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LA STORIA
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Carlo Muzzi
Euroscettici
Quali sono e cosa vogliono
i movimenti contrari
all’Unione Europea
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© 2019 Mondadori Education S.p.A., Milano
Tutti i diritti riservati
ISBN 978-88-00-74809-4
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Progetto grafico Alfredo La Posta
Progetto copertina Alfredo La Posta
Prima edizione Maggio 2019
Ristampa
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Lineagrafica s.r.l. – Città di Castello (PG)
Stampato in Italia – Printed in Italy – Maggio 2019
In copertina: Un membro dell’UK Independence Party (UKIP)
© OLI SCARFF / AFP /Getty Images.
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Indice
Prefazione di Cas Mudde VII
Introduzione 1
Il nucleo storico 3
Scandinavia 4
La sinistra europea del Fronte Sud 5
L’Europa dell’Est allo scontro 6
La Brexit 7
Una guerra di religione 8
1. L’Europa e i suoi critici 11
Il populismo 11
Un fenomeno globale 14
Bruxelles nel mirino populista 16
La sinistra antieuropeista 17
Gli euroscettici 18
Il miraggio di un fronte unito 20
2. Francia
Tra Front national e Rassemblement national 23
Intervista a Louis Aliot 27
3. Olanda
Partij voor de vrijheid – Il Partito di Geert 35
Intervista a Marcel De Graaff 38
4. Belgio
Vlaams belang – Fiandre e populismo 47
Intervista a Tom Van Grieken 50
5. Svezia
Sverigedemokraterna – Gli ultimi arrivati sulla scena
scandinava 57
Intervista a Mattias Karlsson 60
V
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Indice
6. Finlandia
Perussuomalaiset – La tradizione populista finlandese 71
Intervista a Jussi Halla-aho 74
7. Ungheria
Jobbik – L’estrema destra anti-Orban 79
Intervista a Martón Gyöngyösi 82
8. Spagna
Podemos – Dagli Indignados alle soglie del governo 101
Intervista a Juan Carlos Monedero 105
9. Grecia
Syriza – Populisti diventati pragmatici 121
Intervista a Afroditi Theopeftatou 125
10. Regno Unito
UKIP – I cavalieri della Brexit 133
Intervista a Nigel Farage 136
Appendice. I partiti euroscettici in Europa 147
Note 153
VI
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Prefazione
Di questi tempi tutti parlano di populismo. Dall’Austria agli
Stati Uniti, da Atene a Stoccolma, il dibattito politico si incentra
sullo scontro tra un populismo rinvigorito e uno status quo sotto
attacco. Non c’è dubbio che continuerà ad essere il filo condut-
tore dell’informazione politica almeno fino alle elezioni Europee
del maggio 2019.
Se il populismo è un fenomeno relativamente nuovo per la
maggior parte delle democrazie occidentali, in Italia ha una storia
molto più lunga. Il primo partito populista europeo del Secondo
dopoguerra, seppur con vita breve, è stato il Fronte dell’uomo
qualunque di Guglielmo Giannini, che fece parte dell’Assemblea
Costituente del 1946, per poi finire nell’oblìo politico pochi anni
dopo, contribuendo a creare l’immagine stereotipata del ‘partito
lampo’ populista, che oggi c’è e domani non c’è – una categoria
rafforzata successivamente dai Puojadisti francesi e dal Fremskri-
dtspartiet danese.
Circa quattro decadi più tardi, Silvio Berlusconi entrò nella
politica italiana con il suo Forza Italia, un partito più associato
al populismo che alla sua ideologia di riferimento, il neolibera-
lismo. Dall’ascesa di Donald Trump in poi, Berlusconi è stato
considerato sempre più come l’apripista dei populisti contem-
poranei. La questione è comunque controversa. Anche in Italia
c’è stato precedentemente un partito populista moderno, la Lega
Nord di Umberto Bossi, che lo stesso Berlusconi aiutò a diven-
tare il partito dominante di oggi. E in Europa parecchi partiti ra-
dicali di destra si trasformarono da elitari in populisti negli anni
Ottanta, in particolare il Front national francese (FN) e il Vlaams
blok belga (VB).
Contemporaneamente, la fonte del populismo europeo della
fine del XX secolo non fu la destra, ma la sinistra. Dalla fine
VVIIII
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Euroscettici
degli anni Settanta il Movimento socialista panellenico (PASOK)
ha dominato la politica greca, unendo populismo e socialismo
in uno stato clientelare, abbattuto alla fine dalla Grande crisi
del 2008. Ed è stata la Grecia ad essere il centro del secondo
momento populista di sinistra, quando la coalizione della sini-
stra radicale (Syriza) ha sfidato la politica d’austerità della Troika
(UE, BCE e FMI), facendo diventare Syriza il polo della sinistra
populista nel sistema partitico greco. A loro si è poi aggiunto Po-
demos in Spagna, una versione più intellettuale del populismo di
sinistra, profondamente influenzato sia da due studiosi del popu-
lismo residenti nel Regno Unito (il compianto Ernesto Laclau e
Chantal Mouffe), sia da esponenti politici populisti dell’America
Latina, in particolare il venezuelano Hugo Chavez.
Oggi, in tutta Europa i partiti populisti ottengono in media
il 20% di voti. La gran parte dei partiti populisti è di destra, prin-
cipalmente una destra populista radicale, come il Partito della
libertà austriaco (FPOE) o il Partito del popolo svizzero-Unione
democratica di centro (SVP-UDC), ma ci sono anche populisti
neoliberali (come il Partito del progresso norvegese). L’ondata
populista di sinistra, ampiamente prevista dai giornali di sinistra
come The Guardian, non è mai veramente decollata. Eccetto Po-
demos e Syriza, la maggior parte dei populisti di sinistra sono
ex partiti radicali di sinistra o politici che si sono reinventati con
una (leggera) svolta populista – si pensi a Jean-Luc Mélenchon in
Francia o Oskar Lafontaine e Sarah Wagenknecht in Germania.
L’ascesa del populismo ha attratto un’attenzione esagerata
nel mondo accademico e giornalistico. Oltre a migliaia di ar-
ticoli sui giornali e a centinaia di saggi su riviste accademiche,
continuano ad uscire molte nuove pubblicazioni in tutte le lin-
gue. Nella maggior parte di questi libri i populisti sono messi
in secondo piano. Quasi tutti gli scritti accademici sono per lo
più astratti e teorici, al massimo misurano i comportamenti e gli
aspetti socio-demografici degli elettori dei populisti. La maggio-
ranza degli articoli di giornale attingono al racconto che i social
media fanno del populismo, cercando di ravvivare il tutto con
un aneddoto, una citazione o uno slogan. Solo pochi autori, sia
accademici sia giornalisti, si sono confrontati veramente con il
programma populista.
Per questo il libro di Carlo Muzzi è tanto interessante e unico.
Anziché parlare dei populisti, parla con loro. Finalmente possia-
VIII
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Prefazione
mo conoscere il populismo attraverso le parole degli stessi popu-
listi. Inoltre, sentiamo parlare populisti sia di destra sia di sinistra,
sia del Nord sia del Sud dell’Europa e persino una leader popu-
lista. Le interviste ci offrono una più profonda comprensione dei
loro programmi, ma anche delle loro mentalità. Questo libro ci
mostra che se tutti condividono le stesse lamentele e gli stessi ne-
mici, hanno però alleati e obiettivi ben diversi. È proprio questa
complessità, espressa attraverso le parole degli stessi populisti, a
fare di questo libro una lettura importante oltre che avvincente.
Cas Mudde
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