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EDIZIONI FUSSI
CASA EDITRICE SANSONI - FIRENZE
PRO CLO
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EDIZIONI FUSSI
CASA EDITRICE SANSONI - FIRENZE
A CURA DI DAVIDE GIORDANO
PROPRIETÀ LETTERARlA RISERVATA
A CHrlu !Jet Grande
INTRODUZIONE
Un'ampia, per quanto idealizzata, vita di Proclo
ci ha lasciato Marino 1 di Flavia Neapolis, in Pale
stina, in 38 capitoli, dalla quale si attingono notizie
che interessano non solo la formazione letteraria e spt·
rituale del filosofo, ma anchè la sua attività specu
lativa, come direttore della Scuola neoplatonica di Atene,
nella quale successe al dotto Siriano. Il biografo Ma
rino modestamente confessa, all'inizio della sua opera
(op. cit.; J), di non possedere le forze necessarie a
porre nella dovuta luce i meriti straordinari di Proclo
e, perciò, di limitarsi a ricordare soltanto alcune delle
nobili qualità d'animo e di mente, di cui t"l suo maestro
fu dotato. Il titolo della biografia è llp6xJ..oç;, ~ m:pt
EMatfLov(aç;. M arino intese infatti dimostrare che in
Proclo erano confluite, integrandosi ed armonizzandosi,
tutte le virtù morali, politiche e fisiche, secondo la di
stinzione peculiare del neoplatonismo. Idealizzazione del
tipo di filosofo, esaltazione commossa del maestro da
parte di un discepolo affezionato può definirsi il ~(oç;
scritto da Marino, in cui per altro compaiono elementi
di ordine soprannaturale a spiegare la particolare pre
dilezione degli dei verso Proclo. Le doti naturali del
l'uomo vengono messe in risalto in unione a quelle
1 Cfr. MARINI vita Procli .... denuo recensuit ]oh. Frane.
Boissonade, Parisiis, edit. Ambrosio Firmin-Didot, 1929.
dello spirito ; così la sua instancabilità nel lavoro in
tellettuale, la robustezza fisica, l'acutezza della vista c
dell'udito, la bellezza dell'aspetto, dovuta alla propor
zione armonica delle Pm'ti del corpo e alla luce spiri
tuale che da esso si diffondeva, il perfetto stato di salute
(raramente fu ammalato), la memoria tenace, l'animo
cortese, l'amore per la schiettezza e per la verità, ld
spirito temperante, che gli consentiva di dedicarsi agli
studi, che producono nell'animo gioie inlime e non
istinti bestiali, il dispregio delle ricchezze in lui, che
era di famiglia doviziosa, la socievolezza, l'affabilità
e l'onestà dei costumi. Proclo nacque a Costantinopoli
nel 4I2 d. Cr. I suoi genitori (sua madre si chiamava
Marcella, szw padre Patrizio) lo condussero presto a
Xanto, ove fu educato secondo s'addiceva ad un figlio
di nobile e ricca famiglia. Studiò per qttalche tempo
grammatica in Licia, poi si recò ad Alessandria, ove,
per le sue particolari virtù morali, si guadagnò l'animo
e le simpatie dei dotti di quella città. Lo ebbe caro il so/i
sta Leonade Isaurico, che lo presentò ai maggiori uomini
politici d'Egitto, dei quali Proclo divenne amico intimo
e prediletto. Nel medesimo tempo fu alla scuola del
grammatico Orione e frequentò le lezioni dei maestri
romani, da cui trasse notevole profitto; anzi manifestò
attitudine per gli studi di eloquenza, nei quali ec
celse, acquistandosi ammirazione e fama. Dalle notizie
di Marino (o. c. VIII e XVI) sull'educazione lette
raria del suo maestro trovo ttn valido argomento per
affermare che Proclo grammatico e quello filosofo siano
la stessa persona, a cui pertanto si deve attribuire
la Xp"rjG't"OfLcX&e:toc, della quale a noi è giunto un rias
sunto dei primi due libri nella Biblioteca di Fazio.
Proclo seguì in viaggio a Costantinopoli il sofista Leo
nade e con lui, poco dopo, ritornò ad Alessandria per
continuarvi gli studi. Cominciò allora una nuova fase
...., IO .......,
della sua vita, in quanto dagli studi di retorù;a passò
a quelli puramente filosofici, senza per?J trascurare del
tutto l'applicazione letteraria. Frequentò la scuola di
Olimpiodoro, per apprendere le dottrine aristoteliche,
e quella di Erone per conoscere le scienze matematiche
e religiose. Poi, desideroso di accrescere la sua cul~
tura filosofica, si recò, forse verso il 429, nella
patria del sapere, in Atene, ove fu accolto con
onori e manifestazioni di particolare affetto da parte
dei dotti maestri di quella città. Quivi mostrò un certo
disdegno per l'insegnamento dei retori, ma seguì con
passione quello di Plutarco, capo della Scuola neo
platonica, col quale lesse il trattato di Aristotele sul
l'anima e il Fedone di Platone. Anzi lo stesso Plu
tarco lo invogliò a scrivere quel che intorno alla filosofia
tra di loro s'era discusso, eccitandone l'amor proprio
e preconizzando che un giorno si sarebbero letti anche
i commentari di Proclo al Fedone. Alla morte di Plu
tarco (a. 433) successe, nella direzione della scuola di
Atene, Siriano, col quale Proclo visse in. diuturna comu
nanza di studi, lesse le opere letterarie, morali, politi
che, fisiche di Aristotele e si dedicò anche alla scienza
teologale. Da questi studi, per gradi, passò all' appren
dimento della mistica disciplina di Platone, con gli
occhi non più annebbiati dalla caligine dell'ignoranza,
che anzi, annotando e scrivendo quanto udiva dal mae
stro e quanto era frutto di sua personale riflessione,
con un lavoro che non trovava riposo né di notte né
di giorno, all'età di ventoCto anni aveva già scritto,
tra l'altro, un'opera di profonda cultura filosofica, stili
sticamente pregevole, il commento al Timeo platonico.
Circa l'attività politica sappiamo da M arino (o. c. XV)
che Proclo fu consigliere saggio e probo degli uomini
di governo del tempo, che rivelò moderazione nei di
scorsi pubblici e nella pratica della vita civile, ma che,
......, II._..