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STORIA  UNIVERSALE  DELL'ARTE  STORIA  UNIVERSALE  DELL'ARTE 
UNIVERSALE 
TEA  DElL' ARTE  TEA 
~ 
'& 
ARrE 
L'ARTE DEL 
GIAPPONE 
Miyeko Murase 
I Tascabili  ARTE 
degli Editori 
Associati 
Dall'introduzione del buddhismo, verso la metà del VI 
secolo, fino alla fine del periodo Edo (1867), Miyeko 
Murase ricompone agilmente in quest'opera rigorosa 
il  quadro complessivo della multiforme espres 
sione artistica giapponese, mettendone  in  rilievo 
ogni suo aspetto: l'apporto religioso, le ripercussioni 
degli sconvolgimenti politici, le influenze letterarie e le 
complesse relazioni \c Qn le culture continentali asiati 
che  e,  successivamente,  con  il  mondo  occidentale. 
Prendendo iIi esame tbtte le forme artistiche, dall'ar 
chitettura religio'sa e civile alla scultura, dalla pittura al 
le arti applicate (ceramiche, tessuti, lacche, ecc.), l'au  L'ARTE 
triC(:~ ci offre ùil.à visione completa e chiara, sostenuta 
eia \10a' 'ij.cchissima iconografia, di tutti gli aspetti  DEL 
deli/arte del Giappone e un eccezionale contributo 
alla comprensione della civiltà di questo Paese. 
GIAPPONE 
In copertina: Maruyama Okyo, Pini sotto la neve (periodo Edo) 
Sul dorso: Danzatrice (periodo Edo, part.) 
'l'HA  'l'UA 
L. 35 000  9
)
Miyeko Murase 
STORIA UNIVERSALE DELL'ARTE 
L'arte del Giappone 
IEA 
® 
Titoli pubblicati 
Ja n Bialostocki, L'arte del Quattrocento nell 'Europa 
ARTE 
settentrionale 
Sergio Donadoni, L'arte dell'antico Egitto 
STORIA UNIVERSALE DELL'ARTE 
Louis-René Nougier, L'arte della preistoria 
Titoli di prossima pubblicazione 
Mario Bussagli, L'arte del Gandhara 
Renato De Fusco, Il Quattrocento in Italia 
Antonio Del Guercio, La pittura italiana 
del Quattrocento 
Michèle Pirazzoli-t'Serstevens, L'arte della Cina
Nata in Giappone, Miyeko Murase si è diplomata al Wo  Miyeko Murase 
man's College di Tokyo, conseguendo successivamente il dot 
torato in Storia dell'arte alla Columbia University di New York, 
dove insegna dal 1965. È autrice di importanti opere, in parti  L~RTE 
colare sui rapporti tra la pittura e la letteratura classica giappo 
nesi, tra le quali ricordiamo: Iconograpby oj the Tale oj Genji:  DEL 
Genji Monogatari Ekotoba, Tokyo-New York 1983; Masterpie 
ces ojj apanese Screen Painting: tbe American Collection, New  GIAPPONE 
York 1990. Ha inoltre curato la pubblicazione dei cataloghi di 
importanti mostre, tra le quali: japanese Art: Selections jrom tbe 
Mary andjackson Burke Collection, New York 1975; Emaki: 
Narrative Scrolls jrom japan, New York 1983; Tales ojj apan: 
Scrolls and Prints jrom tbe New York Public Library, Oxford 
New York 1986; jewels Rivers. japanese Art jrom the Burke Col 
lection, Virginia Museum of Fine Arts, Richmond 1993. 
---------------------------------------------------------~
Indice del volume 
I.  L'inizio dell'arte buddhista: 
il periodo Asuka (538-710) .....................................  11 
II.  Il buddhismo come religionè di stato: 
il periodo Nara (710-784) ... ..... .... ........................ ....  43 
III.  L'arte del "buddhismo esoterico,,: 
l'antico periodo Heian C794-894) ............................  69 
IV.  Sia lodato il Buddha Amida: 
TEA -Tascabili degli Editori Associati S.p.A.  il tardo periodo Heian (894-1185) ..........................  93 
Corso Italia 13 -20122 Milano 
V.  L'emergere del gusto nazionale: 
Traduzione dall'inglese di Falco Rossi  le pitture profane e i rotoli illustrati ....... .................  119 
VI.  L'età del realismo: 
© 1992 UTET, corso Raffaello 28,10125 Torino 
Edizione su licenza della UTET del volume  il periodo Kamakura 0185-1333) ...........................  145 
Il Giappone appartenente alla Collezione Storia Universale dell'Arte 
© 1996 Librairie Générale Française 
per l'edizione nella presente forma  VII.  L'arte al servizio del buddhismo zen: 
© 1996 TEA S.p.A.. Milano 
Prima edizione settembre 1996  il periodo Muromachi 0336-1573) .........................  173 
VIII.  L'arte per i potenti: 
Ristampe: 1  2  3  4  5  6  7  8  9 
il periodo Momoyama 0573-1615)  213 
1996  1997  1998  1999  2000
8 - L'arte del Giappone 
IX.  Rimpa:  L'ARTE 
la rinascita delle tradizioni nazionali  249 
DEL GIAPPONE 
X.  Il regime dei Tokugawa: 
il periodo Edo 0615-1867)  277 
XI.  Nanga: 
la pittura dei letterati  301 
XII.  Il naturalismo e "i tre eccentrici»  .....................  325 
XIII.  La pittura di genere del XVII secolo 
e l'incisione del XVIII e XIX secolo 
1. La pittura di genere .............................................  343 
2. L'incisione con matrice in legno .........................  357 
Bibliografia .. ... ... ............. ... ...... .... ................ ............. ..........  385 
Cronologia ...........................................................................  399 
Indice analitico ...................................................................  405 
Fonti iconografiche ..............................................................  413 
Avvertenza. La prima edizione dell'opera di Miyeko Murase, pubblica 
ta dalla UTET nel 1992, comprendeva un capitolo introduttivo in cui l'au 
trice passava brevemente in rassegna l'espressione artistica del Giappone 
preistorico. Considerando che gli esempi più significativi dell'arte primiti 
va, compresa quindi quella giapponese, sono ampiamente trattati in un 
volume specifico già apparso in questa collana (Louis-René Nougier, L'ar 
te della preistoria), si è ritenuto utile limitare la trattazione dell'opera agli 
aspetti peculiari della civiltà giapponese, a partire cioè dall'introduzione 
del buddhismo in Giappone, coincidente con il periodo Asuka (538-710).
Capitolo primo 
L'INIZIO DELL'ARTE BUDDHISTA: 
IL PERIODO ASUKA (538-710) 
L'introduzione del buddhismo in Giappone fu un evento di ec 
cezionale importanza nell'antica storia culturale del paese. La fede 
che regolava la vita  religiosa di milioni di  persone in Estremo 
Oriente e in Asia sud-orientale era originaria dell'India. Il suo fon 
datore, il Buddha o l'.illuminato», era nato verso il 563 a.c. nel clan 
principesco dei Sakya, alla frontiera con il Nepal. Il Buddha mor 
tale è noto con il nome di Siddhartha, con il patronimico Gauta 
ma, o come Sakyamuni, .. il saggio dei Sakya •. Durante la giovinez 
za, trascorsa da principe di sangue reale, Siddhartha divenne dolo 
rosamente consapevole delle degradanti miserie sofferte dal gene 
re  umano e si risolse a trovare rimedio ai mali della società e 
dell'umanità. Dopo la sua fuga dalla capitale paterna, Siddhartha 
studiò sotto la guida di vari saggi brahmani che sostenevano un 
estremo ascetismo. Insoddisfatto dei loro insegnamenti, vi rinun 
ciò totalmente e, attraverso la pratica dello yoga, raggiunse il tra 
guardo dell' .. illuminazione ... Questa .. illuminazione .. finale, o conse 
guimento della qualità di  buddha, avvenne sotto l'albero della 
bodhi, o .. albero della saggezza .. , a Bodh Gaya. 
A partire da quel momento il Buddha si dedicò a condividere 
con altri i più arcani misteri dell'universo e a conquistare la salvez 
za per tutta l'umanità. In breve, egli insegnava che l'intera esisten 
za è sofferenza e che la miseria umana trae origine dall'eccessivo 
attaccamento alla propria individualità e agli effimeri piaceri dei 
sensi. La cura per questa malattia universale, egli insegnava, risie 
de nell'annullamento dell'io e nella liberazione dalle reincarnazio 
ni, ovvero dall'inesorabile ciclo di nascita, morte e rinascita a cui si 
credeva che tutti gli esseri senzienti fossero destinati, per raggiun 
Veduta generale del tempio Hòryl1ji a Nara. Tardo sec. VIl, periodo Asuka. 
gere alla fine una liberazione permanente. Egli consigliava di rag 
giungere la salvezza seguendo l',ottuplice sentiero» delle giuste 
credenze, delle giuste aspirazioni, dei giusti pensieri, del giusto
12 - L'arte del Giappone  L'inizio dell'arte buddhista: il periodo Asuka (538-710) - 13 
modo di parlare, del giusto modo di  procurarsi da vivere, delle  questione religiosa, ma che avrebbe influenzato anche tutti gli al 
giuste azioni, dei giusti intendimenti e della giusta meditazione.  tri aspetti della vita della nazione e anzi il suo stesso futuro. Acco 
Egli enunciò il proprio codice di vita nella prima predica, a Sar  gliere questa fede straniera nella propria terra significava che i 
nath, quando, metaforicamente  parlando, iniziò a  far  girare  la  giapponesi si sarebbero uniti alla comunità buddhista internazio 
-ruota della legge •. Nel suo ottantesimo anno di vita il grande mae  nale del continente e avrebbero forse adottato la sua civiltà, cul 
stro -entrò nel nirvaIfa. finale o morte, conseguendo una completa  turalmente e politicamente più sofisticata della loro. La classe do 
liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. Questo «nirvaIfa. venne  minante si spaccò in due fazioni: i conservatori rifiutarono la nuo 
più tardi a significare l'immortalità del Buddha: pur essendosi tem  va fede,  preferendo le proprie antiche credenze, mentre i pro 
poraneamente manifestato in forma mortale, dopo la «molte .. egli  gressisti favorirono la nuova religione, che secondo le loro previ 
riprese il proprio posto in paradiso, ad attendere le anime dei cre  sioni avrebbe offeno alla nazione dei vantaggi illimitati. Il conflit 
denti di ogni epoca.  to e le guerre civili in cui questo degenerò durarono quasi mezzo 
Molto tempo dopo la mone del Buddha, i suoi dogmi religiosi  secolo. Nel 587, la sconfitta di Mononobe no Moriya, capo con 
si diffusero al di là delle frontiere dell'India, esercitando un formi  servatore, ad opera di Soga no Umako risolse infine la disputa a 
dabile impatto sul resto dell'Asia. I suoi concetti, introdotti in Cina  favore  del buddhismo, segnando per il  Giappone la  nascita di 
in una forma leggermente modificata all'incirca all'inizio dell'era  una nuova era. 
cristiana e successivamente in Corea e Giappone, vennero a diffe  I! popolo giapponese deve avere provato una scossa culturale: 
rire radicalmente dalla confessione sostenuta dai seguaci dell'Asia  abbracciare il buddhismo significava infatti assumere un modo di 
sud-orientale. Il buddhismo settentrionale, o Mahayana ( .. Grande  vita totalmente differente. La base della nuova fede e del sistema 
Veicolo .. ), come esso Venne a essere denominato, permeò l'Estre  religioso che la sosteneva fu la civiltà cinese, che funse da model 
mo Oriente e si differenziò dal "Piccolo Veicolo .. (HInayana) del  lo per strutture di governo e per un ordinamento sociale nuovi e 
l'Asia sud-orientale per la  basilare credenza che il  Buddha non  meglio organizzati, che, in un modo o nell'altro,  interessarono 
fosse solo un maestro mortale, bensì un dio, un assoluto, che era  ogni aspetto della vita giapponese. Ebbero anche il benvenuto tut 
esistito prima di tutti i mondi e che sarebbe esistito per tutta l'eter  te le forme di ani visive impiegate per la glorificazione dei nuovi 
nità. Il Mahayana considera possibile la salvezza universale per  dèi. Più imponante di ogni altra cosa, l'introduzione del sistema di 
tutti gli esseri umani, mentre la  dottrina hInayana consente al  scrittura cinese rivoluzionò la vita dei giapponesi, dal momento 
l'arhat di perseguire egoisticamente il proprio nirvaIfa, senza al  che sino ad allora essi non avevano posseduto un proprio lin 
cun obbligo oltre a quello della propria salvezza. Come mezzo in  guaggio scritto. 
dispensabile nel  tentativo di  salvare tutti gli esseri senzienti, il  I! fatto che l'adozione del buddhismo non abbia portato all'a 
Mahayana introdusse il concetto di "bodhisattva..  un essere che  bolizione dello shintoismo, la religione nazionale del Giappone, 
pur avendo conseguito l'illuminazione, ha rinunciato al traguard~  disorienta sovente chi studia la cultura giapponese. Lo shintoismo 
del nirvaIfa allo scopo di alleviare le sofferenze di tutto il genere  non ha in effetti mai perso la propria importanza come religione 
umano.  di stato, continuando in realtà sino ad oggi a presiedere a molte 
Il buddhismo arrivò in Cina attraverso le distese deseniche in  cerimonie tradizionali importanti per la vita nazionale. Una tale 
nanzitutto dell'antico Gandhara (odierno Afghanistan settentri~na dicotomia nelle credenze è certamente dovuta, almeno in parte, 
le) e dell'Asia centrale. Benché in Cina abbia inizialmente subito  alla natura dello shintoismo, che non è una religione sistematica. 
dei regressi, più tardi questa fede attirò un impressionante seguito  In parte responsabile fu  anche l'atteggiamento nei confronti 
di fedeli. Con il IV secolo d.C. essa raccolse una grande quantità di  del buddhismo da parte dei primi convertiti giapponesi, che impa 
credenti anche in Corea. Nel 538 (o secondo un'altra tradizione  rarono a conciliarlo con i loro vecchi dèi, evitando così l'esclusi 
nel 552) il monarca del regno coreano di Paekche (noto in Giap  vità associata con altre religioni del mondo. 
pone come Kudara), convinto credente, mandò un  messaggio  L'introduzione del buddhismo in Giappone nel 538 segna l'ini 
all'imperatore giapponese, proponendo la fede indiana come la  zio della prima epoca storica del Giappone, il periodo Asuka, così 
confessione ,più eccellente. . e incitandolo ad abbracciarla.  denominato dall'area nelle vicinanze di Nara dove risiedette la 
I giapponesi si trovarono di fronte alla necessità di prendere  corte e dove vennero eretti molti edifici in onore dei nuovi dèi. I! 
una grave decisione, che non sarebbe rimasta confinata alla sola  primo tempio abbastanza grande, H6k6ji, fu iniziato nel 588. Po-
14 - L'arte del Giappone  L'inizio dell'arte buddbista: il periodo Asuka (538-71 O) - 15 
polarmente noto come Asuka-dera, esso andò distrutto molti anni 
fa:  unica superstite la statua malamente sfregiata di un Buddha. 
Poiché i giapponesi non avevano ancora esperienza nelle tecni 
che architettoniche, scultoree e pittoriche del continente, alla co 
struzione di questo tempio, che durò dieci anni, sovrintesero arti 
sti e artigiani emigrati da Paekche. La quantità delle costruzioni 
buddhiste crebbe nettamente nella prima parte del VII secolo e fu 
l'assistenza degli immigrati coreani e dei loro discendenti che ne 
rese possibile la realizzazione. Questa situazione continuò anche 
nel tardo VII  secolo, specialmente dopo che il regno coreano di 
Silla ebbe conquistato i contigui regni di Paekche e di Koguryo, 
formando un unico potente stato. Molti artigiani profughi dai due 
regni sconfitti si stabilirono in Giappone, trovandovi casa e lavoro. 
I templi buddhisti esotici come Hokoji erano dedicati al culto 
di dèi poco conosciuti e simboleggiavano al tempo stesso il potere 
dei loro protettori. Agli antichi giapponesi, abituati ai disadorni 
santuari shinto, gli spaziosi templi buddhisti con i loro sfavillanti 
colori devono essere parsi veramente abbaglianti. I templi come 
Hokoji erano modellati su prototipi cinesi, derivati a loro volta da 
tipici edifici profani. I recinti, strutturalmente complessi, erano co 
struiti su terreno piano e gli edifici erano realizzati sulla base di 
una pianta simmetrica, con l'orientazione a Sud; nella geomanzia 
cinese questa direzione era infatti considerata propizia, mentre il 
Nord portava male. L'accesso al grande complesso sacro era con 
trassegnato da una struttura denominata "grande portale meridio 
nale· (nandaimon), collocata leggermente in disparte rispetto al 
complesso principale del tempio. L'area principale del tempio, de 
limitata da un corridoio coperto, è di forma approssimativamente 
rettangolare e in essa si penetra dal lato meridionale attraverso il 
"portale mediano-(chumon). 
A differenza dei santuari shinto, i templi buddhisti erano co 
struiti per durare nel tempo, con gli edifici fondati su alte piattafor 
me in muratura. Benché molti di essi con il tempo si siano scoloriti 
o imbruniti, in origine erano vivacemente dipinti di rosso e giallo e 
ricoperti da tetti in tegole. Agli angoli dei cornicioni sono appese 
delle riproduzioni in miniatura di strumenti musicali, che emetto 
no piacevoli suoni quando una leggera brezza li fa ondeggiare. I 
templi buddhisti sono destinati a ricreare sulla terra il palazzo o 
paradiso del Buddha e visitarli è un'esperienza molto sensuale e 
allettante per gli occhi e le orecchie così come per l'anima.  La pagoda del tempio Hòryiìji a Nara. Tardo sec. VII, periodo Asuka. 
Tutti gli antichi monasteri sono sfortunatamente andati distrutti 
per cause antropiche o  naturali.  H6ry11ji, il più  antico  tempio 
buddhista superstite, sempre nel distretto di Asuka, è la più vec 
chia struttura rimasta in piedi di tutto il Giappone: è anzi il più an-
16 - L'arte del Giappone  L'inizio dell'arte buddhista: il periodo Asuka (538-710) - 17 
tico edificio ligneo del mondo. Horyl1ji è intimamente connesso 
con il principe reggente Shotoku Taishi (574-622), uno dei più ar 
denti sostenitori del buddhismo e dei più illuminati uomini di sta 
to del Giappone antico. In stretta alleanza con la famiglia domi 
nante, il tempio è sopravvissuto alle vicissitudini della storia. Il 
monastero è insostituibile nello studio della prima arte buddhista 
del Giappone, in quanto ospita una straordinaria quantità di pri 
mitive sculture giapponesi, eseguite in una varietà di stili. Anzi, se 
anche gli altri templi avessero dovuto andare in rovina, Horyl1ji da 
solo, con la sua abbondanza di edifici e di statue, potrebbe ancora 
offrire un quadro dell'arte nel periodo Asuka quasi completo. 
Si crede che Horyùji sia stato eretto per la prima volta nel 607; 
l'occasione della costruzione è succintamente enunciata in una 
iscrizione incisa sul rovescio dell'aureola del Buddha Yakushi, il 
-Buddha della guarigione» (in sanscrito Bhai~ajyaguru), conservato 
nella -sala d'oro» (Kondo). Essa afferma che quando l'imperatore 
Yomei, padre di Shotoku, cadde gravemente ammalato, al princi 
pe venne richiesto di fondere una statua del Buddha della guari 
gione e di costruire un tempio per ospitarla. Sebbene vi siano an 
cora alcune questioni irrisolte a proposito della data esatta della 
statua, generalmente si crede che questa iscrizione chiarisca le ori 
gini di Horyl1ji. 
La -sala d'oro-(K6nd6) di H6ryllji a Nara. 
Il primo Horyl1ji andò completamente distrutto in un incendio, 
dopo essere stato colpito da un fulmine in una sera di primavera 
del 670. L'opera di ricostruzione, prontamente iniziata in un sito  cendio del 670 questo edificio sia stato completato per primo. Es 
leggermente più a Nord della posizione originaria, continuò sino  so andò sfortunatamente incontro a una seconda disgrazia  nel 
al 711 circa. Da allora in poi molti edifici sono stati aggiunti al nu  1949, quando fu di nuovo distrutto dal fuoco. La struttura attuale è 
cleo originario, completato invece in quel quarantennio, e alla se  una fedele riproduzione del precedente, com'era prima della se 
zione più antica è stato attribuito il nome Sai-in (<<tempio occiden  conda tragedia. Di pianta pressoché quadrata, con lunghi corni 
taJe,.), per distinguerla dal resto. Entro le proprie mura di cinta il  cioni aggettanti, la «sala d'oro» sorge massiccia e imponente su di 
Sai-in comprende a Est la -sala d'oro» e a Ovest la pagoda a cin  una doppia piattaforma in pietra. Sotto il tetto di tegole più eleva 
que piani. Nell'VIII secolo, durante il periodo Nara, vennero ag  to vi è una balaustrata decorativa in legno che accompagna i quat 
giunte la torre campanaria e la teca per sutra, rispettivamente a  tro muri, mentre sotto il tetto di mezzo ve ne è un terzo posto so 
Est e a ovest. L'espan5ione del Sai-in proseguì con la «sala delle  pra il passaggio esterno, detto mokoshi. Il mokoshi, che circonda 
prediche» (Kodo),  aggiunta  a  Nord,  per  le  grandi  cerimonie,  l'edificio sui quattro lati, crea l'illusione di un edificio a tre piani. Si 
all'inizio del IX secolo.  Questi tre ultimi edifici, originariamente  crede che sia stato aggiunto poco dopo il completamento dell'edi 
staccati dall'area circondata da mura, vi vennero inglobati nel tar  ficio, con tutta probabilità per accrescere la protezione del muro 
do X secolo, quando avvenne il cambiamento finale, con l'esten  intonacato contro la pioggia. Il doppio solaio del Kondo e i cin 
sione verso Nord del corridoio coperto, contemporaneamente alla  que piani della pagoda sono puramente ornamentali, in quanto, 
ricostruzione della torre campanaria e del Kodo.  più che servire per qualche scopo pratico, creano semplicemente 
In un tipico tempio mahayana come è Horyl1ji, il recinto inter  l'illusione di una grande altezza. Tutti i tesori e le statue sono col 
no  al  «portale  mediano» veniva  considerato  il  paradiso  del  locati sulla piattaforma principale del pianterreno del Kondo e al 
Buddha. La ;sala d'oro» è un sacrario riservato all'icona più impor  piano superiore non ha luogo alcuna attività. 
tante di tutto il tempio. Pare che nella ricostruzione seguita all'in- I lunghi cornicioni aggettanti sono sostenuti da travetti inclinati