edizione in volume unico è stata pubblicata nel 1985.
- Seconda edizione in volume unico gennaio 1993. mento di  esemplificazione  e  non  soltanto  uno  strumento  di  applica
- Terza edizione in volume unico giugno 2003. zione). Qualcuno si stupirà che, dopo vent’anni, sia rimasto immutato 
l’assetto  metodologico.  Appunto:  dopo  vent’anni o si scrive un  libro 
Ristampa anastatica, giugno 2015 nuovo,  o  si lascia il vecchio  così com’è;  tanto  più se,  così com’è, il 
libro si dimostra ancora vitale, sia pure a un livello  diverso da quello 
per  cui  era stato  programmato.  Altrimenti  si rischiano  compromessi 
di  dubbia  validità,  scientifica  e  didattica.
Una grammatica non è che un modello più o meno approssimativo 
di  una  data  realtà linguistica.  Come  nelle  scienze  esatte,  il  modello 
migliore è quello che dà ragione della maggiore quantità di fatti.  Af
fermarlo,  per il latino,  della grammatica  generativa  o  dipendenziale 
ci  sembra  prematuro,  almeno  a  giudicare  da  recenti  approcci (1).
Tuttavia qualche ritocco l’abbiamo apportato anche noi, chiarendo 
o rettificando norme e definizioni, rinnovando e arricchendo l’esempli
ficazione  (anche,  qua  e là,  negli esercizi).  Sugli incoativi, in partico
lare, abbiamo accolto le conclusioni di A. Traina [e G. Bernardi Perini], 
Propedeutica  al  latino  universitario,  Bologna 19924, cap. V, § 5 II, aHa 
quale rimandiamo anche per Taggiornamento bibliografico e per l’ap
profondimento dei capitoli sul locativo, i pronomi indefiniti, il causa
tivo, l’aspetto, la paratassi e l’ipotassi.
Alfonso  Traina
PÀTRON EDITORE - Via Badini, 12
40057 Quarto Inferiore, Granarolo dell’Emilia (Bo) (!) Gli autori di questi approcci, sempre pronti a levare il dito accusatore contro 
la grammatica tradizionale, farebbero bene a curare di più la correttezza non solo 
Tel. 051.767003 
grammaticale, ma anche semantica (che non è meno importante) del loro latino, e a non 
Fax 051.768252
insegnare che « foglia * * è  folta  (non attestato  prima del  V sec.), advena vuol dire 
E-mail: [email protected]  « viandante »,  il  femminile  di  uterque  è  utràque  (per  utràque ?),  destituire  significa 
http//:www.patroneditore.com « collocare, deporre » (perché Livio dice: alveum . . . in sicco aquam destituisse), pergere
Il catalogo generale è visibile nel nostro sito web. Sono possibili ricerche per autore,  * dirigere », convertere « tornare indietro », luppiter « padre del cielo », semovere » an
titolo, materia e collana. Per ogni volume è presente il sommario, per le novità la coper darsene, allontanarsi *  (ambiguità di quel se- 1),  consistere  « sl;are,  trovarsi »,  o che 
potis non è attestato negli autori latini (cito da un manuale, di cui preferico tace
tina dell’opera e una sua breve descrizione del contenuto.
re gli autori. Si dice il peccato, non il peccatore).
Stampa: LI.PE., Litografia Persicetana, San Giovanni in Persiceto, per conto della 
Pàtron editore.
lingue,  sono tutte di autore,  e modificate il meno possibile,  cosi da 
costituire  un  supplemento  di  esempi.  Tra  doppie  parentesi  quadre 
abbiamo  racchiuso  tutto  quanto  ci  sembrava superasse il livello  di 
un insegnamento elementare, ma giovasse ad approfondire o a chia
rire la norma enunciata,  sia sul piano della esegesi  (ma con  discre
zione)  che della  diacronia  (ma  con  prudenza).  Sottolineiamo che le 
PREFAZIONE ALLA  PRIMA EDIZIONE parti  fra  parentesi  non  hanno  nessun  riferimento  negli  esercizi  e 
possono  quindi  essere  resecate  senza  conseguenze:  il  nostro  scopo 
era di fare una sintassi a due livelli,  di cui l’inferiore, pur integran
dosi col superiore,  fosse del tutto indipendente.  Bisognerà attendere 
Difficile  est  proprie  communio,  dicere
il  nuovo  assestamento  scolastico  per giudicare  se  questa  dicotomia 
abbia ancora una ragione.
NeU’originaria distribuzione del lavoro erano affidati a Tullio Ber- 
totti,  oltre  agli esercizi, le concordanze, i casi (eccetto le determina
Questa  sintassi  fu  pensata  e  impostata  qualche  anno  fa,  per  zioni  di  tempo e di luogo e le particolarità sintattiche) e i modi non 
l’insegnamento secondario,  ed è venuta crescendo per strada.  Pub finiti; il resto ad Alfonso Traina. Ma la collaborazione fra i due Autori 
blicarla oggi, è un atto di fede nel futuro del latino. Ma affrettiamoci  è stata cosi stretta e cosi numerosi i casi di rielaborazione comune, 
ad aggiungere, per non sembrare troppo ottimisti, che è in progetto  che  entrambi  si  dichiarano  responsabili  in  solido  di  tutta  l’opera. 
una sua riduzione  e  adattamento alle nuove  esigenze della scuola. Disarmonie e sfasamenti sono  il prezzo  di  ogni collaborazione,  e  lo 
Il titolo ne dichiara i limiti, scientifici e didattici. La struttura  saranno anche della nostra: ne chiediamo scusa al Lettore.  Fummo 
e l’articolazione è tradizionale (anche là dove avemmo la tentazione  a  lungo  incerti  sul  problema  della  bibliografia:  ci  sarebbe  piaciuto 
di sfrondare, come nella  sintassi  di  concordanza).  Ma  cercammo  di  citare  i  libri  (manuali,  repertori,  monografie)  a  cui  piu  dovevamo. 
ripensare e documentare ogni norma, e facemmo appello alla nostra  Ma la  lista era lunga,  e la  scelta  arbitraria.  In  un’opera  scolastica 
esperienza di grammatici per conciliare il massimo  di chiarezza col  abbiamo  preferito  tacere (1):  ma riconosciamo  ogni  debito  ed  espri
massimo  di  precisione,  ben  consapevoli  degli  inevitabili  compro miamo  a  tutti la  nostra gratitudine.  Naturalmente  abbiamo  utiliz
messi e lacune, che la benevolenza dei Colleghi ci aiuterà a colmare.  zato,  talora  alla  lettera,  i  nostri  studi  anteriori (a).  Da  un’oculata 
Particolare  attenzione  abbiamo  dedicato  agli  esempi,  sia  aumen revisione  del  Dott.  Paolo  Barboni  abbiamo  tratto  molti  emenda
tandone il numero in omaggio al principio che un buon esempio dice  menti  e  suggerimenti.
più di una regola,  sia, quand’era possibile,  rinnovando  il materiale 
e preferendo frasi in sé compiute e significative,  senza scrupoli pu
ristici  (Pubblio Siro (*)  e Seneca « morale »  ci perdonino il sistema
tico saccheggio delle loro  massime), sia,  infine,  aggiungendo a ogni  (1)  A questo silenzio abbiamo cercato di rimediare, almeno in parte, pub
blicando in Scuola e Didattica, A.  IX, N.  3-7 (1963-64) un articolo su La sin
esempio la citazione  controllata,  non per ostentazione,  ma per ga
tassi  latina e la linguistica moderna,  che può valere da introduzione storico
rantire l’autenticità della frase e dar modo ai CoUeghi di reinserirla  metodologica alla presente  sintassi.
(-)  A  evitare  equivoci,  sarà  bene  precisare  che  talune  limitate  conver
nel suo contesto, che in un Ubro come questo non era lecito  né di
genze  letterali fra  la  nostra  sintassi e  la  Syntaxe latine  di  Ernout-Thomas 
latare né commentare. Anche le frasi degb esercizi, da entrambe le vengono dalla recensione che uno di noi fece alla I edizione dell’opera francese 
e che gli illustri Autori ebbero la compiacenza di tener presente  nella II  edi
zione.
(’)  Citato,  in  mancanza  di  un’edizione  canonica,  su  quella  comoda  di 
Bickford-Smith,  London  1895.
PREFAZIONE ALLA TERZA EDIZIONE PREFAZIONE ALLA RISTAMPA ANASTATICA
Sic  vos  non  vobis
Non disperiamo:  che una sintassi di questo  tipo,  concepita e  È proprio vero che habent sua fata libelli. E i fata di questa Sin
scritta per una scuola che oggi ci appare preistorica, e sopravvissuta a  tassi sono stati particolarmente travagliati. Nata in tre volumi (poi ri
tanti terremoti didattici e metodologici (e a tante depredazioni) si ri dotti a due,  Teoria ed Esercizi) in anni lontani e in un diverso clima 
stampi puntualmente, è segno che c’è ancora - ma per quanto? - chi  culturale, ha attraversato innumerevoli crisi metodologiche e didat
il latino lo insegna e lo studia sul serio. Per questi abbiamo preferito  tiche, alimentando di sé molte e più o meno effimere competitrici e 
a un’ennesima ristampa una terza edizione che, lasciando intatto,  an perdendo per strada gli Esercizi, ma sempre conservando, a giudicare 
che per motivi pratici, l’assetto tipografico, usufruisse di una breve  dalla continuità delle richieste, la sua validità per chi voglia studiare 
Appendice di aggiunte (certo meno di quante ci si aspetterebbe, ma è  seriamente, a ogni livello, il latino. Dopo tre editori (Cappelli, Nuova 
sempre valido il rimando ai Problemi di sintassi della Propedeutica,  Cappelli - Milani, La Scuola) e dopo falliti tentativi di diluirla e fon
giunta nel  1998 alla VI edizione).  Uno dei due autori non potrà ve derla con la Morfologia (a cura di A. T. - L. Pasqualini) è approdata alla 
derla. Casa Editrice Pàtron, benemerita degli studi classici, che ha deciso per 
la ristampa anastatica, meno impegnativa per l’autore e meno dispen
Alfonso Traina diosa per l’editore.
Il  libro è sopravvissuto a uno degli autori. L’augurio è che soprav
Bologna, 31 maggio 2003 viva anche all’altro.
Alfonso Traina
Bologna, aprile 2015
p. 7
PREMESSA
1.  Ogni lingua comprende un sistema di  suoni,  un sistema  di 
forme e un sistema di rapporti. Il sistema dei suoni (vocali, semivocali, 
dittonghi, consonanti) in quanto si combinano nelle parole, e quindi 
la  pronunzia,  la  grafia,  la  quantità  e l’accento  sono  oggetto  della 
fonetica: il sistema delle forme, cioè le modificazioni subite dalle sin
gole parole per esprimere le  varie  categorie grammaticali  (numero, 
genere,  tempo, modo,  etc.),  e quindi la flessione nominale  (declina
zione)  e  quella  verbale  (coniugazione)  sono  oggetto  della  morfo
logia ; il sistema dei rapporti che intercorrono fra le parole nel discorso, 
e quindi il loro associarsi in gruppi vieppiù complessi come la pro
posizione e il periodo, è oggetto della sintassi. La fonetica, la morfo
logia e la sintassi, in opposizione al lessico, costituiscono la gramma
tica di  una lingua.
[[Nota.  Il nome di « sintassi » è  derivato dal greco  σύνταξις,  « associazione, 
collegamento »,  e risale  ad  Apollonio  Discolo,  grammatico  greco  del  II  sec. 
d. Cr.]]
§ 1 / p. 9
Parte prima
LE CONCORDANZE - IL NOME
Accanto al soggetto e al predicato altri elementi possono concor
Capitolo I
rere a formare la proposizione: l’attributo, l’apposizione, i complementi 
predicativi  (degli altri complementi si dirà nella sintassi dei casi).
ELEMENTI  DELLA  PROPOSIZIONE
Il predicato
3.  In una proposizione il predicato è l’evento o lo stato che si enunzia.
E convenzionalmente distinto in verbale e nominale: il predicato verbale è 
costituito da un verbo, il predicato nominale da un sostantivo o da un ag
gettivo o da un avverbio uniti a una voce del verbo sum, che è chiamata co
pula ('):
Fortes  fortuna  adiùvat  (Ter.,  La  fortuna  aiuta  i  coraggiosi
Phorm.,  203)
La  proposizione
Iustitia omnium est domina et  La  giustizia è signora  e  regina 
regina virtutum (Cic., Off., 3,  di  tutte  le  virtù
2.  La proposizione è l’unità elementare del discorso che ha 
28)
senso compiuto. Costituisce quindi proposizione qualsiasi enunciato, 
purché abbia senso compiuto, anche se composto di una sola parola: è  Numquam  est fidetìs  cum  po Non  è  mai sicura l’alleanza  col 
il caso delle interiezioni (edepol, « per Polluce »; malum, « diamine! »),  tente sociètas (Phaedr., i, 5, 1) potente
delle esclamazioni (o tempora, o mores!), dei titoli (lupus et agnus), etc., 
Formosa facies muta commen Una bella presenza è una muta 
che esprimono in modo adeguato i sentimenti o le intenzioni del par
dano est (Publ. Syr., 194) raccomandazione
lante e sono perfettamente conclusi in se stessi.
Gli elementi essenziali della proposizione nella sua forma tipica,  Procul, 0 procul este, profani!  Lontano,  state lontano, profani!
fissata dalla tradizione grammaticale, sono il predicato  e  il  soggetto.  (Verg.,  Aen.,  6,  258)
Tuttavia tanto l’italiano che il latino conoscono una particolare cate
goria di verbi che denotano fenomeni atmosferici e che, benché non 
abbiano  usualmente  soggetto  (ma lo  avevano  all’origine,  ed  era il 
Il soggetto
cielo  divinizzato),  costituiscono  proposizione  («tuona»,  tonai·,  «ne
vica», ningif, «piove», pluit', etc.): si tratta sempre di enunciati che  4.  In una proposizione il soggetto è il nome o l’espressione nominale a 
hanno senso compiuto. Inoltre frasi gnomiche italiane come « nessuna  cui si riferisce il predicato:
nuova, buona nuova » o latine come quot homines, tot sententiae (Ter., 
Phorm.,  454:  it.  « quante  teste,  tanti  pareri »)  sono  originariamente  Volai aetas (Cic.,  Tusc., 1, 76)  Il  tempo  vola
realizzate  senza l’aiuto  del predicato  (frasi  nominali). Ma  ci  sono 
Fuit Ilium et ingens gloria Teu-  Non è più Ilio e la grande gloria 
casi nei quali la proposizione non può non considerarsi ellittica, cioè 
crorum (Verg., Aen., 2, 325 sg.)  dei Troiani
incompleta, in quanto priva del soggetto o del predicato o di entrambi 
questi elementi; perché si abbia un senso compiuto, occorre quindi sot
Può costituire soggetto di una proposizione anche una parola inde
tintendere  gli  elementi mancanti  desumendoli  dal contesto:
clinabile, un insieme di parole strettamente congiunte tra loro o una
Chi ha parlato?  —  Io  [ho  parlato] (1) Il termine, che in latino significa «legame, mezzo per unire », è di origine medievale 
(Abelardo). Vengono quindi chiamati copulativi quei verbi che si trovano quasi sempre uniti 
Quo agis te? — · [.Me ago] domurn  Dove  te ne vai?  — A casa 
a sostantivi e aggettivi che ne completano il significato e che vanno posti in latino in caso 
(Plaut.,  Amph.,  450) nominativo. Di essi si parlerà nel capitolo dedicato alTuso del nominativo (cfr. § 24).
p. 12/% 2 § 3-4 / p. 13
intera proposizione (detta « sostantiva » perché equivale a un sostantivo,  Graecia capta jerum victorem ce-  La Grecia conquistata conquistò 
cfr.  § 312): pit  (Hor., Ep.,  2,  i,  156) il rozzo  vincitore
Muli gravati sarcìnis  ibant  duo  Due  muli  procedevano  gravati 
A primum est (Lucil., 351 Marx) A  è  la  prima  lettera (Phaedr.,  2, 7, 1) dalle some
Diu est « iam » id mihi (Plaut.,  Questo  « sùbito »  per  me  signi Agesilàus  etiam  apud  barbaros  Agesilao anche in terra straniera 
Most.,  338) fica molto  tempo summa religione omnia simu-  rispettò con grandissimo scru
Ad duo milia et trecenti occisi  Circa duemila e trecento uomini  lacra arasque conservava (Nep.,  polo  tutte  le  statue  e  gli  al
[sunti]  (Liv.,  io,  17,  8) furono  uccisi 17, 4> 7) tari
Omnibus  bonis  expédit  salvam  A  tutti  i  buoni  cittadini  giova  Note.  f[i)  Il sostantivo può essere determinato anche da un avverbio con fun
esse  rem  publtcam  (Cic.,  che lo stato sia salvo (la salvezza  zione attributiva  (grecismo):  Sex milia ab urbe abirat templum Laciniae Iuno- 
Phil.,  13,  16) dello stato) nis.sanctum omnibus circa populis (Liv., 24, 3, 3),  «sei miglia distava dalla 
città il tempio di Giunone Lacinia, venerato da tutte le popolazioni aH’intomo »; 
Non tu nunc hominummores vides? (Plaut., Pers., 385),  «non vedi i costumi 
5.  Se  il soggetto  è  rappresentato  da un pronome personale,  il 
degli uomini d’oggi? »;  Omnes retro principes  {Pan. Lat.  12,  1,  2),  «tutti 
latino in genere ne omette l’indicazione (anche l’italiano dice semplice-  gli imperatori  precedenti ».]]
mente: « sono andato a casa »), bastando allo scopo le varie desinenze 
verbali: 2)  La funzione attributiva è largamente impiegata in latino: attributi 
latini corrispondono spesso a sostantivi italiani accompagnati da preposizione: 
Marathonia pugna (*) (Cic., Att., 9, io, 3), «la battaglia di Maratona»; Acti&ca 
Homo sum: fiumani nil a me alie-  Sono  uomo:  niente  di ciò  che è victoria (Suet., Aug.,  18, 2),  «la vittoria di Azio»;  Themistòcles Atheniensis 
num puto  (Ter., Heaut., 77)  umano ritengo estraneo a me (Nep.,  2,  1,  1),  «Temistocle di Atene»;  Gallica bella (Caes., Gali., 4, 20, 1), 
«le guerre contro la Gallia»; Meae litterae Mentumenses (Cic., Att., 5,  3,  2), 
«la mia lettera da Mintumo»;  Tumultui servilis (Caes.,  Gali.,  1,  40,  5),  «la 
Lo esprime però quando gli vuol conferire un rilievo particolare, sollevazione degli schiavi»; Aénéus equus (Cic., Off., 3, 38),  «un cavallo di bron
zo»;  Erilis Jilius (Ter., Eun., 289), «il figlio del padrone» (cfr. § 50).
come nelle  antitesi:
Homo  ego  sum,  homo  tu  es  Uomo  sono  io,  uomo  sei  tu
L’apposizione
(Plaut.,  Trin.,  447)
Ego excludor, iUe recipitur (Ter.,  Io  sono  messo  alla  porta,  lui 
Eun.,  159) è fatto entrare 7.  L’apposizione è un sostantivo che specìfica un altro so
stantivo (s) indipendentemente dal predicato, e può a sua volta 
Sulla  potuit,  ego  non  potére?  Lo  potè  Siila, e io non lo potrò? essere  accompagnata  da  un  attributo:
(Cic.,  Att.,  9,  io,  2)
Gallos  ab  Aquitanis  Garumna  Il fiume  Garonna divide i Galli 
Illa cantat, nos tacemus: quando  Essa canta, noi taciamo: quando  flumen  divìdit  (Caes.,  Gali.,  dagli Aquitani
ver veniet meum? {Perù. Ven., 89) verrà  la  mia  primavera? 1,  1,  2)
M. Marcellus Syracusas, urbem  Marco  Marcello si impadronì di 
[[Nota.  Nella lingua parlata il pronome personale è impiegato anche senza 
ornatissimam, cepit (Cic., Verr.,  Siracusa,  città  ricchissima  di 
particolari ragioni espressive.]]
Π.  1. 55) opere  d’arte
L’attributo
Nota.  Per la differenza tra l’apposizione epesegetica ed epitetica cfr. § 126. 1
6.  È definito attributo un aggettivo che qualifica o deter·  (1) Ma se l’aggettivo  si dovrà necessariamente dire pugna apud (ad) e l’accusativo,
mina (’) un sostantivo, indipendentemente dal predicato: cfr. § io7, n. 2.
[[(2) O espressione sostantivata, come un infinito o anche un’intera proposizione: Pritnus
(1) Per la differenza fra attributo qualificativo e determinativo cfr. § 127. turmas invasit Aenèas,  omeri pugnae («auspicio di vittoria», Verg., Aen., io, 311).]]
§7/p.lS
p. 14/§5-6
Legati ab Ptolemaeo et Cleopatra,  Vennero  degli  ambasciatori  da  Vel  imperatore  vel  milite  me Servitevi di me  o come  coman
regibus  Aegypti,  venerunt  parte di Tolomeo e Cleopatra,  utimini (Sall., Cai., 20, 16) dante  o  come  soldato
(Liv., 37, 3,  9) sovrani dell’Egitto Utinam  C.  Caesari  contigisset  Volesse  il  cielo  che  a  Gaio  Ce
adulescenti  ut  esset  senatui  sare, quand’era giovane, fosse 
carissimus! (Cic., Phil., 5, 49) accaduto  di  essere  carissimo 
al senato !
Il  complemento  predicativo
Note.  1)  La funzione del complemento  predicativo è spesso  simile  a  quella 
8.  Prendiamo in esame queste due proposizioni: « il valoroso ge
dell’avverbio.  Anche nell’esempio da cui siamo partiti, « il generale mori  da 
nerale mori in battaglia » e « il generale mori da valoroso ». Nel primo  valoroso »,  si  potrebbe  dire  « mori  valorosamente ».  Cosi  in  latino  spesso  il 
caso l’aggettivo « valoroso » è attributo, in quanto esprime una qua complemento predicativo ha valore avverbiale:  Fugaces labuntur anni (Hor., 
lità permanente del sostantivo, indipendentemente dall’azione verbale;  Carni.,  2,  14,  1), «gli anni scorrono velocemente»; Non otntiis moriar (Hor., 
Carni., 3. 30, 6), «non morirò interamente»; Lupus gregibus nocturnus obam- 
nel secondo caso esso esprime ancora una qualità del sostantivo,  ma 
bulat (Verg., Georg., 3, 538), «il lupo di notte si aggira intorno alle greggi » (cfr. 
il giudizio sul valore del generale vale soltanto per il momento del Pascoli: « il sogno che notturno arse »);  Sera tamen tacitis Poena venti pedibus 
l’azione indicata dal verbo.  È questa la funzione predicativa che,  (Tib.,  1, 9, 4), «per quanto tardi, la Pena tuttavia giunge con i suoi passi si
come si vede, è ben diversa dalla funzione attributiva. lenziosi ».
Inversamente al nostro «da» seguito da un aggettivo corrisponde in latino 
Cosi, nell’esempio latino che citiamo, l’aggettivo magnus è usato 
per lo più un avverbio: Facit prudenter (Cic., Fin., 5, 15), «agisce da seggio»; 
prima con valore attributivo, poi con valore predicativo: Stoice solet dicere (Cic., Par., praef.,  3),  «suole parlare da stoico».
2)  L’esempio sopra citato: Hanntbal princeps in proelium ibat, ultimus 
Si  magnus vir cecidit,  magnus  Se un grande uomo cadde, giac- 
excedebat, poi rebbe anche tradursi: « Annibaie era il primo a entrale in battaglia, 
iacuit (Sen., Ad Helv., 13, 8)  que grande l’ultimo a uscirne ». Questa perifrasi col verbo essere è evitata in latino: Livius 
primtis fabulam docuit  (Cic.,  Brut.,  71),  «Livio (Andronico)  fu il primo che 
rappresentò un dramma»;  Unum hoc scio (Ter,,Andr., 281), «questa è la sola 
Per complementi predicativi si intendono quindi quei so
cosa che so».
stantivi, aggettivi e participi che determinano insieme il predi
cato verbale e il soggetto (predicativo del soggetto), il predicato  3)  In  italiano il predicativo  può  essere  preceduto  da  particelle 
(« da'», « per », « come », ecc.), che normalmente mancano in latino. Ma anche il 
verbale e il complemento oggetto (predicativo dell’ometto) (»), 
latino usa ut, quando esso introduce:  a)  un paragone, soprattutto ipotetico; 
il  predicato  verbale  e  altri  complementi: b)  una causa; c)  una limitazione. Si confrontino le seguenti coppie di esempi: 
a)  Deum maxime Mercurium colunt (Caes., Gali., 6,  17,  1): pred.cativo puro, 
Defendi  rem  publicam  adu-  Difesi lo stato. da giovane,  non  « adorano come dio soprattutto Mercurio » (e tale era Mercurio anche per 1 Ro
mani);  Canem et felem ut deos colunt (Cic.,  Leg.,  1,  32): predicativo compa
lescens,  non  deseram  senex  lo  abbandonerò  da  vecchio
rativo-ipotetico, « adorano come dei (cioè come se fossero dei, ma non lo erano 
(Cic.,  Phil.,  2, 118)
per i  Romani)  il cane e il gatto»,  b)  Quam facile erramus homines!  (Sen., 
Contr., 7, i, 5): predicativo puro, « con quanta facilità sbagliamo, noi uomini ! »; 
Hanntbal princeps  in  proelium  Annibaie  entrava  per  primo  in 
Possum falli, ut homo (Cic., Alt., 13, 2ia, 2):  predicativo causale,  «posso in
ibat,  ultimus  excedebat  (Liv., battaglia,  e ne usciva per ul gannarmi, come uomo (cioè dato che sono un uomo) ». c)  Magna nobis pueris 
21, 4, 8) timo opinio fuit (Cic., De or., 2, 1): predicativo puro, «noi, da fanciulli (cioè quando 
eravamo fanciulli) avevamo la ferma convinzione »; Quos tum, ut pueri, refutare 
Qualis  artifex  pereo!  (Suet.,  Quale  artista  perisce  in  me! solebamus (Cic., De or., 2, 2): predicativo limitativo, «noi in quel tempo sole
Ner.,  49, 1) vamo confutarli, da fanciulli (cioè come potevamo a quell’età) ». Cfr.  §  399, 
n.  3: § 4°3> n. 4 e 5.
Te  sapientem  et  appellant  et  Ti chiamano e ti ritengono sag
[[4)  La funzione attributiva sembra derivata  da  quella  predicativa: 
existimant  (Cic., Lael.,  6) gio
pulcher liber,  « un libro (che è) bello ».]]
Medium se gerendo (Liv., 2,27,3) (i) Comportandosi da neutrale
(i) Per i complementi predicativi del soggetto e dell'oggetto cfr. rispettivamente § 24 
e § 45-
p.16/% 8 §8 lp.17
Capitolo II
b)  Se il predicato è nominale, l'aggettivo si accorda col soggetto 
in genere, numero e caso; il sostantivo sempre nel  caso  e,  quando  è 
possibile,  anche nel genere (l)  e nel numero:
LE CONCORDANZE
Verae  amicitiae  sempiternae Le  vere  amicizie  sono  eterne
[suni]  (Cic.,  Lael., 32)
Bona opinio hominum tutior pe La buona opinione degli uomini 
cunia est  (Publ.  Syr.,  72) è più sicura del denaro
Fundamentum  est iustitiae fi-  Fondamento  della  giustizia  è 
des  (Cic.,  Off.,  1, 23) la lealtà
Dos  est  decem  talenta  (Ter.,  La  dote  è  di  dieci  talenti
Andr.,  950 sg.)
Tyndarìdae  fratres  non  modo  Si  dice  che  i  fratelli  Tindàridi 
adiutores victoriae populi Ro (Castore e Pollùce) non furono 
9.  La concordanza è l’accordo grammaticale che si sta
mani  sed  etiam  nuntii  fuisse  soltanto collaboratori, ma an
bilisce  fra  elementi  della  proposizione.  In  italiano  esso si at
perhibentur (Cic., Tusc., 1, 28) che  messaggeri  della  vittoria 
tua secondo la persona (« noi partiamo per Roma »; « essi partiranno 
del popolo romano
presto»), secondo il numero («il paesaggio umbro è splendido »;  «gli 
splendidi palazzi di Venezia »), secondo il genere (« il percorso è lungo »;  Matres  omnes  filiis  in  peccato  Tutte  le  madri  di  solito  sono 
« la lunga estate calda »). In latino a questi tre tipi di accordo si ag adiutrtces  solent  esse  (Ter.,  alleate dei figli nelle loro man
giunge l’accordo secondo il caso {liberi parentum memores, « i figli me Heaut.,  991 sg.) canze
mori dei genitori»; memori animo, «con animo riconoscente»). Esa
mineremo successivamente nella trattazione la concordanza del pre
Note.  1)  Quando il soggetto è rappresentato da un infinito o da una propo
dicato,  dell’attributo,  dell’apposizione,  del pronome.
sizione infinitiva, l’aggettivo si pone al neutro:  Humanum amare est (Plaut., 
Mere.,  319),  «è umano amare»;  Pulchrum et decórum est prò patria mori 
(Hor., Carni., 3, 2, 13), «è bello e onorevole morire per la patria».
Concordanza  del predicato 2)  Mentre l’italiano dice « la Loira è il pili lungo dei fiumi francesi », 
il latino suole accordare, nel genere, il superlativo col soggetto della proposi
zione e non col genitivo partitivo;  quindi:  Indus qui est omnium fluminum 
maximus (Cic., Nat. deor., 2, 130), «l’Indo che è il più grande di tutti i fiumi»; 
10.  Nel caso di un unico soggetto:
Hordeum frugum omnium mollissimum est (Plin., Nat. hist., 18, 79),  «l’orzo 
è il più tenero di tutti i cereali».
a)  Il predicato verbale si accorda col soggetto nella persona, nel  Si  incontra  però,  negli  scrittori  postclassici,  anche  la  concordanza  col 
genere,  nel numero  (come in italiano): genitivo, quando il soggetto chiude la proposizione:  Operum fuit omnium longe 
maximum  ac  laboriosissimum  cuniculus  (Liv.,  5,  19,  io),  « fra  tutte  le 
opere d’assedio, quella di gran lunga più importante e più faticosa fu la galleria 
Ego etiam atque etiam cogitabo  Io  rifletterò  piu  e  pili  volte sotterranea»;  Veìocissimum omnium animalium est delphinus  (Plin.,  Nat. 
(Cic.,  Ati., 12, 7, i) hist., 9, 20), «il più veloce di tutti gli animali è il delfino».
3)  Qualunque sia il genere del soggetto, l'aggettivo del predicato nomi
Hostes statim ad Caesarem lega- 
I nemici inviarono subito amba nale si può trovare al neutro con valore di sostantivo:  Servitus [est] postre- 
tòs de pace  miserunt  (Caes.,  sciatori a Cesare per  trattare  tnum  malorum  omnium,  non  modo  bello  sed  morte  etiam  repellendum  (Cic., 
Gali.,  4, 27, 1) Pini..  2,  113),  «la schiavitù è l’ultimo grado di tutti i mali, che deve  essere
la pace
Contio sub occasum solis ditnissa 
L’assemblea  fu  sciolta  al  tra (1) Coi nomi mobili, cioè che hanno forme distinte per il maschile  e  il  femminile 
[esi]  (Liv.,  32, 19, 13) monto del sole (magister magistra, dominus domina)  e comuni, cioè che possono essere tanto maschili che 
femminili (dux, sacerdos, Comes).
P- 18/ § 9-10
§10 ! p. 19