Table Of ContentIl libro
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Mundial di Spagna ’82. Questa è in sintesi la parabola di Paolo
Rossi, che dal 1980 al 1982, dalla condanna per il calcio scommesse
alla vi�oria sulla Germania, visse i due anni più duri ed esaltanti della sua
vita: “Ho anche pensato di lasciare l’Italia e sme�ere di giocare. Mi ha
salvato la consapevolezza di essere innocente”.
La storia di Pablito è una favola a lieto fine, intrisa di successi eclatanti
alternati a dolori laceranti, di forti impennate e rovinose cadute, di sogni
realizzati e ferite profonde, di ambìti riconoscimenti e ingiustizia subita. È
il bianco e nero di un’esistenza eccezionale, il copione perfe�o di un film
che ha incantato generazioni e continua a essere rivisto e rivissuto dal
pubblico.
Scri�o a qua�ro mani con Federica Cappelle�i, Quanto dura un a�imo è
l’autobiografia di un ragazzo che ha sfidato la sorte fino a diventare
leggenda, realizzando il suo sogno di bambino e scrivendo pagine
immortali di storia del calcio universale: Paolo Rossi è l’unico calciatore al
mondo che con tre gol ha fa�o piangere il Brasile stellare di Zico e Falcão,
che ha stregato Pelé (che lo scoprì durante il mondiale d’Argentina), è uno
dei qua�ro Palloni d’Oro italiani (insieme a Gianni Rivera, Roberto Baggio
e Fabio Cannavaro), capocannoniere al Mondiale di Spagna 1982 (miglior
giocatore, miglior marcatore), Scarpa d’Oro 1982, Scarpa d’Argento 1978 e
Collare d’Oro (massima onorificenza per uno sportivo). Uno dei pochi
che, a distanza di anni, continua a rimanere un brand Made in Italy: che
sia Paolino, Pablito o Paolorossi tu�o a�accato, in ogni angolo del mondo
il suo nome rievoca gol e vi�orie a chi ama il calcio giocato.
La sua storia, che parte dal fantastico rumore dei tacche�i negli
spogliatoi del Santiago Bernabeu in a�esa della finalissima, può essere
d’esempio per tu�i, per accendere gli entusiasmi e insegnare ai giovani
che da ogni difficoltà si può venire fuori e diventare anche campioni.
Esa�amente come quando in campo rubava il tempo agli avversari, la
leggenda di Pablito sfugge all’oblìo delle masse perché tu�i abbiamo
ancora bisogno di sognare e di credere nelle imprese impossibili.
L’autore
Paolo Rossi (Prato, 1956) è uno dei più forti calciatori
di sempre. Da professionista ha vinto diversi titoli di
capocannoniere e molte competizioni nazionali e
internazionali. Nel Mondiale di Spagna ’82 ha
guidato la Nazionale alla vi�oria del trofeo,
vincendo il titolo come miglior giocatore del torneo.
Federica Cappelle�i (Perugia, 1972) è giornalista
professionista, scri�rice, sceneggiatrice.
Paolo Rossi
QUANTO DURA UN ATTIMO
La mia autobiografia con Federica Cappelle�i
Quanto dura un a�imo
A mamma Amelia e papà Vi�orio
che mi hanno accompagnato
nel mio percorso più intenso e difficile,
a Giancarlo Salvi che è stato un fratello.
A Gibì Fabbri che ha innescato la micccia,
a Enzo Bearzot che ha fa�o il resto.
A loro devo tanto.
Tu sei il mio papà, questo è quello che conta
Non capita a tu�i i bambini di avere un Pallone d’oro come
soprammobile, o di ritrovarsi a giocare con delle scarpe�e che
sembrano solo usate ma hanno segnato tre gol al Brasile.
Ero piccola e non capivo perché tu�i chiedessero al mio papà
“se sapevo giocare a pallone”. La palla mi piaceva, ma avevo un
altro sogno: fare la ballerina. Lui mi ha assecondato. Dice che “Le
scelte devono venire dal cuore”.
Crescendo ho capito di essere la figlia di un campione del
mondo, di quel Paolo Rossi che ha fa�o sognare l’Italia in una
no�e d’estate del 1982. All’inizio ero gelosa, perché chiunque lo
incontrava gli chiedeva autografi, fotografie e lo fermavano
sempre quando eravamo insieme. Rubavano il nostro tempo
prezioso, me lo portavano via. Capitava ogni giorno! Capita
ancora.
Mi davano fastidio i bambini che si sedevano sulle sue gambe,
le ragazze che lo abbracciavano e che non erano la mia mamma.
Ma lui non diceva mai di no, perché è gentile. Mi guardava e
sorrideva, chiedendomi di avere pazienza. Io gli sorridevo, ma
soffrivo dentro.
Poi ho capito, e tu�o è diventato più facile. Abbiamo giocato di
più, mi ha trasmesso la sua passione per la musica e per certi
cantanti, ci piace viaggiare, guardare i film insieme, i documentari
sugli animali e la natura. Ha fa�o tre volte il giro del mondo.
Adoro il filmato in cui fa il bagno con lo squalo bianco. Mi piace il
suo coraggio!
Ho imparato a dividerlo con gli altri, ma quando siamo in casa
è tu�o mio. Solo mio. Nel le�one ci abbracciamo e sono felice.
Adesso so bene quello che ha fa�o, i gol che ha segnato con
tante squadre, conosco la sua fama. Ma lui è il mio papà: buono,
amorevole, sensibile, educato e sorridente. Questo è quello che
veramente conta per me!
Maria Vi�oria Rossi
“Mi fai sorridere il cuore”
Amore, gioia, serenità. Come dice il Cappellaio Ma�o ad Alice nel
Paese delle Meraviglie: “Mi fai sorridere il cuore”. Questo sei tu,
papà. Ti voglio bene.
Sofia Elena Rossi
Nato so�o una stella
Sono nato nel 1982, a dicembre. A luglio avevi appena conquistato
il mondo con la tua determinazione. Non è stato facile crescere
con un papà così “ingombrante”, perché alla fine tu�o viene
ricondo�o a te. Ma tu sei speciale, e mi hai insegnato molto, oltre
le apparenze…
Alessandro Rossi
Introduzione
Sono il giocatore di Mar del Plata, di Baires, il giocatore che piaceva ai
bambini perché giocava con felicità, giocava per vivere.
VLADIMIRO CAMINITI, “Tu�osport”, 5 luglio 1982
La storia di Pablito è una favola a lieto fine, intrisa di successi
eclatanti alternati a dolori laceranti, di forti impennate e rovinose
cadute, di sogni realizzati e ferite profonde, di ambiti
riconoscimenti e ingiustizie subite. È una metafora della vita. È il
bianco e nero di ogni esistenza, il copione perfe�o di un film che
ha incantato generazioni e continua a essere molto amato dal
pubblico. Dai suoi ammiratori, dagli italiani in Italia e all’estero, e
dai tifosi che albergano in ogni angolo del pianeta.
È l’avventura di un ragazzo che ha sfidato la sorte fino a
diventare leggenda, realizzando il suo sogno di bambino e
scrivendo una parte intramontabile di storia del calcio: Paolo
Rossi è l’unico uomo al mondo che con tre gol ha fa�o piangere il
Brasile stellare di Zico e Falcão, che ha incantato Pelé (che si
accorse di lui durante il Mondiale d’Argentina), uno dei soli
qua�ro Palloni d’oro italiani (insieme a Gianni Rivera, Roberto
Baggio e Fabio Cannavaro), miglior giocatore e Scarpa d’oro al
Mondiale di Spagna del 1982, Pallone d’argento ad Argentina ’78,
Collare d’oro al merito sportivo (la massima onorificenza
conferita dal CONI), tra i personaggi più popolari e conosciuti a
livello internazionale. Uno dei pochi che, a distanza di anni,
continua a rimanere un brand, simbolo indiscusso del made in