Table Of ContentL’ESSENZA 
DELLA LIBERTÀ
Guida alla lettura delle Ricerche Filosofi che 
di F.W.J. Schelling
a cura di
Francesco Forlin e Martino Dalla Valle
MIMESIS
Filosofi e
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INDICE
PREFAZIONE      p.  7
INTRODUZIONE    p.  9
LA FREIHEITSSCHRIFT E GLI INIZI DI UNA NUOVA FILOSOFIA  p.  15
DELLA PERSONA
di Guido Cusinato
  1.  La critica alla concezione formale della libertà  p.  15
  2.  Oltre l’idealismo e il realismo  p.  19
  3.  La nascita di una fi losofi a della persona  p.  22
  4.  La Selbsheit egologica e il male  p.  24
  5.  L’esemplarità del Dio diveniente e la libertà dell’uomo  p.  26
LA QUESTIONE DEL PANTEISMO  p.  33
di Davide De Pretto
  1.  Fra continuità e cambiamento:
    l’introduzione delle Ricerche fi losofi che  p.  33
  3.  Il panteismo come immanenza delle cose in Dio  p.  45
  4.  Il vero senso dell’idealismo  p.  53
L’OSCURO RETAGGIO DELL’ESSERE  p.  61
di Monica Marchetto
  1.  Il concetto di fondamento nella fi losofi a dell’identità  p.  61
  2.  La natura in Dio  p.  64
  3.  Il male come positivo sovvertimento dei principi  p.  68
  4.  La critica di Schelling a Leibniz   p.  71
  5.  La sensibilità non è il male  p.  74
IL MALE NELLA STORIA  p.  77
di Francesco Forlin
  1.  Introduzione  p.  77
  2.  La principialità del male: primo discorso speculativo  p.  78
  3.  I due princìpi all’opera: primo discorso storico.  p.  83
  4.  La libertà in questione: secondo discorso speculativo.  p.  86
  5.  Conclusione. Il volere del fondamento e la creatura:  p.  90
    secondo discorso storico
L’INSOPPRIMIBILE MALINCONIA DI OGNI VITA  p.  95
di Davide Sisto
  1.  La personalità come compenetrazione armonica  p.  95
    di natura e spirito
  2.  Il sole nero della malinconia  p.  98
  3.  La vita come contraddizione e confl itto  p.  103
FILOSOFIA E SALVEZZA  p.  107
di Martino Dalla Valle
  1.  Miseria e splendore del nostro destino  p.  107
  2.  La “noche oscura” di Schelling  p.  109
  3.  Filosofi a e mysterium iniquitatis  p.  114
  4.  La linea d’ombra  p.  119
  5.  Conclusione  p.  122
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PREFAZIONE
Il volume raccoglie gli interventi al seminario su L’essenza della libertà 
umana 1809-2009, tenutosi a Padova il 29-30 ottobre 2009 per commemo-
rare a due secoli di distanza dalla sua apparizione uno dei testi più originali 
della nostra tradizione speculativa e che proprio nel cuore della Modernità 
“riposiziona” il ruolo e il senso della libertà e della razionalità.
Infatti, la Freiheitschrift di F.W. J. Schelling non è solo il tentativo più 
signifi cativo di ripensare l’“auto-nomia” della libertà umana intesa come 
libertà da coazione e necessità o come atto di porre se stesso, ma propone 
anche una “genealogia” della ragione che la sradica dal riferimento moder-
no all’autoreferenzialità coscienziale per collegarla al farsi persona ante-
mondano di Dio, a un’autentica teo-gonia che frantuma il concetto di ens 
perfectissimum e del mondo come pacifi ca creatio, assicurata nel suo senso 
una volta per tutte. La Geburt Gottes manifesta in forma paradigmatica 
il trauma proprio di ogni nascita e di ogni distacco dal Grund originario 
quale condizione indispensabile per poter superare il radicamento oscuro 
di un Urwollen tutto racchiuso su di sé e divenire il principio della luce e 
dell’amore.
Fatta “co-originaria” con il “divenire di Dio” dal fondamento, la libertà 
umana esperisce non solo i dolori che accompagnano ogni costituirsi di un 
sé ma assume anche una valenza cosmica in quanto partecipe testimone 
dell’esplicarsi della natura da e in Dio. In questo modo Schelling cerca di 
conciliare la necessaria presenza di tutte le cose in Dio e la libertà umana 
come facoltà del bene e del male e così salvare il fi nito dalla nullità e il 
male dall’irrealtà.
Grazie alla sua libertà l’uomo assume un ruolo mediatamente “demiur-
gico”, perché l’atto in cui si “di-stacca” dal centro e si afferma come sé co-
lora di mestizia la fi nitezza che caratterizza la natura nel suo rapporto con 
il principio da cui deriva, ma soprattutto si trova inevitabilmente investito 
del compito sovrumano di dare senso alla realtà “positiva” del male di cui 
è l’autore: una sorta di antropo-dicea di cui la storia successiva ha mostrato 
l’immane tragicità e la nostra inanità.
8  L'essenza della libertà
Come si può intuire, le rifl essioni svolte da Schelling nelle Ricerche 
fi losofi che sull’essenza della libertà umana rappresentano non solo un mo-
mento di rottura nei confronti della “banalizzazione del male” con cui il 
pensiero moderno ha cercato di esorcizzare la domanda sull’origine del 
male e delle ripetute tragedie di cui è stato impotente testimone, ma anche 
un “classico” che dobbiamo riprendere in mano nonostante le asperità te-
oretiche e un contesto teogonico e cosmogonico spaesante la piattezza del 
nostro rapporto con il mondo e la storia.
In questa prospettiva, la lettura-commento che il volume propone ri-
sponde in maniera perfetta a questa esigenza, in quanto coniuga una preci-
sa analisi speculativa con una responsabile preoccupazione pedagogica.
Gian Franco Frigo
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INTRODUZIONE
Le Ricerche fi losofi che sull’essenza della libertà umana e gli oggetti 
ad essa connessi vedono la luce nel 1809 durante il primo soggiorno di 
Schelling a Monaco di Baviera, dal 1806 al 1820. Redatte nel corso del 
1806, occupano un posto centrale nella biografi a intellettuale del fi losofo 
impegnato in questa fase in una profonda revisione del proprio pensiero. 
Gli attacchi diretti da più parti alla cosiddetta “fi losofi a dell’identità”, con 
le accuse incrociate di nuovo dogmatismo, ateismo, panteismo e infi ne la 
ancor più grave denuncia di fumosità, astrattezza e scarso rigore da parte 
del vecchio compagno di studi e sodale Hegel (passi troppo celebri per 
essere ricordati), senza contare l’interiore irrequietezza del pensiero schel-
linghiano sempre proiettato oltre se stesso, hanno sicuramente inciso nella 
“svolta” di Monaco. Non deve stupire che il lavoro di conoscenza derivi 
dall’interazione fra confl itti interiori spesso sconosciuti all’autore stesso e 
agoni intellettuali con avversari del presente e del passato e che natural-
mente la letteratura critica registra più agevolmente dei primi. Benché il 
costume fi losofi co oggi imperante sia un fi nto accordo dei dotti o vicever-
sa una rispettosa indifferenza, non si dovrebbe dimenticare che la natura 
della fi losofi a, come di ogni altra opera di conoscenza, è principalmente 
“polemica”, “agonistica”, e che molto spesso le scoperte e i rivolgimenti 
del pensiero nascono da un non sempre dichiarato agone con il presente e 
la tradizione. A cavallo tra la fi losofi a dell’identità di Jena e Würzburg e le 
grandi sperimentazioni della parentesi di Stoccarda ed Erlangen, prima del 
rientro a Monaco nel 1827, le Ricerche appaiono a tutti gli effetti un’ope-
ra riluttante a qualunque defi nizione manualistica. Rimangono un unicum 
anche nella produzione schellinghiana. Ma qual è la novità di un’opera 
che se per un verso rappresenta una cesura con l’idealismo, per altro verso 
dissimula nelle pieghe di una prosa “narrativa” eloquente e immaginosa lo 
stesso schema logico che presiedeva all’Identitätsystem? Per Heidegger si 
tratta di «ciò che di più grande Schelling abbia fatto» e di «una delle opere