Table Of ContentCOME ANDARE
A MESSA
E NON PERDERE
LA FEDE
NICOLA BUX
COME ANDARE
A MESSA
E NON PERDERE
LA FEDE
con un contributo di
Vittorio Messori
PIEMME
Ad Anita
I Edizione 2010
© 2010 - EDIZIONI PIEMME Spa
20145 Milano - Via Tiziano, 32
[email protected] - www.edizpiemme.it
Stampa: Mondadori Printing S.p.A. - Stabilimento NSM - Cles (Trento)
Intenti
Ancora una volta ho ceduto a Vittorio Messori: scrive
re sulla messa. Da dove cominciare? La liturgia cristia
na subisce ai nostri tempi una violenza sottile: i suoi riti
e simboli sono desacralizzati o sostituiti da gesti pro
fani. In ritardo sulle ideologie in frantumi, si ricorre a
simboli fatti da mano d’uomo, idoli - la bandiera arco
baleno usata come stola o tovaglia d’altare - ci si sba
razza dell’efficacia potente e divina del sacramento, del
suo valore di aspirazione dell’uomo al trascendente,
anzi si trasferisce su quelli il significato, sorta di sacra
mento laico, totalitario e oppressivo. Ne vengono apa
tia, amarezza, superficialità. Come uscire da questa crisi
della liturgia e della Chiesa?
In questo frangente della storia in cui l’immoralità e
l’amoralità dilagano, non solo nell’etica ma anche nel
culto, il Papa ci sta richiamando in tutti i modi alla con
versione, serve la liturgia, perché: «All’inizio dell’esse
re cristiano non c’è una decisione etica o una grande
idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una
Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò
la direzione decisiva»1. La vera liturgia presuppone che
Dio risponda e mostri come noi possiamo adorarlo. 1
1 Benedetto XVI, Lettera enciclica Deus caritas est, 1.
INTENTI 7
Pertanto la riforma di papa Benedetto XVI - miran tendenza all’“autodeterminazione” della cultura laicista
te a superare «le deformazioni al limite del sopportabi e alla “sottomissione” predicata dai musulmani, la fede
le»2 e l’idea che la liturgia possa essere fabbricata - deve
cattolica con la sua liturgia perenne, ci indica il cammi
rimettere il rito, il sacramento nel sacro, ristabilendo i
no della partecipazione nell’obbedienza. Se vogliamo
diritti di Dio a essere adorato come lui vuole, inverten
dare un contributo, dobbiamo domandarci se siamo
do la pericolosa tendenza a creare riti contingenti che
disponibili. La liturgia chiede la risposta: la responsabi
assecondano i bisogni dell’uomo o dell’assemblea. L’in
lità è la conversione dell’io all’avvenimento presente in
terazione tra questi due processi tende a promuovere
essa: Gesù il Signore, Dominus Iesusl - le espressioni
l’idea di culto razionale, specchio della fede e non pre
latine nel libro, se il lettore si cimenterà nel leggerle, rive
giudizialmente ostile alla ricerca del trascendente da
lano l’efficacia della nostra lingua “madre” che schiude
parte degli uomini. E questo il risvolto liturgico dell’in
l’universalità della Chiesa - perciò nessuno è meno cri
vito di Benedetto XVI ad aprire un “cortile dei gentili”,
stiano di chi vuol cambiare la liturgia, invece di se stesso.
affinché «l’uomo non accantoni la questione su Dio
La messa, sia nella forma ordinaria postconciliare - se
come questione essenziale della sua esistenza»3. Non
celebrata secondo le norme - sia in quella straordinaria
aveva la Chiesa provveduto a questo con atri, pronai e
ripristinata dal Papa, dimostra di saper resistere alle de
narteci davanti alle basiliche? Non sono aperte per que
formazioni e di rimettersi in forma, ri-formarsi.
sto le nostre chiese anche fuori delle funzioni liturgi
La riforma è martirio quotidiano, a ogni generazione.
che? Bisogna tornarci, per ravvivare la fede che si va
In questo i cattolici bypassano i protestanti. I cristiani
spegnendo in molte parti della terra: è «nel rapporto
devono essere pronti al martirio per Gesù, e non c’è
con la liturgia che si decide il destino della fede e della
modo migliore di resistere che andare a messa, il sacrifi
Chiesa» si legge nella quarta di copertina dell’edizione
cio del martire per eccellenza. La messa è il rendimento
italiana del primo volume dell’ Opera omnia del papa
di grazie, anzi la restituzione del riscatto pagato per noi
Benedetto XVI. E nella prefazione al volume: «Prima
al maligno, onde Gesù è chiamato Redemptor. «Sulla
di tutto Dio; questo ci dice l’iniziare con la liturgia; là do
croce egli operò una grande compera; là sborsò il nostro
ve lo sguardo su Dio non è determinante, ogni altra co
sa perde il suo orientamento»4. prezzo; quando il suo fianco fu aperto dalla lancia del
Comincia di qui la riforma. Proprio Messori ricorda soldato che lo colpì, ne sgorgò il prezzo di tutto il
che la più potente arma cristiana è la riforma continua, mondo. Furono comprati i fedeli e i martiri, ma la fede
quella che ciascuno comincia da se stesso, il desiderio dei martiri venne messa alla prova: il sangue ne è testi
e la ricerca di santità personale5. Di fronte alla diffusa mone. Quello che per loro fu speso lo restituirono, e così
adempirono ciò che Giovanni dice: “Come Cristo ha
2 Id., Lettera ai vescovi in occasione della pubblicazione del motu proprio Sutn- dato per noi la sua vita, così anche noi dobbiamo dare la
morum Pontificum, 7 luglio 2007, 5.
vita per i fratelli” (cfr. Giovanni 3,16)»6.
3 Id., Discorso alla Curia Romana, 21 dicembre 2009.
4 Id., Teologia della liturgia, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010.
5 Cfr. V. Messori, Perché credo, Piemme, Casale Monferrato 2008, p. 21. 6 Sant’Agostino, Disc. 329 nel natale dei martiri·, PL 38,1454.
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INTENTI 9
La messa serve a salvare le anime: Egli le ha già sal
e
vate, mediante il suo sangue davvero prezioso; qui
soprattutto risplende la gloria di Dio. E poi nella messa
il Signore diventa contemporaneo a noi, a ogni messa
sempre più vicino a noi. La messa è una festa? Una festa
drammatica della fede protesa alla speranza: perciò è
l’anticipo del paradiso.
Se è vero che la Scrittura copre sotto il senso storico
o letterale che è fondamentale, quelli spirituali (allego
rico, morale e mistico), anche la messa in cui la rivela
zione diventa liturgia contiene tali sensi e vanno cono
sciuti. L’hanno fatto Giovanni Crisostomo e Gregorio CCC Catechismo della Chiesa Cattolica, 1992.
Magno, Agostino e Teodoro di Mopsuestia, ma anche EE Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Ecclesia
teologi e pastori come Remigio di Auxerre con VExpo- de Eucharistia, 2003.
sitio Missae e Durando di Mende col Rationale Divino- MD Pio XII, Lettera enciclica Mediator Dei, 1947.
rum Officiorum che attestano l’importanza che sempre MF Paolo VI, Lettera enciclica Mysterium fidei,
ha avuto la giusta comprensione della messa e dei suoi 1965.
riti da parte dei fedeli. Oggi serve ancora più capire RS Congregazione per il Culto Divino e la Disci
come andare a messa, perché quando si va - incredibi plina dei Sacramenti, Istruzione Redemptionis
le a dirsi - si rischia di perdere la fede! Eppure, la messa sacramentum, 2004.
serve alla testimonianza della fede, a difenderla e diffon OGMR Ordinamento Generale del Messale Romano,
derla: nella messa avviene l’adorazione del Signore Cri ed. typica latina III, ed. it. Cei 2004.
sto nei nostri cuori che consente di dare ragione agli SC Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzio
uomini e donne del nostro tempo della speranza che è ne de Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium,
in noi, con dolcezza, rispetto e retta coscienza (cfr. 1 Pie 1963.
tro 3,17); senza vanto ma con la benignità e la pazienza SCa Benedetto XVI, Esortazione postsinodale
dell’amore (cfr. 1 Corinzi 13). Sacramentum caritatis, 2006.
Le sigle delle fonti patristiche e conciliari sono quel
le convenzionali.
10 INTENTI
sigle 11
I.
IN CHE CONDIZIONI È LA MESSA
Agostino e le zampe di pollo
Quanti sono i cattolici praticanti in Italia? Su inter
net ci sono sondaggi per tutti i gusti. Tanti cattolici si
dicono praticanti ma non vanno a messa, pur frequen
tando santuari e mete di pellegrinaggio religioso. Quan
to ha influito l’attuale situazione relativa alla celebrazio
ne eucaristica, colpita da trascuratezza da parte dei
sacerdoti e ignoranza da parte dei fedeli? Il risultato: se
la messa è noiosa e priva di significato, si abbandona la
pratica.
Nell’arca di sant’Agostino a Pavia, sono raffigurati
con le zampe di pollo, simbolo demoniaco, Ario che ha
negato la divinità di Gesù, Pelagio che ha negato la Gra
zia e Donato che ha combattuto l’unità della Chiesa. Og
gi possiamo individuare le stesse eresie nella liturgia: il
santissimo Sacramento messo in un angolo, non indica
più nel tempio la permanente presenza divina; la sede
del sacerdote sempre più imponente e visibile a scapito
dell’azione invisibile ma efficace della grazia sacramen
tale; il rito incentrato sulla comunità locale, non riman
da all’unità cattolica. Giovani che avevano chiesto al ret
tore di una basilica pontificia il permesso di celebrare la
I. IN CHE CONDIZIONI È LA MESSA 13
È ascrivibile tutto questo alla riforma liturgica? Co
messa tridentina, nota come “forma straordinaria”, si
sa è successo? Paolo VI riteneva che “il fumo di satana
son sentiti rispondere: qui comando io, il Papa a Roma;
fosse entrato nel tempio”. Benedetto XVI insiste che il
gli hanno replicato: permettete agli ortodossi di celebra
re i loro riti eppure non sono - come si suol dire - in male viene da dentro la Chiesa. E tempo di grave crisi
comunione piena; il rettore tronca: siete reazionari. imputabile in gran parte al crollo della liturgia, come ha
Se non è così, mi chiedo: è immaginabile che un re detto quando era ancora cardinale. Se non si crede che
sponsabile della liturgia di una grande diocesi si sfoghi Gesù Cristo è presente nel Sacramento, che è il sacro
con un religioso dicendo: la cosa che più mi dà fastidio che possiamo toccare, allora la liturgia non è “sacra”,
è la comunione in ginocchio? Oppure che un prete non ha senso: a chi si rivolge? Già, al popolo.
dica: non mi interessa il crocifisso sull’altare? C’è poi Dall’osservatorio francese si nota che «liturgicamen
chi odia la pianeta, l’indumento che il sacerdote veste te, la Chiesa è ai nostri giorni un grande malato. I litur
per la messa, su cui ha prevalso dopo il concilio la casu gisti di Benedetto XVI, e lo stesso Benedetto XVI, po
la, più per tendenza che per praticità; la prima lo è di trebbero agire diversamente che con la medicina dolce
più, infatti resiste ancora e ce ne sono di bellissime al dell’esempio: quello del Sovrano Pontefice, quello dei
cui confronto le casule impallidiscono; solo che d’esta- vescovi che vorranno dare l’esempio dietro il suo esem
te diventa opzionale. Insomma un odio contro le pia- pio?»1. Così la crisi della Chiesa è dovuta alla crisi della
nete, cioè contro la nostra storia. liturgia, diventata senza regole, fai-da-te, dimentica del
Un altro prete, vedendo una persona che ricevuta la diritto di Dio, lo ius divinum.
comunione si era inginocchiata devotamente in raccogli Tutto questo è imputabile al concilio Vaticano II?
mento, le si è messo in ginocchio davanti per irriderla.
Non è giusto, ma è vero che le istruzioni venute dopo,
Roba da psicopatologia. Per non parlare di una storia di
spesso contradditorie, vi hanno contribuito drammati
pissidi con particole consacrate avanzate a una concele
camente, facendo della liturgia sacra e immutabile, una
brazione, poggiate prima su una credenza all’aperto,
pièce da recitare a soggetto, quindi del tutto cangiante.
poi, prelevate da un prete coscienzioso, che si mette alla
Esiste un diritto di Dio a essere adorato: l’ha rivela
ricerca di un tabernacolo in cui deporle. Il più vicino era
to a Mosè ordinando nei dettagli la forma della dimo
pieno. Allora il parroco gli dice: le metta in quello stan
ra in mezzo al suo popolo e del culto da celebrare; Gesù
zino, tanto non entra nessuno. Possibile che un “uomo
ha descritto alla samaritana come adorare il Padre, e
di Dio” - così la gente un tempo definiva il prete - arri
agli apostoli come preparare l’ultima cena. Il Signore
vi a tal punto?
non tollera che la sua competenza sia usurpata: il cul
C’è chi sostiene che non bisogna imitare il Papa nelle
to gli appartiene. Dal substrato giudaico all’impostazio
sue celebrazioni: Oh bella! E le messe che celebriamo
ne apostolica questo è lo ius divinum nella sacra litur-
nell’orbe cattolico romano e latino di che rito sono?
Dove è andata a finire l’unità del rito di cui parla la co
1 C. Barthe, La Messe à l’endroit: pastorale de la réforme, L’Homme Nouveau,
stituzione liturgica (SC 38)? Hora decima, Orthez 2010, p. 71.
I. IN CHE CONDIZIONI È LA MESSA 15
14 I. IN CHE CONDIZIONI È LA MESSA
già: ma non è riconosciuto, come prova il fatto che pre to il battesimo: «Credi dunque che là vi è la presenza
ti e gruppi la disfano a piacimento. Il metodo per ritus della divinità. Crederesti, infatti, alla sua azione e non
et preces, i riti e le preghiere attraverso cui la costitu crederesti alla sua presenza? Come potrebbe seguirne
zione liturgica (48) prescrive che avvenga la compren l’azione, se prima non precedesse la presenza?»2. E un
sione della liturgia è sostituito da una colluvie di paro mistero antico quello della presenza divina, dal primo
le: il prete pensa che se non spiega, i riti non funzionino all’ultimo libro della Bibbia. Gesù, molti «lo pregava
quanto a efficacia. Ma, si può chiedere alla liturgia di no di poter toccare almeno l’orlo del suo mantello. E
diventare catechesi? Così, siamo immersi nella bana quanti lo toccavano guarivano» (Matteo 14,36); perché
lità; ai bambini si impedisce di partecipare a liturgie la sua carne, donata nel Sacramento è la fonte della vita
solenni con il pretesto di peculiari esigenze psicologi che guarisce e trasfigura l’uomo: «Tutta la folla cerca
che, pensando che non capiscano e invece li si priva
va di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sana
dell’incontro col mistero divino attraverso lo stupore,
va tutti» (Luca 6,19).
il silenzio, l’ascolto, la musica sacra, la preghiera e il rin
graziamento come è avvenuto per noi da piccoli, e sia
mo cresciuti nella fede attraverso la partecipazione alla Non si va in paradiso
liturgia cattolica della Chiesa, col suo respiro univer
se non si ubbidisce al Papa
sale. I piccoli non desiderano diventare grandi e stare
con i grandi?
Da più parti si indicano le cause che hanno favorito
Giovanni Paolo II, nel 2004, ha promulgato l’istru
l’odierna crisi della fede: nei seminari si studia Karl
zione Redemptionis sacramentum per richiamare all’or
Barth e Karl Rahner invece di sant'Agostino e san Tom
dine, ma molti la ignorano, la snobbano o la rigettano.
maso; non si capisce quale sia il pensiero cattolico, lo
Perché? San Benedetto scrive nella regola: «Nihil Operi
si ritiene una silloge di altri pensieri; si confonde la filo
Dei praeponetur (43, 3)» - niente si anteponga all’uffi
sofia e la teologia, non distinguendo l’ordine naturale
cio divino -: l’idea che la liturgia sia opera divina, opus
da quello soprannaturale; si propone una fede senza
Dei, che scenda dall’alto, “il cielo sulla terra” dice
dogmi. Si è coniata la categoria di “martire del dialo
l’oriente cristiano, si è smarrita: no, la facciamo noi dal
go” al posto di martire della fede come è sempre stato
basso; così, come ironizza qualcuno, gli altari sono
per i martiri di tutti i tempi, in quanto il dialogo è ri
diventati “bassari”, tavoli da avvicinare al popolo e non
tenuto più importante dell’annuncio della verità che
luoghi alti a cui salire, come al Golgota, per il sacrificio
dischiude ai pagani la ricchezza del mistero di Cristo;
di Cristo e nostro. Il cielo non lo conquistiamo saltan
la Chiesa non è ritenuta maestra, ma alla pari col mon
do verso l’alto, diceva Simone Weil, il cielo deve scen
do; l’autorità episcopale è sostituita dal democrati
dere! Perché riaccada tutto questo ci vuole la fede nella
cismo, la collegialità daH’assemblearismo; da parte di
presenza del Signore Gesù tra noi. Sant’Ambrogio inse
gna ai fedeli cosa debbano credere dopo aver celebra
2 Sant’Ambrogio, De mysteriis, 8; SCh 25 bis, 158.
16 I. IN CHE CONDIZIONI È LA MESSA I. IN CHE CONDIZIONI È LA MESSA 17
conferenze episcopali e singoli vescovi vengono emanati corti che un concilio è soltanto un momento straordi
documenti contrastanti con quelli pontifici. La Chiesa nario di Chiesa per rilanciare il dialogo di Cristo con
non è più unisona nell’insegnamento della dottrina. Me l’uomo. La Chiesa non è un concilio permanente, né
glio non ostentare certezze ma dubbi e opinioni. Secon può cambiare la fede e a un tempo chiedere ai creden
do il cogito ergo sum cartesiano, la prima disposizione ti di rimanere fedeli a essa, perché «L’eucaristia presup
dell’uomo sarebbe il dubbio. L’esatto contrario dello stu pone la comunione ecclesiale» (EE 35), la comunione
pore che serve nella liturgia, anzi che deve provocare in della Chiesa una, santa cattolica e apostolica, fatta di
noi. Questa interpretazione ha segnato tutta la moder vincoli invisibili e visibili quali la professione di fede, i
nità. Ma ne Le passioni dell’anima, Cartesio scrive che il sacramenti, il governo ecclesiastico e la comunione ge
primo affetto dell’uomo è l’ammirazione. Quindi a ben rarchica (LG 14) (cfr. EE 35 e 38). Pertanto, la Chiesa
vedere ha dovuto ammettere che ciò che permette per è intimamente obbligata verso la parola di Dio e verso
fino il dubbio sulla realtà è averla ammirata. E proprio la tradizione. La Chiesa è Cristo presente qui e ora, che
perché cerco un senso e una verità, che in un secondo educa i cristiani all’esperienza della fede che cambia la
momento posso dubitarne, altrimenti non sarebbe nean vita della persona; la verifica esistenziale della fede, di
che possibile il dubbio. ceva don Giussani, è antidoto a ogni tradimento.
Poi, siamo alla riduzione politica della liturgia, attra Immaginiamo per un attimo che la Chiesa di Roma
verso l’annullamento delle differenze tra celebrante e avesse seguito coloro che si rinchiudevano nei circoli
popolo, deU’affermazione della comunione come luogo specialistici continuamente scontenti della Chiesa: essi
in cui esprimere rivendicazioni sociali. E avvenuta la negavano la crisi del mondo, anzi la vedevano, special-
corruzione egalitaria dell’idea di comunione: si è di mente dopo il concilio, come totalmente buona; quin
menticato che il sacerdote è mediatore tra Dio e l’uo di postulavano l’inutilità della Chiesa. Per fortuna, insie
mo, che in tal senso lo rappresenta nell’assemblea litur me alla Scrittura i cristiani hanno nel Papa un antivirus
gica. Se la liturgia ha, come si suol dire, una dimensione visibile contro il conformismo: il «pastor de la Chiesa
politica, questa consiste solo nell’affrettare il regno di che vi guida», ammonisce Dante nel V canto del Para
Dio e la sua giustizia nel mondo e ciò accade se si pra diso «questo vi basti a vostro salvamento». Solo l’obbe
tica la riconciliazione. dienza ci manifesta con certezza quale sia la volontà di
Il concilio Vaticano II è ritenuto dai progressisti un Dio. E vero che il superiore può errare, ma non il Papa:
superdogma, sebbene ritengano scientifica la critica a comunque chi obbedisce non sbaglia. Se il Papa è il
tutti gli altri concili; dai regressisti, la fonte dei mali vicario di Gesù Cristo e ha ereditato le chiavi di Pietro,
della Chiesa odierna; entrambi però concordano su quan non entra in paradiso chi non obbedisce a lui, soprat
to non fanno che rammentare: è stato un concilio pasto tutto in materia sacramentale: «Ciò che legherai sulla
rale; ma si dividono subito dopo nella lettura dei suoi terra sarà legato nei cieli» {Matteo 16,19). Scrive san-
documenti slegati dal contesto della tradizione catto t’Ambrogio, che non hanno l’eredità di Pietro coloro
lica. Quasi cinquant’anni son passati e non si sono ac che non riconoscono la fede di Pietro.
18 I. IN CHE CONDIZIONI È LA MESSA I. IN CHE CONDIZIONI È LA MESSA 19