Table Of ContentI Colloqui del Forte
La Ricerca e Cura del Sé
28, 29 e 30 maggio 2010
L’Altro, l’Alterità
21 e 22 maggio 2011
Presiede
Enzo Bianchi, Priore di Bose
Comitato Direttivo
Enzo Bianchi, Priore di Bose
Augusto Rollandin, Presidente Regione autonoma Valle d’Aosta;
Presidente Associazione Forte di Bard
Luciano Violante, giurista e politico
Responsabile Organizzativo
Gabriele Accornero, Consigliere delegato Associazione Forte di Bard
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I Colloqui del Forte
La Ricerca e Cura del Sé, 28, 29 e 30 maggio 2010
L’Altro, l’Alterità, 21 e 22 maggio 2011
Editore
Forte di Bard
Redazione
Associazione Forte di Bard
Progetto grafico
Arc-en-Ciel Ambiente&Cultura
Impaginazione
Arc-en-Ciel Ambiente&Cultura
FORTE DI BARD
11020 Bard, Aosta
tel. ++39 0125 833 811
fax ++39 0125 833 830
© Editore Forte di Bard, Bard, Aosta
ISBN 978-88-904871-8-7
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con 
qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro, senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore.
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ASSOCIAZIONE FORTE DI BARD I Colloqui del Forte
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n°
Prima edizione 2010
Interventi di:
Augusto Rollandin - I Colloqui: funzione pubblica e dialogo ........................................7
Pierluigi Celli - Tra lavoro e vita: come recuperare i saperi ............................................8
Alessandro Profumo - Il valore dall’impresa alla persona ............................................9
Salvatore Natoli - Pathos/Logos: le dinamiche del desiderio  
e la nascita del soggetto morale .......................................................................................11
Giorgia Meloni - Libertà è partecipazione ....................................................................15
Mauricio Yushin Marassi - Solo un’impossibile impresa può liberare 
l’uomo nell’infinito .............................................................................................................19
Gad Lerner - La perenne oscillazione del giornalismo tra notizie, 
interessi, emozioni ............................................................................................................24
Gabriella Caramore - Il Mito di Cura ............................................................................30
Roberto Mancini - Esistere Nascendo .........................................................................36
Romano Màdera - Patologia del Desiderio e Ricerca del Senso .................................41 
Predrag Matvejevic - Il Mediterraneo alle soglie del Nuovo Millennio .........................45
Margherita Petranzan - Vero costruire ........................................................................49
Jean-Pierre Barral - La relazione tra corpo e cervello .................................................55
Luciano Violante - La menzogna in politica .................................................................57
Mario Botta - L’Architettura del Sacro ...........................................................................62
Stefano Zamagni - La dimensione etica delle scelte legate al 
mondo dell’economia........................................................................................................65
Arianna Follis e Milena Bethaz - Con amore, gioia e determinazione…  
A volte l’impossibile può diventare possibile.....................................................................70
Francesca Floriani - La Ricerca e Cura del Sé ...........................................................73
Nicola Gratteri - Malapianta .........................................................................................77
Ettore Sequi - La diplomazia: equilibrio tra esteriorità e vita interiore ...........................85
Enzo Bianchi - Vita interiore, vita spirituale ..................................................................88
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ASSOCIAZIONE FORTE DI BARD I Colloqui del Forte
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n°
Seconda edizione 2011
Interventi di:
Angelo Benessia - Le fondazioni bancarie:
un bene comune appartenente alle comunità locali di riferimento ...................................96
Luigi Guidobono Cavalchini - L’alterità nelle relazioni internazionali .....................101
Cecilia Strada - L’altro nell’attività di Emergency ........................................................109
Roberta De Monticelli - La questione morale. Pluralità e giustizia ...........................113
Michele Vietti - La giustizia fattore di competitività del sistema economico ...............119
Luciano Violante - Imperialismo del diritto e sovranità dei cittadini ...........................123
Francesco Dal Co - L’Alterità dello spazio religioso ...................................................130
Flavio Caroli - Io è un altro (Rimbaud). La ricerca dell’identità ...................................133
Enzo Bianchi - L’Altro, l’Alterità. Conclusioni ..............................................................139
Biografie
 ...................................................................................................................144
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n°
I C    F
olloquI del orTe
prima edizione
La Ricerca e Cura del Sé 
28, 29 e 30 maggio 2010
Augusto  Gabriella  Mario 
Rollandin Caramore Botta
Pierluigi  Roberto  Arianna 
Celli Mancini Follis
Alessandro  Romano  Stefano 
Profumo Màdera Zamagni
Salvatore  Predrag  Milena 
Natoli Matvejevic Bethaz
Giorgia  Margherita  Francesca 
Meloni Petranzan Floriani
Mauricio Yushin  Jean-Pierre  Nicola 
Marassi Barral Gratteri
Gad  Luciano  Ettore 
Lerner Violante Sequi
Enzo 
Bianchi
I Colloqui: funzione pubblica  come nel marketing, o che sia semplicemente 
l’incontro tra persone, conduce sempre a una 
e dialogo crescita e a un arricchimento personale e inter-
personale, relazionale.
Augusto  Gabriella  Mario  Augusto Rollandin, politica Probabilmente la politica dovrebbe imparare 
ad ascoltare di più: noterete che è diventato 
Rollandin Caramore Botta
Perché “I colloqui del Forte di Bard”?  quasi impossibile assistere a un meeting politico 
La scelta di questa iniziativa poggia su tre  in cui i politici si mettano in ascolto degli altri per 
elementi: il luogo, le persone, il tema. comprenderne le esigenze, prima di formulare 
Il luogo: portare a riflettere e a colloquiare in  delle proposte di soluzione.
un Forte che nasce come luogo di chiusura,  Può sembrare impossibile pensare di fermarsi, 
enclave di difesa, significa aprirne le porte, ca- travolti come siamo dalle cose e dagli eventi, 
povolgerne le logiche, significa scaldare e fare  ma si ignora che è proprio il non fermarsi, l’illu-
Pierluigi  Roberto  Arianna  risuonare le pietre delle mura e attribuire a esse  sione di guadagnare tempo, il presupposto del-
Celli Mancini Follis un significato nuovo. la sua perdita: in sostanza si ignora il beneficio 
Le persone: questo progetto è nato da un col- profondo che apportano la sosta e l’ascolto alla 
loquio con Enzo Bianchi, Luciano Violante e  produttività stessa.
Gabriele Accornero. Insieme ci siamo convinti  Alcuni grandi uomini apprendono solo attra-
del bisogno di momenti come questo e, soprat- verso l’ascolto, sanno osservare chi hanno 
tutto nel percorso di preparazione delle giorna- di fronte, memorizzano perfino le espressioni 
te odierne, fatto di tantissime interazioni tra noi  migliori del loro interlocutore; non copiano, mu-
e tanti amici che hanno dato preziosi consigli,  tuano conoscenza.
Alessandro  Romano  Stefano 
siamo cresciuti con il progetto stesso, abbia- Il messaggio dei Colloqui è proprio questo: ra-
Profumo Màdera Zamagni mo  sperimentato  un  laboratorio  del  progetto,  gioniamo,  ascoltiamo,  confrontiamoci  su  un 
progettandolo. tema, avendo come stimolo di apprendimento 
Il tema è di grande attualità. La politica è un  l’esperienza di alcuni membri della società civile 
mestiere complesso, non voglio usare il termi- provenienti da esperienze molto diverse: assu-
ne ‘difficile’, perché la difficoltà è un attributo re- miamo talvolta questo metodo di relazione an-
lativo al soggetto, mentre la complessità inerisce  che nelle nostre famiglie, negli ambienti di lavo-
l’oggetto. ro, nelle comunità che frequentiamo.
Salvatore  Predrag  Milena  Anche la politica sta in un certo senso scon- Colloquio quindi come dialogo, incontro, con-
Natoli Matvejevic Bethaz tando  il  prezzo  delle  nuove  tecnologie,  fronto, ascolto, comprensione, intesa; collo-
dell’accelerazione che viviamo in ogni ambito  quio come uno degli strumenti della formazione 
del vivere sociale: videoconferenze, telefonini,  dell’identità di una persona.
palmari, internet, consentono livelli di ubiquità  Il tema di questa edizione, la ricerca e cura del 
talvolta francamente inquietanti. sé, è un tema molto potente, molto penetrante, 
Il tempo sta diventando la dimensione prepon- di grandissima attualità in quest’epoca non pro-
derante del nostro lavoro, scandito ormai non  prio cristallina e serena.
solo dai mandati e dalle legislature, ma soprat- Qualunque strada si percorra – la vita lavo-
Giorgia  Margherita  Francesca  tutto dalle rincorse, dal recupero di scadenze,  rativa, la famiglia, la vita spirituale – si può 
Meloni Petranzan Floriani dalla ricerca di soluzioni a problematiche talvolta  ragionevolmente dire che la ricerca del sé, della 
troppo avanzate. risposta alle domande “chi sono, da dove vengo, 
In questo contesto, si perde la dimensione del  dove vado”, costituiscano il fil rouge del cammi-
confronto,  dell’ascolto,  dello  stare  insieme,  no. Si può fingere di ignorarlo, riuscire a farlo 
persi nel vortice del fare. Si perde il valore im- per un certo tempo, ma, di fatto, lì si ritorna, a 
menso dell’ascoltare esperienze diverse o vissu- cercare di racchiudere le proprie energie fisiche, 
te da persone diverse, ascolto inteso non solo  mentali e spirituali intorno a un fulcro che magari 
come apprendimento ma come esperienza di  si intravede ma che si vorrebbe afferrare. 
Mauricio Yushin  Jean-Pierre  Nicola  se stessi, come strumento di conoscenza di se  Chi di noi non parla di equilibrio, centratura o, 
Marassi Barral Gratteri stessi, di riconoscimento nell’alterità. più empiricamente, di serenità come condi-
Nel dialogo è possibile recuperare il valore  zione di riferimento cui aspirare per il proprio be-
della parola: nella nostra società, comune- nessere? Il passaggio dalla ricerca alla cura del 
mente definita come la società delle immagini, la  sé rappresenta un fattore evolutivo: prendersi 
parola è veicolo di scambi, strumento di confron- cura del sé è, infatti, il presupposto per prendersi 
to ma anche di coesione. cura di tutto ciò che è altro. 
Radunarsi insieme, che si chiami moderna- Non si cada nel tranello di considerare la cura 
Gad  Luciano  Ettore  mente brainstorming (letteralmente: tempe- del  sé  un’attività  narcisistica,  edonistica, 
sta cerebrale, la tecnica di creatività di gruppo  egoistica. Tutt’altro. La vera cura del sé scaturi-
Lerner Violante Sequi
per far emergere idee volte alla risoluzione di un  sce dall’umiltà, dalla pazienza, dal rispetto e ten-
problema); oppure satsang, il termine sanscrito  de all’azione, al servizio, al futuro. Non è neces-
che definisce un consesso di persone che tra- sario entrare negli ambiti della spiritualità, delle 
mite il dialogo, l’ascolto e la riflessione si pongo- confessioni o, ancora di più, della psicologia e 
no come obiettivo il raggiungimento della realtà  della psichiatria per constatare che queste dina-
e della verità; oppure ancora meeting creativo  miche sono pienamente umane, completamente 
Enzo 
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Bianchi
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consustanziali alla natura di essere uomo.  Tra lavoro e vita: come recuperare 
Nel cammino della vita, talvolta dominato dalla 
logica del fare e dell’avere, lo stare e l’es- i saperi
sere rivendicano il loro spazio vitale, incolmabi-
le da altro che sia la propria profonda identità di  Pierluigi Celli, human resources
uomini, il proprio indirizzo esistenziale. 
Alcuni saggi sostengono che sia impossibile  La crisi che stiamo vivendo non è una crisi di 
conseguire un proprio equilibrio, conoscere  tipo quantitativo, risolvibile per via economi-
gli altri se prima non si riesce a fare ciò su se  ca – non parliamo della via finanziaria, che pro-
stessi. Colloquiare significa anche specchiarsi  babilmente è quella che l’ha generata – quanto 
negli altri, riconoscersi in essi e di conseguenza  invece una crisi valoriale, una crisi di etica com-
conoscere meglio la propria umanità.  plessiva, una crisi di fiducia che ha disancorato 
Colloquiare è il presupposto del funzionamen- le persone all’interno del mercato rendendole 
to democratico di un Paese, è nell’assem- estranee l’una all’altra, nella misura in cui l’indi-
blea che si esprime il confronto che deve avveni- vidualismo, in parte proprietario e in parte legato 
re tra rappresentanti eletti tra il popolo. E questo  semplicemente alla massimizzazione opportu-
è proprio il nucleo della funzione pubblica che  nistica dei propri interessi, in qualche modo ha 
deve  garantire  questo  livello  di  confronto,  di  determinato tutti noi. È un problema reale, che 
dialogo, di continuo scambio costruttivo, senza  noi  viviamo  all’interno  dell’organizzazione  so-
mai scivolare nel monologo e nell’imposizione  ciale. È un problema che si trasferisce sul piano 
che nulla hanno a spartire con la democrazia, e  dell’economia e dei mercati e quindi all’interno 
senza neppure lasciare spazio alla demagogia,  della politica, perché ciò a cui stiamo assisten-
all’immobilismo, alla filosofia improduttiva. do è un depauperamento generale dei valori che 
Il dialogo, quando è un contraddittorio costrutti- dovrebbero essere preposti al governo delle isti-
vo, è occasione e strumento per trovare intese:  tuzioni. Platone diceva che il pensiero tecnologi-
ecco quindi la necessità di esercitarsi al dialogo  co fa le cose ma non ne conosce la finalità. La 
individuale per essere parte attiva di una comu- politica dovrebbe indicare il fine, l’orientamento. 
nità e partecipare al dialogo fra parti sociali.  Se pensiamo a com’è ridotta la politica oggi, ci 
Il dialogo fra civiltà, culture, istituzioni crea una  rendiamo perfettamente conto della difficoltà di 
rete di coesione per affrontare una delle più  chiedere alla politica una grande visione del fu-
grandi sfide che la contemporaneità ci pone:  turo. Nel momento in cui si mettono a confronto 
l’integrazione e la convivenza fra diverse culture  la vita privata e la vita lavorativa, le due cose, 
e orientamenti religiosi, l’accettazione e la com- quanto più sono separate, tanto più tendono a 
prensione del diverso. depauperarsi vicendevolmente: ci si può ren-
Pensiamo al concetto di dialogo sociale come  dere conto di avere fatto una grande carriera, 
disciplinato dagli artt. 138-139 del Trattato  di essere arrivati molto in alto dal punto di vista 
CE: “Espressione con la quale si suole definire  professionale, di essere invecchiati ma, in fondo, 
gli incontri fra i rappresentanti dell’imprenditoria  di avere sprecato la vita. E questo credo sia uno 
e i lavoratori a livello europeo (…). Il dialogo so- dei temi più drammatici per un uomo. Ancora più 
ciale a livello europeo comprende le discussioni  drammatico è non rendersi conto di aver spreca-
fra le parti sociali, le loro azioni congiunte e i loro  to la vita, dopo averla vissuta in un certo modo. 
eventuali negoziati, nonché le discussioni fra le  Credo sia opportuno riflettere sul tipo di eredità 
parti sociali e le istituzioni comunitarie”.  che stiamo lasciando ai giovani, perché questo è 
En on dimentichiamo infine la funzione di dia- un problema reale: rischiamo di non trasmettere 
logo  pubblico  nell’educazione  al  dialogo  loro i veri valori del mondo, della società, della 
uomo-natura – che comporta da parte dell’uomo  politica. La carriera professionale si può fare o 
un’osservazione e un ascolto più attento dei se- non fare. L’importante è meritare ciò che si ot-
gnali che la natura gli manda –, per affrontare  tiene, questo bisogna insegnare ai giovani. Un 
in un’ottica di sostenibilità il nostro futuro sulla  successo professionale ottenuto con mezzi che 
terra. non siano esclusivamente il proprio valore, può 
Per concludere, sono particolarmente lieto di  diventare particolarmente difficoltoso.
aprire la prima edizione de “I Colloqui del 
Forte di Bard”: è mia ferma convinzione che 
quanto accadrà al Forte oggi, domani e dopo-
domani rientri a pieno titolo nella cosiddetta fun-
zione pubblica e sia un dovere di ogni ammini-
strazione: promuovere scambio e circolazione di 
conoscenze quale via della pace, presupposto 
per l’innalzamento del grado di umanizzazione 
di tutti noi.
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Il valore dall’impresa  dei clienti, che l’investimento fatto renderà loro 
almeno quanto un investimento alternativo, non 
alla persona potrebbe tutelare il patrimonio dei clienti. 
Noi, come banca, abbiamo il vincolo di un’al-
Alessandro Profumo, impresa ta  rilevanza  sociale  –  162  mila  persone. 
Perché continuo a sottolineare il numero delle 
Perché parlo di valore e di persona? Unicredit  persone? Queste persone, quando si trovano 
è un gruppo fatto da 162 mila persone. Ed  davanti al cliente – e cioè a ‘voi’ – che pone loro 
essendo noi una banca – certamente non è il  una domanda relativa ai risparmi o alle proprie 
mestiere più amato in questo periodo – svolgia- necessità di finanziamento, hanno delle regole 
mo una funzione con un altissimo impatto so- e delle linee guida sulla base delle quali opera-
ciale, perché gestiamo il futuro dei nostri clien- re, ma faranno le loro scelte anche sulla base 
ti. Quando prestiamo del denaro, trasferiamo  del proprio giudizio personale. Questo duplice 
reddito dal futuro all’oggi. Oggi, sul debito, c’è  sistema di giudizio deriva dalla capacità di gesti-
una visione generalmente negativa. Una visione  re l’azienda anche grazie a un sistema di valori 
giustamente negativa, se il debito è patologico.  nei quali tutti noi di Unicredit ci riconosciamo. 
Ma quando facciamo un mutuo per comprare la  Abbiamo cercato di costruire un sistema di valori 
casa, in realtà compiamo un atto di ottimismo:  che condividiamo e nel quale ci riconosciamo e 
pensiamo che la nostra capacità futura di red- che rendiamo parte integrante del nostro modo 
dito ci consenta di fruire oggi di un bene che è  di operare. Avere la capacità di ‘fare quello che 
fondamentale per la nostra vita e contraiamo un  si dice’ e di ‘dire quello che si fa’ – per noi ‘in-
debito per anticipare all’oggi un reddito che ge- tegrità’ significa avere questa coerenza – è un 
nereremo nel futuro. aspetto fondamentale per gestire con successo 
Noi banche, poi, gestiamo il futuro del nostro  la nostra azienda. Detto così sembra semplice, 
cliente anche quando quel cliente ha accu- quando poi si tratta di applicare questa coerenza 
mulato un patrimonio, piccolo o grande che sia,  nella concretezza della quotidianità, diventa tut-
e detiene questo risparmio per potere avere una  to molto più complesso.
capacità di spesa nel futuro rispetto alla accumu-
lazione che ha avuto oggi. Il percorso “tradizio- Alcuni anni fa abbiamo iniziato a discutere, 
nale” del nostro cliente tipo può essere questo:  con un processo abbastanza strutturato, su 
si sposa, crea una famiglia, compra una casa,  quali fossero i valori nei quali Unicredit si ricono-
accende un mutuo, accumula qualche risparmio  sce: equità, trasparenza, rispetto, reciprocità, li-
oltre al pagamento delle rate del mutuo, conser- bertà e fiducia. Li abbiamo discussi in modo con-
va i risparmi per spese future, quali ad esempio  centrico con un numero molto ampio di persone. 
gli studi dei figli o l’acquisto di una casa per loro.  Eravamo partiti discutendo del sistema valoriale, 
Noi banche svolgiamo queste funzioni fonda- poi un collega ha suggerito di parlare di integri-
mentali. Generalmente, quando si parla di debi- tà, cioè di coerenza tra comportamenti e valori. I 
to, abbiamo fatto più disastri sovra finanziando  Sindacati ci hanno suggerito di chiamare “Carta” 
che sotto finanziando. Quando si parla di rispar- questo insieme di valori che abbiamo declinato 
mio, possiamo aver fatto dei disastri gestendo  in comportamenti concreti per tutti i nostri por-
non bene il profilo di rischio dei nostri clienti. In  tatori di interessi (i clienti, i dipendenti, i fornitori, 
generale, credo che non abbiamo fatto male.  le comunità nelle quali operiamo), perché è un 
Perché possiamo ‘aver fatto non bene’? Perché,  insieme di valori nel quale tutti ci riconosciamo. 
tipicamente, le attività finanziarie – purtroppo  Abbiamo poi discusso se e in che modo fare di-
funziona così – hanno un rendimento maggiore  ventare la ‘Carta dell’Integrità’ un elemento con-
se maggiore è il rischio implicito in queste attivi- trattuale anche in altre aziende. Molte aziende 
tà. Una persona di quarant’anni con un patrimo- fanno firmare la ‘Carta dell’Integrità’ come parte 
nio di un discreto ammontare, con almeno altri  del contratto di lavoro, ovvero: chi lede i principi 
vent’anni di lavoro e guadagno davanti a sé, può  della ‘Carta dell’integrità, ha leso il contratto di 
permettersi di investire i suoi risparmi in attività  lavoro e quindi è passibile di punizioni legate al 
abbastanza rischiose, se non prevede spese im- codice del lavoro.
pegnative come l’acquisto di una casa per i figli.  Unicredit ha deciso di non inserirla, perché, a 
Se invece il nostro cliente è vicino, al contrario,  nostro parere, la ‘Carta dell’Integrità’ sta al di 
al pensionamento, è bene che non investa in al- sopra e al di là del contratto. Abbiamo deciso di 
cuna attività rischiosa. creare al nostro interno un sistema di giustizia ri-
Se chiedo agli azionisti di darmi dei soldi per  parativa – abbiamo lavorato con degli esperti del 
gestire  l’impresa,  devo  ripagare  quei  sol- tema, ad esempio con Adolfo Ceretti, professore 
di che mi danno. Nel nostro azionariato c’è la  di diritto penale – e abbiamo creato un sistema 
Fondazione Cassa di Risparmio di Torino che,  di giustizia riparativa a due livelli. Abbiamo cioè 
peraltro, è ben radicata anche in Valle d’Aosta.  un ‘ombudsman’ che, in modo del tutto autono-
Questa Fondazione ha appena sottoscritto un  mo, indipendente e anonimo, raccoglie even-
aumento di capitale. Se Unicredit non potesse  tuali denunce di offesa alla ‘Carta dell’Integrità’ 
assicurare agli azionisti, che gestiscono gli asset  e avvia un processo di riconciliazione tra chi ha 
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offeso e chi si ritiene offeso. Un esempio. Dicevo  del valore per i nostri azionisti e il valore per i 
prima che, come tutte le aziende, anche noi dob- nostri azionisti è dato da un utile sostenibile nel 
biamo avere dei piani di vendita, dei budget di  tempo. Dopodiché, il modo in cui realizziamo 
vendita, perché la nostra struttura ha un alto co- l’utile ne qualifica la sostenibilità, ne qualifica 
sto: abbiamo 10 mila filiali e 162 mila dipenden- la ripetibilità nel tempo. Insomma, se la grande 
ti. Dobbiamo quindi in qualche modo generare  maggioranza dei nostri clienti è insoddisfatta, 
dei ricavi che ci consentano di pagare il costo  se i nostri dipendenti non hanno senso di ap-
di queste filiali, gli stipendi a 162 mila persone,  partenenza, se non si riconoscono nella nostra 
i dividendi alla “Fondazione Cassa di Risparmio  azienda, se le comunità nelle quali lavoriamo 
di Torino” che altrimenti non avrebbe la capa- non ci vivono come dei buoni cittadini e quindi 
cità di svolgere le sue funzioni istituzionali. Se  pensano che il loro dovere sia esclusivamente di 
il Direttore di una nostra filiale chiede a un di- ‘regolarci’ in modo negativo – la cosiddetta ‘re-
pendente di vendere dei prodotti che non sono  golazione avversa’ – andremo sicuramente poco 
coerenti rispetto al profilo di rischio del cliente,  lontano nel consentire ai nostri azionisti di dar-
che cosa può fare questo dipendente, se ritiene  ci i loro finanziamenti, il loro capitale da gestire. 
che la ‘Carta dell’Integrità’ venga in questo modo  Allora, il modo in cui realizziamo questi risultati 
offesa? Può chiedere l’intervento della struttura  è fondamentale. Alla fine, abbiamo fatto cambia-
di ‘ombudsman’ che, in modo anonimo, analiz- re lo Statuto di Unicredit. Oggi possiamo devol-
za la questione e avvia un processo conciliato- vere una parte dei nostri utili al finanziamento 
rio fra i due soggetti. Laddove gli ‘ombudsman’  di attività sociali, quindi possiamo finanziare la 
non riescano a riconciliare questi eventi, c’è un  fondazione che abbiamo creato, “Unidea”, che 
meccanismo di conciliatori esterni che possono  svolge una serie di interventi nel sociale, e, tra 
intervenire. questi, anche quello che si chiama gift-matching. 
Questi processi sono, a mio giudizio, estrema- Quasi il 30% dei nostri dipendenti in Italia fa atti-
mente importanti, perché mettono al centro  vità di volontariato (il 30% di dipendenti significa 
la nostra attività, i nostri obiettivi, la complessità  oltre 18 mila colleghi). Quando questi colleghi, 
delle scelte che dobbiamo fare quotidianamente  in gruppo ad esempio, dedicano parte del loro 
e il sistema di valori. E, inevitabilmente, non pos- tempo a un’iniziativa socio-assistenziale quale 
siamo che mettere le singole persone al centro  che sia – la cosa che chiediamo è che siano un 
di questo insieme di elementi. gruppo di persone – o dedicano dei loro asset, la 
Abbiamo poi fatto alcune altre cose per ren- fondazione ‘matcha’. Cioè, se 100 ore equival-
dere evidente il fatto che il nostro sistema  gono a 1000 euro, la fondazione dà 1000 euro 
di valori, i nostri comportamenti sono piuttosto  all’ente al quale i nostri colleghi hanno dedicato 
complessi e articolati. Uno di questi è la scelta di  il loro tempo. Questo proprio per far capire loro 
creare, alcuni anni fa, una fondazione che stia “a  che questo ente è anche il loro: sono loro che in 
valle” di Unicredit, non “a monte”.  effetti lo alimentano nel loro operare quotidiano. 
Ricorderete questo gravissimo fatto di cro- Credo che questo sia estremamente importante 
naca: subito dopo la fine della guerra nel  perché consente alle ‘nostre persone’ di capire 
Kosovo, un aereo militare C130 precipitò con  per quale motivo noi riteniamo tanto importante 
alcuni medici a bordo. Fra i medici che anda- avere quel sistema di valori, quella ‘Carta dell’In-
vano a portare le protesi destinate soprattutto  tegrità’ di cui parlavo prima, e riteniamo che sia 
a bambini e ragazzi, c’era il figlio di un collega.  importante avere dei comportamenti coerenti ri-
Discutendo fra noi, ci siamo detti che ci sarebbe  spetto ad essa.
piaciuto fare qualcosa per farci carico, almeno in  Tutto questo, oggi, accade in 19 su 22 Paesi 
parte, di questa situazione. Decidemmo di crea- nei quali siamo presenti. C’è ancora tanto da 
re una piccola fondazione ad hoc e di devolvere  discutere sulla responsabilità sociale d’impresa. 
una parte dei nostri stipendi e dei nostri bonus  Siamo giunti alla conclusione che ‘responsabili-
a questa vicenda. Dopodiché, abbiamo avviato  tà sociale di impresa’ significhi ‘far bene il pro-
una serie di discussioni al nostro interno e nel  prio mestiere’ e che dobbiamo insieme definire 
Consiglio di Amministrazione, in cui è emerso  cosa significhi ‘farlo bene’. Molto importante è 
il desiderio di testimoniare, soprattutto ai colle- anche il dibattito sulla governance delle imprese 
ghi, l’insieme dei nostri valori e la nostra capa- perché, come ho cercato di spiegare brevemen-
cità di occuparci di chi è debole o di chi si trova  te in questo mio intervento, i trade-off, le scelte 
in difficoltà. Lo Statuto di Unicredit, però, non  che si devono fare, sono quotidiane e complica-
lo consentiva. Se ne è discusso in Consiglio di  te. Capire sulla base di quale processo e chi è 
Amministrazione, che ha adottato questa posi- coinvolto in queste scelte è assolutamente fon-
zione: “Voi fate utili, dateci dividendi, noi ci occu- damentale perché si tratta di decisioni che non 
peremo di queste cose”. Quasi come se ci fosse  può prendere da solo l’Amministratore Delegato, 
una separazione concettuale fra chi fa il lavoro  né possono essere prese al di fuori di un pro-
‘sporco’ e chi fa il lavoro ‘pulito’. Noi ci siamo  cesso trasparente e chiaro; altrimenti si corre il 
sempre detti che è il modo di lavorare a qualifi- rischio che soggetti non eletti vadano a svolgere 
care il risultato del lavoro stesso. Da questo pun- funzioni politiche, entrando in un campo molto 
to di vista, dico sempre che dobbiamo generare  pericoloso. 
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Description:zione Genjōkōan del suo Shōbōgenzō scrive: “Apprendere il come di Buddha è apprende- re il sé / apprendere il sé è dimenticare il sé. Dimenticare il  di Pompei, ma questa ci dà già l'idea che il mon- do pagano aveva dell'eros. Fondamentalmente, quel che il mondo pagano pensava era “