Table Of ContentUomini e cose della nuova Italia
Carlo Rosselli
Scritti economici 
sul fascism o
a cura di Massimo Furiozzi
Nel presente volume sono raccolti ventidue 
articoli di Carlo Rosselli, solo in minima parte 
già inseriti in precedenti raccolte antologiche, 
scritti tra il 1930 e il 1937. Si tratta di articoli 
di carattere prevalentemente economico sul 
regime fascista, sulla sua politica sociale, sulle 
condizioni degli operai negli anni Trenta, sul 
corporativismo e sull'autarchia. Molti di essi 
sono dedicati alla guerra d'Abissinia, vista non 
solo dal punto di vista politico, diplomatico e 
militare (come in genere si è detto) ma so- 
prattutto da quello delle motivazioni econo- 
miche e delle conseguenze che essa avrebbe 
avuto, nelle azzeccate previsioni rosselliane, 
sul tracollo del regime mussoliniano.
«UOMINI E COSE DELLA NUOVA ITALIA»
Collana editoriale diretta da Piero Lacaita
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Carlo Rosselli
Scrìtti economici 
sulfascismo
a cura di Massimo Furiozii
©  Piero Lacaita Editore - M anduria-Bari-Rom a  - 2004
Sede legale: M anduria - Vico degli A lbanesi, 4 - Tel.-Fax 099/9711124
pierolacaita@ libero.it
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INTRODUZIONE
Recensendo nel 1968 il classico volume di Nicola Tran- 
faglia  su  Carlo  Rosselli,  Alberto  Aquarone  notava  che  il 
capitolo più originale e nuovo del libro era quello dedica- 
to  al  pensiero  economico  del  fondatore  di  Giustizia  e  Li- 
bertà, un tema che era rimasto nell'ombra nei peraltro non 
numerosi  precedenti  studi1.  Da  allora  vari  altri  studiosi 
hanno sottolineato rimportanza degli aspetti economici per 
una valutazione complessiva dell'opera rosselliana, anche 
se  le  circostanze  politiche,  ovvero  la  necessità  della  lotta 
concreta  contro  il  fascismo,  oltre  ad  un gusto  congenito  e 
preminente  per  l'azione,  lo  distolsero ben presto  dalla  ri- 
cerca scientifica. Egli non smise mai, infatti, nell'affrontare 
e commentare le vicende politiche italiane e internaziona- 
li,  di tener conto, in maniera significativa, se non prepon- 
derante,  delle  loro  motivazioni  o  delle  loro  conseguenze 
economiche, nel breve  o nel lungo periodo.
Tra il 1930 e il 1937 egli scrisse parecchi articoli di carat- 
tere  economico,  o  comunque  contenenti  ampi riferimenti 
all'aspetto economico degli argomenti trattati, articoli solo 
in  minima  parte  riprodotti  finora  nelle  varie  raccolte  dei 
suoi  scritti  apparse  nelTultimo  trentennio.  Si  tratta  di  in- 
terventi non tanto di carattere teorico, come  quelli del pe- 
riodo  1923 - 1 9 2 6 , ma, prevalentemente, di polemica poli-
1  A,  A ,  Cultura e politica in  Carlo Rosselli,  "Là  Voce  repubblica- 
quarone
na",  27 novembre  1968,  ora  in  ID.,  Fascismo  e antifascismo  nella storiografia 
italiana,  a cura  di R.P.  Coppini,  Prefazione di G.  Spadolini,  Roma,  1986, p. 
398. Si trattava di N. T , Carlo Rosselli dall'interventismo a  "Giustizia 
ranfaglia
e Libertà", Bari,  1968.
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tica  nei  confronti  di  un  regime  che  andava  progressiva-
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mente consolidando il proprio potere.  E sembrato pertan- 
to  utile  riproporli  all'attenzione  degli  studiosi,  al  fine  an- 
che di favorire un'analisi più circostanziata del complesso 
dei  suoi  scritti  economici  ed  una  più  precisa  loro  valuta- 
zione  nel  quadro, del  processo  di  formazione  culturale  e 
politica in cui essi si integrano.
Studiosi come Giuseppe Galasso2, Paolo  Bagnoli3, An- 
tonio  Cardini4,  Zeffiro  Ciuffoletti5  e  Valdo  Spini6  hanno 
sollecitato  a  tener  conto  della  formazione  economica  di 
Rosselli e  del contributo per molti versi originale, anche a 
motivo  di  questa  formazione,  da  lui  fornito  al  pensiero 
politico italiano ed europeo.  Da parte sua Ariane Landuyt 
ha efficacemente  dimostrato che  gli aspetti economici, in- 
sieme  a  quelli  politici  e  giuridici,  ebbero  un  influsso  non
2 G.  G ,  Politica  e analisi economica  nel pensiero  di  Carlo  Rosselli,  in 
alasso
AA.  VV.,  "Giustizia e Libertà"  nella  lotta antifascista  e nella storia  d'Italia.  At- 
tualità  dei fratelli  Rosselli a  quarantanni dal  loro  sacrificio,  Firenze,  1978, pp. 
147-162, ora anche in ID., La democrazia da Cattaneo a Rosselli, Firenze, 1982, 
pp.  255-275.
3  P.  B ,  Carlo  Rosselli  tra pensiero politico e azione,  Prefazione  di G. 
agnoli
Spadolini, Firenze, 1985.
4 A.  C ,  Carlo Rosselli dal sindacalismo al socialismo  liberale:  la  tesi di 
ardini
Laurea a Siena, in A A .W , Scritti per Mario Delle Piane, Napoli, 1986, pp. 347- 
361.
5  Z.  C ,  Contro  lo statalismo.  Il  "socialismo federalista  liberale"  di 
iuffoletti
Carlo Rosselli, Manduria, 1999. Ma già in precedenza egli aveva sottolineato 
come Rosselli, fin dagli anni del primo dopoguerra,aveva affrontato il rap- 
porto tra movimento operaio organizzato, economia e politica delle società 
industriali liberal-democratiche, essendo in possesso di una cultura «assai 
diversa  rispetto  a  quella  prevalentemente  umanistica,  filosofica  e  lettera- 
ria, di un Gramsci o di un Togliatti»  (Z.  C , Introduzione a C.  R - 
iuffoletti os
, Scritti politici, a cura di Z. Ciuffoletti e P. Bagnoli, Napoli, 1988, p.  19).
selli
6  V.  S ,  Un  pensiero  quanto  mai  vivo,  in  L.  Rossi  (a  cura  di),  Politica, 
pini
valori,  idealità.  Carlo e Nello Rosselli maestri dell'Italia  civile, Roma, 2003, pp. 
28-31.  In appendice a  questo volume è contenuta  la più aggiornata biblio- 
grafia  degli scritti di e sui fratelli Rosselli, a cura  di Nunzio DelTErba  (pp. 
155-231).
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secondario anche nella sua progressiva elaborazione dì un 
europeismo concreto  e  realizzatore, mirato  gradualmente 
ma decisamente alla prospettazione degli Stati Uniti d'Eu- 
ropa7 .
Com'è  noto,  nel  luglio  1923,  subito  dopo  la  laurea  in 
Giurisprudenza  a  Siena,  Carlo  Rosselli  si  recò  a  Genova 
per conoscere Attilio Cabiati, al quale lo presentò Gaetano 
Salvemini.  Va  fatto presente  che  Cabiati si  era  occupato  a 
lungo dell'argomento che a Carlo stava  a cuore dal perio- 
do della sua tesi di laurea, ovvero l'aspetto economico del 
sindacalismo  operaio;  inoltre  egli era  vicino  al socialismo 
riformista di stampo turatiano. Dall'agosto all'ottobre del- 
lo  stesso  anno  fu  in Inghilterra,  dove  seguì  un seminario 
della  Fabian Society,  divenuta  essenzialmente ufficio  stu- 
di  del  Partito  laburista,  e  fu  qui  che  ebbe  l'occasione  di 
scambiare  idee  e  impressioni  con  alcuni  dei più  influenti 
pensatori  socialisti  non  marxisti,  gli  economisti  Sidney  e 
Beatrice Webb, G.D.H.  Cole, Richard  Tawney.
Per ricostruire le motivazioni dell'interesse del giovane 
Rosselli  per  l'esperienza  inglese,  Giovanna  Angelini  ha 
recentemente  richiamato  l'attenzione  sui  riferimenti  al 
modello anglosassone, effettuati a partire addirittura dal- 
la fine dell'800, da Riccardo Dalla Volta, relatore della sua 
tesi di laurea, perché essi offrono una chiave di lettura che 
consente  di comprendere meglio  gli interessi del neo-lau- 
reato Rosselli per il mondo laburista d'oltre Manica e l'im - 
portanza del modello politico inglese anziché di quello te- 
desco, allora dominante nell'ambito dei movimenti operai 
europei, nell'elaborazione  del suo socialismo liberale8.
7  A.  L ,  Carlo  Rosselli  e  l'Europa,  in  ID.  (a  cura  di),  Carlo  e  Nello 
anduyt
Rosselli.  Socialismo  liberale e cultura europea (1937-1997),  "Quaderni  del Cir- 
colo Rosselli",  1998, n.  11, pp. 59-67.
L'altro socialismo. L'eredità democratico-risorgimentale da Bi- 
8 G. A , 
ngelini
gnami a Rosselli, Milano,  1999.
7
Da parte sua Salvo Mastellone  ha autorevolmente con- 
fermato  come  il modello  politico  inglese  fosse ben chiaro 
nella  mente  di  Rosselli  fin dall'inizio  del  1924,  data  di  un 
suo  articolo  sul  Partito  del  lavoro  in  Inghilterra,  e  come  per 
parecchio tempo egli avesse continuato a sperare che que- 
sto  modello  potesse  essere  adottabile  in  Italia9.  In Inghil- 
terra egli entrò in contatto  anche con il Guild Socialism, il 
cui  testo  base,  scritto  da  G.D.H.  Cole,  era  appena  uscito 
nel  1920.  Del  guildismo  apprezzò,  oltre  all'insegnamento 
pluralista  e  democratico,  la  contestazione  del  determini- 
smo  economico  e  la  rivendicazione  di  un  nuovo  metodo 
di produzione nel quale i sindacati avrebbero dovuto ave- 
re un ruolo centrale.
Nel  1923-24  debuttò  nella  carriera  universitaria  come 
assistente volontario all'Istituto di Economia politica della 
Bocconi  di  Milano,  di  cui  era  titolare  Attilio  Cabiati.  Nel 
1924,  in  segno  di  omaggio  a  Giacomo  Matteotti  appena 
assassinato, aderì al Partito Socialista Unitario. L'anno suc- 
cessivo fu invitato da Alessandro Schiavi, a nome del Con- 
siglio direttivo della Società Umanitaria di Milano, a tene- 
re  un  corso  di  carattere  divulgativo  su  argomenti  econo- 
mici, con particolare riferimento alla rivoluzione industriale 
e ad ima esposizione delle varie scuole di economia politi- 
ca, soffermandosi soprattutto sul  Capitale di Karl Marx10.
Nell'anno  accademico  1924-25,  sempre  su  proposta  di 
Cabiati, fu  chiamato  ad  insegnare  all'Istituto  superiore  di 
studi commerciali di Genova, come  docente  di Istituzioni
9 S. M , Carlo Rosselli e "la rivoluzione liberale del socialismo". Con 
astellone
scritti e documenti inediti,  Firenze,  1999, p.  38.  Più  avanti Mastellone  scrive 
che «gli scritti di economia di Carlo sono parte sostanziale del suo interesse 
per il modello politico inglese» (p. 46).
10 A.  S ,  Carteggi.  Tomo 1 :1892-1926,  a cura  di C.  De Maria, Saggio 
chiavi
introduttivo  di  D.  Mengozzi, Manduria, 2003,  pp.  533,  547 e 574.  Sui suoi 
rapporti di collaborazione con la Società Umanitaria si vedano anche le pp. 
617-618.
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