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Universale Laterza
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Giulio Ferroni
Prima lezione
di letteratura
italiana
Editori Laterza
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© 2009, Gius. Laterza & Figli
Prima edizione 2009
Terza edizione 2010
www.laterza.it
Proprietà letteraria riservata
Gius. Laterza & Figli Spa,
Roma-Bari
Finito di stampare
nell’aprile 2010
SEDIT - Bari (Italy)
per conto della
Gius. Laterza & Figli Spa
ISBN 978-88-420-8966-7
È vietata la riproduzione, anche
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Prima lezione
di letteratura italiana
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1.
L’Italia e la sua letteratura
1. Letteratura e identità nazionale
La letteratura sfugge ad ogni definizione troppo recisa e
determinata: al suo spazio si possono ascrivere tutte le for-
me che la parola umana assume quando si stacca dall’uso
più immediato, dalla funzione primaria di scambio all’in-
terno di specifiche comunità linguistiche. Già nell’ambito
dell’oralità la parola può tendere a vari livelli a svincolarsi
dall’immediatezza, a svolgere funzioni culturali anche
molto articolate, a creare occasioni di conoscenza e di in-
trattenimento pubblico, a dar corpo a sentimenti colletti-
vi, a costruire testi memorizzabili, forme e modelli varia-
mente riutilizzabili. Nel passaggio alla scrittura tutte que-
ste forme si affidano alla lettera (donde appunto il termi-
ne letteratura), danno luogo a qualcosa che resta nelle car-
te, che si stacca dalla voce e dalla diretta presenza perso-
nale, con una possibilità di circolazione in spazi anche di-
stanti e di permanenza al di là del breve giro delle vite
umane. Così la più fragile ed effimera parola umana, in
tutti i modi in cui cerca di dar voce ad esperienze indivi-
duali e sociali, in tutte le forme culturali da essa elaborate,
può acquistare una persistenza, svolgersi in un dialogo, an-
che conflittuale, tra generazioni diverse e lontane, che pos-
sono a loro volta cercare nuove modalità e nuove forme di
manifestazione di sé.
Nei termini più generali si può dire che nella letteratu-
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4 Prima lezione di letteratura italiana
ra rientrino tutte le forme culturali che assume una lingua,
in cui si riconosce la continuità di una comunità, la sua
persistenza, il suo sviluppo storico, la memoria delle espe-
rienze determinanti di un insieme sociale, l’articolarsi dei
modi di percepire il mondo, l’espressione degli affetti, dei
sentimenti, dei contrasti che vi hanno luogo (con l’evolu-
zione, l’arricchimento della stessa lingua, i suoi contatti
con lingue diverse). Solo l’avvento delle tecnologie della
comunicazione (a partire dal secondo Ottocento) ha co-
minciato a ridurre il rilievo di queste funzioni della lette-
ratura, facendo sorgere forme e codici di tipo del tutto
nuovo, molti dei quali non hanno però potuto fare a me-
no di appoggiarsi sulla letteratura, di assumere comunque
la letteratura dentro di sé.
Come partecipi di una comunità nazionale il cui primo,
più immediato segno di riconoscimento è dato dalla lingua
che chiamiamo italiana, troviamo nella letteratura in lin-
gua italiana il più ampio e ricco deposito della coscienza
collettiva, il fittissimo insieme delle forme in cui essa si è
cercata, manifestata, espressa, esaltata, contestata, ecc. At-
traverso la storia e le opere della nostra letteratura vedia-
mo in atto il senso del nostro essere ‘divenuti’, la tradizio-
ne che ci ha costituito, la memoria delle esperienze di co-
loro che ci hanno preceduto, l’ambiente e il paesaggio che
si sono andati definendo nel tempo, l’articolarsi della no-
stra lingua in una molteplicità di forme e di possibilità, che
ancora agiscono sul suo stato presente. È del tutto natura-
le, quindi, che ogni individuo di lingua madre italiana o
che si senta partecipe del paese Italia, nell’avvicinarsi alla
letteratura, e tanto più nel porla come oggetto di studio,
consideri in primo luogo quella di lingua italiana; non è
nemmeno possibile un adeguato contatto con le letteratu-
re straniere senza aver acquisito una prima familiarità con
la letteratura nazionale, e specificamente con il suo spes-
sore linguistico. Il senso di appartenenza all’Italia, la co-
scienza italiana più libera e aperta al dialogo con il mon-
do, non può prescindere dalla considerazione di ciò che la
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1. L’Italia e la sua letteratura 5
letteratura è stata per l’Italia, del rilievo determinante che
essa ha avuto per l’affermazione della stessa identità italia-
na. E se oggi quell’identità viene messa in discussione dal
più becero particolarismo, dal più ottuso egoismo locali-
stico, tra rapacità economica e terrore del diverso, essa
può essere ritrovata e affermata con forza nel contatto con
l’intera storia della nostra letteratura, con l’ampiezza del
suo sguardo sul mondo e la forza dei suoi grandi scrittori.
La questione del rapporto tra letteratura e identità ita-
liana è d’altra parte all’ordine del giorno: molto diffusa,
ormai con un carattere di luogo comune, è l’asserzione se-
condo cui per un grande tratto della storia italiana la man-
canza di uno Stato unitario sia stata a lungo supplita dalla
letteratura. Non potendo riconoscersi in uno Stato cen-
tralizzato, frantumata tra Stati diversi e sotto il dominio
straniero, l’Italia avrebbe trovato una sua ideale unità en-
tro la comunità dei letterati, partecipi di un valore comu-
ne affidato proprio alla lingua e alla letteratura, e più spe-
cificamente ad una lingua letteraria capace di imporsi ege-
monicamente sui diversi centri della penisola. Momento
effettivamente ‘fondante’ di questa unità tutta letteraria
andrebbe riconosciuto nel primo Cinquecento, nel perio-
do più turbinoso delle guerre d’Italia, quando gli Stati ita-
liani perdevano la loro autonomia e il paese finiva sotto il
controllo straniero: proprio allora, in una cultura animata
da un fortissimo impegno modellizzante, volta a costruire,
in un originale dialogo con l’antico, nuove forme e generi
‘moderni’, l’elaborazione teorica di Pietro Bembo avreb-
be consegnato agli scrittori italiani un modello di lingua
capace di circolare come elegante e raffinato strumento di
comunicazione in tutti i centri della penisola, al di là del
suo stato di frantumazione. Sarebbe cresciuta così un’Ita-
lia dei letterati, come una sorta di paese immaginario: in
questa Italia gli scrittori potevano sentirsi membri di una
comunità separata, sulla base di valori linguistici, formali
e ideologici sostanzialmente condivisi, entro la quale si so-
spendeva e cancellava la reale e dolorosa disgregazione po-