Table Of ContentUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI ‘FEDERICO II’
DOTTORATO DI RICERCA IN
SCIENZE ARCHEOLOGICHE E STORICO-ARTISTICHE
XX CICLO
CURRICULUM DI ARCHEOLOGIA DELLA MAGNA GRECIA
______________________________________________________________________
TESI DI DOTTORATO
INSEDIAMENTI RURALI E STRUTTURE AGRARIE
NELLA PUGLIA CENTRALE IN ETÀ ROMANA
Coordinatore
Chiar.mo Prof. Carlo GASPARRI
Tutor Dottoranda
Chiar.ma Prof.ssa M. Raffaella CASSANO Anna MANGIATORDI
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ANNO ACCADEMICO 2006-2007
Indice
Introduzione 1
PARTE PRIMA: LA GEOGRAFIA ANTROPICO-INSEDIATIVA
I. Il paesaggio 8
I.1. Caratteri geologici 8
I.2. Lineamenti morfologici e idrografici 13
I.2.1. Paesaggio dell’Alta Murgia e del nord-barese 13
I.2.2. Paesaggio della Conca barese 16
I.2.3. Paesaggio del sud-est barese 18
I.2.4. Paesaggio della Fossa Premurgiana 19
I.3. Clima e vegetazione 21
I.4. Pedologia 26
II. Il quadro storico 31
II.1. Lo sfaldamento dell’éthnos peucezio e l’età della ‘romanizzazione’ 31
II.2. L’età tardorepubblicana 40
II.3. L’età imperiale 47
III. La viabilità 60
III.1. La via Appia 60
III.2. La viabilità paralitoranea: la via Gellia, la via Minucia e la via Traiana 64
III.3. La viabilità secondaria 74
IV. La centuriazione 90
IV.1. Le forme gromatiche e i regimi giuridici dell’ager nel mondo romano 90
IV.2. La centuriazione nella Puglia centrale 96
V. Insediamenti rurali e strutture agrarie 103
V.1. Gestione e sfruttamento della terra nel mondo romano: 103
pluralità di modelli insediativi e di forme di produzione
V.2. Insediamenti rurali e strutture agrarie nella Puglia centrale in età repubblicana 119
V.3. Insediamenti rurali e strutture agrarie nella Puglia centrale in età imperiale 132
PARTE SECONDA: LA DOCUMENTAZIONE
VI. Fonti letterarie ed itinerarie 139
VII. Fonti epigrafiche 155
VII.1. Monumenti epigrafici 155
VII.2. Instrumentum domesticum 167
VIII. Catalogo dei rinvenimenti 170
IX. Documentazione d’archivio 420
IX.1. Archivio di Stato di Bari 420
IX.2. Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia - Taranto 457
IX.2.1. Archivio Storico 457
IX.2.2. Archivio di Deposito 475
IX.2.3. Fondo Loporto 507
IX.3. Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia - Bari 508
Considerazioni conclusive 513
Bibliografia 537
Apparato illustrativo
INTRODUZIONE
Risulta piuttosto chiaro, agli occhi di chi studia i paesaggi antichi,
il fatto che, al di là dell’ovvia asserzione «ogni contesto fa storia a sé»,
sia poi indispensabile individuare delle forme o dei simboli utili
a spiegare che cosa è successo, dove, in quale momento e perché [...].
È opportuno [...] che si debba creare un robusto tessuto connettivo
di storie locali relative a spazi locali [...].
D’altra parte, è intuitivo affermare che le stesse storie locali
assumono il dovuto rilievo solo se inserite in un quadro più ampio,
che è quello della grande storia, politica e istituzionale.
Cambi 2001, 363-364.
La ricerca si propone come contributo all’indagine e all’analisi della vicenda insediativa e
delle modalità di occupazione e di sfruttamento del territorio della Puglia centrale in età romana,
attraverso lo studio sistematico della documentazione disponibile e la disamina complessiva dei
dati raccolti. L’ambito geografico considerato coincide grosso modo con quello della Peucetia,
che continuò a mantenere peculiari caratteristiche storiche, sociali, economiche e culturali anche
dopo l’avvenuta romanizzazione della regione e l’istituzione della regio secunda Apulia et
Calabria1. L’arco cronologico della ricerca è stato circoscritto al periodo compreso fra il III sec.
a.C., quando risulta definitivamente dissolta la lega etnica dei Peucezi, ora assorbiti nella
confederazione di Roma, e la fine del III sec. d.C., quando il «terremoto amministrativo»2 che
sconvolse l’Italia portò all’istituzione della provincia Apulia et Calabria, determinando
mutamenti non solo amministrativi, ma anche economici, sociali e insediativi, che portarono
alla nascita di nuove modalità di occupazione, gestione e sfruttamento del territorio.
Il tema della ricerca è stato suggerito da un filone di studî che, negli ultimi anni, sulla base
delle più recenti acquisizioni archeologiche e insieme ad un’attenta rilettura delle fonti letterarie
ed epigrafiche sul problema, ha verificato l’esistenza di una pluralità di modalità insediative
extraurbane in età romana, delineando così un quadro complesso e articolato del popolamento
rurale.
1 Il comparto qui esaminato si configura, dunque, come una sub-regione, su cui Cambi, Terrenato 1994, 89-91:
«[...] Il territorio avrà dunque dei limiti o confini, coincidenti talvolta con elementi della geografia fisica, talvolta con
linee immaginarie e quindi puramente convenzionali. [...] Un solo territorio, quando sia un territorio ampio, può
comprendere gli ambienti e i paesaggi più diversi [...]»; 134: «[...] si ritiene oggi che il passato vada interrogato con
un vasto spettro di interrogativi che va dagli adattamenti ambientali su scala regionale fino ai fenomeni
esclusivamente culturali e di scala locale. È rispetto a questi che deve essere commisurato il progetto di ricerca,
cosicché oltre alla soluzione geografica sono, a nostro parere, perfettamente giustificabili tutte le soluzioni che
adottano confini culturali in corrispondenza di precisi (e possibilmente espliciti) quesiti storici».
2 Giardina 1986, 5.
A differenza della Puglia settentrionale e meridionale, i cui paesaggi sono stati oggetto di
attente indagini e di precise ricostruzioni3, sulla parte centrale della regione continua a pesare un
forte ritardo degli studî4. Se, infatti, grande attenzione è stata riservata agli aspetti più
propriamente storico-istituzionali5, alla definizione, per quanto possibile, degli impianti urbani
dei municipia6 e all’analisi del patrimonio epigrafico7, manca a tutt’oggi un esame puntuale e
completo dei paesaggi antichi, in particolare di età romana8.
Per l’arco cronologico compreso fra il III sec. a.C. e il III sec. d.C., infatti, continua ad
essere riproposta, in maniera quasi aprioristica, l’immagine, che risale a Toynbee9, di un
territorio spopolato ed economicamente depresso10, che tuttavia non tiene conto delle importanti
informazioni desumibili dall’analisi puntuale del patrimonio documentario complessivo.
Sulla base, dunque, del censimento sistematico e della discussione attenta della
documentazione raccolta, confluita nella seconda parte del lavoro (Parte seconda. La
documentazione), ma di fatto fulcro e riferimento per tutta la ricerca condotta, sono stati
ricostruiti i caratteri del paesaggio della Puglia centrale in età romana (Parte Prima. La
geografia antropico-insediativa), con l’intento di poterne desumere indicazioni circa le modalità
insediative extraurbane, le strutture agrarie e le dinamiche di gestione e sfruttamento del
territorio. Pertanto, non si è ritenuto opportuno elaborare analisi specifiche sui materiali
rinvenuti, rimandando ai contributi specifici nei casi in cui i rinvenimenti sono editi. Nei casi,
invece, dei materiali non pubblicati e noti dalle sole descrizioni o talvolta dalle riproduzioni
fotografiche conservate presso gli Archivî, i dati disponibili vengono utilizzati con la massima
prudenza nella discussione di ipotesi circa funzione e cronologia dei contesti.
Nel capitolo dedicato a ‘Il paesaggio’ (§ I) si analizzano i caratteri geologici, morfologici e
pedologici della Puglia centrale, al fine di ricostruirne la storia insediativa senza svincolarla dal
tessuto ambientale entro il quale si colloca, che veicolò non poco le scelte di occupazione e di
sfruttamento del territorio.
3 Per la Puglia settentrionale, Antonacci Sanpaolo 1991; Antonacci Sanpaolo, Quilici 1995; Antonacci Sanpaolo et
Alii 1992; Volpe 1990; 1996; 1999; 2001; 2005; Goffredo, Volpe 2005; Romano, Volpe 2005. Per la Puglia
meridionale, Boersma, Yntema 1982; 1987; Boersma 1989; Yntema 1986; Yntema 1993; Van Compernolle 1994;
Manacorda 1994; 1995; Manancorda 2001; Manacorda, Cambi 1994; Cambi 2001; Chiocci, Pompilio 1997;
Compatangelo-Soussignan 1999; 2001; Fletcher, Robinson 2003; Robinson 2003;
4 L’affermazione di Desy 1993, 106: «La recherche archéologique sur la Peucétie aux IIe-Ier s. a.C. est très en
retard», pur risalente a più di dieci anni fa, sembra ancora oggi condivisibile ed estendibile all’intera età romana.
5 Pani 1976; 1979; 1988; 1988a; 1989; 1990; Chelotti, Morizio, Silvestrini 1988; Cassano 1989; Silvestrini 1989a
6 Fioriello 2001-2002; 2003; 2007; c.s.; c.s.a.
7 Chelotti 1987; 1989; 1989a; 1991; 1993; 1999; 2007; Silvestrini 1988; 1989; 1991; 1996; 1996a; 1999; 2002; 2005.
8 «[...] proprio nella Puglia centrale, cioè in quel territorio un tempo coincidente con la Peucezia, [...] si registra un
particolare ritardo di indagini sull’età romana e tardoantica [...]. Il grado di conoscenze non è quindi al momento
minimamente comparabile con quello relativo ai territori corrispondenti alla Puglia settentrionale e meridionale [...],
che sono stati interessati da ricognizioni archeologiche sistematiche e da scavi stratigrafici. [...] Questa sostanziale
lacuna di conoscenze sulla Puglia centrale costituisce al momento uno degli ostacoli principali per la formulazione di
un quadro generale (che possa dirsi sufficientemente fondato) sulle condizioni economiche e sociali di questo
territorio. [...] non è escluso che il vuoto presente sulle carte di distribuzione possa registrare l’attuale stato di
conoscenze piuttosto che rispecchiare la realtà storica»: Volpe 1999a, 88.
9 Toynbee 1965. La tesi di Toynbee è stata di recente riproposta da Cornell 1996.
10 Si vedano, ad esempio, le osservazioni di Grelle 1989; 1999a; 2005; Volpe 1996; 1999a.
Ampio spazio è stato dedicato a ‘Il quadro storico’ (§ II), nel quale, attraverso il riesame
della documentazione disponibile, spesso analizzata in maniera parziale nella letteratura
precedente, viene delineata la complessa vicenda storico-insediativa della Puglia centrale
dall’età della romanizzazione fino alla fine del III sec. d.C. L’analisi condotta non solo è
risultata funzionale a definire il panorama storico, politico e sociale entro il quale si colloca il
fenomeno del popolamento rurale, ma ha pure permesso di avanzare nuove ipotesi anche alla
luce dei dati emersi dall’analisi degli insediamenti rurali.
Segue la disamina attenta de ‘La viabilità’ (§ IV), nella quale vengono riconsiderati i
tracciati finora ricostruiti della viabilità principale (§ IV.1-2) e di quella secondaria (§ IV.3).
Proprio per quest’ultima, la ricerca condotta ha costituito un contributo importante alla
precisazione e ad una più puntuale definizione di percorsi già ipotizzati nella letteratura
specifica, ma spesso privi di riscontro archeologico, nonché all’individuazione di numerosi assi
stradali, che contribuiscono a ricostruire una fitta rete viaria che sicuramente garantì il
‘successo’ di numerosi insediamenti extraurbani e la vitalità dell’intero territorio.
Lo studio dedicato a ‘La centuriazione’ (§ IV) delinea, rispetto alle ricerche precedenti, un
quadro più articolato e problematizzato del paesaggio centuriato e della sua estensione. L’analisi
delle forme gromatiche e dei regimi giuridici dell’ager nel diritto romano (§ IV.1) ha permesso,
infatti, di avanzare dubbî sulla plausibilità delle ipotesi finora avanzate, invero fondate su una
documentazione assai parziale e caratterizzate da numerose incongruenze storiche e giuridiche.
La discussione di tali ricostruzioni, elaborata con attenzione costante al quadro storico-
istituzionale del territorio esaminato, pur non portando a nuove ipotesi, poiché non
adeguatamente supportate dalla documentazione disponibile, ha consentito di avanzare dubbî
sull’estensione finora proposta degli agri centuriati, aprendo così nuove prospettive di ricerca.
La lettura del paesaggio della Puglia centrale fra III sec. a.C. e III sec. d.C. si conclude con
l’analisi degli ‘Insediamenti rurali e strutture agrarie’ in età romana (§ V), in cui la disamina
comparata delle fonti letterarie e dei corpora normativi da una parte e delle evidenze
archeologiche dall’altra permette di riconsiderare il significato e il valore ‘totalizzante’ della
villa schiavistica nel sistema di produzione agraria romano e riconosce così un sistema
complesso di gestione e di sfruttamento della terra nel mondo romano, all’interno del quale è
possibile individuare una pluralità di modelli insediativi e di forme di produzione (§ V.1), ben
attestati anche nel territorio della Puglia centrale (§ V.2-3).
Nella seconda parte del lavoro è raccolto il complesso della documentazione censita ed
esaminata.
Per quanto riguarda le ‘Fonti letterarie’ (§ VI), sono state considerate tutte le testimonianze
relative sia alla Puglia centrale nello specifico, in genere citata con il riferimento all’etnico
Peuk(cid:3)tioi / Poediculi, sia alla 'Iapug…a / Apulia in generale e contenenti riferimenti sia a
specifici avvenimenti storici, sia a questioni socio-politiche, sia a tematiche connesse alla
viabilità, alle produzioni e agli assetti agrarî della regione. Per le testimonianze considerate,
disposte in ordine alfabetico d’Autore11, si fornisce la trascrizione e la traduzione, rimandando
per il commento e l’analisi ai capitoli in cui i singoli passi sono discussi.
Le ‘Fonti epigrafiche’ (§ VII), che comprendono sia i monumenti epigrafici (§ VII.1) sia
l’instrumentum domesticum (§ VII.2) provenienti da contesti extraurbani, sono disposte in
ordine alfabetico per gentilizi o per cognomi nei casi in cui il nomen non sia espresso12.
L’analisi di ciascuna iscrizione, realizzata secondo i criterî adottati nei Supplementa Italica (n.s.
a cura di S. Panciera), fornisce indicazioni circa il supporto, il luogo, la data e le circostanze di
rinvenimento, il luogo di conservazione e la bibliografia di riferimento; alla trascrizione
dell’iscrizione segue l’analisi sia dei caratteri paleografici sia degli elementi testuali, sulla base
dei quali si propone la cronologia. È stato così possibile non solo ricavare informazioni utili ad
una precisa definizione del monumento in sé, ma anche desumere dati importanti su
problematiche di più ampia portata storica, quali la presenza diffusa e costante nel tempo di
famiglie di origine non locale, la cui presenza nella Puglia centrale potrebbe essere messa in
relazione con possibili interessi fondiarî in questa parte della regione; l’attestazione di
particolari mansioni legate soprattutto alle attività silvo-pastorali; l’esistenza di almeno otto
nuclei della proprietà imperiale, della quale si è potuta puntualizzare consistenza e articolazione
topografica.
Il ‘Catalogo dei rinvenimenti’ (§ VIII) accoglie 175 schede, disposte in ordine topografico
da N a S e da W verso E, elaborate sulla base delle specifiche esigenze emerse durante la ricerca
ed articolate in singole voci che forniscono dati funzionali alla referenziazione cartografica,
informazioni sul tipo di rinvenimento e sulle circostanze del ritrovamento, indicazioni
sull’inquadramento geomorfologico e topografico, elementi cronologici, notizie su eventuali
frequentazioni in periodi precedenti o successivi, indicazioni sulla bibliografia e sulla
documentazione d’archivio di riferimento, dati utili all’interpretazione. Quanto a quest’ultimo
aspetto, si è seguita, per quanto possibile, la tipologia elaborata da F. Cambi13 per la Calabria
romana, ma testata anche su altri contesti regionali, basata su cinque criterî fondamentali14 e
costituita da undici categorie di rinvenimento15.
Per la realizzazione del ‘Catalogo’ sono stati considerati contesti sia indagati attraverso
interventi di scavo, dunque noti nell’organizzazione icnografica e nell’impianto strutturale, sia
individuati per la presenza in superficie di concentrazioni o spargimenti di materiale
11 In questo capitolo, come anche nel resto del lavoro, si utilizzano le abbreviazioni e gli scioglimenti proposti
dall’Index del Thesaurus Linguae Latinae per gli autori latini, e dal Greek-English Lexicon di H. G. Liddell, R. Scott
per gli autori greci.
12 Le iscrizioni frammentarie, nelle quali non è possibile riconoscere gli elementi onomastici, sono analizzate alla fine
di ciascun paragrafo e disposte in ordine alfabetico considerando la prima lettera conservata.
13 Cambi 2001, 368.
14 Qualità, quantità e concentrazione dei reperti, dimensioni delle aree di spargimento e distribuzione dei reperti al
loro interno.
15 Villa 2, villa 1, casa 2, casa 1, villaggio 2, villaggio 1, casa/tomba, tomba, fornace/deposito, frequentazione, attività
agricola.
archeologico: materiali architettonici, resti di strutture murarie, brani di pavimentazione e di
rivestimenti parietali, frammenti fittili16. Inoltre, sono stati censiti anche i contesti funerarî non
pertinenti a necropoli urbane e dunque indizianti la presenza di insediamenti rurali per la loro
ubicazione.
Quanto a quest’ultimo aspetto, sulla base della preliminare distinzione fra aree urbane ed
extraurbane in età romana17, sono stati presi in esame sia le evidenze provenienti da aree ancora
oggi extraurbane sia quelle riconosciute all’interno dei moderni centri abitati che però non
ottennero mai autonomia giuridico-istituzionale in età romana e che quindi dovevano far parte
dell’ager dei municipia più vicini.
Come evidenze utili all’analisi, si considerano i contesti – 175 in tutto – distinguibili sul
piano degli aspetti dimensionali, morfologici e funzionali, analizzati, dunque, come singole
Unità Topografiche. Infatti, dalla documentazione disponibile spesso non è possibile risalire
all’esatto luogo di rinvenimento, quasi sempre indicato con il solo riferimento alla località; per
questo motivo, si è preferito non accorpare le evidenze note in Siti, rimandando comunque
all’analisi complessiva la possibilità di collegare due o più Unità Topografiche in un unico
Sito18. Ciascun contesto è analizzato con attenzione costante alla lettura di tutta la
documentazione disponibile, considerando sia la testimonianza delle fonti letterarie ed
epigrafiche, sia i dati di scavo, in molti casi inediti, di cui si ha notizia da riviste specializzate,
studi monografici, studî di carattere erudito ed antiquario, pubblicazioni di stampa locale,
nonché dagli Archivi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia (sedi di Bari e
di Taranto) e dall’Archivio di Stato di Bari.
La ‘Documentazione d’archivio’ è raccolta nel capitolo IX e propone la trascrizione dei
documenti individuati, quasi tutti inediti, disposti in ordine alfabetico del Comune di
rinvenimento.
La base documentaria sistematizzata nel ‘Catalogo dei rinvenimenti’ costituisce una
raccolta completa, confluita in un database relazionato al G.I.S., per la realizzazione del quale
sono state utilizzate le carte I.G.M. in scala 1:50.000, georeferenziate, relative al territorio in
esame. Sono stati, dunque, immessi nel sistema i dati relativi a 157 contesti; soltanto per 18 di
essi non è stato possibile inserire alcun dato all’interno del database relazionato al GIS, in
quanto non si conosce l’esatta località di rinvenimento, segnalata in maniera molto generica
16 Sulla necessità di non operare una selezione delle evidenze da analizzare, ma di considerare tutte le evidenze utili
ad una puntuale ricostruzione dei paesaggi, Ortalli 1986; 1994; 1996; Romano 2001, 165; Cambi 2003; Lippolis
2004. Al contrario De Franceschini 1998, che per la ricostruzione dei paesaggi romani della regio X Venetia et
Histria considera soltanto i «siti dove sono stati trovati resti anche frammentari di muri o di fondazioni», qui 15 per la
citazione.
17 La documentazione consente di riconoscere soltanto sette municipia a partire dalla guerra sociale: Rubi, Butuntum,
Barium, Caelia, Egnatia, Genusia e forse Azetium: § II.2. Quanto alla fase precedente alla guerra sociale, sono stati
considerati i contesti pertinenti agli abitati rurali che popolavano le campagne attorno ai principali insediamenti
protourbani indigeni: § II.1.
18 Sul significato di sito e di unità topografica, Volpe 1990, 106; Cambi, Terrenato 1994; Terrenato 2000; Cambi
2003; Guidi 2005, 40-46; Manacorda 2007.
nella documentazione consultata, spesso con la sola indicazione del comune moderno cui il
territorio in cui è stato effettuato il rinvenimento appartiene.
Nelle ‘Considerazioni conclusive’ si analizza la distribuzione nel tempo e nello spazio dei
tipi di insediamenti attestati e si delinea un quadro insediativo d’insieme del paesaggio della
Puglia centrale, sulla base delle indicazioni emerse nelle sintesi tematiche e dei dati offerti dalla
documentazione considerata, ribadendo e avanzando in alcuni casi ipotesi di lettura che, si
spera, possano sollecitare in futuro ulteriori indagini capaci di determinare un avanzamento
della ricerca.
Il lavoro è completato dall’apparato illustrativo, che accoglie anche carte distributive
tematiche, nelle quali sono localizzati tutti i rinvenimenti per i quali si ha notizia dell’esatta
localizzazione, distinti per cronologia e per tipologia.
La bibliografia di riferimento accoglie lo scioglimento delle abbreviazioni bibliografiche
usate nel testo e l’elenco delle edizioni critiche degli Autori antichi citati.
La ricerca ha tentato di approfondire e arricchire la discussione storica con gli elementi di
novità evidenziati dai più recenti approfondimenti e desumibili dall’intero patrimonio
documentario considerato, nel tentativo di una ricostruzione globale del paesaggio della Puglia
centrale in età romana che superi il rigido bipolarismo tra ‘continuità’ e ‘discontinuità’ e
prediliga, semmai, una prospettiva dinamica, nella quale si colgono segni di ristrutturazione e di
omologazione, di novità e di vitalità, oltre che di discontinuità e di continua interazione, per
tentare di riconsiderare quell’idea di consistente ed ineluttabile ‘crisi’ che fino a tempi assai
recenti si è tramandata.
Per motivi di ‘copy-right’ questa versione digitale non accoglie la trascrizione dei
documenti d’archivio (§ IX), l’apparato illustrativo e il G.I.S. con relativo database.
Un sentito e doveroso ringraziamento va al Collegio dei Docenti, che ha seguito questa ricerca con attenzione, in
particolare al mio tutor, prof.ssa Raffaella Cassano, per i consigli e i suggerimenti con cui ha accompagnato tutte le
fasi di questo lavoro.
Esprimo inoltre viva riconoscenza ai proff. Luigi Capogrossi Colognesi (Università degli Studi di Roma ‘La
Sapienza’ - Dipartimento di Scienze Giuridiche) e Franco Cambi (Università degli Studi di Siena - Dipartimento di
Archeologia e Storia delle Arti) per la grande disponibilità con cui hanno discusso con me alcuni aspetti della ricerca
e per gli interessanti spunti di riflessione che hanno voluto offrirmi durante l’elaborazione del lavoro.
Un sincero ringraziamento va al dott. Paolo Perfido (Politecnico di Bari, Facoltà di Architettura - Dipartimento
di Ingegneria Civile e Architettura) per il supporto garantitomi durante l’elaborazione del G.I.S.
Pure ringrazio la dott.ssa Maria Martinelli (Università degli Studi di Bari - Dipartimento di Scienze
dell’Antichità) e gli amici e colleghi dell’équipe del ‘Progetto Egnazia’ per la competente collaborazione alla
realizzazione dell’apparato illustrativo.
PARTE PRIMA:
LA GEOGRAFIA ANTROPICO-INSEDIATIVA
Description:XX CICLO. CURRICULUM DI ARCHEOLOGIA DELLA MAGNA GRECIA Nevia, figlia di Numerius Savonius, dal marito Antonius Fortunatus.