Table Of ContentCollana Studi biblici
20. S. Zedda, Teologia della salvezza negli Atti degli apostoli
21. A. Giglioli, L'uomo o il creato?
22. M. Pesce, Le due fasi della predicazione di Paolo
23. E. Boccara, Il peso della memoria
24. L. Alonso Schokel - J.M. Bravo Arag6n, Appunti di ermeneutica
25. Metodologia dell'Antico Testamento, a cura di H. Simian-Yofre
26. F. Manns, Il giudaismo
27. G. Cirignano - F. Montuschi, La personalità di Paolo
28. F. Manns, La preghiera d'Israele al tempo di Gesù
29. H. Simian-Yofre, Testi isaiani dell'Avvento
30. M. Nobile, Ecclesiologia biblica
31. L. Ballarini, Paolo e il dialogo Chiesa·lsraele
32. F. Manns, L'Israele di Dio
33. A. Spreafico, La voce di Dio
34. G. Crocetti, Questo è il mio corpo e lo offro per voi
35. A. Rofé, La composizione del Pentateuco
36. P. Lapide, Bibbia tradotta Bibbia tradita
37. G. Ci rignano - F. Montuschi,Marco. Un Vangelo di paura e di gioia
38. P. Grelot, Il mistero del Cristo nei Salmi
39. B. Costacurta, IL Laccio spezzato
40. G. Ibba, La teologia di Qumran
41. A. W énin, Entrare nei Sabn i
42. B. Costacurta, Con La cetra e con la fionda
43. J.P. Fokkelman, Come Leggere un racconto biblico
44. X. Léon-Dufour, Agire secondo il Vangelo
45. Bibbia e storia, a cura di M. Hermans - P. Sauvage
46. W. Binni -B. G. Boschi, Cristologia primitiva
47. M. Remaud, Vangelo e tradizione rabbinica
48. B.G. Boschi, Le origini della Chiesa
49. A. Miranda, l sentimenti di Gesù
50. W. Binni, La Chiesa nel Quarto Vangelo
51. X. Léon-Dufour, Il Pane della vita
52. A. Wénin, Il Sabato nella Bibbia
53. B. Costacurta, Lo scettro e La spada
54. Y. Simoens, Il corpo sofferente: dall'uno all'altro Testamento
55. F. Urso, La sofferenza educatrice nella Lettera agli Ebrei
56. L. Mazzinghi, Storia d'Israele dalle origini al periodo romano
57. A. Pitta, Paolo, La Scrittura e la Legge
58. M. Grilli, L'impotenza che salva
59. L. Schiavo, Il Vangelo perduto e ritrovato
BRUNA COSTACURTA
IL LACCIO
SPEZZATO
Studio del Salmo 124
EDIZIONI DEHONIANE BOLOGNA
Prima edizione: marzo 2002
Ristampa: settembre 2010
0 2001 Centro editoriale dehoniano
via Nosadella, 6 - 40123 Bologna
EDB®
ISBN 978-88-10-40741-7
Stampa: Tipografia Giammarioli, Frascati (RM) 2010
Colle rondini fugge
l 'ultimo strazio.
Da: «Quiete», di Giuseppe Ungaretti
INTRODUZIONE
n Salmo 124, oggetto del presente studio, è una breve compo
sizione poetica appartenente alla collezione dei «Salmi delle
Ascensioni». Si tratta di un piccolo Salmo, di appena otto versetti,
che è stato in genere abbastanza ignorato dagli studiosi. A parte i
corrunenti al Salterio o alcuni saggi sui Salmi delle Ascensioni, solo
qualche articolo è stato dedicato al nostro testo. Forse perché è cosl
breve, con delle ripetizioni e immagini di repertorio che sembrano
stereotipate, non lo si è ritenuto adeguato ad uno studio specifico e
approfondito.
In realtà, esso contiene elementi molto interessanti e originali,
alcune inunagini ardite e un'impalcatura unitaria molto accurata.
Si tratta di un piccolo gioiello poetico, in cui si intrecciano e si
accavallano metafore di vario tipo, con elementi inconsueti che si
sovrappongono a inunagini usuali, tutto sotto una spinta emotiva e
uno spessore esperienziale di grandissima efficacia e suggestione. D
nostro intento è di offrire, per un testo apparentemente cosl esile
eppure cosl ricco, un commento particolareggiato, studiandone la
terminologia, le inunagini utilizzate, gli accorgimenti stilistici, e
facendone risaltare il contenuto teologico, che si presenta denso e
di grande attualità.
Perciò, dopo aver affrontato brevemente, in un capitolo ini
ziale, alcune questioni introduttorie e di carattere generale, passe
remo ad uno studio accurato del testo, versetto per versetto,
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ampliando la prospettiva, dove serve, in riferimento a tematiche
particolari ed evidenziandone lo spessore teologico. Giunti poi al
termine dell'analisi, potremo mostrare, in un capitolo conclusivo,
la profonda unità interna della composizione poetica e suggerire
alcuni rapporti trasversali con altri testi biblici che possono fare da
sfondo tematico ed esperienziale al Salmo stesso.
In esso, infatti, si condensano dimensioni di un vissuto che
hanno fatto parte integrante della vita di Israele e che sono diven
tate paradigmatiche per ogni credente. Il popolo ha attraversato la
soglia ultima dell'angoscia mortale e ora il Salmo ne canta la libe
razione, nella gioia esaltante di una salvezza ricevuta davanti a
minacce di una gravità assoluta, definitiva. D popolo era davanti
alla morte, costretto a fronteggiare una aggressione portatrice di
una volontà distruttiva globale e totalizzante; per Israele sembrava
fosse ormai tutto fmito, senza scampo, e invece eccolo, ben vivo, a
ricordare l'incubo svanito e a celebrare l'amore di un Signore
fedele che non abbandona i suoi amici e li trae fuori dall'abisso
consolandoli dai loro terrori. Il Salmo 124 è dunque il canto di una
speranza che va al di là di ogni speranza, come è la testimonianza
di chi, ormai dato per morto, si mostra vivo e dà gloria al Dio dei
viventi.
Questa esperienza di liberazione dal pericolo è d'altronde una
dimensione costante della vita nella carne, perennemente sotto una
minaccia mortale che è continuamente dilazionata ma mai vera
mente vinta, e che infine sembrerà prendere il sopravvento,
quando la carne manifesterà in modo inequivocabile la sua inelimi
nabile caducità. Ma ogni evento di liberazione, per quanto parziale,
apre alla fede in una salvezza totale e in qualche modo l'anticipa
nella speranza. Chi fa esperienza della potenza divina che nell'oggi
del pericolo mortale strappa alla morte e fa vivere, sa che questo è
promessa di una vittoria del domani, assai più profonda e defini
tiva, che pennette di affrontare la propria fragile e minacciata
creaturalità nella certezza e nella gioia di una salvezza senza più
limiti.
Questa consapevolezza accompagna la lode del Salmo 124. Il
popolo di Israele. che in esso celebra un'esperienza di impensabile
liberazione da una forza devastante che lo stava schiacciando, in
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faccia alla morte, si apre così ad un canto complesso e dalle molte
sfaccettature. In esso, si ritrovano tonalità familiari, perché pro
prie di ogni uomo, che ne scandiscono la storia; ma insieme, anche
accenti totalmente nuovi, perché emersi dalle profondità di un'an
goscia mai riconducibile ad altre analoghe traversate dell'abisso, e
con dimensioni sconosciute che, percorrendo i cammini impervi
della fede, conducono l' orante ad una diversa visione dell'esistere,
nell'assoluta novità di una più autentica e impensata esperienza di
Dio.
Ci sembra allora appropriato applicare al nostro Salmo una
considerazione che un noto e compianto interprete del testo biblico
faceva a proposito dei Salmi di lode e della loro dimensione di
«canto nuovo)); scriveva Paul Beauchamp:
«Quand un honune est sorti du gouffre, son action de graces ne sera
pas une simple reprise du cantique ancien. Sortir du gouffre, c'est
naitre. Toute naissance est nouveauté. Tout salut est nouveau».l
1 P. BEAUCHAMP, Psaumes nuit et jour, Paris 1980, 103.
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