Table Of ContentSusan Sontag / Davanti al dolore degli altri
osCAiù,10NDADORI
Della stessa autrice Davanti al dolore degli altri
in edizione Mondadori
L'amante del vulcano
Il benefattore
Contro l'interpretazione
Stili di volontà radicale
In America
Io, eccetera
Malattia come metafora
Per David
Traduzione di Paolo Dilonardo
... aux vam• cus.I
BAUDELAIRE
L'esperienza, sordida nutrice ...
TENNYSON
http:// www.mondadori.com/libri
ISBN 88--04-51804-9
Copyright© 2003 by Susan Sontag
Ali rights reserved
© 2003 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano
Titolo del/' opera originale:
Regarding the Pain of Others
I edizione maggio 2003
I
Nel giugno del 1938 Virginia Woolf pubblicò Le tre ghinee,
riflessioni coraggiose e poco apprezzate sulle radici della
guerra. Scritto nel corso dei due anni precedenti mentre
Woolf, insieme a gran parte dei suoi amici e colleghi, era
tutta presa dall'avanzare dell'insurrezione fascista in Spa
gna, il libro si presentava come la tardiva risposta a una
lettera di un illustre avvocato londinese che le aveva ri
volto la seguente domanda: «Cosa, secondo lei, noi dob
biamo fare per prevenire la guerra?». Woolf comincia con
l'osservare causticamente che un sincero dialogo tra loro
potrebbe forse non essere possibile. Anche se appartengo
no alla stessa classe, la «classe colta», un profondo abisso,
infatti, li separa: l'avvocato è un uomo e lei è una donna.
Gli uomini fanno la guerra. Gli uomini (quasi tutti) ama
no la guerra, dal momento che nel combattimento trova
no «un po' di gloria, una certa necessità, e qualche soddi
sfazione» che le donne (quasi tutte) non provano né
gradiscono. Che cosa può sapere della guerra una donna
colta - vale a dire, privilegiata, benestante - come lei? È
possibile che la sua repulsione alle lusinghe della guerra
sia simile a quella di lui?
Mettiamo alla prova questa «difficoltà di comunicazio-
4 Susan Sontag Davanti al dolore degli altri 5
ne», propone Woolf, guardando insieme delle immagini di esistono leggi di guerra, a cui i combattenti dovrebbero
guerra. Si tratta di alcune delle fotografie che il Governo attenersi) e di riuscire a fermare certe guerre imponendo
spagnolo assediato inviava all'estero un paio di volte la alternative negoziali al conflitto armato. Oggi ci è forse
settimana-«scritto nell'inverno 1936-37», annota Woolf a difficile prestare fede al disperato proposito indotto dallo
piè di pagina. «V ediamo» scrive «se, guardando le stesse shock successivo alla Prima guerra mondiale, quando
fotografie, proviamo gli stessi sentimenti.» E prosegue: prese finalmente corpo la percezione della rovina che
l'Europa aveva provocato a se stessa. Ma condannare la
Tra quelle arrivate stamani ce n'è una in cui si vede il corpo
guerra in quanto tale non sembrava così futile o irrilevan
di un uomo, o forse di una donna; è così mutilato che potrebbe
te all'indomani delle fantasie cartacee del Patto Kellogg
benissimo essere il corpo di un maiale. Ma non c'è dubbio che
quelli laggiù sono bambini morti, e quella è sicuramente la se Briand del 1928, col quale quindici importanti nazioni, tra
zione di una casa. Una bomba ne ha squarciato il fianco; in cui Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Germania, Italia e
quello che doveva essere il salotto è ancora appesa la gabbietta Giappone, rinunciavano solennemente alla guerra come
per gli uccelli ... strumento di politica nazionale; nel 1932 persino Freud e
Einstein furono coinvolti nel dibattito con un pubblico
Il modo più rapido e asciutto per trasmettere il turba
scambio epistolare intitolato «Perché la guerra?». Le tre
mento prodotto da tali fotografie sta nel notare come non
ghinee di Woolf, apparso dopo quasi due decenni di acco
sempre si riesca a distinguerne il soggetto, tanto assoluta
rate condanne della guerra, aveva almeno l'originalità
è la rovina di carne e pietra che esse raffigurano. A partire
(che ne fa il meno apprezzato dei suoi libri) di concentrar
da questa constatazione Woolf si affretta a trarre una con
si su ciò che era ritenuto così ovvio o inappropriato da
clusione. «Per diverse che siano la nostra educazione e le
non poterne parlare, e men che meno rifletterci sopra: che
tradizioni che abbiamo alle spalle» dice all'avvocato, le
la guerra è uno sport maschile, che la macchina bellica ha
nostre reazioni sono identiche. E adduce una prova: sia
un genere sessuale, ed è maschile. Ciò nonostante, la te
«noi» - e qui le donne sono il «noi» - che lei, avvocato,
merarietà della versione woolfiana del «Perché la guer
possiamo benissimo reagire con le stesse parole.
ra?» non basta a rendere la ripugnanza meno convenzio
Lei, Signore, le descrive come «orrore e disgusto». Anche noi nale nella sua retorica, nelle sue generalizzazioni zeppe di
le chiamiamo orrore e disgusto ... La guerra, lei dice, è un abo frasi ripetute. E le fotografie delle vittime di guerra sono
minio; una barbarie; la guerra va impedita a ogni costo. E noi
anch'esse una sorta di retorica. Reiterano. Semplificano.
facciamo eco alle sue parole. La guerra è un abominio; una bar
Scuotono. Creano l'illusione del consenso.
barie; la guerra va impedita a ogni costo.
Evocando questa ipotetica esperienza di condivisione -
Chi crede oggi che la guerra possa essere abolita? Nes «stiamo guardando insieme gli stessi corpi privi di vita, le
suno, neppure i pacifisti. Speriamo soltanto (e finora inva stesse case in macerie» - Woolf sostienedi credere che lo
no) di fermare i genocidi, di consegnare alla giustizia chi ~hock prodotto da tali immagini non possa non affratella
commette gravi violazioni delle leggi di guerra (perché re le persone di buona volontà. Ma è davvero così? Certo,
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Woolf e l'innominato destinatario di questa lettera in for te da una busta arrivata con la posta del mattino e sparpa
ma di libro non sono due persone qualsiasi. Le secolari af gliate casualmente su un tavolo. Mostrano i corpi straziati
finità di condotta e sentimenti caratteristici dei loro rispet di adulti e bambini. Mostrano come la guerra svuota,
tivi sessi li separano, ma l'avvocato, come la stessa Woolf frantuma, spacca, abbatte il mondo costruito. «Una bom
gli ha ricordato, non è certo il tipico maschio bellicoso. La ba ne ha squarciato il fianco» scrive Woolf a proposito del
sua opposizione alla guerra non è meno indubbia di quel la casa raffigurata in una delle immagini. Certo, il paesag
la di lei. In fin dei conti, non le ha chiesto: «Che ne pensa gio urbano non è fatto di carne. Ma gli edifici tranciati
della possibilità di prevenire la guerra?». Bensì: «Cosa, se sono eloquenti quasi quanto i cadaveri abbandonati per
condo lei, noi dobbiamo fare per prevenire la guerra?». strada. (Kabul, Sarajevo, Mostar Est, Grozny, i sedici acri
Quel «noi» è proprio ciò che Woolf mette in discussione nella parte meridionale di Manhattan dopo 1'11 settembre
all'inizio del libro: non permette al suo interlocutore di 2001, il campo profughi di Jenin ... ). Guardate, dicono le
dare un «noi» per scontato. Ma in quel «noi», dopo alcune fotografie, questo è ciò che succede. Questo fa la guerra. E
pagine dedicate alla questione femminista, finisce poi col quello, fa anche quello. La guerra lacera, spacca. La guer
ricadere. ra squarcia, sventra. La guerra brucia. La guerra squarta.
Non si dovrebbe mai dare un «noi» per scontato quan La guerra rovina.
do si tratta di guardare il dolore degli altri. Non soffrire a causa di queste immagini, non indietreg
giare inorriditi dinanzi a esse, non sforzarsi di abolire ciò
Chi sono i «noi» a cui queste immagini scioccanti sono che provoca una simile devastazione, una simile carnefici
indirizzate? Quel «noi» dovrebbe includere non soltanto i na - queste sarebbero, in termini morali, le reazioni di un
simpatizzanti di una piccola nazione o di un popolo privo mostro, dice Woolf. E, lascia intendere, non siamo mostri,
di Stato che lotta per la propria vita, ma anche il gruppo noi membri della classe colta. A mancarci è l'immagina
ben più nutrito di chi si preoccupa, non foss'altro che a zione, l'empatia: non siamo riusciti a fare nostra questa
parole, di una qualche terribile guerra in corso in un altro realtà.
paese. Le fotografie sono uno strumento per rendere «rea Ma è poi vero che quelle fotografie, documenti di un
li» (o «più reali») situazioni che i privilegiati, o quanti massacro di civili più che di uno scontro tra eserciti,
semplicemente non corrono alcun pericolo, preferirebbero avrebbero potuto soltanto promuovere il rifiuto della
forse ignorare. guerra? Senza dubbio potevano anche incoraggiare una
«Qui, sul tavolo dinanzi a noi, ci sono delle fotografie» maggiore militanza in favore della Repubblica. Non era
scrive Woolf a proposito dell'esperimento mentale propo forse quello il loro scopo? L'accordo tra Woolf e l'avvocato
sto tanto al lettore quanto al fantomatico avvocato che, sembra del tutto presunto, e le spaventose fotografie ser
reale o fittizio, è così illustre, come lei stessa sottolinea, da vono soltanto a confermare un'opinione già condivisa. Se
aggiungere al proprio nome la sigla onorifica K.C., King's l'avvocato le avesse invece chiesto: «Qual è il modo mi
Counsel. Immaginate allora una serie di fotografie estrat- gliore per contribuire alla difesa della Repubblica spagno-
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la dalle forze del fascismo militarista e clericale?», le foto a un attentato alla pizzeria Sbarro nel centro di Gerusa
grafie avrebbero potuto rafforzare la fede di entrambi nel lemme è innanzitutto la foto di un bambino ebreo ucciso
la giustezza di quella lotta. da un kamikaze palestinese. Per un palestinese, la foto
Le immagini evocate da Woolf in realtà non mostrano grafia di un bambino dilaniato dal fuoco di un carro ar
ciò che la guerra, la guerra in quanto tale, produce. Mo mato a Gaza è innanzitutto la foto di un bambino palesti
strano un modo particolare di condurre una guerra, un nese ucciso dall'artiglieria israeliana. Per i militanti,
modo all'epoca descritto abitualmente come «barbarico», l'identità è tutto. E ogni fotografia attende d'essere spie
in cui il bersaglio sono i civili. Il generale Franco stava uti gata o falsificata da una didascalia. Durante i combatti
lizzando le stesse tattiche di bombardamento, massacro, menti tra serbi e croati all'inizio delle recenti guerre nei
tortura, uccisione e mutilazione dei prigionieri che, da co Balcani, le stesse fotografie di bambini uccisi nel bombar
mandante, aveva perfezionato in Marocco negli anni Ven damento di un villaggio venivano mostrate sia nelle con
ti. Allora, cosa più accettabile per le autorità costituite, le ferenze di propaganda serbe che in quelle croate. Bastava
sue vittime erano state i sudditi di una colonia spagnola, cambiare la didascalia e la morte di quei bambini poteva
per giunta scuri di pelle e infedeli; ora si trattava di com essere utilizzata innumerevoli volte.
patrioti. Leggere in quelle immagini, come fa Woolf, sol Le immagini di civili morti e di case in macerie possono
tanto la conferma di una generica avversione per la guer servire a fomentare l'odio per il nemico, come è successo
ra significa rinunciare a fare i conti con la Spagna in nel caso dei filmati della parziale distruzione del campo
quanto paese segnato da una storia. Significa liquidare la profughi di Jenin nell'aprile del 2002, continuamente ri
politica. trasmessi da Al Jazeera, la rete televisiva satellitare araba
La guerra per Woolf, come per molti polemisti che vi si con sede in Qatar. Ma tali immagini, benché incendiarie
oppongono, è generica e le immagini da lei descritte mo per il gran numero di persone che guarda Al Ja zeera in
strano vittime anonime, generiche. Per quanto possa ap tutto il mondo arabo, non rivelavano niente sull'esercito
parire inverosimile, le fotografie inviate dal governo di israeliano che quel pubblico non fosse già disposto a cre
Madrid sembrerebbero prive di didascalie. (O forse Woolf dere. Al contrario, le immagini che forniscono una prova
sta semplicemente supponendo che le fotografie dovreb in grado di contraddire le nostre più sacre certezze vengo
bero parlare da sé.) Ma le argomentazioni contro la guerra no invariabilmente liquidate come una messinscena a be
non si fondano su informazioni relative al chi, al quando e neficio della macchina fotografica. La reazione tipica di
al dove; l'arbitrarietà dell'inesorabile massacro è conside nanzi alla conferma fotografica delle atrocità commesse
rata prova sufficiente. Per quanti credono fermamente che dal proprio schieramento consiste nel sostenere che le im
il diritto stia da una parte e l'oppressione e l'ingiustizia magini sono una montatura, che una simile atrocità non
dall'altra, e che la lotta debba continuare, ciò che conta è ha mai avuto luogo: quelli sono corpi che l'altra parte ha
invece proprio chi viene ucciso e da chi. Per un ebreo trasportato con dei camion dall'obitorio per poi abbando
israeliano, la fotografia di un bambino dilaniato in seguito narli in strada, oppure, sì, è successo, ma è stato il nemico
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a colpirsi da sé. Così, il capo della propaganda franchista come afferma Simone Weil nel suo sublime saggio sulla
sosteneva che fossero stati i baschi a distruggere Guerni guerra, L' «Iliade», poema della forza (1940), la violenza ren
ca, la loro antica città ed ex capitale, il 26 aprile 1937, col de chiunque le sia sottomesso una cosa.* Non è vero, ri
locando della dinamite nelle fogne (o, secondo una ver batte chi in una determinata circostanza non vede alterna
sione successiva, sganciando bombe costruite in territorio tiva alla lotta armata, la violenza può far assurgere le sue
basco), allo scopo di suscitare indignazione all'estero e vittime al rango di martiri o di eroi.
rafforzare la resistenza Repubblicana. Allo stesso modo, In realtà, si possono fare molti usi delle innumerevoli
la maggioranza dei serbi, sia in patria che all'estero, ha so opportunità che la vita moderna fornisce per guardare - a
stenuto sino alla fine dell'assedio di Sarajevo, e anche in distanza, attraverso il mezzo fotografico - il dolore degli
seguito, che erano stati gli stessi bosniaci a perpetrare l'or altri. Le fotografie di un'atrocità possono suscitare reazio
renda «strage della fila per il pane» nel maggio del 1992 e ni opposte. Appelli per la pace. Proclami di vendetta. O
«la strage del mercato» nel febbraio del 1994, scagliando semplicemente la vaga consapevolezza, continuamente
granate di grosso calibro o mettendo delle mine nel centro alimentata da informazioni fotografiche, che accadono co
della loro capitale in modo da creare degli spettacoli parti se terribili. Chi può dimenticare le tre fotografie a colori
colarmente raccapriccianti per gli obiettivi dei giornalisti scattate da Tyler Hicks che il «New York Times» ha pub
stranieri e ottenere così un maggior sostegno internazio blicato il 13 novembre 2001 in cima alla prima pagina del
nale alla causa bosniaca. la sezione quotidiana dedicata all'ultima guerra dell' A
Le fotografie di corpi mutilati possono indubbiamente merica, A Nation Challenged («Una nazione presa di
essere usate come fa Woolf, per condannare la guerra, e mira»)? Il trittico raffigurava il destino di un soldato tale
possono, per un certo lasso di tempo, concretizzare parte bano in uniforme, trovato ferito in un fosso da alcuni sol
della sua realtà agli occhi di coloro che non ne hanno alcu dati dell'Alleanza del Nord che avanzavano verso Kabul.
na esperienza diretta. Tuttavia, chi accetta l'idea che, in un Primo riquadro: trascinato sulla schiena da due degli uo
mondo diviso come il nostro, la guerra possa diventare mini che l'hanno catturato - uno gli ha afferrato un brac
inevitabile, e persino giusta, potrebbe replicare che le fo cio, l'altro una gamba -lungo una strada pietrosa. Secon
tografie non forniscono una prova, nessunissima prova, do riquadro (la macchina fotografica è vicinissima):
per indurci a rinunciare alla guerra - se non si vogliono accerchiato, alza lo sguardo in preda al terrore, mentre
considerare del tutto svuotate di senso e credibilità le no viene tirato su. Terzo riquadro: al momento della morte,
zioni di coraggio e sacrificio. La distruttività della guerra
- prescindendo dalla distruzione totale, che non è guerra
* Pur condannando la guerra, Weil cercò di partecipare alla difesa della Repub
ma suicidio - non è di per sé un argomento contro la guer
blica spagnola e alla lotta contro la Germania di Hitler. Nel 1936 si unì a una bri
ra, a meno di non credere (c ome pochi davvero fanno) che gata internazionale e andò in Spagna come volontaria non combattente; nel
1942 e all'inizio del 1943, rifugiata a Londra e già malata, lavorò nell'ufficio del
la violenza sia sempre ingiustificabile, che la forza sia
la Francia Libera, nutrendo la speranza di essere inviata in missione nella Fran
sempre e in ogni circostanza sbagliata - sbagliata perché, cia occupata. (Morì in un sanatorio inglese nel!' agosto del 1943.)
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supino con le braccia tese e le ginocchia piegate, nudo e te seminude nei bordelli militari, soldati in agonia dopo
coperto di sangue dalla vita in giù, mentre viene finito un attacco con gas tossici, bambini armeni ridotti a schele
dalla banda di soldati radunatisi per massacrarlo. È ne tri. Quasi tutte le sequenze di Guerra alla guerra! sono dif
cessaria un'ampia riserva di stoicismo per riuscire a leg ficili da guardare, in particolare le immagini che mostrano
gere ogni giorno fino in fondo il «New York Times», con i cadaveri di soldati appartenenti a vari eserciti ammuc
siderata la probabilità di imbattersi in fotografie che chiati a putrefarsi nei campi, nelle strade e nelle trincee di
possono farci piangere. Ma la pietà e il disgusto che im prima linea. Ma le pagine più intollerabili del libro, che
magini come quelle di Hicks ispirano non dovrebbero im aveva nel suo complesso lo scopo di atterrire e demoraliz
pedirci di chiedere quali immagini, quali crudeltà, e quali zare, si trovano nella sezione intitolata «Il volto della
morti non ci vengono mostrate. guerra», ventiquattro primi piani di soldati con la faccia
sfigurata da enormi ferite. Friedrich non commise l'errore
Alcuni hanno a lungo creduto che se fossero riusciti a di supporre che delle fotografie strazianti e stomachevoli
rendere l'orrore sufficientemente vivido, i più avrebbero potessero semplicemente parlare da sé. Ogni fotografia è
finito per comprendere l'enormità, l'insensatezza della accompagnata da un'appassionata didascalia in quattro
guerra. lingue (tedesco, francese, olandese e inglese) e la malvagità
Nel 1924, quattordici anni prima che Woolf pubblicasse dell'ideologia militarista viene condannata e sbeffeggiata
Le tre ghinee e decimo anniversario della mobilitazione na in ogni pagina. Immediatamente denunciata dal governo,
zionale in Germania per la Prima guerra mondiale, l' o dalle associazioni dei veterani e da altre organizzazioni pa
biettore di coscienza Ernst Friedrich pubblicò Krieg dem triottiche - in alcune città ci furono irruzioni della polizia
Krieg! (Guerra alla guerra!). Si tratta di fotografia come te nelle librerie e si intentarono azioni legali contro la pubbli
rapia d'urto: un album di oltre centottanta foto in gran ca esposizione delle fotografie - la guerra alla guerra di
parte provenienti da archivi medici e militari tedeschi, chiarata da Friedrich venne accolta con grande favore da
molte delle quali considerate impubblicabili dalla censura scrittori, artisti e intellettuali di sinistra, così come dai
governativa mentre la guerra era ancora in corso. Il libro membri di numerose associazioni pacifiste, i quali predis
si apre con immagini che mostrano soldatini, cannoni gio sero che il libro avrebbe esercitato un influsso decisivo sul
cattolo e altri balocchi amati dai maschietti di tutto il l'opinione pubblica. Entro il 1930, Guerra alla guerra! aveva
mondo, e si chiude con immagini scattate nei cimiteri mi esaurito dieci edizioni in Germania ed era stato tradotto in
litari. Tra i giocattoli e le tombe, il lettore compie uno stra molte lingue.
ziante viaggio fotografico attraverso quattro anni di rovi Nel 1938, l'anno delle Tre ghinee di Woolf, il grande re
ne, massacri e degradazione: pagine e pagine raffiguranti gista francese Abel Gance mostrò in primo piano alcuni
chiese o castelli saccheggiati e distrutti, villaggi rasi al rappresentanti, della popolazione, in larga parte nascosta,
suolo, foreste devastate, piroscafi di linea silurati, auto degli ex combattenti sfigurati - les gueules cassées (« i musi
mezzi fracassati, obiettori di coscienza impiccati, prostitu- rotti») come venivano soprannominati in Francia - al mo-
14 Susan Sontag
mento culminante del suo nuovo ]'accuse. (Con lo stesso
consacrato titolo Canee aveva infatti realizzato, nel 1918-
19, una prima e più rudimentale versione del suo incom
parabile film contro la guerra.) Come nella sezione finale
del libro di Friedrich, il film di Canee si conclude in un
nuovo cimitero militare, non soltanto per ricordarci quan
ti milioni di giovani furono sacrificati al militarismo e al
l'inettitudine tra il 1914 e il 1918, nel corso di un conflitto
salutato come «la guerra per porre fine a ogni guerra»,
ma soprattutto per dar voce alla solenne condanna che
quei morti avrebbero sicuramente pronunciato contro i
politici e i generali europei se avessero saputo che, a di
stanza di vent'anni, un'altra guerra era alle porte. «Morts Assistere da spettatori a calamità che avvengono in un altro
de Verdun, levez-vous!» (Alzatevi, morti di Verdun!) escla paese è una caratteristica ed essenziale esperienza moder
ma il veterano impazzito protagonista del film, e ripete la na, risultato complessivo delle opportunità che da oltre un
sua ingiunzione in tedesco e in inglese: «Il vostro sacrifi secolo e mezzo ci offrono quei turisti di professione alta
cio è stato vano!». E la vasta piana cimiteriale vomita le mente specializzati noti come giornalisti. La guerra è ormai
sue moltitudini, un esercito di spettri zoppicanti, con il parte di ciò che vediamo e sentiamo in ogni casa. Le infor
volto mutilato e le uniformi marcite, che risorgono dalla mazioni su quel che accade altrove, definite<~», met
tomba e s'incamminano per ogni dove, seminando il pa tono in risalto i conflitti e la violenza - «Il sangue in prima
nico tra il popolo già mobilitato per una nuova guerra pa pagina» recita la collaudata linea guida dei tabloid e dei no
neuropea. «Riempitevi gli occhi di questo orrore! È la sola tiziari televisivi che danno informazioni flash ventiquat
cosa che può fermarvi!» grida il pazzo alle moltitudini tr'ore su ventiquattro-di fronte ai quali reagiamo con com
dei vivi in fuga, che lo ripagano con una morte da marti passione, indignazione, curiosità o approvazione, man
re. Egli può così unirsi ai camerati morti: un mare di spet mano che ciascuna miseria ci si para dinanzi agli occhi.
tri impassibili che travolge gli impauriti combattenti fu Già alla fine del XIX secolo ci si interrogava sul modo in
turi e le vittime della guerre de demain. La guerra respinta cui rispondere alla costante crescita del flusso di informa
da un'apocalisse. zioni sui tormenti della guerra. ~1899i.Gustav~. . M<J.Y.~
E l'anno dopo la guerra arrivò. nier, primo presidente del Comitato internazionale della
Croce
Rossa, scriveva: . . . .
Ora sappiamo ciò che avviene ogni giorno in tutto il mondo
... è come se le descrizioni fornite dagli inviati dei quotidiani
mettessero sotto gli occhi dei lettori [dei giornali] i feriti che
16 Susan Sontag . Davanti al dolore degli altri 17
agonizzano sui campi di battaglia, facendone risonare le grida Nelle prime guerre importanti di cui esistono resoconti
nelle loro orecchie ... fotografici, la Guerra di Crimea e la Guerra civile ameri
cana, e in tutte quelle che precedettero la Prima guerra
Moynier pensava al vertiginoso aumento del numero
mondiale, il combattimento vero e proprio era al di là
dei feriti tra i combattenti di ogni schieramento, le cui sof
della portata della macchina fotografica. Quanto alle f(!:
ferenze la Croce Rossa si prefiggeva di alleviare imparzial
tografie di guerra_ pubblicate, quasi tutte anonime, tra il
mente. Le armi introdotte poco dopo la Guerra di Crimea
)91i·e Ù 1918, esse generalmente adottavano - ne~la mi
(1854-56), come il fucile a retrocarica e la mitragliatrice,
sura in cui riuscivano a dare uri'içléa del terrore e della
avevano infatti notevolmente accresciuto la forza distrutti
~evastazione - un registro epico, ed erano di solito raffi
va degli eserciti. Ma anche se le agonie del campo di batta
gurazioni degli strascichi del conflitto: i paesaggi lunari o
glia erano diventate evidenti come mai prima agli occhi di
'disseminati di cadaveri la~ciati il}_~~egJtà ~?lla guerra di
chi si limitava a leggerle sulla stampa, era ovviamente
trincea; i villaggi francesi sventrati dal passaggio della
un'esagerazione, nel 1899, affermare di sapere ciò che suc
guè~;-;_ Per il monitoraggio fotografico della guerra che ci
cedeva «ogni giorno in tutto il mondo». E lo è ancora, ben è oggi familiare fu necessario attendere un radicale perfe
ché le sofferenze patite in guerre lontane oggi aggredisca
zionamento dell'attrezzatura professionale, cui si giunse
no davvero in diretta i nostri occhi e le nostre orecchie. Ciò nel giro di qualche anno: macchine fotografiche leggere,
I
che nel gergo giornalistico si definisce «il mondo» - «dateci , I come la Leica, con pellicole da 35mm che potevano essere
ventidue minuti e vi daremo il mondo», annuncia a più ri esposte 36 volte prima di dover ricaricare l'apparecchio.
prese nel corso di ogni ora una rete radiofonica -è (a diffe Divenne così possibile, se la censura militare lo permette
renza del mondo) uno spazio piccolissimo, sia per aree v;~ scat_t!1-Jg .fotografie nel .P!~~Q .. c:l~lla battaglia e studiare
geografiche sia per tematiche, e pretendiamo che quanto di da vicino le vittime civili o i soldati stremati e insudiciati.
I
esso vale la pena conoscere venga trasmesso in modo con L~~trefra c1v1le)p_agnofa .(ì,9-_36:.3'9)tu la prima guerra
ciso e vigoroso. I documentatà (<~c:operta;;) il}_§~_nso moderno, Qé!_~~ c:orpo
\'
La consapevolezza del cumulo di sofferenze prodotte ·arfotografi professionisti inviati in prima linea e nelle
: I
da un numero selezionato di guerre lontane è in qualche città bombardate, i cui scatti furono immediatamente
modo frutto di una costruzione. E, soprattutto nella for pubblicati su quotidiani e periodici sia in Spagna che al-
ma registrata su pellicola, balugina all'improvviso, viene 1' estero. La guerra mossa dagli Stati Uniti al Vietnam, la
condivisa da molte persone, e poi svanisce. Contraria prima seguita giorno dopo giorno dalle telecamere, fece
mente a un resoconto scritto - che, a seconda della com conoscere al fronte interno una nuova tele-intimità con la
plessità delle idee, dei riferimenti e del lessico, è indiriz morte e la distruzione. Da allora, le battaglie e i massacri
zato a una cerchia di lettori più o meno estesa - una filmati mentre si svolgono sono divenuti un ingrediente
fotografia possiede una sola lingua ed è potenzialmente abituale dell'incessante flusso di intrattenimento dome
destinata a tutti. stico riservatoci dal piccolo schermo. Creare una nicchia