Table Of ContentVittorio Citti Claudia Casali Lorenzo Fort Matteo Taufer
PERCORSI DI LESSICO GRECO
Vittorio Citti Claudia Casali Lorenzo Fort Matteo Taufer
PERCORSI DI LESSICO GREC0
SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE - TORINO
Coordinamento editoriale: Lia Ferrara
Progetto editoriale e redazione: Valeria Bertero
Coordinamento tecnico: Michele Pomponio
Progetto grafico: Piergiuseppe Anselmo
Impaginazione: Puntografica srl
Copertina: Piergiuseppe Anselmo
Claudia Casali ha redatto le schede lessicali, Vittorio Citti ha organizzato il resto della teoria e proposto il metodo didattico,
Lorenzo Fort e Matteo Taufer hanno collaborato alla revisione.
Nicoletta Rongoni ed Elisabetta Grisendi hanno collaborato agli esercizi di lessico,
rispettivamente per gli esercizi 21-29 e 38, e 30-37.
© 2012 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino
www.seieditrice.com
Prima edizione: 2012
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stampatore - Torino
11
Indice
1. Introduzione ................................................................................................................................. 2
2. I prefissi e i suffissi per la formazione
delle parole .................................................................................................................................... 3
2.1 I prefissi .................................................................................................................................... 3
2.2 I suffissi .................................................................................................................................... 5
3. Le parole fondamentali del lessico greco .......................................................................................... 7
EsErcizi ........................................................................................................................................... 42
V. Citti, C. Casali, L. Fort, M. Taufer, Διάλογοι © 2012 SEI - Società Editrice Internazionale
2
1 INTRODUZIONE non sempre si è in grado di rendersi conto dell’incon-
gruenza della prima scelta con il discorso che segue e ci
si lascia andare a una resa meccanica dei termini, senza
In generale la scuola italiana ha un’ottima tradizione
sforzarsi di penetrare e ricostruire l’argomentazione.
di insegnamento della morfologia greca, una discreta Qui nascono certe traduzioni assolutamente allucina-
per la sintassi e una piuttosto lacunosa per quanto ri- te e di conseguenza il “mito” che il greco si dimentichi
guarda il lessico. facilmente dopo il liceo, a differenza del latino: forse
Lo studio del lessico greco, infatti, vuoi per mancanza invece il greco, che è strutturalmente una lingua come
di tempo, vuoi per la mancanza di un’ampia e fonda- un’altra e non può essere insegnato trascurandone il
ta conoscenza del lessico della lingua italiana da parte lessico, viene insegnato in modo incompleto.
degli studenti, è generalmente oggetto di poca consi- Per uno studio metodico del lessico greco non cre-
derazione, nonostante le lunghe liste di vocaboli che gli diamo che sia utile usare i campi semantici prossimi,
eserciziari di greco propongono per lo studio e per gli come si fa nelle lingue moderne: questi termini sono
esercizi di applicazione delle norme. contigui nella lingua parlata, dove l’uso li accosta nella
I modernisti hanno scoperto almeno da cinquant’anni pratica, ma non per una lingua morta1, in cui non ven-
che il controllo di una lingua dipende dal controllo del gono parlati e quindi non vengono di norma associati.
lessico, eppure un professore di greco trova normale È preferibile far uso del metodo etimologico, com-
che i suoi allievi traducano dal greco con il vocabola- binando le radici più usate, selezionate mediante un
rio alla mano e ha certo qualche ragione, ma forse non repertorio di tavole frequenziali e combinate con i
tutte le ragioni. suffissi per la formazione delle parole. Un dizionario
etimologico ci ha indicato come da quelle radici se-
La scarsa conoscenza di un codice di comunicazione
lezionate si formano nomi, aggettivi, verbi e avverbi2.
primario come il lessico crea agli studenti notevoli dif-
Abbiamo anche descritto separatamente i prefissi e i
ficoltà di orientamento davanti a un problema a n in-
suffissi che concorrono alla formazione delle parole.
cognite come è la traduzione di un brano, in cui spesso
Questo procedimento didattico è possibile per il fatto
diversi termini assumono significati differenti in rela-
che, più di ogni lingua moderna (a eccezione forse del
zione al contesto; d’altro canto, il vocabolario non può
tedesco), il greco antico ha la capacità di allargare conti-
non registrare queste differenze, con la conseguenza
nuamente il proprio lessico mediante questo fenomeno
che gli allievi hanno l’impressione che il greco sia la
di aggregazione di elementi significanti che vengono
lingua in cui tutte le parole possono avere tutti i signifi-
sommati (come l’italiano “caffelatte”) o integrati tra lo-
cati, e non c’è di meglio che “andare a senso”. Senonché
ro (come “pelapatate”) o alterati (come la “tagliata” o le
non è sempre facile afferrare immediatamente quel
“tagliatelle”), ma rimangono pur sempre trasparenti nel
senso che solo un certo sforzo di sintesi e una riflessio-
significato, se si ha l’accortezza di individuare il contesto
ne attenta possono fornire.
a cui questi derivati vengono riferiti.
Per il latino gli studenti se la cavano, approfittando
della somiglianza di molti termini di quella lingua con Il greco ha un vocabolario particolarmente ricco, ma
quelli della nostra, salvo cadere nelle trappole dei mol-
per affrontare un brano di Isocrate o di Platone sa-
ti “falsi amici”. Ma, almeno ai primi approcci, la tradu-
rebbe bene che chi traduce fosse messo in condizio-
zione dal latino può apparire meno ardua di quella dal
ne di non cercare tutti i termini sul dizionario se non
greco. Nel caso del greco, gli studenti hanno spesso una
per controllo e che potesse rendersi conto a una prima
grave difficoltà a controllare il lessico, che è apparente-
lettura del significato approssimativo del testo che gli
mente lontano da quello italiano, e il vocabolario può
viene proposto. Combinando prefissi e suffissi a for-
costituire un elemento di dispersione anziché un aiuto:
per esempio, quando l’albero delle estensioni semanti- mare composti, non è difficile mettere a disposizione
che di certi verbi si ramifica con una certa ampiezza, degli allievi un greco di base di due o tremila parole,
spesso ci si ferma al primo significato che si trova e poi con le quali essi potrebbero affrontare la traduzione
1. Q uesto termine non comporta nessuna connotazione negativa, ma indica soltanto un universo di testi non innovabile, fi sso nell’ambito della
tradizione che abbiamo ricevuto, integrabile solo per ritrovamenti occasionali e limitati, come i reperti papiracei che ci hanno restituito note-
voli parti della letteratura greca e, in misura assai minore, anche di quella latina.
2. Il repertorio che abbiamo usato sono le Tables fréquentielles du grec classique sous la direction de J.C. Carrière, Les Belles Lettres, Paris 1985,
da cui abbiamo tratto 130 radici con le loro famiglie derivate, individuando queste mediante il Dictionnaire Étymologique de la langue grecque
di P. Chantraine. In italiano un interessante dizionario etimologico del greco è R. Romizi, Greco antico, Vocabolario greco-italiano etimologico
e ragionato, a c. di M. Negri, Bologna 20073.
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2. I prefi ssi e i suffi ssi per la formazione delle parole 33
orientandosi già a prima vista e cercando di integrare i anche perché è possibile che più prefissi si aggreghino EE
CC
punti oscuri con un uso selettivo e non indiscriminato successivamente alla medesima radice nominale e ver- II
DD
del vocabolario. bale, come in sun-kata-baivnw, “scendere insieme”, NN
EE
L’esercizio alla combianzione e parimenti lo studio dus-kata-bavllw, “gettare giù con difficoltà”, e così PP
PP
degli esiti italiani di tali procedimenti è lo scopo de- via. AA
gli esercizi intercalati alle diverse radici, ai prefissi e ai
ajna-
suffissi proposti qui di seguito, perché solo l’esercizio
In composizione questo prefisso indica “dal basso in
consapevole può – a nostro avviso – far sì che ci si ap-
alto”: così ajna-baivnw, “andare su, salire”, ajna-blevpw,
propri veramente del lessico di base e non si imparino
“alzare lo sguardo”, ajna-neuvw, “fare cenno levando in
a memoria elenchi destinati a essere ben presto dimen-
su la testa” (con il valore di rifiutare qualcosa); forse per
ticati.
estensione da questo verbo il prefisso ha assunto va-
Queste indicazioni mirano non solo a migliorare le pos- lore negativo come in ajna-duvomai, “ritirarsi”, detto di
sibilità degli allievi di tradurre una delle tradizionali un fiume, ajna-cwrevw, “ritirarsi, retrocedere”; talvolta
“versioni” che vengono presentate per lo scritto, ma an- il preverbio sottolinea lo sforzo per avviare o arresta-
che a fornire loro un’attrezzatura per comprendere più a re un processo: ajn-erwtavw, “interrogare”, ajna-boavw,
fondo i brani di prosa o di poesia greca che sono propo- “levare un grido”.
sti nelle antologie di “autori”.
ajnti-
Questo prefisso si usa per formare composti nominali
o verbali: per questi ultimi ha il valore di “in cambio
2 I PREFISSI
di”, talvolta anche “di fronte a”: ajnti-baivnw, “andare
E I SUFFISSI PER contro, opporsi”; anj ti-legv w, “replicare”, anj ti-bohqewv ,
“andare a propria volta in soccorso”; nei composti no-
LA FORMAZIONE
minali ha il valore di “pari a”: ajntiv-pai~, “pari a un
DELLE PAROLE fanciullo”, ajntiv-qeo~, “pari a un dio”, ajntiv-doulo~, “in
condizioni simili a quelle di uno schiavo”; dal suo deri-
vato ajntivo~, “opposto”, viene il denominativo ajntiavw,
Come abbiamo detto, il greco tende a formare parole, a
“affrontare”, ma anche “ricevere”.
partire da temi nominali o più spesso verbali, median-
te suffissi e prefissi, ognuno dei quali aggiunge al valo- ajmfi-
re fondamentale espresso dal tema una connotazione Corrisponde al latino ambi-, “da una parte e dall’altra”,
particolare. Vediamo i principali. “intorno”, nel senso di un movimento che procede da
una parte e dall’altra , in opposizione a periv, che espri-
2.1 I prefi ssi me il movimento tutt’intorno a partire da una parte
sola, come in ajmfiv-alo~, “bagnato dal mare dalle due
I prefissi sono elementi significanti che possono essere
parti”, come nel caso di Corinto, ajmfiv-bio~,“che vive
premessi a una radice nominale e verbale, formando
in due ambienti” (nell’acqua e sulla terra); può anche
composti (prefissi veri e propri, detti preverbi se sono
significare “tutt’intorno”, come in ajmfi-bavllw, “getta-
premessi a una radice verbale), oppure possono costi-
re intorno”, ma anche esprimere l’idea di ciò per cui si
tuire parole a parte che d’ordinario precedono (talvolta
contende, come ajmfi-mavcomai, “combattere per qual-
seguono nella lingua poetica) il nome che essi deter-
cosa“.
minano (e in questo caso si chiamano preposizioni,
che si costruiscono con genitivo, dativo o accusativo). ajpo-
I preverbi, com’è noto, mantengono una certa autono- Latino a-, ab-, indica “allontanamento”, “distacco”: ajpo-
mia rispetto alle radici verbali cui sono prefissi, tanto baivnw, “andare via”, ajpo-bavllw, “gettare via”, ajpo-
che aumento e raddoppiamento sono collocati tra il divdwmi, “ricambiare”, spesso con l’idea di concludere
preverbio e il tema verbale. un processo, come ajp-ergavzomai, “smettere di
Questi prefissi modificano in vari modi i termini con lavorare”, ajp-algevw, “finire di soffrire”, ajp-anqevw,
cui entrano in composizione e consentono quindi la “sfiorire”, ovvero in senso privativo, come in ajp-
formazione di numerosi composti nominali e verbali, arevskw, “dispiacere”, ajp-audavw, “rifiutare”.
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4 IL LESSICO GRECO
dia- “divorare completamente”, kata-kteivnw, “ammazza-
Implica in origine l’idea di “attraverso”, quindi quella re”. Un’idea di questo genere è espressa in katav-dhlo~
di distinzione, fino a “completamente”, parten- “del tutto manifesto” (dh`lo~, “manifesto”, dhlovw, “rive-
do dall’idea di “da una parte all’altra”: dia-baivnw, lare”).
“andare attraverso, attraversare”, di-evcw, “tenere
meta-
separato”, e in valore intransitivo, “separarsi”;
Come la preposizione, che in origine significava “in-
di-airevw, “separare”, diapevmpw, “inviare di qua e
sieme a” e ha mantenuto questo significato quando
di là”; per il valore di “completamente”, cf. dia-
regge il genitivo e il dativo, significa “in concorren-
gignwvskw, “distinguere”, ma anche “esaminare accu-
za con”, ma con il dativo ha anche il valore di “den-
ratamente”, dia-feuvgw, “sfuggire”, e il composto no-
tro a”, con l’accusativo vale “nell’ambito di”; l’idea
minale di-alghv~, “molto sofferente”.
di partecipazione è evidente in met-evcw, appunto
eijs- / ejs- “partecipare a”, quella di azione in comune in meta-
Vale “verso”, con idea di movimento in entrata, mentre daivnumai, “prendere un pasto insieme a”, quella di
ejn- privilegia quella di penetrazione: eijs-baivnw, “en- “trovarsi in mezzo a” in met-aivcmion, “che si trova
trare”, eijs-bavllw, “gettar dentro”, eijs-pevmpw, “man- tra due eserciti”, di successione nel tempo in meta-
dare dentro”. klaivw, “piangere in seguito”, spesso con l’idea di
trasformazione in meta-baivnw, “trasferirsi”, meta-
ejk- / ejx-
trevpw, “volgersi”.
Latino ex, implica il movimento da dentro a fuori e for-
ma l’avverbio e[xw, “fuori, al di fuori”; come preverbio para-
esprime la stessa idea: ejk-baivnw, “andare fuori, usci- È documentato in composizione con verbi nel sen-
re”, ejk-bavllw, “gettare fuori”, ejk-givgnomai, “nascere”, so di “presso a” (pavr-eimi, “trovarsi presso”), “accanto
detto in particolare della nascita di un bambino dal a” (par-evrcomai “passare accanto”, para-kei`mai,
ventre della madre, ejk-divdwmi, “dare”, in particolare “giacere accanto”), “passare oltre” (par-amillavomai,
del padre che colloca in matrimonio la figlia; tuttavia “superare”), “contro” (para-baivnw, “trasgredire”, par-
può significare anche“restituire”. akouvw, “fraintendere”).
ejn- peri-
Latino in, “verso”, con penetrazione: ejm-baivnw, “en- Esprime l’idea di circondare completamente e anche
trare dentro”, ejm-bavllw, “buttare dentro”, ejg-gravfw, al di sopra (per l’antitesi con ajmfi-, v. questo prever-
“inserire in un testo scritto”. bio); peri- figura in numerosissimi composti, come
ejpi- peri-avgw, “condurre intorno”, peri-baivnw, “andare
Indica “su” (a contatto), ma anche “contro”: ejpi-baivnw, intorno”, peri-bavllw, “gettare intorno”, peri-blevpw,
“mettere piede in”, “imbarcarsi”, ma anche “penetrare “guardare intorno”, peri-elivssw, “avvolgere intorno”,
in”, ejpi-bavllw, “gettare sopra”, “imporre”, ejpi-givgno- peri-evcw, “circondare”, peri-ivsthmi, “mettere intor-
mai, “venire dopo”, “sopraggiungere”, e anche “nascere no”, ma peri- ha un valore più marcato in peri-giv-
più tardi”, ejpi-bouleuvw, “tramare contro, insidiare”, gnomai, “essere superiore”, e anche “essere superstite”,
ejpi-deivknumi, “dimostrare”, ejpi-kalevw, “sopranno- e vedasi anche peri-ergavzomai, “agire oltre misura”,
minare”, ejpi-tivqhmi, “mettere sopra”, “imporre”, ejpi- “darsi da fare inutilmente”.
ceirevw, “mettere mano (ceivr) a”, ejf-oravw, “guardare
pro-
verso”, “osservare”, e il composto nominale e[f-odo~,
In composizione, questo prefisso significa “davanti”,
(oJdov~) “entrata”, “viaggio”, da cui deriva ejf-ovd-ion,
con i composti nominali prov-dromo~, “chi corre in-
“provviste per il viaggio”.
nanzi”, “chi precede”; prov-quron, “spazio davanti alla
kata- porta” (quvra), “atrio”; prov-edro~, detto dei magistrati
Come preverbio ha diversi valori: “verso il basso”, con che godevano del diritto di sedere (e{zw) in prima fila
kata-baivnw, “scendere”, kata-bavllw, “gettare a terra”, a teatro (pro-edriva); prov-logo~, “prologo”; prov-qu-
oppure “in risposta a”, come in kat-ainevw, “rispondere mo~, “ben disposto nell’animo”, come se fosse “che ha
alle lodi”, o ancora “contro”, con idea di ostilità, kata- l’animo (qumov~) davanti” (e pro-qumiva, “buona dispo-
gignwvskw, kata-yhfivzw, “condannare”, ovvero può sizione d’animo”); prov-rrizo~, detto di un albero sra-
esprimere il compimento di un’azione, kata-fagei`n, dicato che mostra in avanti, fuori dal terreno, le sue ra-
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2. I prefi ssi e i suffi ssi per la formazione delle parole 5
dici (rJivza); e quelli verbali pro-mavcomai, “combattere 2.2 I suffi ssi E
C
in prima fila”; pro-divdwmi, “pagare in anticipo”; pro- I
Il greco possiede numerosi suffissi, ognuno dei quali D
gravfw, “scrivere per prima cosa”; pro-aisqavnomai, N
aggiunge al valore fondamentale espresso dal tema una E
“notare per primo”. P
connotazione particolare. Fra l’altro, i suffissi possono P
A
pros- formare:
Come preverbio, dà ai composti il valore di “ver-
1. i nomina agentis, per indicare la persona che compie
so”, “in direzione di”, come in pros-avgw, “avvicina-
l’azione;
re”, pros-evrcomai, “avvicinarsi”, oppure quello di
2. i nomina actionis, per indicare l’azione stessa;
“inoltre a”, pros-ktavomai, “acquistare in aggiunta”,
3. i nomina rei actae, per indicare il risultato dell’azione;
pros-givgnomai, “unirsi a”, “sopraggiungere”; il valore
4. i nomina qualitatis, per indicare una qualità;
del preverbio è indebolito in pros-devcomai, “riceve-
5. i nomina loci, per indicare il luogo;
re”, pros-dokavw, “aspettarsi”: in questi verbi non c’è
6. i nomina instrumenti, per indicare il mezzo con cui
sostanziale differenza tra il verbo semplice e quello
l’azione viene compiuta;
composto.
7. i nomina deminutiva, cioè i diminutivi;
sun- (att. xun-, ma già attestato in Omero) 8. i nomina patronymica, che indicano il nome del
In composti nominali e verbali indica compagnia, padre;
unione: suvm-maco~, “alleato”, suvn-euno~, “compagno 9. i nomina gentilia, che indicano la famiglia o la patria.
di letto” (eujnhv, “letto”), suvm-pante~, “tutti insieme”, e
i verbi sun-avgw, “portare insieme”, sun-agwnivzomai,
I suffissi più comuni che formano nomi in -a possono
“gareggiare con”, sun-akolouqevw, “accompagnare”;
essere maschili o femminili; vediamoli.
inoltre indica partecipazione (sug-gignwvskw, “com-
prendere un punto di vista”, “scusare”, “perdonare”, e (cid:125) Per i nomina agentis:
l’aggettivo suvm-metro~, “proporzionato”, composto -ta-, m., nom.-thv~ ➔ (poievw, “fare”, “comporre”)
poih-thv~, “poeta”;
con mevtron, “misura”); inoltre indica compimento di
un processo , come sun-avgnumi, “sfracellare” (a[gnumi -th~ ➔ (oijkevw, “abitare”) oijkevth~, “abitatore”;
“spezzare”) , sug-kovptw, “distruggere” (kovptw, “colpi- -teira, f., nom. -teira ➔ (sw/vzw, “salvare”) swvtei-
ra, “salvatrice”;
re”), sum-plhrovw, “riempire completamente” (plh-
rovw, “riempire”). -tria, f., nom. -tria ➔ (poievw, “fare”, “comporre”)
poihv-tria, “poetessa”;
uJper-
-eia, f., nom. -eia ➔ (iJerov~, “sacro”) iJevr-eia, “sa-
Latino super, come prefisso nella formazione di verbi e
cerdotessa”.
nomi indica “al di sopra di”, come in upJ er-alv lomai “sal-
(cid:125) Per i nomina actionis:
tare sopra”, upJ er-balv lw, “gettare oltre”, oppure “per la
-sia, f., nom. -siva ➔ (quvw, “sacrificare”) qu-siva, “sa-
difesa di”, upJ er-macewv , “combattere per”, o ancora “in
crificio”;
modo eccessivo”, upJ er-algewv , “soffrire atrocemente”,
-eia, f., nom. -eiva ➔ (paid-euvw, “educare”) paid-
upJ er-hdv omai, “godere in modo straordinario”, upJ er-h-v
eiva, “educazione”;
fano~, “superbo”, ovvero, in senso positivo, “magnifico”.
-ia, f., nom. -iav ➔ (filewv , “amare”) fil-iav , “amicizia”.
uJpo-
(cid:125) Per i nomina rei actae:
Latino sub, in composizione implica quattro valori
-a, f., nom. -a ➔ (t. fqor- di fqeivrw, “distruggere”)
fondamentali: a) “sotto”, come in u{p-eimi, “stare sot-
fqor-av, “distruzione”;
to”, “essere aggiogato”, uJp-avrguro~, “che contiene ar-
-hv ➔ (t. tom- di tevmnw, “tagliare”) tom-hv, “taglio”.
gento”, uJp-aspivdio~, “che sta sotto lo scudo”, “scudie-
re”; b) “agli ordini di”, come in uJpo-damnavw, “domare, (cid:125) Per i nomina qualitatis:
sottomettere”, uJp-hrevth~, “dipendente”; c) “un po’”, -suna, f., nom. -suvnh ➔ (divkaio~, “giusto”) dikaio-
suvnh, “giustizia”.
riduttivo, come in uJpo-kinevw, “spostare un po’”, uJpo-
dehv~ ,”inferiore, subordinato”; d)“segretamente”, come (cid:125) Per i nomina deminutiva:
in uJpo-klevptw, “rubare di nascosto”, uJpo-dakruvw, -iska, f., nom. -ivskh ➔ (pai`~, “fanciullo”) paid-
“piangere di nascosto”. ivskh, “ragazzina”.
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6 IL LESSICO GRECO
(cid:125) Per i nomina patronymica: -tor/-twr, m., nom. -twr ➔ (tema rJh-, “dire”) rJhv-
-da-, m., nom. -dh~ ➔ (Phleuv~, “Peleo”) Phleiav- twr, rJhv-tor-o~, “oratore”;
dh~, “Pelide”. -trid, f., nom. -triv~ ➔ (aujlevw, “suonare il flauto”)
(cid:125) Per i nomina gentilia: aujlh-triv~, aujlh-trivd-o~, “flautista”;
-ta-, m., nom. -th~ ➔ (Tegeva, “Tegea”) Tegeav-th~, -tid, f., nom. -ti~ ➔ (oijkevw, “abitare”) oijkev-ti~,
“Tegeate, abitante di Tegea”. oijkev-tid-o~, “abitatrice”;
-eu, m., nom. -euv~ ➔ (iJerov~, “sacro”) iJereuv~, iJerev-
Vediamo ora i suffissi più comuni per formare temi
w~, “sacerdote” (il femminile corrispondente si ha
in -o3.
aggiungendo a -eu- il suffisso f. -ja: -eu-ja > -e¸ja
(cid:125) Per i nomina agentis: > -eia, iJevreia).
-o-, m., nom. -ov~ ➔ (ajeivdw/aÊ[dw, “cantare”) ajoid-ov~,
(cid:125) Per i nomina actionis:
“cantore”.
-ti, f., nom. -ti~ ➔ (tema poiq-/peiq-/piq-,
(cid:125) Per i nomina actionis: “convincere”, “credere”) pivs-ti~, pivs-tew~, “fi-
-mo-, m., nom. -mov~ ➔ (logivzomai, “ragionare”) lo- ducia”;
gis-mov~, “ragionamento”. -si, f., nom. -si~ ➔ (poievw, “fare”) poivh-si~, poihv-
(cid:125) Per i nomina rei actae: sew~, “creazione”;
-o-, m., nom. -o~ ➔ (t. for- di fevrw, “portare”) -tu, f., nom. -tuv~ ➔ (tema ejd-, “mangiare”) ejd-h-
fovr-o~, “tassa”; tuv~, ejd-h-tuv-o~, “il mangiare”;
-o-, n., nom. -on ➔ (t. ejrg- di ejrg-avzomai, “lavora- -oi, f., nom. -w ➔ (t. poiq-/peiq-/piq-) peiq-wv,
re”) e[rg-on, “opera”, “fatto”. peiq-ou`~, “persuasione”.
(cid:125) Per i nomina loci: (cid:125) Per i nomina rei actae:
-thrio-, n., nom. -thvrion ➔ (dikavzw, “giudicare”) -mat, n., nom. -ma ➔ (poievw, “fare”) poivh-ma,
dikas-thvrion, “tribunale”; (ejrg-avzomai, “lavora- -mat-o~, “opera compiuta”, “poema”;
re”) ejrgas-thvrion, “officina”; -o~/-e~, n., nom. -o~ ➔ (tema gon-/gen-/gn-,
-eio-, n., nom. -ei`on ➔ (Mou`sa, “la Musa”) Mous- “generare”, “nascere”) gevn-o~, gevn-ou~, “stirpe”.
ei`on, “sede delle Muse”.
(cid:125) Per i nomina qualitatis:
(cid:125) Per i nomina deminutiva: -tht, f., nom. -th~ ➔ (i[so~, “uguale”) ijsov-th~,
-io-, n., nom. -ivon ➔ (pai`~, “fanciullo”) paid-ivon, -tht-o~, “uguaglianza”;
“fanciulletto”; -th~v ➔ (bradu~v , “lento”) bradu-th~v , -tht` -o~,
-isko-, m., nom. -ivsko~ ➔ (pai`~) paid-ivsko~, “lentezza”;
“fanciulletto”. -o~/-e~, n., nom. -o~ ➔ (tacuv~, “veloce”) tavc-o~,
-ou~, “velocità”.
Altri suffissi diminutivi, derivati da -io-, sono:
-id-io-, n., nom. -ivdion ➔ (nh`so~, “isola”) nhs- (cid:125) Per i nomina loci:
ivdion, “isoletta”; -wn, m., nom. -wvn ➔ (a[mpelo~, “vite”) ajmpel-wvn,
-udr-io-, n., nom. -uvdrion ➔ (nh`so~) nhs-uvdrion, -w`n-o~, “vigna”.
“isoletta”;
(cid:125) Per i nomina patronymica:
-ull-io-, n., nom. -uvllion ➔ (ei\do~, “figura”) eijd-
-d, f., nom. -~ ➔ (Bora`~, “Borea”) Boreav-~, -avd-o~,
uvllion, “quadretto”;
“figlia di Borea”.
-ar-io-, n., nom. -avrion ➔ (pai`~) paid-avrion,
“fanciullino”. (cid:125) Per i nomina gentilia:
-eu, m., nom. -euv~ ➔ (Mevgara, “Megara”) Megar-
Vediamo ora i suffissi più comuni per formare sostan-
euv~, -evw~, “Megarese”, m.;
tivi atematici (terza declinazione).
-id, f., nom. -iv~ ➔ (Mevgara, “Megara”) Megar-iv~,
(cid:125) Per i nomina agentis: -ivd-o~, “Megarese”, f.;
-thr, m., nom. -thvr ➔ (sw/vzw, “salvare”) sw-thvr, -tid, f., nom. -ti~ ➔ (Tegeva, “Tegea”) Tegea`-ti~,
sw-th`r-o~, “salvatore”; -tid-o~, “donna di Tegea”.
3. Non si confonda questa -o- suffi ssale con quella radicale, cf. ajgrov-~.
V. Citti, C. Casali, L. Fort, M. Taufer, Διάλογοι © 2012 SEI - Società Editrice Internazionale
Description:In italiano un interessante dizionario etimologico del greco è R. Romizi, Greco antico, .. 6. i nomina instrumenti, per indicare il mezzo con cui l'azione