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Una nuova serie di Grandi Tascabili Economici. per offri
re al prezzo più economico volumi in un formato più am
pio. curati nella veste tipografica. nel contenuto e nel cor
redo critico. per presentare al pubblico più vasto i libri e
gli autori che non tramontano.
Karl Marx
IL CAPITALE
Il capolavoro di Marx. spietata e allo stesso tempo scienti
fica analisi della società capitalistica nelle sue profonde
contraddizioni. è una lellura indispensabile per chi non
voglia sentirsi estraneo al mondo contemporaneo. Pietra
miliare nella storia del pensiero moderno in quanto fonda
mento dollrinale delle più importanti rivoluzioni politiche
del Novecento. Il capi w/e gena ancor oggi una luce demi
stificante sugli alienanti rapporti sociali del presente. Il
senso più genuino e il nucleo più duraturo delropera di
Marx stanno tuttora nella sua rigorosa <<critica dell'econo
mia politica». una critica che definisce la storicità della
società contemporanea.
Karl Marx nacque a Treviri nel l 8 l 8. Dopo aver studiato
filosofia e dirino alla grande scuola di Hegel. maturò in
Francia e in Inghilterra la propria teoria critica e rivolu
zionaria della società capitalistica. Fu tra i fondatori della
prima Associazione Internazionale dei lavoratori. Tra le
sue opere più importanti ricordiamo llllwll({esto del parti
to comwtisw (l 848. in collaborazione con F. Enge)s) e i
Lineamenti.fmulamentali della critica de/l'enmomia poli
tica (l 857-58). Morì a Londra nel l 883.
Eugenio Sbardella. pubblicista. è docente di Lenere e
Cinematografia presso rlstilllto purificato G. Visconti di
Roma. Da sempre impegnato nelle problematiche storiche
e t1Josofiche, svolge da tempo anche J'allività di promo
tore culturale nel campo lenerario e cinematografico or
ganizzando mostre e diballiti. Sta preparando un libro su
L. Visconti tra cinema e letteratura.
ì: Ιμοκι:ιΓμ Λ Karl Mere scanala nel 1875 a Londra, nello studio Mayall's
Prima edizione: marzo 1996
Grandi Tascabili Economici Newton
Divisione della Newton li Compton editori s r.l.
© 1970 Newtnn Cumpton ediiorì s r.l.
Roma, Casella postale 6214
ISBN 88-8183-236-4
distribuito daDa Fennocaru J.rJ., Milano
Karl Marx
Il capitale
Critica dell'economia politica
Edizione integrale a cura di Eugenio Sbardella
Grandi Tascabili Economici
Newton
Premessa
Sono trascorsi treni 'anni da quando, giovani e con un entusiasmo un pò ' incoscien
te, ma alla fine vincente, ci accingemmo a consegnare alle stampe - con un 'operazio
ne altamente meritoria, perché era la prima volta che quel «mostro sacro» veniva
diffuso in edizione economica - i primi volumi de II capitale. Sino a quel momento
la sua lettura era riservata ai pochi addetti ai lavori, pur essendo un 'opera che, come
recitava allora la quarta di copertina, «costituisce il fondamento della più grande
rivoluzione di pensiero che l'umanità abbia mai conosciuto»; «spietata», diceva Ut
presentazione della nuova edizione che sarebbe uscita di R a poco sull'onda del
successo di quell'iniziativa, «e alio stesso tempo scientifica analisi della società capi
talistica nelle sue profonde contraddizioni, oggettodi lettura e di studio indispensabi
le per chi non voglia sentirsi estraneo al mondo contemporaneo. Pietra miliare nella
storiu del pensiero moderno in quanto fondamento dottrinale della più grande rivolu
zione d'idee e delle più importanti rivoluzioni politiche dell'epoca nostra, getta ancor
oggi una luce dissacrante sugli alienanti rapporti economici e sociali cari all'ideolo
gia borghese».
Il Sessantotto era alle porte, quel fatto epocale i cui fermenti pure si avveravano
nell'aria, quell'anno delle grandi speranze e dei grandi errori, che avrebbe comunque
segnalo l'inizio di una rivoluzione, seppur non nel senso marxiano e scientifico del
termine, e in qualche maniera un'involuzione, l'inizio di speranze planetarie e di
cocenti delusioni e confusioni. Nell'entusiasmo di creare l'uomo nuovo, il capolavo
ro di Marx, ormai a portata di tutti, diveniva oggetto, anche al di fuori delle non più
severe ed esclusive aule universitarie, di un dibattilo di massa, e ci piace ricordarlo,
con la caratteristica copertina di quell'edizione, nelle mani di un attore in un film di
Godard, come ci spiace rivederlo in una foto d'allora brandito quale arma nelle
mani di un giovane dimostrante in uno dei tanti scontri di piazza che avrebbero poi
inaugurato ben più lugubri e soluuri riti.
Certo, se un 'opera d'arte vive d'una sua pretesa d'assoluto, e intende così annullare
le barriere del tempo, un lavoro che affonda invece le sue radici nei fatti dell'uomo,
per quanto voglia dettare le leggi del divenire storico, deve necessariamente fare i
conti con i tempi e deve saper sopravvivere ad esaltazioni interessate e ingiurie, stru
mentalizzazioni e letture miopi. Tanto più quando gli eventi epocali si susseguono
con ritmi accelerati, al punto che l'uomo stenta a coglierne immediatamente il signi
ficato. L'immaginario collettivo si traumatizza e si trasforma, le categorie mentali
secondo le quali ci si rapportava al reale cambiano a volte con accadimenti così
improvvisi - limitarsi al crollo del muro di Berlino potrebbe essere riduttivo - che
stentiamo ad assumere i giusti atteggiamenti e a depurare dalle passioni i nostri
giudizi.
Il senso delle grandi trasformazioni in atto forse sarà meglio compreso dalle nuove
generazioni, più disincantate. Ed è a loro sicuramente che quest'opera deve essere
riconsegnata come oggetto e allo stesso tempo strumento di riflessione, perché non
solo la si riguardi nei suoi confini storici come protagonista dell'era moderna, ma
anche perché, in un'epoca di universale mercificazione e di profonde trasformazioni
- non perdita, però - di valori, sappia tracciare dei sentieri di ricerca e di comporta
mento, oltre a rimanere d'esempio quale rigorosissimo e «scientifico^ metodo d'inda
gine.
A volte la storia sembra abbia fretta a girar pagina, quasi una necessità di tutto
8 EUGENIO SBARDELLA
rimuovere; noi allora, per quanto stupiti e coscienti che è sempre più difficile interve
nire, sentiamo il dovere di preservare intatti i suoi monumenti. Un Marx redivivo non
si stupirebbe di quanto molte sue previsioni si siano poi rivelate clamorosamente
fallite, nessuno più di lui aveva il senso della storia; si meraviglierebbe invece di come
con le sue parole indebitamente usurpate si siano costruiti sistemi cos'i lontani da
quell'idea di uomo nuovo che era alla base del suo operare. E, come apparve tren-
t anni fa quale classico del pensiero umano presentato nel suo preciso contesto stori
co, con vera passione ma con un po' di distacco dalle passioni partitiche, così oggi,
tolto dalla polvere degli scaffali e sottratto alla «critica roditrice dei topi», ci è gradito
ripresentarlo nella sua interezza a un vasto pubblico di lettori, con gli stessi meritori
intenri di allora quando, sfidando le leggi di mercato, si intese offrire a chiunque la
possibilità di accedervi.
EUGENIO SBARDELLA
Roma, 10 gennaio 1996
È sulla scorta del grande successo ottenuto nell'arco di questi ultimi nove anni, da
quando cioè II capitale apparve per la prima volta con caratteristiche assolute dì
novità nel campo editoriale, che abbiamo inteso riproporre al pubblico il capolavoro
di Marx immutato in quelle sue caratteristiche, anche se in veste più nuova e con
l'aggiunta di un indispensabile indice dei nomi. Quel successo fu indubbiamente
legato al carattere economico e divulgativo dato all'opera, in un momento in cui
l'editoria italiana appariva relativamente chiusa ad iniziative del genere, senza però
che per questo fosse sacrificato nulla ai criteri assolutamente scientifici cui ci si era
attenuti nell'impresa. Tradotto da un testo critico ed integrale, II capitale veniva
corredato di tutte le prefazioni e note ο modifiche che il suo Autore ed Engels vi
avevano apportato nel corso delle sue prime edizioni, mentre un 'ampia introduzione
e contìnue note esplicative ed informative rendevano più agile la lettura dell'opera
inquadrandone allo stesso tempo l'esatto contesto storico nel quale era nata. I risul
tati di tale coraggiosa iniziativa risposero appieno a quelli che erano statigli intendi
menti degli editori, poiché il consenso venne soprattutto da quel settore del pubblico
cui essa era destinata, i giovani e in particolare gli studenti, che proprio in quegli anni
cominciavano ad affacciarsi prepotentemente alla ribalta della vita politica italiana.
La lettura del Capitale, questa cruda e scientifica disamina del mondo economico
borghese in tutte le sue più profonde contraddizioni, veniva così sottratta alta ristretta
cerchia degli studiosi e dei politici di professione ed offerta quindi alla portata di tutti,
quale strumento indispensabile di riflessione e di scelta e lotta politica.
Nella storia del pensiero moderno, dtfatti, il capolavoro di Marx rappresenta senza
dubbio l'aspetto più rivoluzionario nelle sue implicazioni filosofiche, sociali e soprat
tutto politiche che, al di là della sua natura di indagine di problemi economici, lo fa
apparire come lo spartiacque tra un'antica maniera di concepire l'uomo legato sub
specie aetemitatis alle categorìe universali della mentalità borghese, in cui tutto
ruota intomo alla spietata legge del profitto, e una volontà nuova dì restituire all'indi
viduo una dimensione diversa attraverso il potenziamento di tutte le sue capacità e la
negazione del rapporto di sudditanza dell'uomo nei confronti dell'uomo, con l'af
francamento dai rapporti di produzione e dalla logica mistificatrice del sistema capi
talistico. E proprio in una società e in un momento storico in cui crisi economica e
crisi di valori procedono di pari passo quali conseguenze aberranti dell'alienante
civiltà dei consumi e in cui l'indivìduo ha necessariamente smarrito il senso della
propria dignità di essere umano, leggere II capitale è come un ritomo alle origini, un
riscoprire alla fonte gli strumenti di critica e di lotta per una umanità nuova.
Ci sentiamo ben fieri quindi del contributo apportato in questo senso, così come
della circostanza parallela che a partire dal 1965 l'editoria italiana pare riscoprire la
storiografia marxista; non a caso da quell'anno si assiste alla pubblicazione ο alla
ristampa di un numero notevole di libri e saggi, spesso inediti, di Marx ο su Marx.
Citarli lutti esulerebbe dal nostro compito; eie sembrato opportuno comunque ripre•
sentore in questa rinnovata temperie culturale II capitale - che di quella storiografia
rappresenta l'inizio e insieme la punta più alta - nei suoi primitivi connotati econo
mici e divulgativi, oltreché crìtici.
EUGENIO SBARDELLA
Roma, febbraio 1974
Introduzione
Difficilmente è dato di riscontrare nella storiografia un libro che, al pari del Capita
le, abbia avuto una parte così decisiva nella formazione della società contemporanea
e che costituisca ancora, a distanza di cento anni dalla sua comparsa, la base dottri
nale di importanti regimi politici, e il punto di partenza di una nuova maniera di
vedere e di impostare la vita. Senza dubbio nessuna opera fu altrettanto rivoluziona
ria né alcun uomo, come Marx, ebbe una risonanza altrettanto universale. Il pensiero
corre spontaneamente a Omero, a Dante, a Shakespeare: chi non ha mai sentito
pronunciare d loro nome ο non ha mai letto un loro verso? Oggi le pubblicazioni
divulgative e a dispense sembrano aver contribuito ad estendere la loro conoscenza a
un pubblico sempre più vasto. Ma a questo punto ci si deve chiedere quanti abbiano
letto II capitale, quanti conoscano in Marx l'uomo oltre al teorico, quanti siano
informati sulle condizioni sociali e culturali in cui è sorto questo libro.
Il capitale è un classico, come suol dirsi, nel senso più lato della parola. È un 'opera
che trascende il suo significato strettamente economico per investire una più comples
sa problematica storica e filosofica; è lo specchio di tutta un'epoca. Esso tuttavia,
specie nella cultura italiana, è un libro poco letto, quasi trascurato, spesso per ragioni
polemiche più che critiche. Intorno alla figura di Marx s'è creato come un mito,
mentre le sue teorie, che sono volte soprattutto all'edificazione delle masse, vengono
da queste accettate nella diversa interpretazione che ne hanno dato i vari partiti della
sinistra, di cui costituiscono la matrice comune. Pubblicando questo volume, è stata
appunto nostra intenzione fornire a un maggior numero di persone - classi lavoratri
ci, studiosi e quanti in genere vogliano intendere la realtà in cui vivono e assumere nei
suoi confronti un proprio atteggiamento - gli elementi adatti a dare di Marx un
giudizio che prescinda da ogni spirito di parte.
Senz'altro hanno contribuito alia scarsa diffusione del Capitale il suo carattere di
trattazione rigorosamente scientifica e certe difficoltà tecniche che ai lettore sprovvi
sto di nozioni di scienza economica potrebbero apparire a prima vista eccessive.
Tuttavia, come lo stesso Marx tiene a precisare nella sua prefazione alla prima edi
zione, «ogni inizio è difficile... la comprensione del primo capitolo... presenterà quin
di la difficoltà maggiore»; ma sarà proprio questa parte iniziale ad aiutare nella
lettura dell'intera opera, chiarendo i concetti basilari dell'economia politica e intro
ducendo un discorso che si fa di sempre più largo respiro. Una critica che viene
mossa di frequente al Capitale riguarda il suo stile; certo non si può pretendere di
giudicare questo scrìtto con lo stesso criterio valutativo ches 'userebbe nei confronti di
un romanzo ο di un 'opera letteraria: sarebbe troppo facile pronunciarsi negativamen
te. È una critica del resto che rimane alla superficie. Lo stile di Marx è vigoroso,
antiretorico per eccellenza, e là dove l'argomento non richiede per il suo maggiore
impegno una ripetizione di termini e di frasi, esso appare veramente piacevole, per
meato del suo tipico, sottile spirito dell'ironia.
Marx non fu soltanto uomo di pensiero. Tutta la sua vita fu anzi una costante
partecipazione alle vicende del suo tempo e una instancabile volontà di verificare alla
luce dei fatti le proprie teorie: sintesi di pensiero e di azione che sola permette di
comprendere appieno la sua figura. Per questo abbiamo ritenuto necessario tracciare
di lui una biografìa intellettuale che serva a mostrare, al di là delle mere notizie
erudite,'quale fu l'evoluzione seguita dal suo pensiero, attraverso quali tappe egli sia
giunto infine alla critica radicale della società contemporanea che è contenuta nel
INTRODU7.IONF. Ι 1
suo capolavoro e quali furono le condizioni storiche in cui quella critica potè aver
luogo. Di particolare interesse ci è sembrato soprattutto seguire in Marx la sua prima
formazione spirituale, dando rilievo ai motivi che ne determinarono l'accostamento
ai problemi sociali e che dalla pubblicazione del Manifesto del Partito comunista
divennero la consapevole direttiva della sua indagine e della sua attività. Con questo
non si è voluto tanto proseguire nella scia di certi biografi1 che sono soliti dare un
troppo accentuato risalto al periodo giovanile, quanto gettare le basi di un discorso
che nella lettura del Capitale trova il suo compimento. Posto tra due età così contra
stanti, tra l'idealismo romantico e U realismo positivista, Marx seppe infatti sintetizza
re gli elementi più validi di entrambe in una visione della storia estremamente scientì
fica e allo stesso tempo dinamica. La sua partecipazione alla lotta che la sinistra
hegeliana conduceva contro la cultura conservatrice lo portò a impossessarsi di quel
metodo dialettico che, liberato da quanto di astratto possedeva in Hegel, costituì il
fondamento del suo materialismo storico e che gli permise di preconizzare sulle rovi
ne della società borghese, volta per intrinseca necessità alla propria decomposizione,
la nuova epoca del proletariato.
Le prime esperienze politiche
Karl Heinrich Marx nacque il 5 maggio 1818 a Treviri, città della Renania antica
sede dell'arcivescovo elettore del Sacro Impero. Suo padre, Hirschel, e sua madre,
Henriette Presburg, discendevano da antiche famiglie di rabbini; tuttavia nel 1824
Hirschel Marx, di professione avvocato e di tendenze profondamente illuministiche,
si converti dalla religione ebraica, cui già da tempo aveva abiurato in favore di un
deismo razionalista, al protestantesimo. Fu obbligato a ciò per conservare il suo
posto2; ma certamente ve lo spinse anche il desiderio di allontanarsi dalla angusta
cultura giudaica e di assicurare così alla famiglia un più tranquillo avvenire.
Kari Marx ebbe dunque, al pari di molti teorici del socialismo, origini borghesi E
questa è la prima considerazione, insieme alle altre che risulteranno dalla nostra
esposizione, che deve far cadere l'immagine che molto spesso si ha di quest'uomo,
quasi un tribunizio demagogo sollevatore di masse, intelligente miserabile tra i mise
rabili: la sua educazione, la sua indole, tutta la sua esistenza contrastano in maniera
evidente con tale immagine.
La Renania era una delle più attive regioni della Germania, dove maggiormente
operavano le tendenze liberati, di cui si faceva portavoce l'industriosa borghesia in
opposizione alla cieca reazione della Prussia, alla quale era stata congiunta nel 1815
dopo settantanove anni di annessione francese; durante questi anni essa aveva rice
vuto tutte le riforme che prima la Rivoluzione e poi Napoleone avevano introdotto
nella Francia. E proprio la Renania aveva sofferto di più per la nuova situazione
creata dal congresso di Vienna del 1815 e conservata dal sistema della Santa Allean
za, giacché in nessun modo avrebbero potuto coincidere le aspirazioni liberali di una
borghesia che s'era fatta una mentalità progressista attraverso la fitta rete di commer
ci intessuta fino ad allora con le città francesi, e gli interessi della retriva classe degli
junker, aristocratici latifondisti, cui pareva che il re di Prussia Federico Guglielmo ni
volesse di nuovo appoggiarsi Senza risultati fu infatti la sua promessa di concedere
1 II francese Auguste Cornu, per esempio, la cui biografìa di Marx è divenula un lesto classico
sull'argomento, fa terminare la narrazione con iLlMLIl suo libro, Interessante sotto un profilo
critico, è slato tradotto e pubblicalo in Italia nei 1945 con il titolo di Karl Marx, L'uomo e l'opera.
{Dall'hegelismo al materialismo storico.) La biografia più autorevole rimane quella di Franz Mebring
che però, malgrado sia ricca di documentazioni importanti, presenta notevoli lacune, dovute al fatto
che nel 1918, quando essa fu pubblicala, non erano ancora conosciute alcune delle opere giovanili di
Mani, edile dal 1929 al 1933 a cura dell'Istituto Marn-Engels-Lenin di Mosca e del Marx-Engels
Archiv. A questo proposito si veda l'introduzione di Mario Λ. Manacorda alla edizione Rinascita del
1953.
2 In molle regioni tedesche esisteva anche allora la discriminazione razziale verso gli ebrei; nel 1822
fu proibito loro l'esercizio delle professioni liberali, mentre gii da molti anni non potevano accedere
alle cariche pubbliche.