Table Of ContentAlfred Adler
IL SENSO DELLA VITA
Quest'opera è un compendio di tutta la teoria individual-psicologica
di Adler: indispensabile supporto, dunque, per chi già la conosce e
accattivante "invito" per chi non l'ha ancora scoperta. Emerge da
queste pagine il grande merito della riflessione adleriana: l'aver colto
che il dramma perenne dell'essere umano è nel contrasto inevitabile
tra l'ideale dello spirito - e dunque l'aspirazione alla superiorità, alla
perfezione - e la consapevolezza della fragilità del proprio corpo. Ma
Adler non si limita a esporre i fenomeni, a spiegarne le cause e a
delinearne le finalità: egli propone anche una serie di criteri che
aiutano a comprenderne i processi intuitivi e interpretativi.
Introduzione di Pier Luigi Pagani.
Collana
25
Titolo originale:
Der Sinn Des Lebens
Traduzione di Stefania Bonarelli
Prima edizione ebook: gennaio 2012
© 1997 Newton & Compton editori s.r.l.
Roma, Casella postale 6214
ISBN 978-88-541-3825-4
www.newtoncompton.com
Alfred Adler
Il senso della vita
Introduzione di Pier Luigi Pagani
A cura di Egidio Ernesto Marasco
Traduzione di Stefania Bonarelli
Edizione integrale
Newton Compton editori
In questa seconda edizione dell’ultima opera di Adler, in cui
Egli sintetizza la sua Psicologia Individuale e la sua visione del
mondo, abbiamo cercato di rendere in modo più chiaro e fedele il
suo pensiero rivedendo in alcuni punti il testo della precedente
edizione italiana del 1997 ed aggiungendo qualche nota e l’indice
analitico. Speriamo così di aver reso più facili la consultazione e lo
studio.
Abbiamo ritenuto, invece, che le appendici, presenti nella
prima edizione e dirette in modo specifico a psicoanalisti, psicologi
e pedagogisti, debbano essere accorpate nei libri che Adler ha
dedicato alla tecnica analitica ed alla pedagogia terapeutica.
Leggendo …, così, nessuno avrà la tentazione di improvvisarsi
psicoterapeuta e sarà più chiaro che questa esposizione dei
fondamenti della Psicologia Individuale è destinata al confronto
con i principi generali di altre teorie psicodinamiche e filosofiche e
con il senso che ognuno di noi da alla vita.
Egidio Ernesto Marasco
Milano, 18 ottobre 2011
Introduzione
Der Sinn des Lebens, Il senso della vita, è l’ultimo libro scritto
da Alfred Adler prima della sua morte, avvenuta per una crisi
coronarica il 28 maggio 1937 in una via di Aberdeen in Scozia, dove si
era recato, già sofferente di cuore, nel corso di un faticoso ciclo di
conferenze, contravvenendo, com’era nel suo carattere, il parere dei
medici. Pubblicato a Vienna nel 1933 dall’editore Dr. Rolf Passer e
diffuso contemporaneamente anche in Germania, attraverso la filiale
che la casa editrice possedeva a Lipsia, Il senso della vita fece in
tempo a farsi conoscere nei paesi di lingua tedesca, prima che il
regime hitleriano ne impedisse la divulgazione, a causa
dell’appartenenza del suo Autore alla «razza» ebraica, e di lì a
propagare in tutto il mondo il pensiero adleriano più meditato.
Già qualche anno prima dell’uscita de Il senso della vita, Adler
aveva compiuto dei viaggi, divenuti via via sempre più frequenti, negli
Stati Uniti, paese nel quale si trasferirà poi definitivamente con tutta
la famiglia nel 1934 a causa dell’incombente minaccia nazista, ma
anche perché in quel giovane paese, aperto all’innovazione e alla
sperimentazione, egli aveva trovato un terreno molto più sensibile
allo sviluppo del suo pensiero, improntato sia alla dinamicità che al
pragmatismo, di quello che avrebbe potuto reperire nel vecchio
continente. Ma, soprattutto, perché negli Stati Uniti gli era stata
offerta la possibilità di dedicarsi all’insegnamento universitario,
opportunità che, invece, gli era sempre stata negata in patria.
Quando Il senso della vita vide la luce, Alfred Adler aveva già
ottenuto da qualche tempo la carica di Professore al Long Island
Medical College di New York.
La Psicologia Individuale di Alfred Adler
La Psicologia Individuale di Adler costituisce uno dei tre filoni
storici della psicologia del profondo, a fianco della Psicoanalisi di
Freud e della Psicologia Analitica di Jung, ma essa va soprattutto
ricordata dal punto di vista storico, come l’antesignana di tutte le
Scuole a indirizzo socio-culturale della psicologia dinamica. Essa,
infatti, è stata la prima Scuola a porsi l’obiettivo di studiare l’uomo
non come soggetto isolato, ma come membro attivo della comunità
in cui è inserito. Il principio fondamentale della psicologia adleriana
«non è possibile esaminare un essere umano in condizioni di
isolamento, ma solo all’interno del suo contesto sociale» ha
costituito il cardine maestro su cui si è retta e si regge tutta la
dottrina individualpsicologica della personalità.
Il termine «individuale», che contraddistingue l’indirizzo
adleriano, non deve trarre in inganno. Infatti, questo tipo di
locuzione è imputabile solo all’omissione, già da tempo divenuta
consuetudine, della qualifica di «comparata», che in origine
caratterizzava la Scuola: Psicologia Individuale Comparata. Tale
definizione aveva l’intento di esprimere il concetto di un’individualità
psichica unica e irripetibile, destinata, per legge dell’evoluzione e,
quindi, per necessità di sopravvivenza, a essere parte integrante di
raggruppamenti sociali formati anch’essi da unità psichiche uniche e
irripetibili.
Il pensiero di Adler ha sottilmente permeato di sé, oltre che le
varie correnti della psicologia dinamica, anche il linguaggio comune.
Chi, almeno qualche volta, senza conoscerne la provenienza, non ha
avuto modo di usare termini quali «sentimento d’inferiorità»,
«complesso d’inferiorità», «complesso di superiorità», «stile di
vita», «protesta virile»?
Adler scorse nell’essere umano due istanze fondamentali, che,
superando il concetto di pulsione, mirano a disciplinare le spinte
istintuali e a regolamentare le attività coscienti dell’individuo: la
Volontà di potenza e il Sentimento sociale. La prima è un’energia
innata, diretta a indirizzare l’individuo, sia a livello conscio che
inconscio, verso mete di innalzamento, di affermazione, di
competizione o, almeno, come condizione minima basilare, di
autoprotezione ai fini della sopravvivenza. Il secondo, cioè il
Sentimento sociale, è invece un bisogno, una necessità naturale
dell’uomo di contribuire, collaborando, al benessere comune e di
compartecipare emotivamente con i propri simili. Le richieste
avanzate dalla Volontà di potenza e dal Sentimento sociale sono
appagate dall’individuo mediante una riflessione di questo genere: «il
mondo è così... io sono fatto così... perciò...». L’esito che egli ne
ricava stabilirà i confini entro cui gli sarà consentito di strutturare e
di organizzare il proprio Stile di vita, che per gli adleriani è sinonimo
di personalità.
La strutturazione dello Stile di vita
Nel testo, la strutturazione dello Stile di vita assume un ruolo
estremamente rilevante. In esso si constata, infatti, come l’assetto
dello Stile di vita si articoli attraverso un progressivo criterio di
selezione e di adattamento dinamico, il cui scopo è quello di condurre
l’individuo a far proprie tutte quelle scelte, emotive o ragionate, che
egli ritiene efficaci per il raggiungimento della meta finale, rifiutando,
nel contempo, tutte le altre soluzioni non produttive. È precisamente
ne Il senso della vita che Adler toglie ogni dubbio circa
l’appartenenza della sua dottrina alle psicologie del profondo: lo Stile
di vita si forma a diversi livelli di consapevolezza, dice, ma l’apporto
dell’inconscio risulta essere l’elemento più importante. Insomma, lo
Stile di vita ci offre, in quest’ottica, la rappresentazione indelebile
dell’impronta psichica, unica e inimitabile di ogni individuo, che
risulta contrassegnata dai suoi tratti comportamentali, dalle idee,
dalle opinioni, dai sentimenti, dalle emozioni, unitamente indirizzati
al raggiungimento delle mete primarie.
L’analisi dello Stile di vita: la costellazione familiare, i primi
ricordi d’infanzia, i sogni
Il senso della vita non si limita a esporre i vari fenomeni, a
spiegarne le cause e a delinearne le finalità, ci propone anche una
serie di criteri diretti alla comprensione dei processi intuitivi e
interpretativi, oltre a fornirci agili e chiare metodologie a fini
diagnostici e valutativi.
Per analizzare, ad esempio, uno Stile di vita, cioè per
comprendere qual è la meta prevalente verso cui tende un individuo,
si ricorre di solito, istintivamente, all’esame del suo comportamento:
la gestualità, la mimica, lo sguardo, l’eloquio, gli atti quotidiani, il
modo di reagire alle varie situazioni forniscono già un compendio
delle finalità, conscie e inconscie, di una persona; scoprire i suoi
pensieri e le sue opinioni permette di risalire all’immagine, reale o
idealizzata che essa ha di sé e del mondo; accedere, infine, ai suoi
sentimenti e ai suoi affetti ci informa dell’intensità della sua vita
emotiva.
La revisione dello Stile di vita è sicuramente il settore più
impegnativo per l’analista individuale, impegnato com’è nella
ricostruzione terapeutica della personalità e nel riesame delle scelte
dell’analizzato. Per esplorare i momenti iniziali di formazione della
personalità, cioè i primi elementi che hanno concorso alla
strutturazione dello Stile di vita, la Psicologia Individuale si serve
dello studio della famiglia d’origine e dell’acquisizione dei primi
ricordi d’infanzia, definiti da Adler «i prototipi dello Stile di vita».
L’analisi adleriana prende il via dall’esame della costellazione
familiare, ossia dallo studio della piccola ma importante cerchia con
la quale l’individuo si è relazionato dalla prima infanzia in poi: la
famiglia d’origine.
Le figure primarie, di grande importanza per la loro funzione di
modelli sui quali l’individuo impronta, attraverso scelte o rifiuti, la
propria personalità, sono naturalmente quelle genitoriali, ma la
Psicologia Individuale assegna un notevole rilievo anche alla
composizione della fratria e all’ordine di nascita dei fratelli, capaci di
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influenzare in maniera significativa l’intero sviluppo psichico .