Table Of ContentISSN 2239-1096
dossier
Centro servizi per il volontariato nella provincia di Milano
Rivista periodica
Anno 2 numero 2 settembre 2011
O
UT
OV
D
O
O FISS
RITT
DI
RE IL
A
G
PA
A
A
N
G
PE
M
HE S’I
NTE C
MITTE
AL
NE
O
UZI
RESTIT
A
R L
PE
O]
N
A
MIL
O [
RI
OSE
R
P
M
O SI C
UFFICI Far casa così
ALL’
RE
A
NVI
O I Politiche dell’abitare con il volontariato
PIT
A
REC
O
AT
NC Petrosino Rabaiotti Lettera aperta
A
M
DI Capovolgimento di senso: La casa come servizio La solidarietà migliora
ASO l’uomo esiste abitando E quella riforma mancata la qualità della vita
IN C solo se coltiva e custodisce che immobilizza il mercato delle persone fragili
dossier
piazza Castello, 3 - 20121 Milano - tel. 02.4547.5850 - fax 02.4547.5458
www.ciessevi.org
dossier settembre 2011 Sommario
L’editoriale
“Far casa, (non a caso!)” un modello
di rete per tutto il volontariato APAGINA5
Vdossier
rivista periodica Petrosino
Centro servizi per il volontariato nella provincia di Milano Capovolgimento di senso: l’uomo esiste
settembre 2011 abitando solo se coltiva e custodisce APAGINA8
anno 2
Rabaiotti
numero 2
La casa come servizio. E quella riforma
ISSN 2239-1096
mancata che immobilizza il mercato APAGINA13
Registrazione del Tribunale di Milano
n. 550 del 1/10/2001
Pensare, Costruire, Percorrere
Editore Dall’abitare all’inclusione, dal volontariato
Associazione Ciessevi alla rete: le quattro gambe del tavolo APAGINA27
piazza Castello 3
20121 Milano Tra il “Far casa” e il sentirsi a casa c’è il non a caso APAGINA33
tel. 02.45475850
fax 02.45475458 Ciessevi accompagna le organizzazioni
email [email protected] lungo tutto il progetto APAGINA55
www.ciessevi.org
Direttore Responsabile Focus e Obiettivo su
Lino Lacagnina Se i cambiamenti sociali ci aiutano
Redazione a scoprire le nuove fragilità APAGINA62
Elisabetta Bianchetti
Gratuità e reciprocità, quando il valore
Paolo Marelli
email: [email protected] aggiunto è investire nelle relazioni APAGINA69
Hanno collaborato Schede progetti APAGINA75
Paolo Aliata
Silvia Cannonieri Cottino
Claudia Corsolini Organizzazioni non profit architrave per costruire reti
Paolo Cottino
di inclusione sociale APAGINA87
Guido De Vecchi
Gianfranca Duca
Lettera aperta
Sandrine Greffet
La solidarietà migliora la qualità
Gabriele Rabaiotti
della vita delle persone fragili APAGINA91
Progetto editoriale
Paolo Marelli Lezione francese
Progetto grafico e impaginazione Non profit in prima fila per far rinascere la banlieue di Lione APAGINA95
Francesco Camagna
Simona Corvaia Le interviste
email [email protected] Fondazione Housing Sociale: il volontariato?
Stampa È un partner cruciale per gli enti pubblici APAGINA104
Il Papiro soc. coop. soc. Onlus
Il Pirellone disegna il futuro: con il non profit
via Baranzate 72/74 20026 Novate Milanese (MI)
costruiremo socialità e non solo alloggi APAGINA108
Stampa in carta certificata FSC (Forest Stewardship Council) che garantisce tra l’altro che
legno e derivati non provengano da foreste ad alto valore di conservazione, dal taglio
Aler: il Terzo settore favorisce il dialogo,
illegale o a raso e da aree dove sono violati i diritti civili e le tradizioni locali.
Inchiostri derivati da fonti rinnovabili (oli vegetali). le buone pratiche e la coesione sociale APAGINA112
È consentita la riproduzione totale, o parziale, dei soli articoli purché sia citata la fonte. L’esperienza
Si ringraziano inoltre gli autori per il prezioso contributo a titolo gratuito.
“illab” e quella regia fra associazioni
e coop per aiutare i più deboli APAGINA118
L’editoriale
“Far casa, (non a caso!)”
un modello di rete
per tutto il volontariato
di Lino Lacagnina
‘‘
È stato scelto il tema G
RAZIE ALL’IMPEGNO dei nostri operatori
dell’abitare, perché casa territoriali e al progetto “illab” - il labo-
ratorio dell’abitare di cui Ciessevi è partner - avevamo
è sinonimo di luogo, di vita
intercettato il bisogno di sostenere le reti territoriali impegna-
e di identità. È la base te sulla tematica dell’abitare rivolte alle fasce più deboli della
popolazione. Da qui è nato “Far casa, (non a caso!)”, un proget-
per lo sviluppo, la realizzazione
to trasversale per sostenere il volontariato nel lavoro di rete. E, in
personale e sociale
questo caso specifico, per accompagnare le organizzazioni a co-
’’ struire progetti sul tema dell’abitare.
Se lavorare in rete significa mobilitare le risorse di una
pluralità di soggetti verso uno scopo e un progetto comune
attraverso un processo condiviso, allora in un’epoca di forte
frammentazione e individualismo, il ruolo specifico del vo-
lontariato è d’importanza strategica, in quanto portatore di re-
lazione, solidarietà e altruismo. Ma le organizzazioni di vo-
lontariato rischiano di soffrire degli stessi mali della nostra
5
dossier settembre 2011 L’editoriale
società. Ecco perché è di fondamentale importanza per Ciesse- pacità di una comunità di creare relazioni solidali, affinando la
vi mettersi al servizio delle associazioni. Come? Favorendo le capacità di cogliere e rispondere a bisogni veri presenti sul ter-
organizzazioni nel non isolarsi e nel mettersi in rete. Per que- ritorio della nostra provincia.
sto progetto è stato scelto il tema dell’abitare, perché casa è si- Inoltre, il “fare casa” è più di un semplice cercare e trovare,
nonimo di luogo di vita e di identità. Perché la casa è la base di un incontro fra domanda e offerta, rimanda anche a una di-
per lo sviluppo, la realizzazione personale e sociale, la casa è mensione “processuale” e di rete: il fare casa non a caso è met-
anche luogo di raccolta e cura di emozioni. Affetti e storie pri- tere insieme, combinare, connettere. E’ leggere i bisogni resi-
vate che possono aprirsi agli altri e dagli altri e con gli altri denziali delle nostre comunità, costituite anche da persone a
provenire. Luogo “proprio”, sicuro e accogliente, dove si ri- rischio di esclusione sociale. Ed è proprio a partire da queste
torna e da cui si parte. Luogo di maggior libertà ed espressio- debolezze che occorre scoprire e valorizzare risorse e opportu-
ne. La casa è un luogo importante e vitale per ogni cittadino. nità presenti nelle associazioni e nei territori, attraverso traiet-
Essa rappresenta anche il suo modo di abitare la città. E se la torie e interpretazioni spesso inedite.
casa (il dove) è luogo di vita, allora l’abitare (il come) diventa “Far casa, (non a caso!)” è stata un’azione importante di Cies-
un processo vitale. sevi non tanto per le risorse economiche, che pure sono state
Tuttavia, per le persone con disagio sociale, ancora oggi, la investite, quanto per ciò che, alla fine del progetto, è emerso da
casa, con i tutti suoi significati, non è un luogo così facilmente parte dei territori coinvolti. Cioè su come Ciessevi ha accom-
“accessibile” e “abitabile”, sia per vincoli strutturali e materia- pagnato le organizzazioni di volontariato e ha sviluppato la lo-
li, sia per elementi “culturali” legati a un contesto che fa fatica ro capacità su questa tematica e sulla virtuosa collaborazione
a includere. L’abitare per le persone più deboli diventa così un tra volontariato e cooperazione. Una collaborazione che potrà
complesso processo che richiede cura, accompagnamento, so- diventare cambiamento culturale solo se Regione Lombardia,
stegno, attenzione e non può prescindere dal coinvolgimento Provincia di Milano, Aler e amministrazioni locali si faranno
di tutta la cittadinanza. In quest’ottica non occorre soltanto ri- carico di co-progettare e assumersi la responsabilità di gover-
pensare l’edilizia in termini quantitativi: costi, standard e mi- nare questo processo che ci vede facilitatori di coesione socia-
sure. Ma anche attivare modalità e significati abitativi e del vi- le, con l’obiettivo che queste “case” siano il risultato di percor-
vere civile che costruiscano legami nel territorio. Una sorta di si condivisi della comunità che accoglie e non isolati contenitori
“filo rosso” in grado di accogliere, aiutare e valorizzare chi è in del disagio di un territorio. Al volontariato raccomando, in una
maggior condizione di fragilità, facendo rientrare in questa ope- logica di trasversalità, di presidiare questa tematica, indubbia-
razione bisogni e desideri di tutti i cittadini. mente la più complessa da costruire.
Con il progetto “Far casa, (non a caso!)”, Ciessevi si è pro- Quindi coltivare e sostenere questi percorsi che sono il fio-
posto di raccogliere i desideri, le idee e le ipotesi delle orga- re all’occhiello delle nostre comunità, perché sono indicatori di
nizzazioni di volontariato che, mettendosi in rete, hanno inve- quanto si lavori con diversi attori per realizzazioni complesse.
stito energie e risorse anche in piccole, ma significative, Il bisogno del buon abitare è necessità di tutti, ma è più com-
progettualità sul tema dell’abitare. Dunque, per noi, affrontare plesso da realizzare per le fasce deboli della popolazione - per-
il tema dell’abitare delle persone in condizioni di fragilità è si- sone con disabilità, migranti, giovani coppie, studenti fuori se-
curamente un’occasione per favorire la nascita, o rafforzare lo de, anziani -, che sono parte di una progettazione partecipata il
sviluppo, della solidarietà, della cittadinanza attiva, della ca- cui denominatore comune è la casa.
6 7
dossier settembre 2011 Petrosino
Petrosino
come Petrosino tiene a osservare teressante, è invece il tema del
che «tra questi due verbi quello custodire. Che cos’è esattamente?
che presenta più difficoltà di com- E’ il custodire le memorie, le
Capovolgimento di senso:
pimento è il secondo, cioè il cu- relazioni, gli affetti e persino la
stodire. Perché noi, in qualche mo- sessualità. Perché mangiare, dor-
l’uomo esiste abitando
do, il coltivare lo conosciamo, ne mire, riprodursi vanno custoditi.
solo se coltiva e custodisce abbiamo una maggiore pratica». Possiamo persino azzardare che
Petrosino premette che il “colti- bisogna arrivare a custodire addi-
vare” biblico, oggi può essere trasla- rittura le proprie manie. Per capi-
to anche in un “costruire”. E se ciò re pienamente quest’ultimo pun-
è vero, allora «il costruire è un mec- to faccio il seguente esempio: una
canismo ormai entrato nel Dna di ragazza disabile si trovava male in
tutti». Ecco perché riavvolgendo il una casa famiglia in cui viveva
filo del ragionamento sul tema del- perché rispetto alla precedente co-
l’abitare, lo studioso spiega che «se munità non aveva più un vaso di
dobbiamo erigere una casa, sappia- fiori sulla tavola. Per lei l’abitare
mo benissimo che ci vuole un gran- era strettamente connesso con
de lavoro: nei calcoli statici, nella l’avere sempre dei fiori in casa.
scelta dei materiali, nella posa del
calcestruzzo». Ma non solo: «Nella Un altro concetto fondamentale
costruzione degli edifici, pensiamo dell’abitare è quello dell’intimità.
per esempio, a quanta attenzione un Di sicuro. Anche perché tale
architetto, o un ingegnere, mettono concetto si sposa con un altro
IL PUNTO DI PARTENZA per l’Università Cattolica di Milano, per soddisfare i bisogni delle perso- elemento, sempre biblico, quello
«
definire che cos’è l’abita- intellettuale che ama le sfide ri- ne, oppure per migliorare la qualità della nudità. Si potrebbe dire che
re è scritto nel libro della schiose, autore prima di “Babele” della vita delle persone svantaggia- la casa è il luogo in cui si può
Genesi: “Dio prende l’uomo e lo (Il Melangolo Genova 2003), in cui te, o portatrici di disabilità. Sotto stare nudi, cioè senza doversi di-
mette nel giardino dell’Eden affin- affronta il delirio del senso del- questo aspetto è innegabile che ne- fendere, che invece è quello che
ché lo coltivi e lo custodisca”. l’abitare umano simboleggiato dal- gli ultimi decenni ci sono stati pas- facciamo fuori casa. E senza do-
Quindi se devo dare una defini- la celebre torre, poi di “Capovolgi- si in avanti incredibili. La tecnica, ver dimostrare nulla. Questo è
zione all’abitare, la coniugo con il menti” (Jaca Book, Milano 2008), in questo campo, ha fatto passi da interessante perché laddove si
coltivare e il custodire». Va dritto un testo in cui porta alle estreme gigante. Basti pensare che adesso ci realizzano queste condizioni, lì
al centro della sua teoria, che sem- conseguenze il nesso ontologico sono persino le case domotiche. Ec- c’è la vera casa, anche se non c’è
bra sovvertire l’ordine delle cose, fra l’uomo e il luogo che abita, per- cezionale. Bellissimo. L’uomo ha la casa in quanto edificio. Al
Silvano Petrosino, professore al- ché «l’uomo non può che abitare, creato con il suo ingegno e la sua in- punto che si può sostenere che
dunque esiste abitando». Ma subi- gegneria strumenti, macchine, ap- l’abitare va al di là della casa co-
Silvano Petrosino, docente to ritorna sulle direttrici del “colti- parecchi che semplificano e rendo- me edificio. Ma si può parlare di
all’Università Cattolica, vare e custodire”, sostenendo che no più facile la vita anche ai più abitare, solo se ci sono quelle
«l’elemento interessante di questi deboli. Sul costruire siamo tutti condizioni di intimità, di acco-
da anni è impegnato
due verbi e che vanno saldati in- d’accordo nel ritenere che siamo di- glienza e di custodia. Cito a que-
nel ripensare i concetti
sieme, cioè lo specifico umano sta ventati abilissimi». sto riguardo il film “Irina Palm”,
di abitare, ospitalità
proprio nel tentare di tenere insie- che è la storia di una donna che,
ed accoglienza
me queste due esperienze». Così Più complicato, ma anche più in- siccome ha un nipote malato che
8 9
dossier settembre 2011 Petrosino
deve curarsi in Australia, per cose bene. Solo che il fare bene a fetti, le manie. Ci può essere og- ci abita. Un architetto deve accet-
raccogliere i soldi necessari tro- volte non coincide con una rego- gettivamente una cosa sbagliata. tare di non essere colui che co-
va un lavoro in cui deve mastur- la astratta per cui il bene è il be- Dunque il coltivare diventa un struisce una casa, ma colui che
bare gli uomini senza mai spo- ne per l’uomo, comprese le sue distruggere perché l’adesione a mette le condizioni perché possa
gliarsi; lei non vede mai questi manie. E, a questo riguardo, non un modello impedisce di vedere esistere una casa. E’ tutto un gio-
uomini e quest'ultimi non la ve- va dimenticato che, noi spesso l’altro. Ma al centro di tutto ci de- co difficilissimo di accettazione
dono mai, tutto avviene attraver- chiamiamo disordine l’ordine ve sempre essere l’uomo. del limite. Per cui custodire vuol
so un buco nella parete. A un dell’altro. Questo causa tantissi- dire accettare che c’è dell’inco-
certo punto lei porta la foto del mi conflitti sia nelle famiglie che Quando lei parla di manie possia- struibile. Custodire vuol dire ac-
nipote in quella stanza compien- nelle comunità. Io penso che non mo parlare anche di culture? Per cettare il fatto che non posso co-
do un gesto enorme che riscatta ci sia soluzione per l’uomo di po- esempio, se prendessimo in con- struire tutto. Perché custodisco
tutta quella terribile situazione. ter vivere al di fuori del conflitto siderazione “l’abitare” dei rom, ciò che non ho fatto io.
Quindi un luogo disumano, inizia se non accettando di custodire quello che per noi è disordine per Ma allora può fare casa solo con
a diventare per lei un luogo uma- l’ordine dell’altro. Perché se non loro invece è ordine? chi abiterà quella casa? E il vo-
no, inizia ad essere abitato grazie si impara a custodisce l’altro alla Quando io parlo di mania è lontariato che ruolo può ritagliar-
a quella fotografia. E ancora: an- fine l’altro diventa insopportabi- per descrivere un elemento con si? E perché gli architetti dovreb-
che i pendolari che ogni giorno le e quindi si tenta di distrugger- cui noi non ci troviamo in sinto- bero coinvolgere le associazioni
prendono il treno salgono sempre lo. Quando il coltivare non tiene nia. Invece bisogna, anche se è nella progettazione?
sulla stessa carrozza, aspettano conto del custodire diventa un difficile farlo, tenere conto della La gente, le persone che vivo-
sempre allo stesso posto della distruggere. C’è allora un costrui- cultura dell’altro. E allora il cu- no queste esperienze sono il de-
banchina. Così come nei campi re che è distruggere. Pensiamo, stodire è comunque un custodire posito di un sapere enorme che
rom ognuno cerca di crearsi un per esempio, all’inquinamento: è insieme, che comporta venirsi in- non necessariamente poi troverà
“suo” spazio. Da questi esempi, chiaro che il custodire implica contro, cioè un incontrarsi. Tor- una soluzione tecnica. Perché per
quindi, possiamo dedurre che un limite, cioè l’accettazione di nando all’esempio sui rom: va i fiori della ragazza disabile, che
non è il luogo che fa l’abitare, ma un limite. detto che il coltivare e il custodi- citavo nell’esempio precedente,
è l’abitare che fa il luogo. re è di tutti, sia da una parte come non ci sarà nessun architetto che
Ma il custodire e il coltivare che dall’altra. Anche gli extracomu- possa progettare quei fiori in ta-
E’ difficile far passare questa idea tipo di relazione hanno con la nitari, quindi, devono imparare vola. E ribadisco che nelle orga-
del custodire perché di solito si “tecnica”? Prendiamo in conside- ad ospitare e non solo ad essere nizzazioni di volontariato c’è un
censura il fatto che il custodire razione, per esempio, la tecnolo- ospitati. Ecco in che senso ri- deposito enorme di piccole cose.
contenga delle manie. gia e balza agli occhi quanto ha guarda tutti. Le manie dunque so- Per esempio ho visto un’espe-
Questo vuol dire che l’abitare migliorato la qualità di vita delle no le tradizioni, le abitudini di rienza di una casa per ragazze
è più forte del funzionalismo. Per persone con disabilità… ciascuno, così come di una co- giovani che erano state violenta-
il punto di vista del funzionali- Questo è il motivo per cui nel- munità. C’è poi una ragione per te, dove gli operatori mi raccon-
smo, che è di un’assoluta corret- la Bibbia Dio dice all’uomo di cui bisogna fare questo sforzo, tavano che il loro lavoro consi-
tezza, gli oggetti vanno disposti coltivare e di nominare le cose. perché se non si fa così è facile steva nell’insegnare loro una
in un certo modo, con un certo Quindi la tecnica è una meravi- venire alle mani. Se non ci si rieducazione del corpo. Per fare
ordine, sulla base di date regole, glia, ma al tempo stesso da bene ospita prima o poi ci si distrugge. questo avevano previsto attenzio-
senza tenere conto della soggetti- rischia di diventare un male. La Di conseguenza i progettisti, gli ni semplici ma importanti come
vità delle persone che, invece, tecnica ci sfugge di mano, quan- urbanisti, gli architetti devono l’aver costruito dei bagni molto
hanno una loro personale visione do per esempio l’adesione a un accettare un limite alla propria belli e molto colorati. E ancora: il
della disposizione, dell’ordine. modello porta a negare la memo- casa. Un architetto non costruisce comprare della biancheria più
Quindi bisogna coltivare e fare le ria, la tradizione, i ricordi, gli af- una casa, perché la casa la fa chi femminile e delicata. Tante pic-
10 11
dossier settembre 2011
Rabaiotti
cole cose che potessero far rias- il corpo, di penetrare lo sguardo.
saporare loro il gusto della vita. Cito per farmi capire la serie tele-
Ecco che, se io dovessi dire cos’è visiva “Dottor House”, la cui
La casa come servizio
l’abitare, è proprio questa atten- struttura narrativa è incentrata
zione, questa sintonia emoziona- sul tema “tutti sanno tutto, ma
E quella riforma mancata
le. Ma questa attenzione ai parti- solo lui vede”. Lui, il protagoni-
colari delle persone non potrà sta, vede delle cose che tutti gli che immobilizza il mercato
mai essere progettata da altri che altri non hanno visto anche se le
sono al di fuori della storia delle sanno perché sono tutti medici
persone. Quindi bisogna accetta- formati. E’ interessante questa
re il limite che c’è dell’improget- narrazione perché in un mondo
tabile, dell’incostruibile, che in supertecnologico riemerge l’uma-
una parola potrebbe essere defi- no. E’ interessante anche il nome
nito il quotidiano. Per esempio: House, che appunto significa “casa”.
sono stato ad un convegno di me-
dici, in cui si azzardava la tesi se- Se per un momento ci mettiamo
condo cui oramai i medici hanno nei panni di chi deve fare un in-
perso l’occhio clinico. Ma l’oc- tervento di housing sociale a Mi-
chio clinico che cos’è? E’ appun- lano, non conoscendo chi saran-
to l’occhio che è attento all’uni- no gli abitanti di quella casa, che
cità. In teoria non ce ne sarebbe cosa bisognerebbe fare e a chi bi- di Gabriele Rabaiotti
bisogno, perché ci sono strumen- sognerebbe rivolgersi?
ti e apparecchiature diagnostiche Già il fatto di chiedere, di ascol-
NONÈSEMPLICECAPIREche cosa non stia funzionando, ma le
precisissime; poi ci sono le sche- tare chi conosce direttamente i bi-
cose faticano a partire, anzi le case faticano a partire. So-
de, gli standard, i protocolli. Sa- sogni sarebbe positivo. Non c’è bi-
no passati oramai più di dieci anni da quando, proprio
pete invece che cosa manca oggi sogno di grandi sforzi. Basta il
ai medici? La capacità di leggere minimo. Servono, innanzitutto, nella città di Milano, con una certa preoccupazione e anticipa-
case sicure e con una suddivisio- zione, veniva lanciato un segnale di allarme sulla necessità di ri-
GRANDANGOLO
ne intelligente degli spazi. Di sicu- considerare in modo serio e concreto la “questione della casa”.
Silvano Petrosino
ro il volontariato potrebbe portare
Capovolgimenti. La casa non è una A ragione del vero va detto che dal 1997 al 2002 una serie di
tana, l'economia non è il business il tema dell’esperienza, perché il
modificazioni importanti nelle politiche abitative ridefiniscono i
Jaca Book, 2008 volontariato è il luogo dell’espe-
meccanismi regolativi alla base del settore di policy: nell’ordine
Silvano Petrosino rienza maturata sul campo. E il te-
Babele. Architettura, filosofia viene deciso di chiudere il fondo Gescal, distribuendo propor-
ma dell’esperienza è ciò che si op-
e linguaggio di un delirio
Il Nuovo Melangolo, 2003 pone all’idea di progetto. Anche zionalmente le risorse residue alle Regioni e nei fatti dichiaran-
Martin Heidegger perché il progetto è sempre do terminata la stagione del fi-
Costruire abitare pensare
un’astrazione. Se è vero che non si Gabriele Rabaiotti, esperto nanziamento pubblico a fondo
in Saggi e discorsi
Mursia, Milano, 1985 può vivere senza progettare, è al- di pianificazione urbana perduto, attraverso il quale
Film trettanto vero che la vita non è ri- e docente al Politecnico, avevamo sostenuto negli ultimi
“Irina Palm - Il talento conducibile a un progetto. Così co-
di una donna inglese” lancia l’allarme sulla cinquant’anni la costruzione di
me è la politica che deve decidere,
del 2007 di Sam Garbarski,
questione abitativa e indica nuove case popolari, attraverso
Cecchi Gori Home Video, 2008 ma per decidere deve parlare mol-
to e soprattutto ascoltare molto. alcuni spunti di riflessione l’edilizia sovvenzionata, e pre-
12 13
dossier settembre 2011 Rabaiotti
valentemente in proprietà a costi contenuti, attraverso l’agevola- che, speriamo, sia rapidamente sottoposto ad una seria revisione
ta e la convenzionata. Così come si ridefiniscono le regole del dai prossimi amministratori dello Stato. A che cosa devono ser-
mercato delle locazioni introducendo un regime di libero merca- vire i soldi pubblici quando li collochiamo sul capitolo “casa”?
to e un secondo canale di affitto concordato a canoni inferiori de- Detto altrimenti che cosa vogliamo finanziare, che case vogliamo
finito a partire da accordi locali stipulati tra associazioni dei pro- finanziare? Dove e a chi ci interessa arrivare?
prietari immobiliari e sindacati inquilini. E ancora: sono trasferite Negli anni Cinquanta, con i primi programmi pluriennali di
alle Regioni le competenze in materia di programmazione abita- intervento pubblico in materia abitativa era chiaro che si stava
tiva e territoriali unitamente alle risorse derivate dalla soppres- sostenendo il sistema della produzione edilizia per due diffe-
sione del fondo Gescal di cui sopra; in Lombardia (come in altre renti ragioni che trovavano, al tempo, un punto interessante di
parti del Paese) l’Istituto Autonomo Case Popolari viene trasfor- convergenza.
mato in Azienda regionale (Aler, nel caso specifico). Da un lato, c’erano le famiglie uscite dal secondo conflitto
Nel 2002 la stessa Regione disegna il primo programma trien- mondiale senza casa, sfollate, in movimento verso le aree più ric-
nale di indirizzo della spesa pubblica per la casa, introducendo, che e infrastrutturate del Paese in cerca di fortuna; in generale
in un regime concorsuale di accesso alle risorse, dodici differen- una situazione socio-economica di estrema fragilità. La casa di-
ti tipologie di intervento cui corrispondono complessivamente ventava una risposta decisiva per restituire certezza e stabilità,
1.200 milioni di euro (stanziamento che subirà un taglio secco per permettere uno spostamento massiccio di persone e famiglie
nel secondo programma triennale riducendosi della metà). dal Sud al Nord (movimento migratorio che, pur ostacolato da
Nell’arco di cinque anni ci siamo trovati a lavorare in un cam- una minoranza di attivisti nel Meridione, tesa a portare la gente
po in cui le regole del gioco erano state profondamente cambia- – e le case – dove c’era il lavoro rinunciando definitivamente a
te e, di conseguenza, le stesse possibilità di azione: eravamo, a ra- portare il lavoro laddove già c’era la gente – e quindi le case -), per
gione, impreparati. A fronte di queste importanti sollecitazioni, ridare un tetto a tutti coloro che erano stati bombardati durante
che hanno in particolare puntato a modificare il sistema degli la guerra. La ricostruzione (delle case) diventava condizione ne-
attori coinvolti e implicati nelle politiche abitative socialmente cessaria, anche se non sufficiente, per la ripresa di fiducia delle
orientate e a modificarne il “comportamento” risultando, in que- persone e delle comunità.
sto, spiazzanti, non si è avuto modo di registrare una trasforma- Accanto a questo il bisogno di intervenire sulle possibilità oc-
zione particolare. Non abbiamo assistito a uno shock, a uno ve- cupazionali, di introdurre politiche economiche dirette a soste-
ro spiazzamento. Tutto è apparso più o meno come prima; tutti nere aree di mercato non particolarmente qualificate, ma con for-
hanno continuato a fare quello che avevano sempre fatto. Certo ti impatti in termini di indotto e di movimentazione di settori
dieci anni potrebbero non essere sufficienti per una valutazione funzionalmente connessi, veloci nel produrre effetti e risultati:
profonda, ma una prima serie di considerazioni possono aiutar- sostenere la produzione edilizia e il mercato immobiliare poteva
ci a capire che cosa non abbia funzionato ieri e, ancora oggi, fa- essere un’idea economicamente (e non solo socialmente) vin-
tichi a funzionare. cente. Domanda (le famiglie senza casa o in cerca di un’abitazio-
ne) e offerta (la produzione di alloggi) rappresentavano i due do-
Lavorare nell’ambiguità può non essere poi così male mini della stessa politica abitativa.
Tra i problemi più importanti della mancata “riforma” del modo A distanza di circa sessant’anni, dentro ad un processo di pro-
di intervenire sul problema casa un ruolo decisivo è stato gioca- gressiva dismissione dello sforzo pubblico a sostegno della casa,
to dalla scarsa chiarezza degli obiettivi pubblici di fondo, tradita troviamo un “Piano Casa” che tradisce i bisogni espressi dalla do-
definitivamente con il “Piano Casa”, l’ultimo atto del governo manda (basti pensare all’unica misura che ha avuto qualche ri-
14 15
dossier settembre 2011 Rabaiotti
sultato in termini di “attivazione” degli interessi e cioè quella del- noni calmierati (se ci fosse) potrebbe rappresentare una soluzio-
le addizioni volumetriche agli immobili in proprietà che nulla ne ad impatto economico contenuto, facilmente reversibile, adat-
produce in termini di capacità di soddisfare le domande delle fa- tabile all’evoluzione di percorsi sempre più incerti.
miglie senza casa) e sostiene apertamente il mercato (quello del- Le famiglie giovani e i nuclei di nuova costituzione (non so-
le costruzioni) rispetto al quale viene da chiedersi se ancora oggi lo italiani) vivono una fase d’avvio e di stabilizzazione del red-
questo rappresenti un comparto strategico per lo sviluppo di un dito mediamente più lunga rispetto a qualche decennio fa (non
Paese sempre più “avanzato” e soggetto alle richieste della com- siamo più nella stagione del boom economico – nonostante il
petitività europea e mondiale. fatto che qualcuno continui ossessivamente a dire il contrario -;
Un Paese che non riesce a vedere altre strade per lo sviluppo il nostro Paese, negli ultimi dieci anni, è passato da una fase di
economico se non quelle già percorse e che fatica a capitalizzare stagnazione ad una più recente fase di recessione economica) e
le sue risorse rileggendole in una chiave nuova, avanzata, pro- restano in una condizione di “precarietà” per diversi anni prima
spettica. Un Paese infine “distorto” dalla produzione edilizia che di essere in grado di risparmiare e quindi di immaginare un pro-
già c’è stata, in cui esistono 130 case ogni 100 famiglie e più getto di sviluppo abitativo (incluso l’eventuale acquisto di una
dell’80% risultano proprietari della casa in cui abitano. Se pochi casa). La mobilità crescente, dettata da un mondo del lavoro or-
hanno protestato ritenendo profondamente e socialmente ingiu- mai trasformato, chiede di infrastrutturare diversamente i terri-
sto e, in sostanza, economicamente fallimentare un “Piano Casa” tori, in particolare le aree metropolitane e le città più in genera-
che fin dalle sue premesse suonava male è forse perché qualcu- le, e dunque la casa in affitto rappresenta un elemento deciso di
no, nella sua posizione arroccata e conservativa, ha pensato che questa nuova “infrastrutturazione”. Infine le famiglie povere,
questa ambiguità poteva essere funzionale al mantenimento di nuove e antiche, continuano con insistenza e determinazione, a
una posizione faticosamente conquistata negli anni. chiedere una casa in affitto a canoni bassi e molto bassi (si pen-
si al fatto che, nonostante i tempi biblici, le domande per l’asse-
Fare case non a caso gnazione di una casa popolare segnano un trend crescente) ri-
Se l’intervento pubblico dovesse invece con più serietà e corag- sultando l’acquisto, per quanto sostenuto e supportato, una
gio porsi il problema di quale “offerta” possa (e debba) servire a mossa inaccessibile e, per certi aspetti, impropria.
dare casa a chi non ce l’ha, in una situazione qual è quella italia- Se il “Piano casa” di questo ha un po’ parlato, sicuramente
na, che tipo di casa dovremmo realizzare? poco ha fatto (non è questa la sede per una disamina del Siste-
Qualcuno, timidamente, da qualche tempo (forse anche da ma Integrato dei Fondi, in cui lo Stato ha deciso di intervenire
troppo tempo) sostiene che sia il comparto dell’affitto quello da direttamente, per capire in quale direzione rischia di andare an-
sostenere. Per diverse ragioni che di seguito riprendo sintetica- che questa importante misura, ma chi scrive non nasconde di
mente. Chi doveva acquistare, tra libero mercato, edilizia age- avere qualche dubbio circa la possibilità, attraverso i fondi im-
volata e convenzionata, lo ha fatto (al punto che, le ultime due mobiliari, di colpire il bersaglio – e cioè di intercettare la do-
tipologie citate, oltre a garantire l’accesso alla prima casa in pro- manda abitativa che “soffre” – attraverso uno strumento di in-
prietà a molte famiglie, sono, oramai da tempo, utilizzate in mo- vestimento che impiega, vale la pena ricordarlo, quasi
do distorto essendo quelle case diventate oggetto di puro inve- esclusivamente risorse pubbliche). Siamo passati da un fondo di
stimento e speculazione immobiliare “mascherata”, sicuramente erogazione che prendeva le risorse dai contribuenti (fondo Gescal)
per quanto riguarda i primi acquirenti). per costruire case popolari ad un fondo di investimento che pren-
La nuova domanda abitativa è spesso costituita da persone e de le risorse dai contribuenti (sistema integrato dei fondi) per rea-
famiglie con situazioni socio-economiche fragili e l’affitto a ca- lizzare (al momento in teoria) case in affitto e, perché no, case in
16 17
Description:per lo sviluppo, la realizzazione personale e sociale, la casa è anche luogo di raccolta e che vedevo più fragili. Per esempio Amartya Sen (pre-.