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BIBLIOTECA
INV.
YangJiang
Itlèd ell'oblio
Memorie della Rivoluzione culturale
A cura di Silvia Calamandrei
Dalla raccolta Jiang yin cha., ristaippa a cura delle Edizioni dell'Accademia
delle Scienze sociali cinese, Pechino 1992: Mengpo cha (1983);
Bingwu yu Dingwei,iishi (1986); Yinshenyi (1987).
' . I
• © 1994 Glulio Einaudi editore s. p. a., Torino
ISDN 88-06-'{3451-5 Einaudi
Indice
Itldè e ll'oblio
p.3 Itlè d ell'oblio
Fantastagi ucihdseipa rr ieam essa
9 Memordieega lninB ii ngewD ui ngwei
Nuvonleeor er lda'toer o
9 I.N eltleam pesta
20 2.I rlo vesciamento
26 3.U nc avaelq iueartdete rmoo ni
35 4.U nrae cbietrnai uscita
38 5.L es tueol isaet ufa
41 6.A gneclollnpai e ldlile u po
48 7.L 'odrolroda etlonl uev ole
49 Imla ntdoe ll'invisibilità
Ragionapmeaersn stuoar g duoid,sip a o stfazione
55 Note
63 PostfadzSiii olCnvaeil aa mandrei
Il tè dell'oblio
Il tè dell'oblio
Fantasticheria a guisa di premessa
Ottobre 1983
Salivo su un treno scoperto, ma non era veramente un
treno, perché non si spostava sulla terra; assomigliava a
una chiatta, ma non navigava sull'acqua; era come un ae
reo, ma invece della cabina c'erano una serie di vagoni:
aveva l'aria piuttosto di un nastro trasportatore automa
tico, lunghissimo, con due ringhiere ai lati, carico di pas
seggeri, che si spostava rapidamente in un mare di nuvo
le. Mentre attendevo in fila il mio turno per salire sul
convoglio, mi era stato consegnato un biglietto per un
posto numerato, ma il numero era stato varie volte can
cellato e riscritto, e non si riusciva piu a distinguere be
ne. Sforzandomi di decifrarlo mi misi a cercare il mio po
sto: c'era una zona riservata ai professori, e i sedili erano
tutti occupati; un'altra per gli scrittori, e anche lf non
c'era posto. Arrivai finalmente alla zona dei traduttori,
suddivisa per lingue: sui cartelli c'era scritto «inglese»,
«francese», «tedesco», «giapponese», «spagnolo»; ma
anche qui la ricerca risultò vana. Non c'era posto per
me. Lungo il convoglio c'erano vari controllori in unifor
me grigia: uno di loro mi chiese se non dovevo andare in
«coda», nei vagoni senza prenotazione. Ma quello che
tenevo in mano era senza ombra di dubbio un biglietto
per un posto riservato. Il controllore voleva andare a ve
rificare sul registro, ma un suo collega disse che non va
leva la pena: eravamo quasi arrivati. Mi fecero allora se
dere su uno strapuntino.
Mentre cercavo il mio posto, avevo intravisto vari co
noscenti, ma occupata com'ero a controllare il mio nu
mero e a tenermi in equilibrio malgrado le scosse del
4 IL TÈ DELL'OBLIO FANTASTICHERIA A GUISA DI PREMESSA 5
convoglio in movimento, non avevo avuto il tempo di I controllori dovevano essere abituati a questo genere
scambiare una parola. Una volta seduta, nel timore di di di discorsi. Uno di loro prese pazientemente il megafono
sturbare, non osai piu alzarmi per andare a cercare gli per una breve presentazione della bottega.
amici. Guardando avanti non si vedeva che un'oscura - La « bottega della Comare Meng» è il vecchio no
foschia, mentre alle spalle si intravedeva tra le nuvole me: ora è stata ribattezzata la « Sala da tè della Signora
una semisfera rossa, come se il sole stesse sorgendo da Meng». La Signora Meng è estremamente democratica:
oriente o calando ad occidente: ma in effetti non si alza non costringe nessuno a bere il suo tè. La Sala da tè è un
va né tramontava: si stagliava immobile, in un alone ros grande edificio moderno: al piano di sotto viene servito
so. I controllori, appoggiati alle ringhiere, strillavano in tè al naturale, che può risultare un po' amaro. Chi non
dei megafoni: -Guardate avanti! Guardate avanti! ama il tè al naturale, può andare al piano di sopra, dove
A bassa voce mi azzardai a chiedere a uno degli uomi
vengono servite molte varietà di tè: tè nero al latte, tè
ni in uniforme grigia dove fossimo. Mi rispose ridendo:
nero al limone, tè verde alla menta, tè alla rosa, e cosi
- Nonnina, svegliati! Questa è la strada per l'Occiden via; il tutto accompagnato da pasticcini dolci o salati, a
te-. Indicando indietro, seguitò: -Da quella parte c'è
volontà. Coloro che hanno reclami, problemi, richieste
il mondo dei mortali. Noi andiamo ad Occidente-. Det
o suggerimenti rispetto alla vita trascorsa, una volta ar
to questo si mise anche lui a strillare: - Guardate avanti!
rivati al piano di sopra, possono rivolgersi ai rispettivi
Guardate avanti!- perché c'erano parecchi passeggeri
uffici, in modo che se ne prenda nota. Ci sono anche
che continuavano a voltarsi indietro, asciugandosi le la
stanze della televisione. Basta premere un bottone, per
crime.
rivedere tutta la propria vita: non c'è da preoccuparsi, le
Chiesi di nuovo: -Ma dove stiamo andando?
stanze della televisione sono appartate, non aperte al
Ignorandomi, gridò nel megafono: - Si invitano i pas
pubblico.
seggeri a prepararsi. La prossima fermata è la bottega
L'ultima frase suscitò grande ilarità.
della Comare Meng. Siamo quasi arrivati: tenetevi pron
- In tutta la mia vita non ho fatto niente di cui vergo
ti a scendere!
gnarmi, e che non possa essere mostrato in pubblico!, -
Tra i passeggeri si creò una certa agitazione.
disse qualcuno in tono fiero.
- Bene, andiamoci a prendere una tazza di tè dalla
-Ma dévi trovarti un pubblico! Bisogna vedere se ol
Comare Meng!
-Ma il tè della Comare Meng è meglio non berlo! Ba tre a te, c'è qualcun altro interessato a seguire lo spetta
sta una tazzina, e tutto è dimenticato, cancellato di colo!, -rispose qualcuno in tono freddo.
colpo. Al megafono continuava la spiegazione:
- Tanto meglio! Una tazza di tè, ed è tutto finito! - La Sala da tè non è un luogo di intrattenimento. La
- Io non lo bevo davvero! Che spreco sarebbe! Una televisione serve per invitare a bere il tè. Perché non c'è
tazza di tè e l'esperienza di una vita svanisce: allora a che nessuno che guarda lo spettacolo fino in fondo: ti viene
pro' aver vissuto? una grande sete, e non vedi l'ora di bere il tè.
- Vuoi dirmi che continui a essere attaccato alla tua Sottovoce chiesi al controllore che mi stava vicino:
preziosa esperienza, e magari saresti anche disposto ari - Perché?
vivere un'altra volta? Mi rispose con una risata: -Fai la prova e vedrai.
- Io comunque non bevo! Io dissi che preferivo il tè al naturale: non volevo an
- Comunque non dipende da te! dare al piano di sopra.
.....
6 IL TÈ DELL'OBLIO FANTASTICHERIA A GUISA DI PREMESSA 7
Meravigliato replicò: -Ma tutti vanno al piano di so illuminato e pieno di animazione. Il convoglio stava per
pra, ne vale la pena solo per l'animazione. ripartire. Mi affrettai a scavalcare la ringhiera e a saltare
- Una volta visto lo spettacolo si può ridiscendere a giu. Mi sentii la testa pesante e le gambe leggere, e mi ri
bere il tè? trovai con la testa sul cuscino. Aprii gli occhi ed ero di
- Non ce n'è bisogno. Al piano di sopra viene servito stesa tranquillamente nel mio letto, mentre nelle orec�
ogni sorta di tè, anche quello al naturale. Se si sale di so chie mi risuonava ancora la frase: «vengono bloccati se
pra poi non si scende, si va solo su, non giu. trasportano qualcosa di contrabbando».
Mi affrettai a domandare: -Dove si va, una volta sa D'accordo, è ora di decidersi a fare l'inventario di tut
liti al piano di sopra? E quelli che non salgono, dove te le cose che mi porto ancora addosso.
vanno?
Tirò su col naso e poi disse: - Io accompagno il con
voglio fino a questo punto: non conosco la prossima de
stinazione. Se non vuoi salire al piano di sopra, devi
sbrigarti a prepararti. Ci fermiamo solo un attimo al
pian terreno: se non fai a tempo, ti ritroverai al piano
di sopra.
- Che cosa devo preparare?
-Devi alleggerirti: non puoi far passare niente di con-
trabbando.
Mi guardai attorno e chiesi: - Ma c'è qualcuno che
porta bagagli?
- Ovviamente non si possono portare bagagli -mi ri
spose. -Ma non ci si può neppure portare niente addos
so, neppure se lo si tiene nascosto nel cuore. Quelli che
vanno al piano di sopra, una volta espresse le loro opi
nioni, i loro reclami, le loro esigenze, finiscono per libe
rarsi anche di ciò che non hanno tirato fuori. Ma tu non
hai intenzione di salire di sopra.
Ridendo dissi: -Ma se bevo una tazza di tè al natura
le, non svanisce tutto?
Mi rispose: -Questo tè non fa svanire, fa solo dimen
ticare. Quelli che vanno al piano di sopra non hanno bi
sogno di essere ricontrollati. Quelli che restano al pian
terreno, appena bevuto il tè lasciano la stazione. Ma
vengono bloccati se trasportano qualcosa di contrab
bando.
Aveva appena finito il suo discorso che il convoglio si
arrestò alla bottega della Comare Meng. Il pian terreno
era desolato e oscuro, mentre il piano di sopra era tutto
......
Memorie degli anni Bingwu e Dingwei
Nuvole nere orlate d'oro
Giugno 1986
Il grande avvenimento degli anni Bingwu e Dingwei '
fu la «Grande Rivoluzione culturale, senza precedenti
nella storia» 2 Gli intellettuali piu anziani, formatisi nel
•
la vecchia società, non erano il bersaglio principale della
«Rivoluzione»\ e tanto meno lo erano le persone come
me, senza celebrità e potere. In generale ci è toccato solo
di «accompagnare» coloro che erano stati designati come
bersaglio della lotta. Queste note registrano dunque le
esperienze di una semplice «accompagnatrice», e riguar
dano un aspetto minore di quella «Grande Rivolu
z10ne».
r. Nella tempesta.
Il 9 agosto r 966 -nel sesto mese dell'anno Bingwu del
calendario lunare - tornando a casa dal lavoro, dissi a
Mocun•: - Oggi sono stata «stanata»'. E tu?
Lui mi rispose: -Ancora no, ma succederà presto.
Tre giorni dopo veniva «stanato» anche lui.
Gli domandai: - Come hanno fatto a «stanarti»?
Non ne aveva la minima idea: -Avranno affisso qual-
che dazibao 6 contro di me.
Io invece ricordavo bene come era andata. Anche se
non c'erano stati ancora dazibao di denuncia contro di
me, non mi c'era voluto molto a rendermi conto che la
situazione non era brillante. Un giorno, prima dell'inizio
di un'assemblea, venne fatto cii;-colare tra i presenti un
documento; quando arrivò il mio turno, venni saltata,
IO MEMORIE DEGLI ANNI BINGWU E DINGWEI NUVOLE NERE ORLATE D'ORO II
come se non esistessi. A un'altra riunione qualcuno di ciale e i crimini confessati e ratificati dalle masse; 3) sa
colpo se ne usci con: -E Yang Jikang 7, che tipo di per remmo stati organizzati in squadre di lavoro manuale,
sona è?- Giacché si stava esaminando il caso di un altro agli ordini e sotto il controllo di un «gruppo di sorve
« onorevole professore» 8, per quella volta n�ssuno si a� glianza».
zardò a classificarmi. Ma dopo l'assemblea, il segretano Di ritorno a casa, chiesi a Mocun: - E da voi come
della nostra sezione di Letteratùra occidentale 9 mi disse va?- Ovviamente in ogni istituto del nostro dipartimen
con aria imbarazzata: -D'ora in poi, è inutile che tu par to succedevano le stesse cose. I nostri destini procedeva
tecipi alle riunioni-. Fu coschie m i ritrovai «stanata». no quindi in parallelo. A lui era stato assegnato il compi
Come andassero considerate le persone che erano sta to di spazzare il cortile, a me di tenere puliti i gabinetti
te «stanate», per il momento non era chiaro: n?n era?o delle donne. Dopo esserci sbrigati a cenare, ci mettem
« né spose né concubine» 1_0• Ment�e le masse nvol1;1zio mo a confezionare i nostri cartelli con la diligenza di due
narie passavano tutte le giornate m assemblea, noi ��e scolaretti che abbiano un lavoretto pratico da eseguire.
eravamo stati «stanati» dovevamo restarcene seduti m All'Istituto di Letteratura straniera erano prescritti car
un ufficio deserto, in attesa di conoscere i crimini di cui telli di forma rotonda, con caratteri neri su fondo bian
eravamo accusati. Le quattro pareti dell'ufficio erano co. All'Istituto di Letteratura cinese invece, la forma do
tappezzate di striscioni rossi con sopra scri�te «cit�zio veva essere rettangolare, con caratteri bianchi su fondo
ni». Una di queste recitava: «Dopo aver anruentato i ne- nero. Riuscii a trovare una tavoletta rettangolare per
miei armati, resteranno ancora i• nemi•c i• non armati•» 11. Mocun, mentre per me, con l'aiuto di una ciotola, trac
Uno dei miei compagni era seduto proprio di fronte a ciai una circonferenza su un cartone, che poi ritagliai.
questa citazione. Con l'aria infuriata di Ah Q 12 che con Attenendoci alle norme, lavorammo meticolosamente a
templa le cicatrici di scabbia sul suo cuoio capelluto, preparare i cartelli. Poi tracciammo in bella calligrafia
cambiò di posto cercando di dominarsi. Per fortuna nella l'elenco dei nostri crimini, fissammo una cordicella ai
stanza c'erano tanti posti vuoti e avevamo la libertà di due lati e ce li mettemmo al collo, ammirandoci l'uno
sederci dove piu ci garbava: non eravamo costretti a con l'altra. Sembravamo Alice nel paese delle meraviglie
guardare in faccia una realtà che non ci piaceva. e non potei fare a meno di pensare alla sua famosa battu
Un bel giorno, venne pubblicata sul giornale la «Cir ta: « curiouser and curiouser! » , •.
colare del I 6 maggio» n. Mentre eravamo intenti a stu Col passare del tempo le cose si fecero in effetti sem
diarla e analizzarla, scambiandoci commenti a bassa vo pre piu curiose. Il nostro Dipartimento non disponeva di
ce, improvvisamente vennero a convocarci per un'a� una aula magna capace di accogliere assemblee di massa:
semblea. Tutti contenti credevamo che, secondo lo spi c'era solo un grande capannone. Un giorno che pioveva
rito della direttiva, le masse rivoluzionarie venissero a a dirotto e faceva un gran freddo, sbucarono all'improv
invitarci a rientrare nei loro ranghi. E invece, con nostra viso, provenienti da non si sa dove, alcune Guardie rosse
grande sorpresa, le masse si misero a denunciare �on vee ribelli che convocarono coloro che erano stati «stanati»
menza i nostri crimini, e ci annunciarono anche il tratta nel capannone. Ci fecero montare su un palco per «addi
mento che ci sarebbe stato riservato d'allora in poi: I) lo tarci come esempio negativo», dopo averci fatto infilare
stipendio ci veniva soppresso e ci veniva assegnato un in testa alti cappelli a punta fabbricati con carta di gior
mensile per lo stretto indispensabile; 2) ogni giorno, ar nale. Tra le urla di indignazione e gli insulti delle masse,
rivati in ufficio, dovevamo appenderci al collo un cartel riuscii a capire che noi «a dditati ad esempio negativo»
lo, che specificasse chiaramente la nostra posizione so- eravamo tutti «d emoni bovini e spiriti serpenti»". Sbir-
-,.