Table Of ContentNell'opera capitale del buddhismo tibeta
no, compilata nel XV secolo dallo «yogin
Vita di Milarepa,
folle di gTsang», alla in cui
si raccontano le vicissitudini, i crimini, le
prove e il riscatto del Grande Mago, fa se
Canti
guito la vasta raccolta dei che qui
presentiamo, consacrata alle sue successi
ve avventure. In brevi, scintillanti episodi
non di rado di alta comicità, pervasi di de
licata irriverenza, sono incastonati gli am
maestramenti impartiti in forma poetica
da Milarepa, che con parole semplici, qua
li solo possono sgorgare dall'esperienza e
da una conoscenza certa, insegna con sa
pienza impareggiabile l'arte sottile della
meditazione, dando nel contempo libera
espressione alla gioia e alla libertà sconfi
nate che ne sono il frutto. E gli incontri,
spesso prodigiosi, con numerosi personag
gi -beffardi esseri «non umani», dotti com
piaciuti della loro scienza polverosa, disce
poli devoti o riottosi, taumaturghi pronti
alla sfida, creature umili disposte a essere
toccate nel cuore - diventano altrettante
occasioni per additare quella condizione
naturale della mente tersa e imperturba
bile in cui tutti i fenomeni appaiono quali
sono, eterei e inafferrabili, in un perenne
zampillio di immagini, pensieri, sensazioni
che, insostanziali ed effimeri, solcano sen
za ostacoli il cielo vuoto della coscienza.
I centomila canti di Milarepa, verepa r opsruima
mad eblu ddhitsamnot rsiocnaoon, c oorgag i
fontde' ispireao zgigoedntietv oe nerazione
nemlo ndtoi betCaonnqo u.e svtool uAmdee,l
phnie a wilaap riemdai ziionntee girnla ilne
guiat alLiaat nraa.d uzcioonndeoc,to tnaf ron
tanldemo i gleidoirzidi iosnpio dneitlbe isltio ,
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un'introdcuhzeeis opnoeipn uen ntoid adleil
lsat odreiladl,oe t terd ienlpelr ea tdiecblhu ed
dhisimnod o-tifboertnaelnnacod o,or neince
trcou sici o llolcefia gnuord eiM ilareed pia
gTsasnMgy oHne ruka.
Se ci sono ostacoli, non è il cielo;
se si possono contare, non sono le stelle;
se si muove e si agita, non è una montagna;
se c'è diminuzione e aumento, non è
l'oceano;
se può essere coperto con un ponte, non è
un fiume;
se può essere afferrato, non è l'arcobaleno.
Questi sono i sei esempi esterni.
Se ci sono punti di riferimento concettuali,
non è la visione;
se ci sono torpore e agitazione, non è
meditazione;
se c'è ricerca o rifiuto, non è l'azione;
se c'è pensiero discorsivo, non è lo yoga;
se sorge o tramonta, non è la conoscenza
originaria;
se c'è nascita o morte, non è la natura di
Buddha.
Questi sono i sei errori interni.
Inc operItlilnuas:t trraazdtiatoClaonl d eM anuscript
(TibXVeItI s,e coClool)l.e zFioounren ier.
BIBLIOTECA ADELPHI
425
IC ENTOMICLAAN TI
DIM ILAREPA
I
A cura di Roberto Donatoni
Introduzione di Fabrizio Torricelli
Traduzione di Kristin Blancke e Franco Pizzi
�
ADELPHI EDIZIONI
© 2002 ADELPHI EDIZIONI S.P.A. MILANO
WWW.ADELPHI.IT
ISBN 978-88-459-1699-l
Anno Edizione
201270 1260 1250 14 2 34 5 6 7 8
INDICE
Introdudiz Faibroizino 1eòrr icelli IX
Note LXXXV
Notdae tir aduttori cv
IC ENTOMICLAAN TDIIM ILAREIP A,
PARTE PRIMA Nelqluaa glleei s sneornui m ani
giuans tfiid a[rMei larveepnag]ol neog ati
au nv oto 3
1. Milraa ccolgall eigen a 5
II. Ciussaunlgsl tar paedLraa pci 14
III. Icla ndteol nleav e 26
IV. L'orchdeelsrlsoaac dciiL ai ngpa 42
v. Lap rivmias aiR taag ma 59
VI. LaR ocCceal edsiKt yea ngphen 68
VII. Lem ontaignnnee vdaiYt oel mo 73
VIII. L'offedretlcalo el omfibgeld,ie eg dlèii 86
PARTE SECONDA Incontri con i figli spirituali 93
IX. La prima visita alla Rocca adamantina
sulla roccia grigia 95
x. L'incontro con Reciungpa 102
XI. L'incontro con Tsaphurepa 110
XII. La seconda visita a Ragma 115
XIII. Il maestro SakyaguQ.a viene accolto
[ come discepolo] 128
xiv. L'incontro con Paldarbum 134
xv. L'incontro con Seban Repa 149
xvi. L'incontro con Drigom Repa 157
xv11. Repa Shiwa Òd 160
XVIII. L'incontro con il maestro di Ngen Zong 195
XIX. L'incontro con Dampa Giacphupa 206
xx. L'incontro con Kharciung Repa 209
XXI. L'incontro con Repa Darma Wangciuk 215
xx11. La sottomissione di Narobonciung 224
Note 237
Bibliografia 289
INTRODUZIONE
DI FABRIZIO TORRICELLI
« IlmG u'rb-unmo nèu nt esfatcoi eli em ,i
glisotruid hiaonsncioo mmedsesgoel rir ori
netlr adu1 rlo».
Modus operandi. Nel proporre questa versione dei
Centomila canti di Milarepa, la prima integrale in lin
gua italiana, si rendono necessarie numerose e di
verse considerazioni: numerose, per la distanza spa
ziale e temporale del testo tradotto; diverse, per la
natura dei problemi aperti quando ci si interroga
sul buddhismo. Nemmeno l'ordine secondo cui so
no disposte tali considerazioni è scontato; tantome
no alieno da responsabilità. In un tracciato che apra
il
cammino verso quel testo, due estremi ci serrano
infatti in insidioso agguato: da un lato il deliquio
ozioso delle note di colore, di metonimiche sugge
stioni e di fascinazioni esotiche o, peggio, tradizio
nali; dall'altro, ilf uror didascalico che tutto vuole di
il
re, nominando: come se mero nominare le parole
del buddhismo tantrico esaurisse ogni possibile ten
sione a comprenderlo. Terza, s'affaccia la più ango
losa delle soluzioni: dare voce ai testi. Ai testi, dun
que, come per incanto.
XI