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DONATELLA DELLA PORTA HERBERT REITER
Polizia e protesta
L’ordine pubblico
dalla Liberazione ai «no global»
IL MULINO
ISBN 88-15-09369-9
Copyright © 2003 by Società editrice il Mulino, Bologna. Tutti i
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Indice
I. Il controllo dell’ordine pubblico: una in
troduzione p. 11
1. Perché la polizia, perché l’ordine pubblico 11
2. Cosa spiega le strategie di ordine pubblico 18
3. Le fonti della ricerca e la struttura del volume 41
II. La riorganizzazione della polizia dopo il
crollo del regime fascista 47
1. Delegittimazione e disorientamento 50
2. Riforma o riorganizzazione: quale polizia per
l’Italia liberata? 58
3. Verso il vecchio modello di una «polizia mo
derna» 72
4. La riorganizzazione della polizia: una conclu
sione 88
III. Lo «scelbismo»: un modello di polizia per
la guerra fredda interna 91
1. Le strategie per il mantenimento dell’ordine
pubblico: tra coercizione e «prevenzione re
pressiva» 96
2. I fattori esterni 108
3. I fattori interni 125
4. Lo «scelbismo»: una conclusione 143
IV. L’ordine pubblico e il centrosinistra: con
traddizioni interne e riformismo debole 145
1. Una «nuova politica dell’ordine pubblico»? 149
2. Il riformismo del centrosinistra e i poteri di
polizia 163
5
Indice
3. Le riforme all’interno della polizia
4. L’ordine pubblico e il centrosinistra: una con
clusione
V. Ciclo di protesta ed «escalation»
1. Ordine pubblico e ciclo di protesta
2. Prevenzione tra persuasione e intimidazione
3. Governo, ordine pubblico e polizia durante il
ciclo di protesta
4. La sinistra, la protesta e i diritti civili
5. La polizia senza riforma
6. Ordine pubblico e nuovi movimenti: una con
clusione
VI. Gli anni Settanta: tra domande di riforma
e spirali di violenza
1. Le strategie di ordine pubblico negli anni di
piombo
2. Emergenza e domanda di ordine pubblico
3. Spirali di violenza
4. Il movimento per la riforma della polizia
5. Ordine pubblico ed emergenza: una conclusione
VII. «Soft policing»: gli anni della moderazione
1. Uso della forza e ordine pubblico: le strategie
di «de-escalation» selettiva
2. Strategie negoziate: la mediazione
3. Informazioni e controllo
4. Una riforma incompiuta
5. Il sapere della polizia: «buoni» e «cattivi» di
mostranti
6. De-polarizzazione politica e «de-escalation»
7. Nuovo modello e selettività: una conclusione
Vili. L’evoluzione nelle strategie di controllo
dell’ordine pubblico nel nuovo millennio
1. Le strategie di controllo della protesta: verso
una «de-escalation»?
6
Ìndice
>. 182 2. Ordine pubblico e fattori esterni: i fallimenti
della politica p. 350
196 3. I fattori interni: una riforma incompiuta 355
199 Fonti e abbreviazioni 367
201
213 Riferimenti bibliografici 371
219
Indice dei nomi 393
222
228
237
241
248
257
265
268
285
287
291
301
306
308
320
333
337
339
343
7
Ringraziamenti
Il volume riporta i risultati di un lungo percorso di ricerca, le
cui diverse fasi sono state finanziate dalla Harry Frank Guggenheim
Foundation, dall’istituto universitario europeo, dal Consiglio na
zionale delle ricerche e dal ministero per l’Università e la ricerca
scientifica. Primi risultati sono stati presentati, tra l’altro, alla con
ferenza su The Policing of Mass Demonstrations in Contemporary
Democracies, che abbiamo organizzato grazie al sostegno del Robert
Schuman Centre dell’istituto universitario europeo di Firenze e
del suo direttore Yves Mény. Inoltre, abbiamo avuto l’opportunità
di discutere del nostro lavoro ad incontri e conferenze presso la
Witwatersrand University in Sudafrica, l’Institut des Hautes Etudes
de la Sécurité Interieure di Parigi, il Zentrum für Interdisziplinäre
Forschung di Bielefeld (Germania), il ministero degli Interni in
Belgio, la Cornell University negli Stati Uniti. Siamo grati per i loro
consigli e stimoli ai colleghi presenti a questi incontri - tra gli altri,
John McCarthy, Clark McPhail, Oscar Jaime-Jimenez, Peter
Katzenstein, Bert Klandermans, Hanspeter Kriesi, Tom Lodge,
Gary T. Marx, Johan Olivier, Robert Reiner, Sidney Tarrow, Charles
Tilly, Gilda Zwerman. Molte delle nostre idee sono nate nel corso
di una lunga collaborazione ad un’analisi comparata dell’ordine
pubblico in Europa con Rocco De Biasi, Olivier Fillieule, Fabien
Jobard, Martin Winter e Dominique Wisler. Alessandro Pizzorno
ha ispirato molte parti del nostro lavoro. In vari momenti, ci hanno
aiutato nella raccolta dei dati Manuela Caiani, Filippo Legnaioli,
Silvia Mariani, Luciana Storioni e Carlo Tognozzi. Ringraziamo
anche i funzionari dell’Archivio centrale dello stato di Roma e
dell’Archivio di stato di Firenze, in particolare il dott. Lamioni. Le
conversazioni con attivisti di movimenti politici e funzionari e
agenti di polizia sono state preziose per la comprensione delle
vicende, spesso drammatiche, di cui ci siamo occupati. A loro
siamo grati per il loro tempo e la loro fiducia.
D. della Porta, H. Reiter
9
CAPITOLO PRIMO
Il controllo dell’ordine pubblico:
una introduzione
1. Perché la polizia, perché l’ordine pubblico
Nei regimi autoritari l’unico criterio per la valutazione
dei corpi di sicurezza interna è la loro efficacia; nei sistemi
democratici, invece, il principale indicatore del successo
democratico non solo dell’istituzione della polizia, ma di
tutto lo stato è la capacità di conciliare il rispetto delle
libertà e dei diritti individuali con la protezione della sicu
rezza e dell’ordine pubblico. Alcuni problemi inerenti alla
istituzione della polizia - non del tutto risolti né dall’avven
to dello stato di diritto, né dallo sviluppo della democrazia
moderna - riguardano la delicata relazione tra potere e
diritto. La polizia, infatti, condivide con il legislatore e con
la magistratura la funzione di proteggere l’ordine attraverso
la pacificazione, o almeno la canalizzazione, dei conflitti,
ma le sue competenze sembrano più direttamente espres
sione del potere «puro» dello stato e il suo modo di eserci
tarle un residuo del vecchio «stato di polizia». Il fatto che la
polizia concentri nella sua organizzazione e nelle sue azioni
funzioni di pianificazione, decisione ed esecuzione nei fatti
sfida i principi della divisione dei poteri, oltre che del lavo
ro, fra le istituzioni [Denninger 1978, 107].
Esiste perciò nella funzione della polizia, anche in uno
stato democratico, una tensione oggettiva tra il potere e il
diritto, tra l’intervento rapido e efficace, che travolge resi
stenze e ostacoli, e il dovere di rispettare pienamente i
vincoli giuridici, soprattutto i diritti di tutti i cittadini. La
consapevolezza dell’importanza di un equilibrio tra esigen
ze dell’ordine pubblico e libertà dei cittadini non è certo
recente. Già Platone affermò che è quasi impossibile trova
re un protettore dell’ordine conforme al suo concetto idea-
11