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I MAMMUT
I tragici greci
Eschilo, Sofocle, Euripide
ESCHILO
® ] Persiani * ] Sette a Tebe * Le supplici * Prometeo incatenato
* Agamennone * Le Coefore * Le Eumenidi
Traduzioni di Enzo Mandruzzato, Leone Traverso, Manara Valgimigli
SOFOCLE
* Antigone * Aiace * Edipo re * Elettra * Filottete * Le Trachinie
* Edipo a Colono * | segugi
Cura e traduzione di Filippo Maria Pontani
EURIPIDE
* Alcesti * Medea * Ippolito * Gli Eraclidi * Ecuba * Andromaca
* Le supplici * Eracle * Le troiane * Elettra * Elena * Ifigenia Taurica * lone
® Le fenicie * Oreste * Ifigenia in Aulide * Le Baccanti * Reso * Il Ciclope
Cura e traduzione di Filippo Maria Pontani
Edizioni LS SALI
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I MAMMUT
Altissima espressione poetica, nonché specchio degli sviluppi politici della polis ate-
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tenendo inalterato il fascino archetipico che ne costituisce l'impronta originaria.
Nella rielaborazione drammatica del mito rivivono le convinzioni del singolo poeta
ma anche l'eco delle discussioni e della vita civile e morale di un popolo. Così i per-
sonaggi di Eschilo non sono più semplici mortali in balia di forze cieche e oscure, ma
uomini e donne coscienti e responsabili delle proprie scelte, vittime e colpevoli insie-
AVERE
dità emotiva. Sofocle rispecchia nelle sue opere l'ideale di sereno equilibrio che per-
AEREA e EE Eta
lezza dell'infelicità umana, unita al sentimento della dignità insita in ogni sofferen-
za, € l'analisi razionale coesistono con la percezione di pulsioni insondabili cui sog-
giace il destino degli uomini (si pensi a Antigone o Elettra o Edipo). Profondo cono-
scitore dell'animo umano, Euripide ha creato indimenticabili figure tragiche, da Al-
cesti a Medea, a Oreste, scegliendo i suoi argomenti tra i miti meno noti e sofferman-
dosi su aspetti secondari dei grandi cicli epici ed eroici. Le sue opere hanno influen-
zato attraversoi secoli il teatro di tutti i tempi: da quello romano a quello rinascimen-
tale e barocco, dai romantici a D'Annunzio, fino ai giorni nostri,
x
EscHiLo nacque a Eleusi nel 525 0 524 a.C. da una famiglia benestante. Oltre che tragedio-
grafo fu attore e musicista. Partecipò alle guerre persiane e soggiornò più volte in Sicilia do-
ve, alla corte di lerone di Siracusa, entrò in contatto con i circoli pitagorici. Si tramandano
i titoli di 73 opere a lui attribuite, ma di queste solo sette tragedie sono giunte fino a noi.
SorocLe nacque ad Atene, nel Demo urbano di Colono, nel 497 a.C. Di famiglia molto ric-
ca, ricevette un'educazione raffinata, Fu grande amico di Pericle e partecipò alla vita pubbli-
ca ateniese con cariche importanti. Morì vecchissimo, nel 406 a.C. Delle circa 130 tragedie
che scrisse ne rimangono soltanto sette, oltre a 400 versi del dramma satiresco | segugi.
EURIPIDE nacque a Salamina nel 480 a.C. La maggior parte delle notizie che ci sono giunte
su di lui proviene dalle parodie dei commediografi e non sono perciò molto attendibili. Sap-
piamo che da ragazzo fu torciere all'ara d'Apollo, che ebbe tre figli, e che morì a Pella nel
406, Non sappiamo con certezza quante opere abbia scrit-
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\ Euro 14,90 TRI TAL
i Immagine di copertina: © Mikel Casal
Progetto grafico: Luisa Montalto e
Dario Morgante per 5% Purple Press
Prima edizione: febbraio 2010
© 1978, 1991, 2010 Newton Compton editori s.r.l.
Roma, Casella postale 6214
ISBN 978-88-541-1711-2
www.newtoncompton.com
I tragici greci
Eschilo, Sofocle, Euripide
Cura e traduzione di Enzo Mandruzzato, Filippo Maria Pontani,
Leone Traverso, Manara Valgimigli
Edizioni integrali
&
Grandi Tascabili Economici
Newton
ESCHILO
I Persiani, I Sette a Tebe, Le supplici, Prometeo incatenato,
Agamennone, Le Coefore, Le Eumenidi
Nota biobibliografica
Eschilo nacque nel 525 a.C. da una ricca famiglia di Eleusi. Lo si volle per que-
sto adepto dei misteri eleusini, per la violazione inconsapevole dei quali pare sia
stato processato e assolto. Trasferitosi ad Atene, si cimentò ben presto negli ago-
ni drammatici. Fu anche attore e musicista. Partecipò alle guerre persiane, traen-
done profondi insegnamenti relativi alla storia e alla cultura ateniese. Abbandonò
la città solo nel periodo della maturità, quando si recò in Sicilia alla corte di Ge-
rone di Siracusa per rappresentarvi / Persiani. Gerone sperava in realtà che
Eschilo potesse celebrare in una nuova tragedia la vittoria di Imera (480) da lui
riportata contro i Cartaginesi, così come aveva celebrato nei Persiani la battaglia
di Salamina e Temistocle. Il sovrano si considerava infatti il paladino dei Greci
occidentali per aver fondato Etna nel 476, che sarà poi celebrata da Pindaro nella
Pitica 1(470) e da Eschilo stesso nelle Emnee, di cui ci sono giunti però solo pochi
versi. Pare che in Sicilia Eschilo entrasse in contatto con i circoli pitagorici. Tor-
nato ad Atene nel 468 conseguì il primo premio con la trilogia tebana e nel 458
con l’Orestea. Poi si recò nuovamente in Sicilia probabilmente perché, da con-
servatore, non accettava gli ultimi sviluppi democratici della società ateniese.
Morì a Gela nel 456.
Delle numerose tragedie scritte da Eschilo - qualcuno parla di oltre 70, altri di
90 — ce ne sono giunte solo 7. L'unico esempio completo della tipica trilogia
eschilea è l'Orestea (Agamennone, Coefore, Eumenidi). Quale sia, tra quelli per-
venutici, il più antico, è tuttora incerto. La prima tragedia sarebbe stata il Prome-
teo incatenato, la seconda / Sette a Tebe, la terza / Persiani, la quarta Agamenno-
ne, la quinta Le Coefore, la sesta Le Eumenidi, la settima Le supplici. Altri invece
ritengono che la prima sia / Persiani del 472, compresa nella tetralogia costituita
da Fineo, Glauco Potnieo e dal dramma satiresco Prometeo Pyrkaeus. Ora si
tende a spostare questa data dopo la trilogia tebana (468), intorno al 463, sulla
base del ritrovamento di un nuovo papiro. Siamo quindi propensi a credere / Per-
siani la prima tragedia (472), seguita dalle altre in questo ordine: / Serre a Tebe
(467), Le supplici (463), Agamennone, Coefore, Eumenidi (458). Incertissima è
la datazione del Prometeo incatenato. Tutte le tragedie rivelano comunque una
concezione etica e religiosa profondamente vissuta. Eschilo vive in un periodo di
continui cambiamenti storici: la Grecia arcaica, dominata dal fato e dalla giusti-
zia divina sta cedendo il passo a una nuova organizzazione statale, con forme di
partecipazione politica più ampie e una progressiva razionalizzazione dell’appa-
rato giudiziario, ora affidato a strutture pubbliche. Il protagonista delle tragedie
eschilee vive intensamente questo contrasto tra il vecchio e il nuovo: da una par-
te è uomo cosciente e responsabile, dall’altra è ancora sottoposto alla necessità
divina. Il suo è un dramma etico che Eschilo cerca disperatamente di risolvere at-
traverso un recupero del passato e una riconciliazione dei due punti di vista. Nel
mondo di Eschilo non c’è posto per la violenza, dal momento che per ogni delitto
non solo paga il suo colpevole, ma molto spesso la discendenza ne accusa le con-
seguenze, È un cammino doloroso che la stirpe compie verso la sua purificazio-
ne, finché il male non cessa di produrre altro male.
10 NOTA BIOBIBLIOGRAFICA
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mennon, Sittgart-Berlin 1934; A. SETTI, L'«Orestea» di Eschilo, Firenze 1935;3.
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comm., a cura di E. FRAENKEL, vol. 2, Oxford 1950; A. PERETTI, «Religiosità
eschilea nel Prometeo», in Maia, iv, 1951, pp. 14-23; A. MADDALENA, /nterpreta-
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sziel der aischyleischen Orestie, Heidelberg 1988; E. SEVERINO, Il giogo: alle ori-
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