Table Of ContentPOESIA E RELIGIONE IN GRECIA
STUDI IN ONORE
DI G. AURELIO PRIVITERA
acura di
Maria Cannatà Fera e Simonetta Grandolini
I
EIA)
Edizioni Scientifiche Italiane
Comitato promotore
Paola Angeli Bernardini Nicoletta Natalucci
Anthos Ardizzoni { Hans-Joachim Newiger
Francesco Benedetti Franca Perusino
Claude Calame Ubaldo Pizzani
Maria Cannatá Fera Egert Póhlmann
Giovanni Cerri Carlo Prato
Giovan Battista D'Alessio Roberto Pretagostini
Bruno Gentili Luigi Enrico Rossi
Simonetta Grandolini Charles Segal
Pietro Janni Gregorio Serrao
Donato Loscalzo Francesco Sisti
Herwig Maehler Massimo Vetta
Agostino Masaracchia Malcom Willcock
Carles Miralles Bernhard Zimmermann
La stampa è stata realizzata con il contributo dell’Università degli Studi di
Messina e con un finanziamento MURST 1997.
Redazione
Francesca Foti, Antonio Ponzio, Giuseppe Ucciardello
CANNATA FERA, Maria e GRANDOLINI, Simonetta (a cura dí)
Poesia e religione in Grecia. Studi in onore di G. Aurelio Privitera
Collana: Pubblicazioni dell'Università degli Studi di Perugia
Napoli: Edizioni Scientifiche Italiane, 2000
pp. XVIII+366; cm. 24
ISBN 88-495-0041-6
© 2000 by Università degli Studi di Perugia
I diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale
e con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche)
sono riservati per tutti i Paesi
SOMMARIO DEL VOLUME PRIMO
Premessa
Tabula gratulatoria XII
Pubblicazioni
F.R. Adrados, Homero y las lenguas poéticas
de Grecia como vía hacia la unidad del Griego
V. Andò, L'Omero di Hannah Arendt
P. Angeli Bernardini, Epinici e iscrizioni agonistiche:
un percorso da ricostruire
M. Arco Magrì, La ‘citazione’ metochitea di Pindaro
G. Avezzù, La ‘ninna-nanna’ di Filottete
(Sofocle, Filottete 827-864)
G. Basta Donzelli, Euripide tra commedia e tragedia
L. Belloni, ‘Ipponatte’ poeta vagante (Callim. Za. 1, fr. 191 Pf.)
F. Benedetti, L'invocazione ad Ermete e Atena
nel Filottete di Sofocle
M.G. Bonanno, Saffo 1, 19 s. Voigt: ὦ ψάπφίοι)
F. Bossi, A proposito di recenti traduzioni
archilochee (1993-1994)
C. Brillante, Il messaggio del poeta nel finale
della Pitica seconda di Pirrdaro 101
G. Burzacchini, I passeri di Afrodite 119
C. Calame, La distruzione di Mileto: nascita della tragedia
e della storia 125
L. Canfora, Τελετή, non τελευτὴ 137
M. Cannatà Fera, Il canto delle Muse e il canto del poeta
(Pind. Nem. 5, 22-31) 141
M. Cantilena, Xoai e preghiera di Elektra (Aesch. Cho. 84-163) 149
C. Carey, The Panegyrist's persona 165
A. Carlini, Ancora sul frammento 68 N° di Furipide: Bellerofonte
o Alcmeone a Psofide? 179
E. Cavallini, Dee e profetesse nella poesia di Ibico 185
M.S. Celentano, L'efficacia della brevità: aspetti pragmatici,
retorici, letterari 199
G. Cerri, Il poema di Empedocle Sulla natura
ed un rituale siceliota 205
V. Citti, Alcune riflessioni sulla religione classica 213
A. Colonna ἡ, La maledizione di Aiace: una presunta interpolazione
223
A.-T. Cozzoli, Callimaco, fr. 282 Pf. (=109 Hollis) 225
G.B. D'Alessio, "Tra gli dèi ad Apollo, e tra gli uomini
ad Echecrate". P. Louvre E 7734+7733 (Pind. fr.
dub. 333 S.-M.) 233
G. Dareggi, Una testimonianza sofoclea sul culto di Cibele
ad Atene: la Gran Madre fra tempo mitico e attualità
‘politica’ 263
E. Degani, θῦμος vel θύμος = τὸ poprov? 273
G. D'Ippolito, Nell'/liade il primo esempio di mimesi eclettica
(Dion, Hal. De îmitat. 1, 1-5 Aujac e fr. VI° Us.-Rad.) 279
M. Di Marco, Metbe in un epigramma incerti auctoris
dell’Antbologia Palatina (9, 752): Asclepiade
o Antipatro di Tessalonica? 289
M. Fantuzzi, I ‘prosodiaci’ di Dion. Hal. Comp. verb. 4, 3 305
F. Ferrari, Minima pindarica 1 311
B. Gentili, Ecdotica e critica dei testi classici 321
D.E. Gerber, Archilochus fr. 44 West 331
P. Giannini, Eros e primavera nel fr. 286 Davies di Ibico 335
M. Gigante, Sul testo della Vita Platonis laerziana 345
A. Gostoli, ‘Omero’, Marg. fr. 1 West 347
S. Grandolini, Forme rituali e coscienza religiosa nel tiaso di Saffo 353
PREMESSA
Un severo grecista. Così più di una volta ho sentito definire Privitera, ma
chiunque abbia la fortuna di frequentarlo rimane piacevolmente sorpreso nello
scoprire come quella compostezza più mitteleuropea che mediterranea celi una
umanità profonda.
Siciliano di origine (Mineo, 30 luglio 1928), quando approdò a Messina
come assistente di Letteratura greca nel 1964, chiamato da Anthos Ardizzoni suo
professore di latino e greco nel Liceo ‘Tasso’ di Roma, egli aveva alle spalle una
esperienza non comune: dopo la laurea conseguita a Roma discutendo con
Gennaro Perrotta una tesi sui Persiani di Timoteo (1951), un argomento che
avrebbe segnato le scelte culturali di tutta la sua vita, aveva trascorso quattro
semestri presso l’Università di Colonia (1954-56); ritornato in Italia, insegna nei
Licei come vincitore di concorso (1959-61); di nuovo all’estero come addetto
all'Istituto di cultura dell'Aja (1961), infine docente per tre anni di Lingua e
letteratura italiana all’Università di Nimega (1962-64). L'esperienza con l’italianistica
aveva lasciato il segno sulla sua formazione, innestando la linfa vitale di
metodologie critiche d'avanguardia su una base solidissima di Altertums-
wissenschaft: negli anni sessanta Privitera parlava della lirica greca, ed in genere
della letteratura arcaica e classica, con una freschezza di linguaggio e con una
strumentazione critica la cui novità spiccava nel panorama degli studi classici;
un approccio attento alle strutture formali dell'opera letteraria, che comunque
era indagata nel suo contesto storico e archeologico, con particolare indugio
sulla dinamica evolutiva del lessico poetico. L'interpretazione delle odi saffiche
fu per chi seguiva le sue lezioni a Messina un’occasione memorabile, una di
quelle occasioni che determinano una scelta di vita. Tanto più che nella lezione
Privitera portava tutto se stesso, utilizzando qualunque mezzo, fonico e gestuale,
per far diventare un testo vivo, drammatico: indimenticabile la sua lettura delle
Rane di Aristofane. E la forza oratoria rimane uno dei tratti che lo caratterizzano,
capace di catturare anche ascoltatori non specialisti; una ἐνάργεια che sorregge
la sua conversazione quotidiana, sempre fitta di ricordi, di aneddoti, di descri-
zioni di luoghi e di personaggi.
Nel 1967 egli consegue la libera docenza e ricopre nell’Università di Mes-
sina gli incarichi di Papirologia (1968-70), Filologia greca e latina (1970-72),
Letteratura greca (1972-75); di Letteratura greca diventa titolare nell’anno 1975.
Nel 1980-81 il trasferimento a Perugia, dove Privitera ritrova colleghi illustri con