Table Of ContentSilvia Federici
Genere e Capitale
Per una lettura femminista di Marx
O 2020 Silvia federici edizione italiana a cura di Anna Curcio
C 2020 OeriveApprodl St1
Tutb i diritti rlse,v.,11
OerlveApprOdi SII
piana Re~na Margherita 27
00198 Roma
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lmm.awne di copertina: Maurizio Cannavaccluo?o. courtesy ot !ho orti~
Finito di stampare nel mose di febbraio
presso la liPOl!t'31ìa O.Cra.Ro - Roma
Isbn 978-88-6548-301·5
Prefazione
diAnna Curcio
I.a rilettura del corpus teorico marxiano, che Silvia Federici pro
pone in questo volwne, ripercorre oltre quarant'anni di riflessio
ne politica e militanza femminista, dagli scritti negli anni caldi
della campagna per il Salario al lavoro domestico fino alle più re
centi riflessioni sulfo nda del rinnovato interesse per Mane ai
tempi della crisi. È un vero e proprio corpo a corpo che definisce
un rapporto al contempo irrinunciabile e insufficiente. Federici
SP.inge la riflessione oltre lo stesso Marx, in aperta rollura con il
marxismo, per interrogare i silenzi sulle diJTerem?e di genere e
razza neUa definizione del modo di produzione capitalistico e
della lotta di classe.
È un rapporto mai concluso, irrisolto e sempre aperto che
continua a interpellare le categorie marxiane per portarle alla
prova del presente, dentro le trasformazioni produttive/ripro
duttive e attraverso le lotte. Cosi, il volume che qui presentiamo
non è semplicemente la riedizione di vecchi saggi. né si limita a
riproporre in traduzione italiana testi già pubblicati in volumi, a
questo analoghi, in lingua basca, catalana, in castigliano e fran•
t
cese (si vedano i riferimenti in bibliografia). piuttosto un
nuovo testo, ripensato a partire dalla discussione scal\1rita dalla
lettura di quei volumi, con tintento di colmare lacune, proporre
approfondimenti, complicare la riflessione. Al contempo guar•
da alle specificità del dibattito italiano. In questa direzione va la
pubblicazione di un nuovo saggio, inedito, in cui fautrice si con•
fronta direttamente con il tema della razza nelfanalisi marxiana
(letto nella sua articolazione con il genere); un tema che ci è sem•
hr,1lo di 11a11irolan• 11lt•v;111za flN 11i lihallilu noi 111i1 flll><!,Ìlllo,
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d111s co11la i11 qtll'slo s1·11su li111iti si11,11ilkativi,
l)';11lra 1>arl1? l'cdcrid d ha ahituato a 1111a rillcssiml<' d11• <-.
sempre materia vivòl, che prende form;1 lr:t le pi:nr.<• in loll;1 11•
<?
discussioni collettive, che segue l'attualità delle domande poli li•
che e vive proprio nel suo essere continuamente dibattuta. II s uo
lavoro è un work in progress che si alimenta di elaborazione tcori•
ca e lotta femminista, quella che lei stessa praticata quotidiana•
mente tra Stati Uniti e Amarica Latina, osservando e mettendosi
in ascolto delle piazze europee, nel confronto con le compagne a
tutte le latitudini. Ma è sentaltro in quello straordinario labora
torio politico che è oggi fAmerica latina che il rapporto di reci
proco scambio tra il pensiero di Federici e la lotta femminista ha
Genere e Capitale
trovato in questi ultimi anni la sintesi più preziosa.
I saggi che qui pubblichiamo, dunque, sono tesito di un in•
contro virtuoso tra analisi marxiana e critica femminista, tra si•
stematizzazione analitica e nodi irrisolti, in un percorso sempre
aperto che continua a proporre questioni su cui dibattere. In
questo senso, il tema del piacere sessuale e della funzione socia
le della sessualità, deltautomazione e della meccanizzazione
della riproduzione e non da ultimo la funzione della tecnica e la
critica del progresso, sono solo alcune delle tracce di discussione
che è possibile riprendere e problematizzare.
Tra gli obiettivi di questo volume infatti c'è anche quello di
elaborare strumenti politici e concettuali capaci di raccogliere le
sfide del presente, cosa che si coniuga perfettamente con lo stile
teorico-politico delfautrice: Si tratta, detto altrimenti, di portare
oltre loro stesse le categorie analitiche qui proposte, proprio
come Federici ha fatto con Marx.
Marxismo, femminismo
1.
e patriarcato del salario
Che senso ha oggi interrogarsi sul rapporto tra femminismo e
marxismo?
La domanda è legittima considerando l'abbondante letteratu
ra che già esiste su questo tema e che è destinata a crescere, dato
il rinnovato interesse da parte di una nuova generazione di
«femministe socialiste» per questo rapporto. Tuttavia, come ba
osservato Shahrzad Mojab nell'introduzione a Marxism and Fe•
mi11ism (2015), il problema del rapporto tra questi due movimen
ti teorico-P<?litici èt uttora irrisolto. Come ribadisco nei saggi rac
colti in questo volume, persiste nel mandsmo fincapacità di di·
stanziarsi da quegli aspetti dello schema teorico mandano che si
sono rivelati incompatibili con il progetto di liberazione del
rumanità dalla povertà e dallo sfruttamento: una tendenza allo
statalismo, il culto della tecnologia e dell'industria, una conce
zione strumentale della natura, la sottovalutazione delfimpor·
tanza del lavoro di riproduzione e degli effetti disastrosi del ses
sismo e del razzismo. D'altra parte, ?articolazione d.i una visione
femminista anticapitalista fatica a imporsi. nonostante la cresci
ta di tale esigenza tra i nuovi movimenti femministi che stanno
emergendo in gran parte del pianeta. Per affrontare questa pro·
blematica, per riflettere sul rapporto tra femminismo e marici•
smo, ho raccolto in questo volume alcuni materiali scritti negli
anni Settanta e altri che risalgono a tempi più recenti. Ciascuno
rappresenla un momento nello sviluppo di un discorso femmi
nista su Marx e al tempo stesso un tentativo di rispondere alla
domanda implicitamente posta da Mojab.
C)
t\~snlvr1 r a 11111•?110rn111111111 \'1101 d in• i1111;111·,1111 Ilo i1111•1r nw11·. rapll,1h~111111· 1111n 1111;1H11;1111·n·HHil,\ 11111.h a (I l,11 v,•y .1t>1 ~). M;1t 11',
si s111111;1 s1•ri1• tli h•111alid11• rill' ~1>1111 si.ili' ;il 11·11lm 1lt-llo1 n ilka "l1111ilid1t·rl'hlw e 1111s1cl1•ra11• il rnpilalis11111 in 1t•rn1i11i a~lratli,
fo111111iuislo1 a Mar.x. Pri111.i Ira q1ws11· la q111•s1i11111· d1•I lavor11 1:111111· 1111 :1ist1·111.1 d 11 • 1 r1•s1·1· su se sh'~so st•11i..11 :011fro11ta rsi ~on la
come s11·un11mto per la prodrndone <ldla ricch,•na sodale,. og l'l'HIHll'llla dc•lk• forzi! sodali du:, pur nella suhordin,11.ionc, con
getto di contrattazione operaia e pianifìca1.io11e istil111.io11alc. Krrv;u10 1111a propria autonomia. Invece, tutta la storia dello svi
Che cosa ha permesso a Marx e ai suoi epigoni di pensare il lavo luppo ,apitalistico lino ai nostri giorni, testimonia il suo carattere
ro solo o principalmente come produzione industriale e rappor nlrutt11wl111entc sessista, razzista e coloniale. Da qui la denuncia,
to salariato? Perché Marx ha ignorato nella sua analisi del capita H11111prc piì1 articolata, da parte di movimenti antirazzisti e antico
lismo le stesse attività che quotidianamente riproducono la vira loniali, d1!I marxismo come teoria e politica Eurocentrica, incapa•
umana e la nostra capacità lavorativa? Come discuto nei saggi n-di esprimere i bisogni che sorgono dalle 1otte di quanti si ripro
che compongono il volume. è qui, intorno al nodo della defini tl11cono con lavori informali, non rimunerati, a basso livello tec
zione di lavoro. che una prospettiva femminista si dimostra im nologico, in condizioni di totale precarinazione, e tuttavia
prescindibile poiché capace di rendere visibile un mondo di rela rnstituiscono la maggioranza della popolazione del pianeta.
zioni essenziali alla nostra vita e irriducibili alla meccanizzazio Non ultimo, ripensare Marx in un'ottica femminista e anti
ne, che il marxismo non ha mai sfiorato. razzista significa contestare ?assunto tipico del movimento so
Ripensare femminismo e marxismo significa anche porre al cialista circa il ruolo emancipatorio del!industrializzazione, a
centro della <tlotta di classe» la problematica delle divisioni co cui spesso Marx affida il compito di rivolU2ionue i rapporti so
struite dal capitalismo all'interno della «classe» - soprattutto at ciali e costrui.re le basi materiali del comunismo. Come ho diffu.
traverso la discriminaz:ione razziale e sessuale - un tema quasi samente scritto, Marx sembra dimenticare che la maggior parte
completamente assente in Marx. Come sappiamo, Marx ha de del lavoro che si compie anche nei paesi più tecnologicamente
nunciato sia i rapporti patriarcali che il razzismo, non solo nei avanzati è irriducibile alla meccanizzazione. Nonostante i tenta
suoi scritti ma anche nei ~uoi interventi altlnternazionale. Tut tivi di produrre robots capaci di sopperire alla cura di anziani,
lallia manca nell'opera di Marx un'attenzione alla funziom: delle ge bambini e infermi, l'industriali:uazione del lavoro di riprodu
rarchie del lavoro cosiruite in base al genere e alla razza, nd/a stcria zione domestico appare sempre più un obbiettivo irraggiungibi
dello sviluppo capitalislico'. Manca una riflessione sul ruolo del le e indesiderabile.
sessismo e del razzismo come dementi strutturali deltorganiz Si deve aggiungere che privilegiando lo sviluppo della produ
zazione del lavoro e della produzione nella società del capitale. zione industriale come condizione essenziale, a livello planeta
Eppure non possiamo ignorare che è proprio a causa di queste rio, di une conomia basata sulla giustizia sociale e fabbondanza,
divisioni, e per la capacità da parte dei governi e del capitale di inevitabilmente Marx, e con lui il marxismo in tutte le sue
mobilitare settori del proletariato come strumenti di una politica fonne, ha sottovalutato la distruzione ambientale prodotta dal
razzista e per la repressione delle lotte sociali, che il capitalismo l'industria, specialmente con respansione della chimica e della
ha potuto riprodursi fino a nostri giorni, e questo nonostante, produzione digitale. Si dirà che Marx non poteva prevedere i
per Marx, l'estensione globale dei rapporti capitalisti sia tele mari soffocati dalla plastica. la morte delle barriere coralline o la
mento unificante del proletariato mondiale. contaminazione dei fiumi frutto delfindustrializzazione del
È stato affermato che la discriminazione in base al genere e l'agricoltura e degli scarichi industriali. Non poteva immaginare
alla razza è da considerarsi un fattore contingente nella storia del incendi tanto estesi da mettere in pericolo le città, come si stan
no verificando in Austtalia e in California mentre scrivo queste
pagine. Eppure, la certezza con cui egli guarda a un futuro in cui
I/ Gen~re e "':',3• ()Ili, com~ in lutti i s•ggi contmuti nel volume, sono intesi quali
fumanità potrà dominare la natura grazie alfindustria su larga
c.itegone S003h che organcaano gcr:irchic:uncnte I• società e non certo come
tbto biologico o mlUrate.
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!lf;llil, 1· )liii~ 11 lill'lil 111•1 11 IH'I Il' l UIIIIIII(', U/lfll IIU Il )11111( II <" ,,ppa I II C'
hll11111r/l',11irr,1 ,li 111111.~. il 111uv11111•11l11 c·1•0,ll•111111i11i~la h;1 11111·
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,1111h11111' la .. 1ip111d11~iunl'" dc•vc· ru111p11•11d1•r,• a11d11• il lavoro
·n111avi;1, 11111uv1•n: q111·sh' o i1idll' a Marx 11u11 signilka dis, u
111 e 111;1 dl'll'a111l111•111t• 1111111 hi• la prmluzimll' agricola quando
nosccn: l'i1111x,n;mz.i s11>rka d1•I llll'lodo 11i.mii,111u ,. 1ll'll'a11ali:;1
11011 ludirizzala al 11wrrnlo 111a al wnsumo familiare. Nello stes
dell'organizzazione capit:ilistkodcl lavoro d1t• d ha cons1•g11;110.
•11 t1•111pu, la ristrn1111r.izio111: del lavoro riproduttivo a livello in
Significa piuttosto riconoscere che ha sollovalntato l:1 r:ip;1dli1
lrrn;iziunak• ha richiesto una nuova analisi della riproduzione
distruttiva dello sviluppo capitalistico, tanto da identificare l:i
1l i\' ho svil11pp:1to in alcuni saggi scritti negli anni Ottanta e No
stessa prodU2ione industriale che oggi distrugge il nostro pia1ll'
v,1111a, pubblicati in Italia nei volumi Il punto zero della rivoluzio-
ta e divora gli organismi viventi che lo popolano, come un fattOl'l'
11r (~1014) e Uei11ca11tare il mondo (2018). Qui ho esaminato la
fondamentale della liberazione delfumanità. Qui si pone l'im
nuova divisione sociale del lavoro, il ruolo della guerra nello
portanza del femminismo. Mettere in crisi il capitalismo non è
klllanlellamento neoliberale di molti regimi produttivi e la crea
sufficiente. È essenziale non riprodurre le ingiustizie e le dise
zione (come risposta a ciò) di nuove forme di riprodU2ione su
guaglianze contro cui. abbiamo lottato. Jn questo senso, un fem
basi comunitarie.
minismo anticapitalista determinato a «mettere la vita al cen
I.e attiviste abolizioniste', e tra loro Angela Davis, hanno op
tro» della politica sociale - come vuole il femminismo popolare
portunamente insistito sulla necessità che un'analisi della ripro
che sta sorgendo in varie parti d'Europa e soprattutto in America
duzione sociale includa oggi anche resamediistituzioni come le
Latina -ci sembra il modo più idoneo perrealizzare il «seme ri
carceri. Non è infatti possibile omettere nell'analisi della ripro
voluzionario» del marxismo.
duzione il processo inverso, ovvero la distruzione di quanti sono
considerati inassimilabili alla logica del capitale. Inoltre, in con
J testi raccolti in questo volume appartengono a periodi diversi
formità con la crescente commercializzazione del lavoro ripro•
del mio lavoro e sono parte di un discorso su Marx che sto tuttora
duttivo, il discorso femminista sta anche spostando la sua rifles
elaborando. Conrropiano dalle cuci~ e Il capitale e la sinistra ap
sione «fuori dalla casa». Tuttavia, in questo volume il mio inte
partengono al periodo del mio impegno nella campagna per il
resse è un altro: comprendere le ragioni deltassenza. nel lavoro
Salario al lavoro domestico, quando il nostro compito principale
di Marx, di wianalisi approfondita sulla divisione del proletaria
era da una parte rispondere alle critiche mosse dalla sin.istra che
to in base al genere e alla razza e sulla funzione del lavoro non
definiva il lavoro domestico come un lavoro residuale e capitali
pagato e coatto nel processo dell'accumulazione. Questa temati
stico e dalfaltra confutare le femministe libertarie che lo descri
ca è schematicamente trattata nel già citato saggio No~ su genere
vevano idillicamente come l'ultima sponda per rapporti familia
e razza che rimanda ai testi fondamentali di Cedric Robinson,
ri liberi dal dominio della logica di mercato e dalle interferenze
David Roediger, oltre che W. E. B. Du Bois per un'analisi della co
dello Stato. li tono fortemente polemico dei due saggi riflette
stCU2ione del razzismo e della sua storia negli Stati Uniti.
Yintensità del dibattito che le nostre tesi hanno provocato. Un di
A completare il quadro dell'analisi su favore e riproduzione
battito denso e acceso che, a partire dagli anni Settanta, mi ha
in Marx, gli ultimi due saggi del volume descrivono processi sto
spinto, anche in collaborazione con Leopolda Fortunati, a rico
rici che, nelfo ttica marxiana, sembrerebbero in contro-tendenza
struire la storia dello sviluppo capitalistico.
alla logica dello sviluppo capitalistico. Il primo: Nascita della ca
Oggi, il ruolo centrale del lavoro domestico nella riproduzio
salinga, indaga la costituzione, alla fine del XIX secolo, di una
ne della forza-lavoro è generalmente riconosciuto anche se, ai
nuova famiglia proletaria incentrata sul lavoro domestico non
suoi margini, continua la battaglia. Ma il concetto di «riprodu
pagato delle donne, che riproduce quindi quel patriarcato che se-
zione» che era al centro del nostro discorso, si è ampliato. Già
altinizio degli anni Ottanta, come accenno in No~ su genere e
~, Abolizionista è il termine correntemente usato per Um ovimento c:he lolla per
t•bolizione del arcerc.
12
11111111 M:11x ~i ~an•hh,• tli,.,111110 lo 1wil11p1111 imhmlrialt• lii'
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io rhi.11110 «pali ian:alo clc·I sa la rio,,. A11alow11111•11lc'. il s,•.
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condo sam:io: 01i,:i11i 1fr/ /lll11>m s1•ss1111/,, 111ns1ra il forlt• inh•n•sia•
dello Stato per forg:mizz:1ziouc della fomiiilia ddla SC'ssualilà
l'
maschile e femminile, ai fui i della produzione <li prolc1:1rial11
liii Contropiano dalle cucine'
2.
più efficiente e disciplinato, prova che (contrariamente all'as•
sunto di Ma.rx) la riproduzione della forza-lavoro non si esauriva
con gli acquisti del lavoratore sul mercato.
con NiC-Ole Cox
Infine, in appendice, alcuni stralci di un articolo già apparso
in Reincanl(;lu il mondo (2018) fanno il punto sul ruolo detrindu
stria e della tecnologia in Marx (Femminismo, riproduzione ef an•
zione della tecnica), sui limiti di una visione progressista del capi•
talismo (S ul mit() del capitalismo come fonte del progresso), nonché
A panirc da Marx èslato chiuoche il capitale comanlb esi sviluppa
sulla costruzione di rapporti comunitari che ridiscutono il con•
attraverso il salario. li fondamento della società capìtalistica è il lavo
cetto marxiano di comunismo, come avviene in molti quartieri
ratore salariato e il di lui o di lei direno sfrunamento. Non è stilo aJ.
proletari soprattutto in America Latina (La. politica dei. com•
trcnanto chiaro, néè stato m.-1iassunto dalle organizzazioni del movi•
mons). Ringrazio Gianfranco Morosato e la casa editrice ombre
mento operaio, che proprio attraverso il salario viene organizzato lo
corte, per averci permesso di pubblicare questa appendice. sfrunamcntodel lavoratore non salariato. F.che semmai il suo sfrulla•
mentoèsl:lto tanto piil efficace in quanto nascosto, e mistificato dalla
mancanu di un salario( ... ) Quindi il lavoro delle donne appari\-a una
Ringrazio anche Sergio Bianchi e DeriveApprodi per questa
prestazione di servizi personali al di fuori del capitale.
pubblicazione. Un ringraziamento speciale ad Anna Curcio per
la cura e la traduzione dei saggi, per il grosso lavoro editoriale nel
Mariaros:i Oall3 Costa, Pottrefemminilt e sovi-ernone sociale
raffronto dei testi marxiani e per i continui suggerimenti riguar•
do forganizzazione del volume e il contenuto dei testi Ringrazio
Non è un caso che negli ultimi mesi parecchi giornali della sini
inoltre le compagne del collettivo Id.le Women di Manchester stra abbiano pubblicato attacchi contro il salario al lavoro dome
che nel 2015 mi hanno chiesto di scrivere un articolo sulla nasci stico. Non è solo perché ogni volta che le donne prendono una
ta della casalinga in Inghilterra che è poi diventato il saggio qui posizione autonoma la sinistra si sente minacciata. Èa nche per•
pubblicato.
ché la sinistra si rende conto che questa prospettiva ha implica•
zioni che vanno al di là della «questione femminile» rappresen
tando una netta rottura con la sua politica, passata e presente, sia
rispetto alle donne che al resto della classe. Infatti il tradizionale
settarismo con cui la sinistra si è posta di fronte alla lotta delle
donne ha dimostrato una scarsa comprensione dei modi in cui
3/ Quc:sto s:.19gio è stato scritto origill3ri3mcntc in risposta a un ulicolo di Co.rol
Lopate, Wornen and th< Pay for Hauuworl<. •Libc~tion-_(18. 8, maggio~iugno,
1974= 8-11). teditore a,·= respinto b proposta d1 ~ub~1car~ la nostra risposta.
Abbiamo comunque pensalo di pubblicarla ~rcM I a111colo d, Lop;itc rappresen•
lava, ph) apec:tunentc di tanti altri, le posiziorù della sinis_tr:> • il suo rapporto con
il mo,imento femministi internazionale (Nola detleaultlet 1975).
'"
si 1•spli1,111 w111.111tlo d1·l 1.1p11al1· <' tlc•lla d111•z1<1111•, li,· la lolla clt 111plll1I,• 1111111,1 1<'1111.1 ,l1•tl'a1 n•llalrva p11ht1r:t 1lt•ll1· dnnll<', rlw
dass1• pn•111I<• 1w1· sp1·zzan• 11111·~10 n>111.111<lo. 11111\c•KHt'lt' 11111wr.1l,1 !111l0 ,.,. 11• 1l01111c• nit 1t•passa110 i r:mn·lli dt•lla
Nel 1101111:dclla «lolla di dasst•» t•ddl' «inkn•ss<• 111·111'1'.11<-tldla luhhl'll a.<: osi, la logil':1 ,li 1111'a11alisi d11· l'i(nll\ht(t: l'oppressione
classe» la sinistra ha sempre privilcgi:110 ak1111i s<'llori tl1·ll:1 d:i:: d1•JI,, do1111<• alla loro 1•sd11sio11t• dai ra1>porti G1pit:11istid, com
se operaia come soggelli rivoluzionari e condannalo .1hl'i a 1111 porta i1 11·vi1ahihm:11tc la strategia di indudcrci in tali rapporti in
mero ruolo di supporto per le lotte che questi settori porlav:mo V<'t ,, d11•rn111ballerli.
avanti. La sinistra ha cosl riprodotto nei suoi obiettivi organi?.:1~1ti 1111111cslo senso c'è un nesso immediato tra la strategia che la
vi e strategici le stesse divisioni della classe che caratterizzano la Nlnislrn propone alle donne e quella cbe propone al Terzo
divisione capitalistica del lavoro. Da questo punlo di vista, la sini inondo. Come vogliono portare le donne in fabbrica, cosi voglio
slra è sempre stata strategicamente unita nonostante la varietà no portare le fabbriche nel Terzo mondo. In entrambi i casi si
delle sue posizioni tattiche. Stalinisti, trotzkisti, anarco-libertari, presuppone che i <<Sottosviluppati» - quelli cioè che non hanno
vecchia e nuova sinistra, quando si tratta di scegliere i soggetti ri 1111 salario e lavorano ad un livello tecnologico più basso-siano
voluzionari, tutti concordano con le stesse premesse e gli stessi arretrati rispetto alla «vera classe operaia,. e possano equipararsi
argomenti nella prospettiva di una causa comune. a questa solo ottenendo un tipo più avanzato di sfruttamento ca•
pilalistico e una quota maggiore di lavoro in fabbrica. In entram
Ct OFFRONO «SVILUPPO» bi i casi, la lotta che la sinistra offte a chi è senza salario, ai «sot
tosviluppati», non è una lotta contro il capitale ma per il capitale,
Poiché la sinistra ha assunto il salario come spartiacque tra lavo per uno sfruttamento più rJzionalizzato e più produttivo. Nel
ro e non-lavoro, produzione e parassitismo, potere e mancanza nostro caso, non solo ci offrono il «diritto al lavoro» (questo lo of.
di potere, non ha visto Yenorme quantità di lavoro non pagato Crono a ogni lavoratore), ma il diritto a lavorare di più, il diritto a
che le donne fanno in casa per il capitale. Da Lenin a Juliet Mit essere maggiormente sfruttate.
chell, passando per Gramsci, tutti la tradizione della sinistra si è
trovata d'accordo sulla marginalità del lavoro domestico per lari UN NUOVO TERRENO DI LOTTh
produzione del capitale, e sulla marginalità della casalinga nel
processo rivoluzionario. Secondo la sinistra, le donne, in quanto la premessa politica del salario al lavoro domestico è il rifiuto
casalinghe, non soffrono a causa del capitale ma a causa della dell'ideologia capitalistica che identifica la mancanza di salario e
sua mancanza. Sembra cioè che il nostro problema sia che il ca un basso sviluppo tecnologico con farretratezza politica e la
pitale non raggiunge le nostre cucine e le nostre camere da letto. mancanza di potere e, di conseguenza, presume che come
Da ciò conseguirebbe che rimaniamo a uno stadio feudale o pre donne dobbiamo passare attraverso nuove forme di sfruttamen
capitalistico e qualunque cosa facci.amo nelle nostre cucine o ca to per poter organizzare le nostre lotte. il il nostro rifiuto di accet
mere da letto sarebbe irrilevante ai fini di un cambiamento so tare che siccome siamo senza salario e lavoriamo a un livello tec
ciale. Ovviamente, se le nostre cucine sono fuori dal capitale, le nologico più basso (e queste due condizioni sono profondamen
nostre lotte non riusciranno mai ad abbatterlo. te connesse) i nostri bisogni debbano essere diversi da quelli del
Perché mal il capitale permetterebbe la sopravvivenza di resto della classe operaia. Rifiutiamo di accettare che mentre un
tanto lavoro che non genera profitto, di tanto tempo di lavoro operaio metalmeccanico a Detroit può lottare contro la catena di
non produttivo, è una domanda che la sinistra non si è mai montaggio, nelle nostre cucine, nelle metropoli o nei campi del
posta. confidando come sempre nelfirrazionalità del capitale e Terzo mondo, fobiettivo della nostra lotta debba essere quello
nella sua scarsa capacità di pianificare. fronicamente, la sinistra stesso lavoro di fabbrica che in tutto il mondo i lavoratori oggi
ha tradotto la sua ignoranza della specificità del rapporto donne- stanno rifiutando in misura sempre crescente. Il nostro rifiuto
d,•ll'idl'olo11la dc•lla ~l11i!!l1a 11011 ,, altrn rlw 11 nwcllo, ilh1to clc•l, a•
nrn11111111,111la tlc•lla p11p11l;m"1u· d,·1 1111111<10 dw Of,\f,\i 1\
illll'Ol';1
pit;1lisnm. q11al1111<f11C' fomrn 1•ssu pn•11da. C'ì· i111plidl;1, i1111111• 1r111.:1 i1,1larin. V1111I ,1111h c• 1li11• i1111or;m•rh1· il l'apitall' an 1t·rkano
sto rifiuto, la ridcfìnizionc di t:os'I~ il tapitalis1110 ,. riti ì• l;1 dass,•
~ •tntornslmilo sul l;cvnrodq~li ~d1i:1vi <' tutt'ora prospera Hraiic
operaia, cioè una nuova valut.izionc delle fo1"l.c e dei bisogni
ul lavoro 11m1 salariato di milioni di tlo1111c e uomini nei campi,
della classe.
udii• oKilll' t• ndki priHioni <lcgli Stati Uniti, e <li tutto il mondo.
Il «salario al lavoro domestico», dunque, non ~ una rivendi
cazione tra le altre, ma è una prospettiva politica che apre 1111
Il IAVOIIO NASC:OSl"O
nuovo terreno di lotta, che parte dalle donne ma coinvolge l'intc•
ra classe operaia, Questo va evidenziato, poiché un elemento co
l'artcndo da noi stesse in quanto donne, abbiamo imparato che
mune negli attacchi della sinistra è la tendenza a ridune il sala
l;i f,\iorn:lla lavorativa per il capitale non produce ne~essariame~
rio al lavoro domestico a una semplice rivendicazione, che è un
tc una busta paga, non comincia e finisce ai cancelli della fabbn
modo per screditare questa prospettiva ed evitare di confrontarsi
ta, e soprattutto abbiamo scoperto la natura e le dimensioni del
con le questioni politiche che pone.
lavoro domestico. Infatti, non appena alziamo la testa dai calzini
Carticolo di Caro! Lopate: Women and Pay far Housework è
d1c rammendiamo o dai pasti che prepariamo e guardiamo alla
esemplare in questo senso. Già il titolo-Payfor Housework (Paga
totalità della nostra giornata lavorativa, ci accorgiamo subito che
per il lavoro domestko)-misconosce la questione perché ignora
~ebbene il nostro lavoro non produca un salario per noi stesse,
che il salario non è solo un po' di denaro ma è f espressione del
noi produciamo il più prezioso prodotto che appare sul mercato
rapporto di potere tra classe operaia e capitale. Un altro modo,
capitalistico: la forza-lavoro. Il lavoro domestico è molto più che
più indiretto, in cui Lopate cerca di screditare la rivendicazione
pulire la casa. È servire il lavoratore salariato fisicamente, emoti
del salario al lavoro domestico è sostenendo che si tratta di una
vamente, sessualmente, fare in modo che giorno dopo giorno
prospettiva importata dall'Italia e quindi di scarso rilievo per gli
sia pronto per il lavoro. È prendersi cura d~i nostri ba_mb_ini - ~
Stati Uniti dove le donne «lavorano»'. Questo è un altro esempio
futuri lavoratori - assistendoli dalla nasota per tutti gli anm
di disinformazione. Potere femminile e sovvei.ione sociale-la sola
della scuola, assicurandoci che si comportino come ci si aspetta
fonte citata da Lopate -riconosce la dimensione internazionale
che si comportino nella società capitalistica. Questo significa
da cui ha avuto origine la prospettiva politica del salario aJ lavoro che dietro a ogni fabbrica. scuola, ufficio o miniera c'è il lavoro
domestico. In ogni caso, Yorigine geografica di questa rivendica
nascosto di milioni di donne che hanno consumato la propria
zione è irrilevante alla luce detrattuale livello di ùitegrazione in
vita e il proprio lavoro per produrre la forza.Javoro occupata}n
temuionaJe del capitale. Ciò che conta è la sua genesi politica,
queste fabbriche, scuole, uffici o miniere (Dalla Costa 1972.b) ,
ovvero il rifiuto di accettare che il lavoro, lo sfruttamento e il po•
È per questo che ancora oggi, sia nei p~esi «svilup~at~» che~
tere di distruggerlo esistano solo in presenza di un salario. È la quelli «sottosviluppati», il lavoro domestico e la farmgha sono
1
fine della divisione tra donne «che lavorano» e donne <<che non
pilastri della produzione capitalistica. La disponibilità di forza.
lavorano .. (che sono solo casalinghe), cosa che implica che il la
lavoro stabile e ben disciplinata è una condizione essenziale per
voro non salariato non è lavoro e, paradossalmente, che solo
negli Stati Uniti la maggior parte delle donne lavora e lotta per
dle
ché ha un secondo lavoro. Ma non vedere il lavoro che le donne 4/ «Il quartiere è esscnzialmenle il luogo delle donne nel senso te donne •i•~
fanno in casa, è non vedere il lavoro e le lotte della stragrande pi2iono e vi spendono direttamente Il loro ta,-oro. Ma l,_fabb~ca~ altrettanto il
luogo in cui è incorporato il ta,·orodclle donne, <;he_non "'appaiono~ che l'hanno
trasferito negli uomini che •~iouo favor.1M direttamente. Cos, come nella
•"tr•· scuola è incorpor.110 Il b'l'Oro delle donne che non vi appaio~? e che r_h~nno 1r.1~fe
31 «La richiesta di una paga ~• il ta,-oro domestico vfooo daJrttalia do,,: la
=· rito negli studcnli che si ripreseniano ogni mattina. numn. accud,u ~ s111~1,_da
gronde 1naggloranza delle donn~ di 1u11e le classi soci>li sta a Negli Stari madri, nonne e sorelle e (nei casi delle famiglie piil abbienti) donne di Scl'VlZIO•
Uniti. ci~ la metà delle donne lavora,. (lopatc 1974: 9).
(ivi: 26-27).
la pro1l11zi11111•, ad "l',ni ~tallio ilc•llo i1l'il11ppu 1; 1 pil,1lii,llrn. l.1· 10 11 "nvnh• ~•· 11 a 11111•1;1<' 1h11• pcms1hlh1,, 110111,1p 1111(• 11 nosll'll I ili11l01II
lavurnll' JJ,1;1I 1111,11111•11h·, a 1p1ah111c1111· hvl'llo ll'rnolu~iirn in svolg,1
dizioni dd nostrn la1•oro 1·ari;11m da p;u•s1• a p,ll'SI'. 111 ali 1111i
p:wsi si:11110 ohhligall':1 una prodmdonc•i 11tc•11siva di ha111hi11i, i11 lah• lavuro. il no?;lm dli1110 di 1•i1•,:rr ,,,.,. 111·111/wn·, 111111/1111111w si11 il
aliti ci viene deuo<li non procreare, soprallutto se si,11110 lll'l'I!, s1• ll1•11cli.fi1:lio,l111m11l111r,·» (l>alb Cosla 19721>: ~9).
riceviamo sussidi dallo Stato, e se abbiamo la lt!nd1?11zl1 a ripro 1Hn1a111• da d1i;1rirc dtt' se ;,(formiamo che il lavoro domesti-
durre «ribelli». In alcuni paesi produciamo lavoro qualilk.i 1.11 t' )lr<>d11zio1w ,apilalistica non è perché vogliamo essere legit-
11011
1in1ah' come parte delle «forze produttive», in altre parole non è
to per i campi, in altri lavoratori qualificati e tecnici. Ma in ogni
1111a 1111cslione <li moralismo. Solo dal punto di vista capitalistico
paese facciamo essenzialmente lo stesso lavoro non salariato e
svolgiamo la stessa funzione per il capitale. t'HMrrt• pro<lull.ive è una virtù morale, se non addirittwa un im·
pt·rntivo morale. Dal punto di vista della classe operaia, essere
Avere un secondo lavoro non ci ha mai liberato dal primo.
produttivi significa semplicemente essere sfruttati. Come ha ri
Due lavori, per le donne, hanno solo significato meno tempo e
meno energie per lottare contro entrambi. Inoltre, una donna, ronosciuto lo stesso Marx: «Essere operaio produttivo non è una
lbr1tma ma una disgrazia.,, (Marx 1975: 622). Quindi non è per
che lavora a tempo pieno in casa o fuori, che sia sposata o nubile,
noi una fonte di «stirna,.1. Ma quando diciamo che il lavoro do-
deve spendere ore di lavoro per riprodurre la sua stessa forza-la
111cslico è un momento della produzione capitalistica, chiaria•
voro, e le donne conoscono bene questa particolare tirannia, per
1110 la funzione specifica che svolgiamo nella divisione capitali
ché un bel vestito e i capelli in ordine sono condizioni necessarie
stica del lavoro e la forma specifica che la nostra rivolta contro di
per ottenere un lavoro, sia sul mercato del matrimonio che su
quello del lavoro salariato. 1.-ssa deve assumere. Non la produzione di per sé, ma la lotta con
tro di essa e il potere di rifiutarla sono sempre stati i fattori deci•
Per questo dubitiamo che negli Stati Uniti «scuole, asili e te
sivi nella distribuzione della ricche:z:za sociale. Infine, quando
levisione (abbiano) liberato le madri da molte delle loro respon•
diciamo che produciamo capitale, diciamo che possiamo e vo
sabilità nelreducazione dei figli», e che «la riduzione delle di
gliamo distruggerlo anziché ingaggiare una battaglia perdente
mensioni delle abitazioni e la meccanizzazione del lavoro dome
per passare da una forma e un livello di sfruttamento a un altro.
stico [abbiano! significato per la casalinga la possibilità di
Dobbiamo anche chiarire che non si tratta di «prendere apre
disporre di molto tempo libero (. ..J da occupare con racquisto di
stito categorie dal verbo marxista>> (Lopate 197 4: n). Ammettia
aggeggi che dovrebbero in teoria fargli risparmiare tempo» (Lo
mo che siamo meno disposte di Lopate a liberarci di Marx, il
pate 1974: 9).
quale ci ha fomito unanalisi tuttora indispensabile per com
Gli asili nido non hanno mai liberato tempo da poter dedica
prendere il funzionamento della società capitalistica. Abbiamo
re a noi stesse ma solo tempo per altro lavoro. Quanto aUa tecno
anche il sospetto che findiffcrenza di Marx per il lavoro domesti
logia, è proprio negli Stati Uniti che possiamo misurare la di
co si possa ricondune a fattori storici. Non ci riferiamo solo allo
stanza che esiste tra la tecnologia socialmente disponibile e
sciovinismo maschile che Marx certamente condivideva con i
quella che arriva nelle nostre cucine. Ea nche in questo caso, è la
nostra condizione di non salariate a determinare la quantità e la suoi contemporanei (e non solo con loro). Al tempo in cui Marx
scriveva, la famiglia nucleare e il lavoro domestico dovevano an-
qualità della tecnologia che riusciamo a ottenere. «Se non si è pa •
com essere creati nella loro interezza . Ciò che Marx aveva da-
gate a ore, nessuno, entro certi limiti, si preoccupa di controllare
quanto tempo impieglùamo a svolgere il nostro lavoro» (Dalla
Costa 1972a: 43). Semmai, la situazione negli Stati Uniti è la s/ Sal,-e Lopate: ~Può dor.,i che le donne abbiano bisogno di diventare S313riale
per acquistare quella sicutc:a.a. quelb stima di se sll:SSeche sono il primo pas.o
prova che né la tecnologia né UJ1 secondo lavoro possono liberare
,·erso regwglinnza» (Lopatc 1974: 9).
le donne dal lavoro domestico, e non è che «produrre un tecnico
6/ Slimlo b,-or.mdo sultoriginc della fumiglia nucleare com• stadio dei rapporti
sia una lternativa più leggera rispetto a quella di produrre un ma-
capitalistici.
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