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MARCELLO CRAVERI
L'ERESIA Dagli gnostici a Lefebvre,
il lato oscuro del cristianesimo
ARNOLDO MONDADORI EDITORE
ISBN 88-04-39789-6 2996 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano I edizione
marzo 1996
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Marcello Craveri L'ERESIA Dagli gnostici a Lefebvre, il lato oscuro del
cristianesimo
Introduzione CHE COSA È L'ERESIA.
1. IL TRAVAGLIO DEI PRIMI SECOLI TRA GIUDAISMO E PAGANESIMO.
(SEC.III)
Le eresie giudaizzanti.
Lo gnosticismo.
Il modalismo.
Eresie disciplinari.
Il manicheismo.
DOCUMENTI.
1. Kérygma Pétrou.
2. L'eresia di Marcione.
3. Il Vangelo di Tommaso (dei basilidiani).
4. Il Vangelo di Filippo (dei valentiniani).
5. Il Gesù "diverso" dei carpocraziani.
6. Montano e le sue profetesse.
7. Accuse di Ippolito di Roma a papa Callisto.
8. Fantastiche invenzioni di Epifanio sul manicheismo.
II. LE ERESIE TRINITARIE E IL PROBLEMA DELLA SALVEZZA DURANTE
IL PERIODO BIZANTINO (SEC. IV-VIII).
Ario e l'arianesimo.
Il problema della salvezza.
Nestorio, Eutiche, Acacio.
La separazione delle due Chiese.
DOCUMENTI.
1. La morte di Ario secondo il racconto di sant'Atanasio.
2. Gli editti dell'imperatore Teodosio I.
3. La dottrina di Pelagio.
4. L'incarnazione secondo Nestorio.
5. Oriente e Occidente: oggi, come ieri.
III. LA CONTESTAZIONE ALLA CHIESA FEUDALE (SEC. VIII-XII).
La Chiesa dei barbari.
Prime reazioni contro la corruzione della Chiesa.
I patarini.
Rifiuto della Chiesa e dei suoi dogmi.
DOCUMENTI.
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1. Lettera di Claudio sul culto delle immagini.
2. La leggenda di Gerberto d'Aurillac.
3.I chierici di Orléans.
4. San Bernardo contro Pietro Abelardo.
5. Historia calamitatum mearum.
6. Morte di Arnaldo da Brescia.
IV. L'IDEALE DI UNA CHIESA DI PERFETTI NELL'ETÀ DEI COMUNI (SEC.
XII-XIII).
I catari egli albigesi.
Pauperisti e apocalittici.
La repressione violenta.
DOCUMENTI.
1. I catari di Périgueux (1147).
2. Il Vangelo dei bogo, III (Libro di Giovanni evangelista).
3. Durand de Huesca.
4. Gioacchino da Fiore.
5. Distruzione di Béziers (1209).
6. Appello dei consoli di Carcassonne a Onorio IV.
V. L'ATTESA DELL'ANTICRISTO E DEL REGNO DELLO SPIRITO SANTO
(SEC. XIII-XIV).
IL fanatismo dell'anno 1260.
Spirituali e beghini.
Un secolo di pianto e di vergogna.
DOCUMENTI.
1. Flagellanti, boscaioli e saccati.
2. Gerardo Segarelli.
3.I begardi e la setta del Libero Spirito.
4. La fine degli apostolici.
5. Processo ai templari.
6. I beghini di Lodève.
7. Il manuale dell'inquisitore.
8. I lollardi della diocesi di Lincoln.
9. Storia di fra Michele minorità.
VI. IL MITO DI UNA RELIGIONE A MISURA D'UOMO (SEC. XV).
La fratellanza hussita.
Nuovi moti penitenziali, pauperistici e apocalittici.
La scoperta della natura come "regnum hominis".
DOCUMENTI.
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1. Girolamo da Praga.
2. Gli articoli chiliastki di Tábor (1420).
3. Il processo a Giovanna d'Arco.
4. La falsa donazione di Costantino.
VII. FRANAMENTO DELL'UNITÀ CATTOLICA CON LA RIFORMA
PROTESTANTE (SEC. XV)
Erasmus posuit ova, Lutherus eduxit pullos.
Gli anabattisti.
Calvinisti, ugonotti, anglicani.
Evangelici, sociniani, antitrinitari e unitariani.
DOCUMENTI.
1. Erasmo: la pazzia dei teologi.
2. La corruzione della Chiesa di Roma.
3. Gli articoli degli anabattisti dì Munster (1533).
4. La conversione di Menno Simonsz.
5. La notte di san Bartolomeo.
6. Gli articoli della Chiesa di Rakow.
VIII. LA DIFFICILE LOTTA CONTRO L'OSCURANTISMO NELL'ETÀ DELLA
CONTRORIFORMA (SEC. XVI-XVII)
La Controriforma e i protestanti.
Dalla magia alla scienza.
Il non-conformismo nelle Chiese protestanti.
La lotta contro il gesuitismo.
DOCUMENTI.
1. Gli scopi e i risultati del Concilio di Trento.
2. Occorre celar le parti vergognose de le sacre figure.
3. Orrendo macello dei valdesi in Calabria.
4. Giordano Bruno: i mondi sono infiniti.
5. Dire che la terra gira è cosa pericolosa.
6. Abiuro la falsa opinione che il Sole sia centro del mondo.
7. Il processo di Anne Hutchinson dinanzi alla Corte generale di Boston.
8. La morale dei gesuiti.
9. Difesa della contemplazione quietista.
IX. IL MITO ILLUMINISTA DI UNA RELIGIONE RAZIONALE (SEC. XVII-
XVIII).
...e l'uomo creò Dio a sua immagine.
Umanitarismo e religione.
L'illuminismo in Europa.
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La massoneria.
2. Gli inganni dei sacerdoti
X. BORGHESIA E POPOLO DI FRONTE ALLA RELIGIONE NEL SECOLO
DEL PROGRESSO TECNOLOGICO (SEC.XIX).
Il dolore del secolo crudele.
Sinistra e destra hegeliana.
La questione sociale.
Positivismo, evoluzionismo, socialismo.
DOCUMENTI
1. l'illuminismo, morte della religione
2. Il nuovo cristianesimo sansimoniano
3. Le società segrete alleate di Satana
4. L'alienazione della religione
5. La perversa dottrina del comunismo
6. Le rivelazioni del libro di Mormon
7. Utilità della religione
XI. L'EROSIONE DEL CRISTIANESIMO CONVENZIONALE (SEC XX).
Americanismo e modernismo.
Demitizzazione ed esistenzialismo.
Contestazioni sociali ed etniche.
Teologia della rivoluzione.
La morte di Dio.
Verso la fine del secolo XX.
DOCUMENTI.
1. I Penitenti di Sangre de Cristos.
2. La crisi del cristianesimo.
3. Il dovere di ogni cristiano è di essere rivoluzionario.
4. La Jesus Revolution.
5. Lettera di monsignor Marcel Lefebvre.
BIBLIOGRAFIA.
INDICI.
INDICE DEI NOMI.
INDICE DEI DOCUMENTI.
indici
INDICE DEI CONCILI.
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Introduzione
CHE COSA E’ L’ERESIA
Il vocabolo greco háiresis nel linguaggio corrente significava semplicemente
"scelta": scelta di un oggetto piuttosto che di un altro, scelta di una strada da
seguire, scelta di un'opinione o di una dottrina diversa da un'altra. Con questa
ultima accezione, san Paolo è stato il primo a usare la parola "eresia" con
riferimento alle verità di fede del cristianesimo, nella Prima Lettera ai Corinzi:
"È necessario che vi siano anche delle eresie, affinché tra di voi si possano
riconoscere quelli che sono di virtù provata". È già evidente un giudizio
negativo:
eresie, cioè interpretazioni del messaggio cristiano differenti da quelle insegnate
da Paolo - che ritiene la propria dottrina l'unica esatta - e quindi da evitare.
Dopo san Paolo tutti gli scrittori ecclesiastici useranno questo termine con lo
stesso senso restrittivo: opinione, di un singolo o di una minoranza, discordante
dall'ortodossia.
In effetti, specialmente nei primi secoli, durante i quali la nuova religione si
veniva elaborando, la dottrina che si rivela ortodossa non è altro, essa stessa, che
il risultato di una scelta. A rigore, quindi, non si dovrebbe ancora parlare di
eresia ma di "eterodossia", cioè di una dottrina diversa - comunque all'interno
dell'idea cristiana - in concorrenza con quella di un altro gruppo di persone che
aveva modo di imporre la propria scelta. Già alla fine del secolo II, Clemente
Alessandrino riconosce ancora: "Di fronte alle confuse dispute per la definizione
dei dogmi, non si riesce a capire quale di questi rappresenti esattamente la
verità".
Costituitasi però la Chiesa come istituzione gerarchica, depositaria riconosciuta
del patrimonium fidei, l'eresia si configura come elemento disgregatore
dell'unità religiosa, in rottura con la disciplina L'eresia ecclesiale. Prevale perciò
il concetto che gli eretici non debbano soltanto essere evitati, ma puniti quali
traditori. "Fuori della Chiesa non c'è salvezza" scrive Origene non molti anni
dopo Clemente, e così definisce gli eretici: "Sono come Giuda: chiamano Gesù
"Rabbi" e lo baciano, ma per tradirlo".
All'inarca nello stesso tempo, l'apologista Tertulliano è del parere che, in
analogia alle vigenti leggi civili dell'impero romano - le quali riconoscono
legittimo proprietario di un terreno chi l'abbia coltivato
per almeno due anni consecutivi, negando a chiunque altro il diritto di
reclamarlo -, non si debba consentire agli eretici di esporre i propri argomenti,
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essendo ormai la Chiesa legittima proprietaria delle Sacre Scritture, mentre
l'eresia "è opera del demonio, uno dei tanti modi coi quali egli attacca la verità; è
una bestemmia, prossima all'idolatria, e conduce all'eterna dannazione".
Eppure, proprio in grazia dei poteri discrezionali della Chiesa, alcune dottrine,
sostenute con la certezza di essere nel vero proprio da Origene e da Tertulliano,
saranno a loro volta condannate come eretiche. Ciò dimostra che l'eresia non
dipende dall'intenzione di chi la professa (o del demonio che la suggerisce), ma
che la sua definizione come tale è soggetta all'incidenza negativa che essa può
avere in un determinato momento sull'orientamento della Chiesa ufficiale.
In genere, infatti, la letteratura ecclesiastica parlerà più spesso degli eretici che
delle eresie, riunendoli anche sotto denominazioni arbitrarie perché, più che la
natura dell'errore, preoccupa il danno che arrecano coloro che lo sostengono.
Nel secolo XIII, la Summa theologiae di Tommaso d'Aquino definirà l'eresia
"una forma 'infedeltà"
che corrompe la dottrina e porta turbamento alle anime dei fedeli.
Tommaso sostiene pertanto che gli eretici devono non solo essere scomunicati,
ma uccisi.
Si può concludere, dunque, che l'eresia si presenta, a giudizio degli eresiologi,
negativa sotto tre aspetti: dottrinale: in quanto misconosce e corrompe alcune
verità di fede; morale: in quanto travia i fedeli e li induce al peccato;
disciplinare: in quanto disubbidisce all'autorità della Chiesa.
Ma, in realtà, dal punto di vista dottrinale, la demarcazione tra ortodossia ed
eresia non è mai netta e precisa. Il canone neotestamentario offre una
molteplicità di confessioni. Esso è opera di uomini (san Paolo, i quattro
evangelisti, gli autori degli Atti degli Apostoli, dell'Apocalisse, delle Lettere
attribuite a Pietro, a Giacomo e a Giovanni) e ciascuno vi ha portato il contributo
della propria esperienza religiosa. Ciò che costituisce la ricchezza del
cristianesimo è la possibilità per ogni credente di trovare la soluzione che più
appaghi i suoi bisogni spirituali: il valore preminente dell'incarnazione ("Cristo
era un uomo come noi") o quello della risurrezione ("Cristo era un dio"); il
problema della salvezza, che può essere gratuita, per il riscatto operato da
Cristo, o conseguenza meritoria delle buone opere, quindi la scelta tra la fiducia
nel perdono per tutti o l'impegno della responsabilità personale; l'invito dei
Vangeli a non preoccuparsi per il domani e a vivere in povertà, o il perentorio
comando di san Paolo: "Chi non lavora non mangi"; infine l'affermazione che la
Chiesa è "ovunque siano due o tre uniti nel nome del Cristo" o l'investitura di
Pietro e la costituzione di una gerarchia sacerdotale al di sopra della massa dei
fedeli.
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L'eresia è normalmente l'accentuazione di uno o più di tali argomenti, con
prevalenza sul resto del messaggio. E la storia dimostra come ciò avvenga
sempre in un momento in cui la Chiesa, attraverso la scelta di una particolare
linea di condotta, mostra di trascurare quei contenuti stessi e di non adeguarsi ai
bisogni spirituali dei credenti.
Perciò, anche dal punto di vista morale, l'eresia non deve essere sempre
condannata: vuol essere di monito alla Chiesa per ricondurla ai suoi retti doveri.
Vi è quindi una sorta di equilibrio di compensazione tra l'ortodossia e l'eresia. È
successo che talune dottrine, accolte in certi tempi come perfettamente
ortodosse, siano state, in altri, rifiutate come eretiche. Questo è il caso, per
esempio, della dottrina della grazia di sant'Agostino, la quale verrà scomunicata
quando la sosterranno i giansenisti, perché si presenterà con intenzioni critiche
alla pretesa della Chiesa di farsi arbitra esclusiva del giudizio di salvezza o di
condanna dei fedeli.
Altre volte vennero contemporaneamente considerate eretiche alcune dottrine e
ortodosse altre che avevano identico contenuto. Per esempio, nel Trecento,
l'usus pauper, praticato dagli eretici spirituali e dai fraticelli, che le masse
popolari adoravano come santi, diversamente dalla povertà degli ordini
mendicanti. Il motivo è che i primi, con la loro condotta, rinfacciavano alla
Chiesa la corruzione mondana e l'eccessivo arricchimento, scandaloso in un
periodo di grande miseria generale, mentre i secondi predicavano la
rassegnazione alla povertà, ma restavano sottomessi all'autorità ecclesiale e da
essa ottenevano la concessione di possedere beni patrimoniali.
Bisogna seguire la storia dell'ortodossia, con i compromessi, i condizionamenti e
le mediazioni a cui la Chiesa è dovuta addivenire L'eresia nel corso dei secoli
per assicurare l'autonomia del proprio magistero, se si vuole avere in controluce
anche la storia dell'eresia.
Si può obiettare che gli eretici hanno dimostrato di non capire le esigenze di
un'evoluzione dell'ortodossia e di una graduale secolarizzazione della Chiesa, in
quanto anche organismo economico e politico, conservando essi
un'anacronistica concezione di un cristianesimo puro come alle origini. Ma, in
ogni caso, è stata sempre un'istanza religiosa che ha generato l'urto con la
struttura e ha portato a metterla sotto processo. In questa battaglia gli eretici si
sono presentati spesso come i paladini di minoranze di fedeli, talvolta anche
assai numerose, le quali avevano l'impressione che la Chiesa avesse smarrito il
senso della fratellanza, della difesa degli umili, della povertà e della purezza di
costumi indicato dai Vangeli. La grande diffusione dei catari, nei secoli XII e
XIII, non fu dovuta alla loro dottrina teologica, ma all'esempio che essi davano
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di vera fratellanza
e di rigorosa moralità.
Da un punto di vista giuridico, l'abuso imperdonabile della Chiesa è stato quello
di confondere ciò che poteva essere ritenuto un "errore" di interpretazione
religiosa con un "reato", e di punire l'eresia come tale. Le scomuniche, le
persecuzioni, le torture, i roghi, le stragi di intere popolazioni (come gli albigesi
e i valdesi),
con cui l'inquisizione ha infierito per secoli, senza contare gli ancora più
numerosi "dissidenti" giustiziati in base a una generica accusa di magia e di
stregoneria - accomunate nel concetto di eresia - non si spiegano soltanto come
conseguenza di un drammatico conflitto tra autoritarismo e libertà di pensiero:
sono anche il risultato
di un'incomprensione da parte della Chiesa di quelle nuove esigenze spirituali,
maturate col progresso della società, che gli eretici difendevano.
Gli inquisitori hanno sempre accusato gli eresiarchi, cioè i promotori di eresie,
di essere motivo di turbamento del gregge dei fedeli e di incitamento alla
disubbidienza. In realtà essi erano i portavoce di un disagio diffuso tra gli stessi
fedeli per il diverso concetto che questi avevano della funzione della religione,
rispetto a quello della Chiesa, e per la delusione di non vedere esaudite le loro
aspettative.
L'eresia è quindi, quasi sempre, un fatto sociologico collettivo: il
rispecchiamento di un'evoluzione a cui la Chiesa rifiuta di adeguarsi,
persistendo nel riferirsi a un'assurda antropologia che considera la natura
umana identica e immutabile - così come è stata creata da Dio - diversamente
dalla scienza che dimostra un continuo variare Che cosa è 'eresia del
comportamento umano a seconda dei nuovi rapporti che l'assetto della società
impone.
Sono questi, in definitiva, gli elementi costanti e comuni a ogni eresia. Elementi
che permettono di tracciarne una storia seguendo un filo conduttore, e non di
farne un semplice catalogo di errori, o di presunti errori, uno differente
dall'altro.