Table Of Content,
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LE CORBUSIER
Gabriella Lo Ricco
SOMMARIO
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La formazione: radici duplici
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“L’Esprit Nouveau”
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Puncti
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Quadro cronologico
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Bibliografia
In copertina: Nella pagina a fianco: Qui sopra:
cappella Alta corte Donna con tavolino
Notre-Dame-du-Haut (1951-1955), e ferro di cavallo
(1950-1955), ingresso; (1928).
particolare; Chandigarh (India).
Ronchamp
(Francia).
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LA FORMAZIONE:
RADICI DUPLICI
A sinistra:
cassa di orologio
incisa
(1906).
È il 6 ottobre 1887 e
cipale per imparare il mestiere austero e
minuzioso dell’incisore di casse di orologi
a La Chaux-de-Fonds,
rientra in una tradizione familiare. Qui
Jeanneret conosce Charles L’Eplattenier,
una città situata a mille
insegnante di “Dessin et composition déco-
rative”, che svolge un ruolo determinante
metri di altitudine
nell’indirizzare la sua formazione.
Sotto un profilo professionale L’Eplat-
tra le montagne del
tenier constata che il lavoro di incisore
non è adatto a Jeanneret a causa dei suoi
Giura svizzero e
problemi di vista: gli consiglia di dedicarsi
all’architettura.
nota per essere un
Inoltre L’Eplattenier intuisce che la sfi-
da del tempo cui i suoi studenti dovranno
centro dell’industria
rispondere è quella di coniugare la qualità
dei prodotti con la quantità perseguita
dell’orologeria, nasce
attraverso la riproducibilità tecnica. In
effetti la produzione di massa provenien-
Charles-Édouard
Nella pagina a fianco: te da Germania e Francia crea una seria
un ritratto concorrenza agli oggetti d’uso prodotti
Jeanneret.
di Charles-Édouard in modo artigianale: anche l’orologeria
Jeanneret noto, tende verso l’industrializzazione con la
dal 1920, I Jeanneret sono da più generazioni produzione degli orologi da polso. All’in-
con lo pseudonimo decoratori di orologi, quindi l’iscrizione terno di tale cornice, l’insegnamento di
Le Corbusier. nel 1904 di Edouard all’École d’Art muni- L’Eplattenier non è imperniato solo su un
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piano tecnico o pratico, ma comprende
tutta una serie di studi improntati su una
concezione spiritualistica della natura,
sugli insegnamenti di John Ruskin e su
una visione idealistica del mondo. I testi
di Henry Provensal e di Edouard Schuré,
per esempio, orientano Jeanneret verso
una concezione per cui compito dell’arte
è l’espressione di forze spirituali trasmis-
sibili attraverso rapporti armonici formali
e attraverso la numerologia pitagorica.
Tra il 1907 e il 1911 il giovane Jeanneret
compie una serie di viaggi.
Austria, Francia, Germania, Turchia,
Grecia, Paesi Balcanici, Italia costitui-
scono le principali tappe di una serie di
esperienze che gli consentono di amplia-
re i confini della sua conoscenza legata
all’ambiente ristretto della sua città natale.
Nel 1907 è a Vienna. Incontra nume-
Qui sopra: rosi artisti viennesi, tra cui Koloman
John Ruskin, Moser e Klimt, ed è in contatto con Jo-
The Seven Lamps seph Hoffmann che sta mettendo a punto
of Architecture, un’estetica che si basa sulla depurazione
Londra 1849. progressiva del linguaggio e della forma.
Da Vienna si sposta a Parigi dove lavo-
A destra: ra presso lo studio di Auguste e Gustave
Henry Provensal, Perret: l’Entreprise Générale de Travaux
L’art de demain, Publics & Particuliers Perret Frères. Con-
la copia siderati i più eminenti promotori di quel
di Le Corbusier. nuovo materiale da costruzione chiamato
“cemento armato”, i fratelli Perret sono
Qui sotto, nel frattempo impegnati nella costruzione
da sinistra: del Garage Ponthieu: un edificio che, in un
Friedrich Nietzsche, momento di massima espansione dell’Art
Ainsi parlait Nouveau, manifesta chiaramente e in con-
Zarathoustra, trotendenza il prevalere del tema della
la copia costruzione rispetto ai motivi stilistici.
di Le Corbusier.
Ernst Renan,
Vie de Jésus,
la copia
di Le Corbusier.
Le immagini relative
alle tre copie
di Le Corbusier sono tratte
da P. V. Turner,
La formazione
di Le Corbusier. Idealismo
e movimento
moderno,
a cura di M. A. Crippa,
Milano 2001.
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Auguste L’interazione con Auguste Perret segna 40 anni per realizzare ciò che di grande
e Gustave Perret, un’importante tappa nella formazione del intuisco sul mio orizzonte ancora liscio.
Garage Ponthieu giovane Jeanneret: la comprensione che [….] La mia concezione dell’architettura
(1906-1907); l’impiego del cemento armato permette è abbozzata nelle grandi linee che fino ad
Parigi. la creazione di nuovi ritmi, sia in pianta ora solo le mie deboli risorse mi hanno
che in alzato, e di ambienti spazialmente permesso di raggiungere. Arrivato a Parigi
A destra, moderni. avvertii in me un vuoto immenso e mi
l’ingresso. A ventun anni, il giovane Jeanneret scri- dissi: “Poveraccio! Non sai ancora niente
ve al suo maestro di Chaux-de-Fonds: «È e, ahimè, non sai quello che non sai”. Fu
In basso, inutile dirvi che la mia vita non è una questa la mia grande angoscia. […] Le
una veduta dell’interno. burla, ma fatta di lavoro intenso, neces- sferzate furono in seguito rappresentate
sario: infatti, dall’incisore che ero, per per me dai Perret. Queste vigorose per-
Questa immagine diventare un architetto con l’idea che mi sonalità mi corressero: mi dissero con le
è tratta sono fatto di questo mestiere, occorre fare loro opere e, talvolta nelle discussioni:
da G. Fanelli, un passo immenso. […] Ho davanti a me “Lei non sa niente”».
R. Gargiani,
Auguste Perret,
Roma-Bari 1994.
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Nel 1910, incaricato da L’Eplattenier di Tessenow riesce a far vivere tradizioni
svolgere una ricerca sulle arti decorative antiche riducendole a una scheletrica
tedesche, Jeanneret è in Germania. A Mo- essenza.
naco di Baviera conosce Theodor Fischer, Accanto agli aspetti culturalmente più
architetto che lo mette in contatto con avanzati del tempo, accanto alla conoscen-
le principali personalità del Deutscher za della cultura tedesca d’inizio del secolo,
Werkbund, quell’associazione tra politici, accanto alla comprensione di quali siano
industriali e architetti che, a partire dalla le questioni che il proprio tempo richie-
Germania, sta segnando lo sviluppo delle de all’architetto, l’attenzione del giovane
arti applicate e dell’architettura europee. Jeanneret è rapita da alcuni “incontri” di
Inserita in tale cornice, l’esperienza per natura molto diversa, frutto di un lungo
un breve periodo presso lo studio di Peter viaggio volto alla scoperta delle radici del-
Behrens gli permette di comprendere cosa la cultura mediterranea.
implichi per un architetto essere al cen- Nel 1911, in compagnia del suo amico
tro dei problemi architettonici, culturali, August Klipstein, Jeannert lascia Berlino
produttivi e politici di un’epoca. Il lavoro e intraprende un viaggio che attraverso la
che Behrens sta compiendo per la fami- Boemia, la Serbia, la Romania e la Bulga-
glia Rathenau con l’AEG di Berlino spazia ria, li conduce a Costantinopoli, in Grecia
dalla progettazione di edifici a quella di e in Italia. Le impressioni di tali tappe con-
oggetti, sino alla modalità di presentare fluiranno nel volume Le voyage dÕOrient,
i prodotti. un vero e proprio diario che evidenzia
In questo periodo inoltre Jeanneret vi- obiettivi e interessi del giovane Jeanneret.
sita i nuovi quartieri operai che stanno L’Acropoli di Atene lo colpisce per il
sorgendo in Germania. Quando nel 1910 è percorso cerimoniale che la caratterizza
a Dresda rimane affascinato dall’interven- e per «il prevalere delle forme sull’ordine
to che Heinrich Tessenow ha progettato a delle cose»: «dialogo di masse, pure e sem-
Hellerau: sotto un profilo architettonico plici masse», così la descrive Jeanneret.
Itinerario
del viaggio
in Oriente compiuto
da Le Corbusier
nel 1911.
Questa immagine
è tratta
da Le Corbusier,
Le Corbusier.
Il viaggio in Oriente,
Faenza 1974.
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Qui sopra: Il Partenone è definito come «massi-
Le Corbusier ma espressione matematica del tempio»,
all’Acropoli «cubo» e insieme «terribile macchina» le
di Atene nel 1911. cui «otto colonne obbediscono a un’unica
legge». La predilezione per i volumi sem-
plici e per la numerologia pitagorica si
intreccia quindi con una trasfigurazione
A destra:
Il Partenone
(settembre 1911),
da Voyage d’Orient.
Carnets,
redatti dallo stesso
Le Corbusier.
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Il Partenone
(settembre 1911),
da Voyage d’Orient.
Carnets,
redatti dallo stesso
Le Corbusier.
Il monastero meccanicistica. Quella di Jeanneret non è d’Ema, nei pressi di Firenze, al pari del
d’Ema (1911), una semplice sensibilità per l’antico, bensì Falansterio di Fourier, gli appare come
da Voyage d’Orient. la ricerca di una perfezione assoluta che modello di un’ideale organizzazione sociale
Carnets, tenga insieme più piani di lettura. In effetti, che si traduce nello spazio in un unico edi-
redatti dallo stesso la visita all’Acropoli di Atene è volta a com- ficio: un modello per le case degli operai.
Le Corbusier.
prendere per sua ammissione, «l’essenza Questo monastero dell’ordine dei certosi-
stessa del pensiero artistico». ni, agli occhi di Jeanneret, costruisce un
Del Mediterraneo lo colpiscono anche le equilibrato rapporto tra spazi collettivi e
qualità delle aggregazioni urbane: la spon- individuali e, insieme, è espressione di un
taneità e semplicità del vivere si sostanzia- interessante rapporto tra artificio e natu-
no nello spazio attraverso la costruzione ra. Se gli spazi comuni sono introversi e
di un sensuale e articolato alternarsi di protetti, quelli privati, essenziali eppure
spazi ampi e ristretti. Mentre la certosa dotati di ogni comodità, si moltiplicano
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