Table Of Content—i
I
GiorgioAgamben
Signatura rerum
Sul metodo
Bollati Boringhieri
Indice
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parzialeconqualsiasimezzo (compreaiimicrofilmelecopiefotostatiche) sono
riservati
StampatoinItaliadallaLitografia«IlMettifoglio»diVenariaReale(To)
ISBN978-88-339-1858-7
SchemagraficodellacopertinadiPierluigi Cern
www.bo1Iaiboringhieri.it
Avvertenza
Signatura rerum
Che cos’è un paradigma?
i.
Teoria delle segnature
35 2.
8z 3. Archeologia filosofica
Bibliografia
113
Indice dei nomi
119
Avvertenza
Chi ha familiarità con la pratica della ricerca nelle
scienzeumane sa che, contrariamente all’opinionecomu
ne, la riflessione sul metodo spesso non precede, ma se
gue talepratica. Si tratta, cioè, dipensieriinqualche mo
do ultimi o penultimi, da discutere tra amici e addetti ai
lavori, e che solo una lunga consuetudine con la ricerca
può legittimare.
I tre studi quiraccolti contengono leriflessioni dell’au
tore su tre problemi specifici di metodo: il concetto di
paradigma, la teoria delle segnature e la relazione fra sto
ria e archeologia. Se queste riflessioni si presentano ogni
volta come un’indagine sul metodo di uno studioso, Mi
chel Foucault, da cui l’autore negli ultimi anni ha avuto
occasione di apprendere molto, ciò è perché uno deiprin
cipi metodologici non discussi nel libro che l’autore
—
deve a Walter Benjamin è che la dottrina può essere
esposta legittimamente so—lo nella forma dell’interpreta
zione. Il lettore accorto saprà fare la cernita fra ciò che,
nei tre studi, deve essere riferito a Foucault, ciò che deve
essere messo in conto dell’autore e ciò che vale per en
trambi. Contrariamente all’opinione comune, il metodo
condivide, infatti, con la logica l’impossibilità di essere
del tutto separato dalcontesto incui opera. Nonesisteun
metodo valido in ogni ambito, così come non esiste una
logica che possaprescindere dai suoi oggetti.
8 AVVERTENZA
Secondo un altro principio metodologico anche que- Signatura rerum
—
sto non discusso nel libro di cui l’autore fa spesso uso,
—
l’elemento genuinamente filosofico inogniopera, sia essa
opera d’arte, di scienza o di pensiero, è la sua capacità di
essere sviluppata, che Feuerbach definiva Entwicklungs
fàhigkeit. Proprio quando si segue un tale principio, la
differenza fra ciò che spetta all’autoredell’opera e ciò che
va attribuito a colui che la interpreta e sviluppa diventa
altrettanto essenziale quanto difficile da afferrare. L’au
tore ha pertanto preferito rischiare di attribuire a testi
altrui ciò che andava elaborando a partire da essi, piutto
sto che correre ilrischioinverso e appropriarsi dipensieri
opercorsi di ricerca chenongli appartenevano.
Del resto, ogni ricerca nelle scienze umane e quindi
—
anche la presente riflessione sul metodo dovrebbe im
—
plicare una cautela archeologica, cioè regredire nel pro
prio percorso fino alpuntoin cui qualcosa è rimasto oscu
ro e non tematizzato. Solo unpensiero che non nasconde
il proprio non-detto, ma incessantemente lo riprende e
lo svolge può, eventualmente, pretendere all’originalità.
i
I.
Che cos’è un paradigma?
Nelle mie ricerche mi è accaduto di analizzare delle
i.
figure l’bomosacereilmusulmano,lo statodi eccezione
—
e il campo di concentramento che sono certamente,
—
anche se in misura diversa, fenomeni storici positivi, ma
che, in esse, erano trattati come paradigmi, la cui fun
zione era di costituire e rendere intellegibile un intero e
più vasto contesto storico-problematico. Poiché ciò ha
dato luogo a equivoci, in particolare in coloro che con
—
piùo menobuona fede hanno creduto che iointendessi
—
offrire tesioricostruzionidi caratteremeramente storio
grafico, sarà opportuno soffermarsi qui sul senso e sulla
funzione dell’uso diparadigminellafilosofiaenellescien
zeumane.
Michel Foucault si serve più volte nei suoi scritti del
l’espressione «paradigma», senza tuttavia mai definirla
con precisione. D’altra parte, tanto nell’Archéologie du
savoir che negli scritti successivi, egli designa gli oggetti
delle sue ricerche per distinguerli da quelli delle disci
—
pline storiche con i termini «positività», «problema
—
tizzazioni», «dispositivi», «formazionidiscorsive» e, più
generalmente, «saperi». Nella lezione tenuta nel maggio
1978 alla Société franaise de philosophie, egli definisce
in questo modo che cosa si debba intendere per «sape
re»: «la parola “sapere” indica tutte le procedure e tutti
I2 CAPITOLO PRIMO CHE COS’ÈUNPARADIGMA? 13
gli effetti di conoscenza che un campo specifico è dispo strategie e livelli di ricerca differenti e se il «paradigma»
sto a un dato momento ad accettare» e, per mostrarne il dell’archeologiafoucaultiananonsia semplicementeomo
necessario rapporto col concetto di potere, aggiunge su nimo diquello che segna, secondo Kuhn, ilprodursi delle
bito dopo: rivoluzioni scientifiche.
non si può infatti configurare un elemento di sapere se, daunlato,
essononèconformeauninsiemediregoleecostrizionipropriediun
certotipodidiscorsoscientificoaunadataepocaese, d’altrocanto, 2. Kuhn riconosce di aver usato il concetto di para
nonèdotatodeglieffettidicoercizionetipicidiciòcheèconvalidato digma in due sensi diversi (Kuhn, 212). Nel primo al
comescientifico,osemplicementerazionaleocomunementeammes quale egli propone di sostituire il termine «matrice di—sci
so. (Foucault 1994, III, -ss) plinare» il paradigma designa ciò che i membri di una
—
L’analogiafraquesticoncettieciòcheThomas S. Kuhn, certa comunità scientifica possiedono in comune, cioè
nel suolibro TheStructureofScientificRevolutions (1962) l’insieme delle tecniche, dei modelli e dei valori a cui i
chiama«paradigma scientifico» è stata gia osservata. An membri della comunità più o meno consapevolmente
che se Foucault non ha tematizzato il funzionamento dei aderiscono. Nel secondo senso, il paradigma è un sin
paradigmi, secondo Dreyfus e Rabinow «appare chiaro golo elemento di quest’insieme i Principia di Newton o
—
che il suo lavoro segue un orientamento che mette in l’Almagesto di Tolomeo che, fungendo da esempio co
—
opera questenozioni Il suo metodoconsiste neldescri mune, si sostituisce alle regole esplicite e permette di
..
vere i discorsi come articolazioni storiche di un para definire una particolare e coerente tradizione di ricerca.
digma eil suo modo di concepirel’analisi implica che egli Sviluppando il concetto di Denkstilin Fleck, che defi
isoli e descriva i paradigmi sociali e le loro applicazioni nisce ciò che è pertinente o non pertinente all’interno di
concrete» (Dreyfus e Rabinow, 283). unDenkkollectiv, si tratta, per Kuhn, di esaminare attra
Tuttavia Foucault che dichiara di aver letto il libro verso il paradigmaciò che rende possibile la costituzione
—
di Kuhn, «ammirevole e definitivo», soltanto dopo aver di una scienza normale, in grado, cioè, di determinare i
finito LesMots etles choses (Foucault 1994, 11, 239-40) problemi che la comunità deve considerare scientifici e
—
non si riferisce praticamente mai ad esso nelle sue ricer quelliche tali nonsono. Scienza normale non significa, in
che e, nell’introduzione all’edizione americana di Can questo senso, una scienza governata da un sistema pre
guilhem (1978), sembraanzi prenderne le distanze: ciso e coerente di regole: al contrario, se le regole deri
essa (lanorma) nonpuò essereidentificata conuna struttura teorica vano, perKuhn, daiparadigmi, iparadigmi «possono de
ounparadigma attuale, poichélaverità scientifica di oggi non ne è terminare la scienza normale» anche in assenza di regole
cheunepisodio, o tutt’alpiùil termineprovvisorio. Non è facendo (ibid., o). E questo il secondo significato delconcetto di
leva suuna «scienza normale»nel senso di T.S. Kuhnche ci si può
paradigma, che Kuhn considera «il più nuovo» e profon
rivolgere alpassato e tracciarne efficacemente la storia; è ritrovan
done il processo «normato», di cui il sapere attuale non è che un do (ibid., 226): ilparadigma è semplicementeunesempio,
momento. (ibid., III, 436-37) un caso singolo che, attraversola sua ripetibilità, acquista
la capacità di modellare tacitamente il comportamento e
Occorrerà pertanto verificare innanzi tutto se l’analo
le pratiche di ricerca degli scienziati. All’impero della
gia fra i due metodi non corrisponda invece a problemi,
‘4 CAPITOLOPRIMO CHE COS’ÈUNPARADIGMA? 15
regola come canone di scientificità subentra così quel rimproverava di non aver citato il nome di Kuhn, Fou
lo delparadigma, alla logica universale dellalegge, quella cault, dopo aver spiegato di aver letto il libro di Kuhn
specifica e singolare dell’esempio. E quando un vecchio solo dopo la redazione di LesMots et les choses, precisa:
paradigma è sostituitodauno nuovo, conessoincompati «quindi non ho citato Kuhn, ma lo storico della scienza
bile, si produce ciò che Kuhn chiama una rivoluzione che ha plasmato e ispirato il suo pensiero: Georges Can
scientifica. guilhem» (Foucault 1994, lI, 240). Unataleaffermazione
èa dirpoco sorprendente,perchéKuhn, chepuredichiara
nellaprefazioneil suodebitoverso due epistemologifran
cesi, Alexandre Koyré ed Emile Meyerson, non nomina
Uno degli orientamenti più costanti della ricerca
di .Foucault è l’abbandono dell’approccio tradizionale al mai Canguilhem nel suo libro. Poiché Foucault non può
certo aver formulato alla leggera la sua affermazione, è
problema delpotere, fondato sumodelligiuridici eistitu
possibile dato lo stretto rapporto che lo legava a Can
zionalie su categorieuniversali (ildiritto, lo Stato, la teo —
guilhem che egli abbia voluto restituire a Kuhn la sua
ria della sovranità), in favore di un’analisi dei dispositivi —
scortesia. Ma, per quanto Foucaultnonfosseinsensibilea
concreti attraverso i quali il potere penetra nei corpi
motivazionipersonali, è certo che le ragioni del suo silen
stessi dei sudditi e governa le loro forme divita. L’analo
zio nonpossono essere soltantodi quest’ordine.
gia coi paradigmi kuhniani sembra trovare, in ciò, una
conferma importante. Come Kuhn mette da parte l’indi
viduazione e l’esame delle regole che costituiscono una
4. Una lettura più attenta degli scritti foucaultiani
scienza normale, per concentrarsi sui paradigmi che de
mostra, infatti, che, pur senza nominare l’epistemologo
terminano il comportamento degli scienziati, così Fou
americano, egli fa in più occasioni i conti con la sua no
cault revoca in questione il primato tradizionale dei mo zione diparadigma. Cosìnell’intervistadel 1976 adAles
delli giuridici della teoria del potere, per far emergere in sandro Fontana e Pasquale Pasquino, Foucault oppone
primopianole molteplicidisciplineeletecnichepolitiche esplicitamente, apropositodellanozionedidiscontinuità,
attraverso cuilo Stato integra al suo internola cura della i «regimidiscorsivi» di cuiegli si occupa aiparadigmi:
vita degli individui. E come Kuhn separa la scienza nor
Nonèdunqueuncambiamentodicontenuto(confutazionedivecchi
male dal sistema delle regole che la definisce, così Fou
errori, scopertadinuoveverità), nonènemmenoun’alterazionedel
cault distingue piùvoltela«normalizzazione», che carat la forma teorica (rinnovamento del paradigma, modificazione degli
terizza il potere disciplinare, dalla sistematica giuridica insiemisistematici);ciòcheèinquestione, èquelchegoverna{régit]gli
enunciati e il modoin cui sigovernano [régissentl gli uni gli altri per
delle procedure legali.
costituireuninsiemediproporzioniscientificamenteaccettabiliesu
Se la prossimità fra i due metodi sembra indubbia, scettibili di conseguenza di essere verificateo invalidate attraverso
tanto più enigmatici sono non soltanto il silenzio di Fou procedimentiscientifici.Problemainsommadiregime[régime] dipo
,
cault su Kuhn, ma anche la cura con cui, nell’Archéologie litica dell’enunciato scientifico. A questo livello, si tratta di sapere
du savoir, egli sembra evitare lo stesso termine «paradi nonqualèilpoterechepesadall’esternosullascienza,maqualieffetti
dipoterecircolanofraglienunciatiscientifici;qualèinqualchemodo
gma». Certo le ragioni di questo silenzio possono essere
illororegime interno dipotere; ecOme e perché, incerti momenti,
personali. Nella citata replica a George Steiner, che gli essisimodificanoinmodoglobale. (ibid., III, 143-44)