Table Of ContentCENTRO STUDI DI MATERIALISMO STORICO
H Centro Studi sul Materialismo Storico (Csms) è un’associazione scien
tifica e culturale che si è costituita per promuovere ed attuare lo studio, lo
sviluppo e la divulgazione del materialismo storico stesso, inteso come scien
za della società e della storia e, in particolare, della società e della storia mo
derna e contemporanea.
Gli studiosi che ne hanno promosso la fondazione constatano che, per
complesse ragioni di ordine storico e teorico, lo sviluppo del materialismo
storico interessa ben poco, nell’attuale congiuntura culturale e politica ita
liana, sia ai tradizionali partiti e sindacati “di sinistra” sia all’ambiente acca
demico e specialistico. Si tratta di un fatto da registrare senza compiacimen
to, che non deve assolutamente portare verso forme di isolamento settario,
ma può al contrario dar luogo ad iniziative autonome di studio, comunica
zione, dibattito di tesi differenziate ed anche contrapposte.
Non si sente, certo, il bisogno di una restaurazione del materialismo sto
rico, che “significherebbe il ritorno a uno stato di partenza che nel frattem
po si è corrotto”, e neppure di una rinascita del materialismo storico, che
“significherebbe il rinnovamento di una tradizione che è stata nel frattempo
sepolta” (Habermas). E, tuttavia, a differenza di Habermas, gli studiosi che
hanno promosso la fondazione del Csms non ritengono che il progetto di
“ricostruzione del materialismo storico” possa pagare il prezzo della sepa
razione sistematica fra lavoro e interazione e fra la teoria dello sviluppo
sociale e la teoria dell’agire comunicativo.
Anche il progetto di un puro “ritorno a Marx” è estraneo ai fondatori
del Csms. Dentro Marx, infatti, esistono ambiguità e problemi che devono
essere discussi e sviluppati alla luce della passione teorica e dell’esperienza
storica. Ambigua e sterile sarebbe poi ogni parola d’ordine di “difesa del
marxismo” che non facesse i conti con le storie differenziate dei marxismi
reali, e con i loro opposti destini di filosofie della rivoluzione, da un lato, e
di ideologie di legittimazione, dall’altro. I fondatori del Csms si sforzeranno
anche di evitare le frettolose etichettature spregiative verso le molte tenden
ze dell’economia, della filosofia e della storiografia contemporanea cui pure
sono spesso fortemente avversi. Il materialismo storico non è infatti una de
nominazione di origine controllata che abiliti a lanciare scomuniche ed a ri
lasciare patenti di ortodossia.
Due cose, tuttavia, stanno particolarmente a cuore ai fondatori del
Csms: la unitarietà disciplinare del materialismo storico, da un lato, l’oriz
zonte problematico del rapporto fra teoria e prassi, dall’altro.
Il materialismo storico, infatti, non può rinunciare a svilupparsi sulla
base teorica, pratica ed epistemologica, della sua unitarietà disciplinare.
L’innesto, eclettico e frettoloso, di discipline sorte sul terreno della divi
sione accademica del lavoro intellettuale, da un lato, e la disarticolazione
in “aspetti”, filosofico, sociologico, economico, politologico, eccetera, dal
l’altro, non sono compatibili con lo sviluppo del materialismo storico. D’al
tra parte l’invocazione astratta all’unitarietà della disciplina resta del tutto
priva di contenuto, se non si tenta di entrare nel merito dei singoli contri
buti reali di conoscenza sorti sul terreno di questa divisione del lavoro intel
lettuale, che oggi è molto spesso un orizzonte non facilmente superabile con
generici discorsi sulla “totalità” e sul metodo dialettico.
In secondo luogo, il materialismo storico non può svilupparsi a lungo
sulla base del sistematico divorzio fra teoria e pratica, fra riflessione ed e-
mancipazione. I fondatori del Csms sono consapevoli del pericolo di una ri
flessione teorica svincolata da pratiche sociali e politiche concrete, e non
ritengono certo sufficiente il riferimento ad una fantomatica ed ambigua
“autonomia della pratica teorica”. E, tuttavia, fra teoria e pratica non vi è
coincidenza immediata, se non si vuole ridurre il materialismo storico ad
una giustificazione'storicistica di tutte le svolte politiche o ad una fenome
nologia degli “stati di coscienza” delle varie “composizioni di classe” e dei
soggetti sociali che vengono di volta in volta inseguiti.
Questa collana di studi è uno degli strumenti di cui il Csms intende do
tarsi. Con molta modestia, pazienza e determinazione, cercheremo di offri
re materiale utile, alternando contributi specialistici a contributi divulgativi,
opere di bilancio e di sintesi ad opere del tutto aperte, problematiche e
“provvisorie”. Gli studiosi italiani che hanno fondato il Csms sono ragio
nevolmente ottimisti sulle prospettive del loro lavoro, perchè si ritengono
parte di un movimento, italiano ed internazionale, di ripresa e di sviluppo
del materialismo storico, che, al di là delle superficiali mode del presente,
darà forse frutti pratici in un futuro non troppo lontano.
CENTRO STUDI DI MATERIALISMO STORICO
Presidente: Giuseppe Bazzi
Comitato di Direzione: Giuseppe Bazzi, Michele Cangiani, Giovanni Iorio
Giannoli, Augusto Illuminati, Gianfranco La Grassa, Costanzo Preve, Maria
Turchetto
Redazione: c/o Franco Angeli Editore
Viale Monza, 106 - 20127 Milano
I lettori che desiderano essere regolarmente informati sulle novità pubbli
cate dalla nostra Casa Editrice possono scrivere, mandando il loro indiriz
zo, alla "Franco Angeli Editore, Casella Postale 17130, 20100 tlilano", or
dinando poi i volumi direttamente alla loro libreria.
COSTANZO PREVE
LA FILOSOFIA IMPERFETTA
UNA PROPOSTA DI RICOSTRUZIONE
DEL MARXISMO CONTEMPORANEO
FRANCO ANGELI
Copyright © 1984 by Franco Angeli Editore, Milano, Italy.
E' vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno o didattico,
con qualsiasi mezzo effettuata, cctnpresa la fotocopia,-non autorizzata.
INDICE
Introduzione Pag. 9
Parte prima: Il Laboratorio filosofico di Marx Il 25
1.Un vicolo cieco: il problema delle tre fonti e delle
tre parti integranti II 28
2. Per una critica genealogica del materialismo storico II 30
3. Il discorso filosofico grande-narrativo in Marx II 32
4. Il discorso filosofico deterministico-naturalistico in
Marx II 38
5. Il discorso filosofico ontologico-sociale in Marx II 41
6. Il problema dei fraintendimenti filosofici di Marx II 47
Parte seconda: Le avventure filosofiche del marxismo • Il 65
1.Il concetto di formazione ideologica II 67
2. Nè ortodosso nè rinnegato: Karl Kautsky e il
marxismo II 70
, 3. Friedrich Engels: fondatore del marxismo orientale
o ispiratore del marxismo occidentale? II 73
4. La filosofia di Lenin: il matrimonio fra dialettica e
materialismo II 76
5. Il provvidenziale esaurimento progressivo del
marxismo orientale II 79
6. Il vicolo cieco del paradigma teorico del marxismo
occidentale II 84
7. La parabola teorica e l'esito storico dell'operaismo
italiano II 86
8. Il significato storico e teorico della storia del
marxismo II 93
6
Parte terza: Solo un Dio può ancora salvarci. Alienazione
ed intrascendibilità del mondo contemporaneo
nel pensiero di Martin Heidegger pag. 107
1. Il destino della storicità contemporanea: pensare
filosoficamente il XX Secolo " HO
2. Weber e Heidegger: un confronto necessario fra due
radicalità filosofiche " H4
3. Marx e Heidegger in Italia: storia di un mancato
incontro " H8
4. L'analisi heideggeriana del presente: un dispositivo
di inversione " 123
5. L'analisi heideggeriana del passato: un dispositivo
teleologico , " 128
6. Weber, Heidegger, Marx: un confronto produttivo
ancora tutto da compiere " 130
Parte quarta: L'Utopia si occupa solo del presente. Il
pensiero di Ernst Bloch " 143
1. Il multiversum blochiano: unità di temporalità e di
storicità " 145
2. La critica biochiana alla religione ed il
materialismo storico " 149
- 3. Il recupero blochiano della tradizione
giusnaturalistica " 154
4. Il significato profondo della teoria biochiana
dell'Utopia Concreta " 157
5. L'invito blochiano a studiare la storia del
materialismo " 159
6. Experimentum mundi: l'ontologia della possibilità
del Nuovo nella storia " 161
7. Sulla feconda ambiguità dell'ontologiab iochiana " 165
Parte quinta: Un discorso filosofico attuale. L'Ontologia
dell'Essere Sociale di Gyorgy Lukàcs " 177
1. Una proposta filosofica sistematica ma aperta " 179
2. Può il marxismo imparare dall'esperienza?
L'esempio lucacciano " 181
3. Un'introduzione al bilancio dell'eredità filosofica
del passato " 185
7
4. Un'interpretazione del pensiero borghese del
Novecento pag. 187
5. Il lavoro come forma originaria e modello della
prassi n 192
6. Un felice paradosso filosofico ii 196
7. Alcuni problemi della riproduzione sociale ti 200
8. La realtà materiale del "momento ideale" it 208
9. Problemi filosofici della nozione negativa di
ideologia ii 211
10. Problemi filosofici della nozione positiva di
ideologia it 214
11. Il significato ontologico-sociale della
estraneazione ti 216
12. La dialettica di particolarità e di generalità
nel marxismo ii 220
13. La dialettica di etica e di politica nel marxismo ti 228
14. L'autonomia relativa della forma filosofica del
discorso ii 233
INTRODUZIONE
Un apparente paradosso storico sta al centro del nostro presente
filosofico. "Il grande problema dell'epoca (come scrive Lukàcs e
correttamente rileva il traduttore italiano della sua autobiografia
"Pensiero Vissuto", Alberto Scarponi) è l'individualità". Il problema
dell'individualità, cioè della particolarizzazione delle singole
personalità umano-sociali, non è un problema genericamente
metafisico o trascendentalistico, ma è un problema integralmente
storico, ed anzi storicamente del tutto determinato, in quanto è
strettamente connesso con la creazione per l'individuo di condizioni
di vita astrattamente casuali, insorte con il declino delle società
organiche, castali e divise in ceti e con l'emergere dei rapporti
sociali capitalistici nel loro progressivo e contraddittorio tentativo di
manipolare e colonizzare sempre più la vita quotidiana. Il paradosso
di una individualità umano-sociale che non può più determinarsi sulla
base "sostantiva" dell'appartenenza a ceti (o a "classi" concepite
come Soggetti Universali Sostantivi, del tipo di una Classe Operaia
sostantivizzata e resa gigantesca ed eterna), ma deve vivere fino in
fondo la propria casualità senza per questo scivolare nel disperato
sradicamento dell'intellettuale cosmopolita (per i più colti o
acculturati) o nel nichilismo autodistruttivo del conformismo
non-conformistico di massa (per i più fragili ed indifesi), è a tutti
gli effetti un paradosso dell'oggi.
Come dice molto bene Lukàcs, "il divenire dell'uomo in quanto
uomo è, come processo complessivo, la medesima cosa del costituirsi
dell'essere sociale in quanto specie d'essere peculiare. Nell'iniziale
stato gregario l'uomo singolo quasi non si distingue dalla mera
singolarità, che è presente ed operante in ogni punto della natura
inorganica ed organica. Ma il salto che -sebbene in un lungo periodo
di tempo- lo trasforma da ente naturale ad ente sociale, fino
dall'inizio si impone con intensità ed estensione sempre maggiori"
(cfr. "Ontologia dell'Essere Sociale", Roma,1981,II,2,pag.570).
Il passaggio dalla singolarità alla particolarità individuale è
dunque un passaggio ontologicamente connesso (per l'essere umano