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Scienze della comunicazione
Ia edizione, marzo 2017
© copyright 201b7y Carocci editore S.p.A., Roma
Realizzazione editoriale: Omnibook, Bari
Finito di stampare nel marzo 2017
da Digitai Team, Fano (PU)
978-88-430-8637-5
ISBN
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(art. 171d ella legge 22a prile 194n1. ,6 33)
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Indice
Introduzione 9
Disintermediazione e nuova sfera pubblica
I. 15
1.1. Italiani sempre più smart e più digita! 15
1.2. Comunità, territori e "innovatori diffusi" 24
1. 3. Lo spazio dei corpi intermedi nella democrazia digitale 26
1.4. Il lobbismo e i nuovi portatori d'interesse legittimi 29
1.5. Neopopulismo virtuale e sentimento anticasta 33
La comunicazione della fiducia
2.
e quella della manipolazione 41
2.1. Il ruolo dei mass media nel mondo interconnesso 41
2.2. I corpi intermedi naturali e la fiducia 45
2.3. I soggetti dell'economia civile e i modelli di Big Society 49
2.4. La Chiesa alla ricerca di un nuovo dialogo con i fedeli 52
2.5. I partiti leggeri che perdono iscritti ed erogano servizi 54
2.6. Le fondazioni: think tank o estensioni dell'io? 5 7
. I poteri forti e la comunicazione debole 61
3
3.1. Il riposizionamento delle associazioni di categoria 61
3.2. Il sindacato tra crisi e voglia di selfie 65
3.3. L'Associazione nazionale magistrati sedotta da Twitter 72
3.4. Il mondo cooperativo alle prese con la sharing economy 74
3.5. I corpi intermedi e la legislazione europea 77
4. Individualismo, nuove fratture sociali
e ricette di civismo
81
4.1. Senso civico, partecipazione e neorappresentanza 81
4.2. Neofratture: i linguaggi delle élite e degli esclusi 84
4.3. La difesa del bene comune tra senso civico e fai da te
90
4.4. Dall'art. 24 alla Carta della Partecipazione 93
4.5. Partecipazione cittadinanza attiva e buone app 99
2.0:
5. I nuovi protagonisti
dell'economia leggera e condivisa
103
5.1. Disintermediazione come sharing economy
103
5.2. Le app che riconfigurano i servizi e ilfoodtech
106
5.3. Fintech, banche e nuovi intermediari
109
il
5.4. Il crowdfundinge digitai wealth management 112
5.5. La nuova grammatica urbana: dai coworking aifab lab n5
6. Stili internazionali, reintermediazione
e neorappresentanza
119
6.1. I think tank a vocazione sovranazionale n9
6.2. Dal MEDEaF N ESTAco:m e comunicano gli altri 123
6.3. Reti diffuse e cittadinanza attiva transnazionale 126
6.4. Il lessico del passato e quello del futuro 128
6.5. Strategie di reintermediazione e sillabari postcrisi 130
s
Bibliografia 13
RingraziRainmgraezino tAnito nio Belloni, Marco Cacciotto, Maralin
da Degiovanni, Andrea Di Camilla, Mattia Diletti, Mauro Fanfani, Paolo
Galvani, Alessandro Gandolfo, Gabriele Guarisco, Vesna Lucca, Silvia Lu
raghi, Aristide Malnati, Federico Moro, Sergio Na va, Alessandro Rosina,
Vanni Rinaldi, Andrea Rapisardi, Antonio Lafìosca, Luisa Steiner Rollier,
Eleonora Voltolina per avermi supportato nelle ricerche; tutti i protagoni
sti della sharinge deellca doingoiimntyna oiv cahet hoi aovunto occasione
di intervistare per le testate del Gruppo24ore per cui collaboro e i colle
ghi Maria Cristina Origlia, Giovanni Mediali e Luigi Dell'Olio, con cui
mi sono confrontata tante volte su questi temi; i consiglieri regionali della
Lombardia (Lxeg islatura, Commissione Affari istituzionali e Commissio
ne Attività produttive) che mi hanno permesso di assistere alle audizioni
e ai processi legislativi in corso sui temi della rappresentanza di interessi e
dell'innovazione. Ma, soprattutto, i tanti rappresentanti dell'a ssociazioni
smo civico con cui ho avuto occasione di collaborare a diverse esperienze di
cittadinanza attiva, che hanno reso più consapevole il mio sguardo sul valo
re della partecipazione alla cura del bene comune. Grazie a Franco Spirito,
Mauro Cagliati, Tina Lavarda, Riccardo Boschet, Madela Canepa, Andrea
Amato, Fabiola Minoletti, Silvia Passerini, Pier Franco Lionetto, Stefano
Piccardo e molti altri che contribuiscono, ogni giorno, con il loro impegno
gratuito e il loro presidio costante, a rendere migliori le città in cui viviamo:
questo libro lo dedico a loro.
Notmae todolLaoddgovie cnoan s i riscontrano rimandi bibliografici, i te
sti sono stati raccolti dall'autrice con lo strumento dell'intervista.
Introduzione
La disintermediazione è un processo o la somma di tanti processi
che hanno investito la società globale con l'avvento di Internet e,
successivamente, con lo sviluppo dei social media e delle piattafor
me collaborative, generando una profonda mutazione dei rapporti,
dei legami e delle regole che la normavano. Se l'utilizzo del termine
"disintermediazione" viene fatto risalire al profetico libro di Paul
Hawken The Next Economy (1983), il suo uso (o abuso) nei contesti
più disparati ne rende, in parte, difficile la disambiguazione. Tutta
via, in ogni contesto all'interno del quale si sia potuto osservare il
fenomeno, dall'ambito bancario a quello dei trasporti, dal settore
del turismo all'informazione, le dinamiche sono le stesse e hanno
a che fare con la scomparsa degli intermediari che presidiavano,
fino a un dato momento, quelle filiere (dell'economia, della politi
ca, della cultura). Le nuove tecnologie consentono oggi agli utenti
di accedere autonomamente a un gran numero di beni, attività e
servizi che, nelle tradizionali società di massa, richiedevano la pre
senza di figure di mediazione preposte. La scomparsa dei mediatori
comporta, in genere, come prima ricaduta, a beneficio degli utenti,
l'abbattimento dei costi normalmente applicati da ciascun distri
butore sul valore del bene a ogni passaggio di canale. Per usare la
definizione di Antonio Belloni, consulente aziendale ed esperto
delle tematiche legate ai processi di disintermediazione: «La disin
termediazione funziona dove toglie un ostacolo. Produce dei danni
quando invece elimina dei passaggi che generano valore». Ma non
si tratta soltanto di innovazione di processi e digitai disruption. Con
la disintermediazione si assiste non solo alla distruzione di vecchi
modelli di business e di consumo, ma a una vera e propria rottu
ra dei paradigmi che sottostavano all'organizzazione di ognuno di
quei processi di produzione, distribuzione e consumo. Addirittura
di trasmissione del sapere e di costruzione (o distruzione) dell 'opi-
9