Table Of ContentCLASSICI DELLA FILOSOFIA
IX
FRIEDRICH W. J. SCHELLING
LETTERE FILOSOFICHE
SU DOMMATISMO E CRITICISMO
NUOVA DEDUZIONE
DEL DIRITTO NATURALE
SA N SONI FIRENZE
Titoli originali :
Philosophische Briefe iiber Dogmatismi^ und Krilizismus
Neue Deduktìon des Naturrechts
Prima traduzione italiana, introduzione e note
a cura di Giuseppe Semerari
Proprietà letteraria
SZampato in Italia
INDICE
Introduzione di Giuseppe Semerari Pag- ix
LETTERE FILOSOFICHE
SU DOMMATISMO E CRITICISMO
Premessa . . . . Pag- 3
Prima lettera . . » 5
Seconda lettera » 15
Terza lettera . . » 21
Quarta lettera . » 27
Quinta lettera . » 33
Sesta lettera . . » 45
Settima lettera . » 55
Ottava lettera . » 61
Nona lettera . . » 77
Decima lettera . » 91
NUOVA DEDUZIONE
DEL DIRITTO NATURALE
1. Deduzione della scienza del diritto in generale
e del suo supremo principio pag. 105
2. Analisi del supremo principio e deduzione dei
diritti originari » 129
INTRODUZIONE
Da Berna, la vigìlia di Natale del 1794, Hegel indi
rizzava a Schelling una lettera, chiedendogli, fra l'altro,
notizfe su quello che avveniva a Tnbinga, dove avevano in
sieme studiato e dove Schelling ancora risiedeva. Schelling
rispondeva il 6 gennaio 1794: «...Vuoi hi sapere come
vanno da noi le cose? Buon Dio, è avvenuto un dissecca
mento ( avyjiot; ) che presto farà rispuntare la vecchia erbac
cia. Chi riuscirà a sarchiarla? Noi tutto aspettavamo dalla
filosofia e credevamo che la scossa, eh*essa aveva provocata
persino negli spiriti di Tnbinga, non si sarebbe esaurita
tanto presto. Purtroppo la cosa sta proprio così! Lo spi
rito filosofico ha qui già raggiunto il suo meridiano —
forse per un po' gira in alto, per poi tramontare con moto
accelerato... »x. — La filosofia, dalla quale lo Schelling
tutto aveva sperato, era il criticismo kantiano andato a
impantanarsi nelle secche del do m mutismo di Tnbinga.
A. Tnbinga aveva sede un seminario con un importante
centro di studi teologici. Mentre altrove la Critica del Kant
aveva suscitato fierissime opposizioni in campo ortodosso.
1 Briefe voti tmd an Hegel, herausgegeben von J. Hoffmeister, 1 Bd.,
Hamburg, 1952, p. 13.
XI
INTRODUZIONE
specialmente dopo Papparizione del libro Die Religion
inncrhalb dei Grenzen dei blossen Vernunft, la rea
zione dei teologi di Tubinga si svolgeva in tono più mode
rato. Così il teologo G. Ch. Storr, col quale lo Schelling
il 179 j ebbe a discutere la dissertazione De Marcione
paullinarum epistularum emendatore, mentre identifi
cava la dommatica con la teologia neotestamentarìa, si
dava nel contempo a ricercare nuovi fondamenti alla dom
matica e si serviva a questo fine della Critica kantiana,
tanto che Kant stesso, scrivendo la prefazione alla II edi
zione di Die Religion, citava con qualche simpatia le
Adnotationes quaedam theologicae dello Storr. Dal
suo canto, l'altro teologo, Ch. Frid. Schnurrer, al quale
Schelling aveva il 1792 presentata la tesi di ammissione
al magistero di filosofia, pur non uscendo dall'ambito di
un'erudizione storico-esegetica affatto sprovveduta di impe
gno critico, ostentava, nell'amministrazione del seminario,
una certa tolleranza, che era la prova più efficace di quanto
le nuove idee fossero vittoriosamente penetrate nella stessa
cittadella dei difensori dell'ortodossia.
Ma proprio per questa formale indulgenza verso le idee
e il metodo del Kant, proprio per questa contaminazione
delle ragioni criticistiche con l'esigenza acritiche della dom
matica, il tentativo dei teologi di Tubinga riusciva, a lungo
andare, molto più pericoloso di una qualsivoglia lotta aperta
e senza reticenze■ sì questa situazione equivoca e abbastanza
compromettente per uno sviluppo coerente del criticismo si
riferiva lo Schelling quando, nella lettera all'amico Fiegei,
XII
INTRODUZIONE
diceva: «... hanno estratti alcuni ingredienti del sistema
kantiano (dalla superficie, s'intende'), dai quali ora tam-
quam ex machina vengono fabbricati su quemcumque
locum theologicum brodi filosofici così ristretti che la
teologia, la quale già cominciava a intiSichire, si avanzerà
subito più sana e più forte che mai. Tutti i possibili dommi
sono ora già bollati a postulati della ragion pratica, e dove
dimostrazioni teoretico-storiche non bastano mai, là la ra
gione pratica (di Ttibinga) taglia a pe^gj 1 nodi. £ tm pia
cere vedere il trionfo di questi eroi filosofici... Al giovane
Schelling la salvezza del criticismo dalle infiltrazioni dom-
matiche appariva strettamente congiunta con la rivendica
zione del principio di libertà. Il precoce filosofo, come tanti
giovani intellettuali tedeschi del tempo, assorbiva entusia
sticamente Teco suscitata nella vecchia Germania feudale e
luterana dalla Rivoluzione francese col connesso messaggio
di libertà politica e religiosa. Quali fossero i sentimenti
dello Schelling era provato dall ansia con la quale chiedeva
all'amico Hegel nella lettera del 6 gennaio: «... hai tu
letta la Zuruckforderung der Denkfreiheit von den
Fùrsten Europas? Se non l'hai letta, fattela venire da
Jena ». La Zuruckforderung era lo scritto con il quale
il nuovo astro della filosofia tedesca, il Fichte, prendeva
posizione a favore della libertà di pensiero contro i dispo
tismi europei, valorizzando in senso politico e culturale il
criticismo del Kant. E nella lettera del 21 luglio dello
1 op. cit., p. 14.
XIII
2
INTRODUZIONE
stesso anno, Schelling annnunciava a Hegel la morte del
principe Ludovico Eugenio di Wtìrtemberg e Cavvento al
trono del fratello Federico Eugenio di spiriti più liberali:
« Il dispotismo dei nostri omuncoli filosofici riceverà, come
spero, un grande colpo da questo cambiamento. E inconce
pibile quanto danno abbia procurato quel dispotismo mo
rale: se egli fosse vissuto ancora alcuni anni, avrebbe ab
bassata la libertà di pensiero nella nostra patria più pro
fondamente di quanto non sarebbe stato capace di fare un
dispotismo politico. Ignoranza, superstizione e fantasti
cheria avevano poco a poco presa la maschera della mora
lità e — ciò che era ancora più pericoloso — la maschera
dell Illuminismo.... Non si volevano filosofi e teologi dotti,
ma soltanto teologi e filosofi moralmente credenti, che ren
dono razionale ! irrazionale e dileggiano la storia... » \
Quando non ci fossero stati altri motivi, più intrinse
camente dottrinali, bastava questa solidarietà nella libertà
contro il dispotismo a spingere Schelling ad associare il cri
ticismo con !idealismo di Fichte e a maneggiarli assieme
contro il dommatismo, scoperto 0 mascherato che fosse. An
cora nella lettera del gennaio a Hegel, Schelling confessava:
«Io vivo e mi muovo presentemente nella filosofia.... La
filosofia non è ancora alla fine. Kant ha dato i risultati;
mancano ancora le premesse. E chi può intendere i risultati
senza le premesse?... Fichte, quando fu qui ! ultima volta,
diceva che si dovrebbe avere il genio di Socrate, per pene-
1 op. ci!.t p. 27.
XIV
INTRODUZIONE
trare nel pensiero di Kant. Questo io trovo ogni giorno più
vero.... Io sono fermamente persuaso che la vecchia supersti
zione non solo della religione positiva ma pure di quella
cosiddetta naturale è già combinata di nuovo, nella testa dei
più, con la lettera kantiana. È un piacere stare a vedere
come essi sanno trarre per il cordone la dimostrazione mo
rale. Prima che uno s'inganni, salta fuori il Deus ex ma
china — l'essere personale, individuale, che siede nell alto
dei cieli! — Fichte solleverà la filosofia a un'altezza tale
che la maggior parte degli attuali kantiani avrà le verti
gini.... Felice abbastanza se sono tra i primi a salutare
sulla terra della verità il nuovo eroe, Fichte! Benedetto
sia il grande uomo! Egli compirà l'opera! » x. Secondo
Schelling, il problema della filosofia, dopo Kant, si presen
tava duplice: da una parte, bisognava procedere a una sorta
di purificazione della filosofia — della filosofia critica, s'in
tende — dalle intrusioni della superstizione, dall'altra si
doveva procedere alla determinazione dei fondamenti del cri
ticismo. I due compiti Schelling vedeva unificati nell'opera
di Fichte, che pertanto veniva riconosciuto come l'unico, le
gittimo erede e continuatore della filosofia kantiana. Da
poco era venato alla luce l'esordio della fichtiana Grund-
lage zur gesamten Wissenschaftslehre. Schelling lo
aveva già letto e, dandone notizia a Piegei, gli diceva di
avervi trovata la verificazione delle proprie profezie. Di
quanto le sue convinzioni andassero d'accordo con le vedute
1 op. cit., pp. 14-15.
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