Table Of ContentGiuseppe Verdi
LA BATTAGLIA DI LEGNANO
Tragedia lirica in quattro atti
Libretto di Salvatore Cammarano
PERSONAGGI
Federico Barbarossa basso
I. Console di Milano basso
II. Console di Milano basso
Il podestà di Como basso
Rolando, duce milanese baritono
Lida, sua moglie soprano
Arrigo, guerriero veronese tenore
Marcovaldo, prigioniero Alemanno baritono
Imelda, ancella di Lida mezzosoprano
Un araldo tenore
Cori e comparse, Cavalieri della Morte, Magistrati e Duci Comaschi,
Ancelle di Lida, Popolo Milanese, Senatori di Milano,
Guerrieri di Verona, di Brescia, di Novara, di Piacenza e di Milano,
Esercito Alemanno
Prima esecuzione
Roma, Teatro Argentina, 27 gennaio 1849
1
Verdi: La battaglia di Legnano - atto primo
[1. Preludio]
ATTO PRIMO, Egli vive.
Scena I°
Parte della riedificata Milano, in vicinanza delle mura. Da una parte della città s’inoltrano i Militi pia-
centini, ed alcune centurie di Verona, di Brescia, di Novara e di Vercelli: la contrada è gremita di popolo,
come i soprastanti veroni, da cui pendono arazzi variopinti e giulive ghirlande: un grido universale di
esultanza, un prolungato batter di palme, ed un nembo di fiori cadente dall’alto sulle squadre attesta le
festevoli accoglienze ad esse prodigate. Arrigo è tra i guerrieri veronesi.
[2. Coro d’introduzione] Scena II°
(Rolando, altri Duci Milanesi e detti)
CORO
Viva Italia! sacro un patto [Scena e Romanza]
Tutti stringe i figli suoi:
Esso alfin di tanti ha fatto ARRIGO
Un sol popolo d’eroi! Amico…
Le bandiere in campo spiega,
O Lombarda invitta Lega, ROLANDO
E discorra un gel per l’ossa
Ciel!… Non deliro?…
Al feroce Barbarossa.
Non è sogno il mio?…
Viva Italia forte ed una
Vivi?… Sei tu?…
Colla spada e col pensier!
Questo suol che a noi fu cuna,
ARRIGO
Tomba fia dello stranier!
Son io
[Scena e Cavatina]
(stringendogli la destra)
ARRIGO Ferito caddi, non estinto: a lungo
O magnanima e prima Prigion di guerra fui, ma reso quindi
Delle città lombarde, Alla natìa Verona,
O Milan valorosa, io ti saluto, Materna cura m’infondea nel petto
Io dalla tomba sorto Nuova salute.
Al par di te!
S’accese all’ombra delle sacre ROLANDO
Tue rinascenti mura
Spento tra le fiamme di Susa
Il fuoco, ond’io eternamente avvamperò.
La fama ti narrò. Lagrime sparsi,
Divina cagion de’ miei sospiri,
Cui l’amarezze non temprâr d’imene
Io bevo l’aure alfin che tu respiri!
Per me le accese faci,
Né sul pargolo mio gl’impressi baci…
La pia materna mano
Chiuse la mia ferita…
(con entusiasmo)
Eppur da te lontano
Ah! m’abbraccia… d’esultanza
Io non sentia la vita:
Tutta ho l’anima compresa…
Come in un mar di pianto
In te vive, in te mi è resa
Parea sepolto il cor…
Una parte del mio cor!
Ah! solo a te d’accanto
Oh buon Dio, la tua possanza
Saprò che io vivo ancor.
Adorando io benedico,
Ecco Rolando!… Tu ridoni a me l’amico,
All’Italia un difensor!
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Verdi: La battaglia di Legnano - atto primo
(Odesi uno squillo di trombe) Scena IV°
[Giuramento] Sito ombreggiato da.gruppi d’alberi in vicinanza
delle fossate colme d’acqua, che circondano i muri;
CORO essi veggonsi torreggiare nel fondo.
Giulive trombe!
Lida si avanza come assorta in profondi pensieri,
alcune sue donne la seguono, ella siede al rezzo, ed
ROLANDO ivi rimane estatica, figgendo gli occhi al cielo.
I Consoli.
[3. Coro di donzelle]
Scena III° DONNE
(I Consoli con seguito e detti) Plaude all’arrivo Milan dei forti,
Cui si commettono le nostre sorti;
I. CONSOLE Sui prodi a spargere nembi di rose
Salve, guerrieri. Corron festose le donne ancor.
Tu sola fuggi sì lieta vista;
II. CONSOLE Come da scena orrida e trista:
Pur della patria senti l’affetto,
A voi
T’arde nel petto italo cor!
Fia d’accoglienze prodiga,
Siccome a figli suoi,
[Scena e Cavatina]
Milan, che dalla polvere
Già rialzaste.
LIDA
ARRIGO E GLI ALTRI DUCI Voi lo diceste, amiche,
Amo la patria, immensamente io l’amo!
Ed ora
Ma dove spande un riso
Tutti giuriam difenderla,
La gioja, per me loco
Col sangue nostro ancora.
Ivi non è. Sotterra
Giacciono i miei fratelli, ambo i parenti.
ROLANDO
E… troppe in sen m’aperse orrendo fato
S’appressa un dì che all’Austro
Insanabili piaghe!… A me soltanto
Funesto sorgerà,
È retaggio il dolor, conforto il pianto!
In cui di tante ingiurie
A noi ragion darà!
(I suoi occhi riempionsi di lagrime: le donne, onde
concedere libero sfogo al suo cordoglio, si aggrup-
TUTTI pano in fondo)
Domandan vendetta gli altari spogliati,
Quante volte come un dono
Le donne, i fanciulli dall’empio svenati…
Al Signor la morte ho chiesta!
Sull’Istro natìo cacciam queste fiere,
L’esistenza è a me funesta…
Sian libere e nostre le nostre città.
È la tomba il mio sospir.
Ma son madre!… madre io sono!
(I Consoli muovono i primi, tengon dietro le schiere,
Darmi un figlio Iddio volea!
quindi il popolo. Arrigo è condotto da Rolando).
Ah! per me divenne rea
Fin la brama di morir.
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Verdi: La battaglia di Legnano - atto primo
Scena V° LIDA
Ciel!… Chi mai?…
(Marcovaldo, e dette)
Chi? Rispondi…
LIDA
(indignata in vederlo) IMELDA
Arrigo!
Che, Signor! Tu qui? Tu stesso?
LIDA
MARCOVALDO
Come!
Della torre a me le porte
Egli vive!…
Sol confin, t’è noto, ha messo
Generoso il tuo consorte.
IMELDA
LIDA Ah sì…
(a voce bassa ma fremente)
MARCOVALDO
E tu ardisci, ingratamente,
(Quel nome
Sguardi alzar frattanto audaci
La scuotea!… Di vivo foco
Sulla sposa!
Il suo volto rosseggiò!)
MARCOVALDO LIDA
(sommessamente) (Vive!… Oh gioja!… Qui fra poco…
Qui… fia ver?… Lo rivedrò?
Un cieco amore
Per te nutro…
A frenarti, o cor, nel petto
Più potere in me non trovo…
LIDA
Sì, quei palpiti ch’io provo
Cessa… taci…
Sono i palpiti d’amor!
Ah! Se colpa è questo affetto
(In atto di allontanarsi)
Che mi parla un solo istante,
A punirla sia bastante
Scena VI°
Una vita di dolor)
IMELDA
MARCOVALDO
(accorrendo frettolosa)
(Leggerò nel tuo sembiante
Ah! Signora!
I segreti del tuo cor!)
LIDA IMELDA, DONNE
Imelda, ebbene?…
(Par che tregua un breve istante
Le conceda il suo dolor!)
IMELDA
Fede al ver non presterai…
Scena VII°
Il tuo sposo.
[4. Scena e Duetto]
LIDA
(Rolando, Arrigo e detti)
Parla…
ROLANDO
IMELDA
(entrando)
Ei viene…
Sposa…
E lo segue…
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Verdi: La battaglia di Legnano - atto primo
LIDA Scena VIII°
(Oh momento!)
(Un araldo e detti)
ARRIGO (Ad un cenno di Rolando le donne e Marcovaldo si
ritirano)
(Lida!)
ROLANDO
ROLANDO
Ebben?
Il tuo bel cor divida
La gioia del cor mio… Vive l’amico ARALDO
Lagrimato cotanto!
Giunser dall’Alpi
Eccolo…
Esploratori: avanza
D’imperiali esercito possente.
(ad Arrigo)
Ad assembrar Duci e Senato un cenno
Ciel!… Che fu?… Tremi!… Scolori!… De’ consoli provvede.
LIDA ROLANDO
(Oh Dio!) Ti lascio, Arrigo… il mio dover lo chiede.
MARCOVALDO (Parte precipitosamente seguito dall’Araldo. Lida è
rimasta come incatenata al suolo: Arrigo si accosta
(che ha seguito attentamente i moti di Lida e di
vivamente ad essa, scuotendola d’un braccio)
Arrigo)
(No, non m’inganno) ARRIGO
È ver?… Sei d’altri?… Ed essere
ARRIGO Per sempre mia giurasti!
Ti rassicura… Un brivido talvolta… Il ciel t’udiva! E frangere
Di mie ferite avanzo… Quel giuramento osasti!
Mi scorre in sen… Ma passeggier… Lo vedi… D’altri sei tu? Per credere
Cessò. A verità sì orrenda,
È duopo che ripetere
MARCOVALDO Da’ labbri tuoi l’intenda.
Dillo… Che tardi? Uccidimi…
(Mentisci!)
L’uccidermi è pietà!
LIDA
LIDA
(Qual terror m’invase!)
Spento un fallace annunzio
Ti disse in aspra guerra…
ROLANDO
Mancava il padre… ed orfana
(accennando Lida) Io rimaneva in terra…
Ei fra gli estremi aneliti
Del padre suo nelle ospitali case,
Formò le mie ritorte…
Messaggier di Verona,
Peso la vita, il talamo
Soggiornasti altra volta, or dell’amico
Letto mi fu di morte!…
A te fia stanza la magion…
Mai sopportato un’anima
Più della mia non ha!
(S’ode tocco di tamburo, e chiamata di trombe)
Chi viene?
ARRIGO
(in tuono di virulenta ironia)
Quanto la nuova infausta
Di mia caduta, oh! quanto
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Verdi: La battaglia di Legnano - atto primo
(sempre più ironico) LIDA
All’alma tua sensibile Ah! sei
Lutto costava e pianto! Tremendo, inesorabile
Alta n’è prova il subito Più del mio fato ancor!
Imene!
ARRIGO
LIDA (In atto di allontanarsi)
(Singhiozzando) Spergiura!
Arrigo…
LIDA
ARRIGO M’odi!
E fede
Ebbi da te… rammentalo… ARRIGO
Che dell’Eterno al piede
(Nel colmo dell’ira)
Il difensor d’Italia
Scostati…
Raggiungeresti, ov’esso
Va… tu mi desti orror!…
Per lei cadrebbe!
T’amai, t’amai qual angelo,
LIDA
Or qual demon t’aborro!!
Ahi misera! Per me la vita è orribile…
Nel campo a morte io corro…
(Coprendosi il volto d’ambe le mani) In tua difesa, o patria,
Cadrò squarciato il seno…
ARRIGO
Fia benedetto almeno
(furente) Il sangue mio da te!
Parla… Rispondi adesso…
Scolpar ti puoi?… Rispondimi. LIDA
A così lungo strazio
LIDA Regger può dunque un core?…
No, non è ver che uccidono
(volgendo gli occhi al cielo con fremito angoscioso)
Gli eccessi del dolore
Padre!
Son rea… son rea… puniscimi…
Quel ferro in sen mi scenda…
ARRIGO D’un’esistenza orrenda
Lo stil de’ rei Meglio è spirarti al piè!
Ecco! In altrui ritorcere
Le proprie colpe! (Arrigo la respinge ed esce velocemente: ella si
allontana nella piu viva desolazione)
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Verdi: La battaglia di Legnano - atto secondo
ATTO SECONDO, Barbarossa
Scena I°
Sala magnifica nel Municipio di Como: veroni chiusi nel fondo. A poco a poco vanno assembrandosi
Duci e Magistrati.
[5. Coro d’introduzione ] Respinger quindi l’Alemanno, siepe
D’armi e d’armati ergendo in sulla riva
ALCUNI Del vostro lago. – Taccia
Udiste? La grande, la forte Milano Il reo livore antico
A patti discende! Di Milano e di Como: un sol nemico,
Sola una patria abbiamo,
ALTRI Il Teutono e l’Italia; in sua difesa
Leviam tutti la spada.
Ma tardi ed invano.
TUTTI PODESTÀ E CORO
Ed obliasti
Sì tardi ed invano. Scordò la superba
Qual patto ne costringe
I danni mortali a Como recati!
A Federico?
Ma qui la memoria ogni uomo ne serba!
Ma l’odio qui vive ne’ cori oltraggiati!
Quest’odio col sangue ribolle confuso, ROLANDO
Né volger di tempo scemarlo potrà! Vergognoso patto,
Dai padri, dagli avi in noi fu trasfuso! Cui sacra mano infranse… Ah! rammentarlo,
Ai figli, ai nepoti trasfuso verrà! O Comaschi, potete
Senza arrossirne?… Ed Itali voi siete?
Scena II°
Ben vi scorgo nel sembiante
[Scena e Duetto] L’alto, ausonico lignaggio,
Odo il numero sonante
(Il Podestà e detti) Dell’Italico linguaggio,
Ma nell’opre, nei pensieri
PODESTÀ
Siete barbari stranieri!
Invia la baldanzosa
Lombarda Lega messaggieri a Como.
(Movimento dell’assemblea)
Ascoltarli vi piaccia.
ARRIGO
(Tutti seggono) Tempi forse avventurosi
Per Italia volgeranno,
Scena III°
E nepoti generosi
Arrossir di voi dovranno!
Ad un cenno del Podestà vengono introdotti Rolando
Oh! la storia non v’appelli
ed Arrigo.
Assassini dei fratelli!
(I suddetti)
Della patria non vi gridi
Traditori e parricidi!
ROLANDO
Novella oste di barbari minaccia
ROLANDO E ARRIGO
La sacra Italia: il varco
Infamati e maledetti
Dell’Adige contende l’agguerrito
Voi sareste in ogni età!
Veronese a quell’orda; essa le terre
De’ Grigioni attraversa, e Federico
Raggiungerla non può, ch’entro Pavia PODESTÀ
Stassi: ben lieve fia Favellaste acerbi detti!
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Verdi: La battaglia di Legnano - atto secondo
ROLANDO più si approssima)
Ma più acerbe verità!
FEDERICO
Le mie possenti squadre
ARRIGO
S’appressan già!
Qual risposta a chi ne invia
Recar dessi?
(Ad un suo cenno vengono dischiusi i veroni, a
traverso de’ quali scorgonsi le colline circostanti
Scena IV° ingombre di falangi alemanne)
(Federico e detti) (a Rolando ed Arrigo)
FEDERICO Mirate!
(Presentandosi d’improvviso, e lasciando cadere il
CORO
suo lungo mantello)
Oh quale e quanto esercito!
Io la darò!
FEDERICO
TUTTI
Risposta e ben tremenda
(Sorgendo e nella più viva sorpresa)
Eccovi - Ormai l’annunzio
Federico! Di sua caduta intenda
Milan.
ROLANDO E ARRIGO
(Accennando agli ambasciatori di partire)
(Ah! da Pavia
Qui l’inferno lo guidò!) ROLANDO
Di tue masnade
FEDERICO
Le mercenarie spade
(avanzandosi fieramente verso Rolando ed Arrigo) Non vinceranno un popolo
Che sorge a libertà.
A che smarriti e pallidi
Vi scorgo al mio cospetto?
ARRIGO
Sul labbro temerario
A che vien manco il detto? Né il gran destin d’Italia
Lombardi, estremo fato Per esse cangerà!
Ha già per voi segnato
Un cor che non perdona, FEDERICO
Di Federico il cor!
(Con terribile accento)
Il destino d’Italia son io!
ROLANDO E ARRIGO
Soggiogata essa in breve fia tutta!
Detti non val rispondere
E Milano due volte distrutta
A’ tuoi superbi modi,
Ai ribelli spavento sarà!
Pugna di vane ingiurie,
Pugna non è di prodi.
ROLANDO E ARRIGO
Dell’armi al fiero lampo
Un possente diletto da Dio.
Ci rivedremo in campo:
Ne promette vittoria in suo nome!
Col brando sol ragiona
Tu cadrai, le tue squadre fian dome!…
L’oppresso all’oppressor!
Grande e libera Italia sarà.
PODESTÀ E CORO
PODESTÀ E CORO
(Su te, Milan, già tuona
Ite omai… la ragion del più forte
Il fulmin punitor!)
Tanta lite nel campo sciorrà.
(Odesi rimbombo di militari strumenti, che sempre
7
Verdi: La battaglia di Legnano - atto secondo
TUTTI
Guerra dunque!… terribile!… a morte!
Senza un’ombra di stolta pietà!
(Rolando ed Arrigo partono)
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Description:ROLANDO. Ciel!… Non deliro?… Non è sogno il mio?… Vivi?… Sei tu?… ARRIGO. Son io. (stringendogli la destra). Ferito caddi, non estinto: a lungo.