Table Of Contentwww.medicalsystems.it ISSN1120-6756
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Tariffa Stampato a Genova 2006
... il futuro ha il cuore antico MEDICALSYSTEMSSpA
Edizione Italiana: Numero 0 - Luglio 2005 Editore:
Caleidoscopio
Letterario
Francesco Urbano
Alle basi del
Bioterrorismo: un
approccio storico alla
Guerra Biologica
Direttore Responsabile Direttore Culturale
Sergio Rassu Maria Teresa Petrini
38
... il futuro ha il cuore antico MEDICALSYSTEMSSpA
Via Rio Torbido,40 - Genova (Italy) Tel. 010 83.401
Stampato a Genova 2006
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07100Sassari
Alle basi del Bioterrorismo:
Francesco Urbano un approccio storico alla Guerra Biologica
Premessa
La fantasia dell'uomo sia nel bene che nel male non ha
mai avuto limiti e il bioterrorismo costituisce la peggio-
re applicazione di tale capacità umana. Se qualcuno
ritiene che il bioterrorismo sia solo una conseguenza dello svi-
luppo che le scienze biologiche e mediche hanno avuto nell'ulti-
mo secolo ed in particolare negli ultimi decenni, compie un
enorme errore. Il dott. Francesco Urbano con il presente lavoro,
che d'altra parte costituisce la sua tesi di specializzazione in
Igiene e Medicina Preventiva, ci ha mostrato un aspetto poco
noto e spesso sottaciuto della guerra, cioè l'uso sin dall'antichità
di un qualcosa che non solo danneggia materialmente i soggetti
colpiti ma che genera ansia e più spesso paura anche nei non col-
piti. Causare la malattia era prerogativa delle divinità e l'uomo
ad un certo punto capisce che può sostituirsi alla divinità nel
provocare la malattia. I soggetti colpiti in tal modo non solo si
ammalano ma sentono che hanno il fato contro di loro.
L'avvelenamento dei pozzi con segale cornuta da parte degli
assiri o l'inquinamento dell'acqua con carcasse di animali da
parte degli egiziani, poi dei greci ed infine dei romani sono solo
un esempio di quanto sia antica la guerra biologica. Il lavoro del
dott. Urbano presenta una puntuale, interessante e ampia rasse-
gna dell'uso dei mezzi biologici (veleni naturali, microrganismi
e loro tossine), delle occasioni in cui tali mezzi sono stati utiliz-
zati, dall'antichità ai nostri giorni, e di quanto, negli anni della
Guerra fredda, diversi Paesi, soprattutto le super-potenze,
hanno fatto per dotarsi di armi biologiche. L'autore, che non
dimentica di essere un medico militare e un medico igienista,
sottolinea, tra gli altri, anche alcuni aspetti strettamente connes-
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Alle basi del Bioterrorismo:
Francesco Urbano un approccio storico alla Guerra Biologica
si sia alla organizzazione della Sanità militare che a quella della
Sanità pubblica soprattutto in relazione agli eventi di bioterrori-
smo che negli ultimi decenni hanno colpito non solo il mondo
occidentale. Di particolare utilità risultano sia gli allegati relati-
vi alle convenzioni internazionali che la ricchissima bibliografia.
Prof. Nicola Comodo
Direttore Dipartimento di Sanità Pubblica
Direttore Scuola Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva
Università degli Studi di Firenze
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Alle basi del Bioterrorismo:
Francesco Urbano un approccio storico alla Guerra Biologica
1. Introduzione
1.1. Premessa
La premessa di questo lavoro è costituta dalla convinzione che solo
un approccio storico, in altre parole la pur sintetica conoscenza di
come gli eventi salienti di un determinato processo si siano succedu-
ti, permetta la piena comprensione d'argomenti complessi quali quel-
li costituenti l'inscindibile binomio guerra biologica/bioterrorismo.
Specialmente il bioterrorismo, come ben noto agli addetti ai lavori,
rappresenta, in maniera fortemente crescente nel corso dell'ultimo
ventennio, un problema angoscioso per la Sanità Pubblica e una sfida
che i Sistemi Sanitari dei paesi più evoluti si trovano ad affrontare,
essendo spesso del tutto impreparati ad essa (1, 2).
La disciplina dell'Igiene e Sanità Pubblica è certo quella, in ambito
medico-scientifico, che più si avvale di un approccio multidisciplinare;
si può anzi affermare che rappresenta essa stessa nient'altro che un
modo per inquadrare organicamente conoscenze e procedure mutuate
da altre discipline con finalità squisitamente pragmatiche e operative.
Sebbene molte altre discipline mediche (Microbiologia Clinica,
Medicina di laboratorio, Infettivologia, Medicina Militare solo per fare
qualche esempio, ma anche Veterinaria (3, 4, 5) e Dermatologia (6, 7, 8)
si siano candidate a vario titolo come leaders negli studi, e altre abbia-
no semplicemente rivendicato un ruolo, come addirittura l'odontoia-
tria (9), com'è dimostrato dalla pletora d'articoli specificamente dedi-
cati negli ultimi anni alla loro funzione nel fronteggiare il bioterrori-
smo, solo l'Igiene (10), come materia intesa alla prevenzione dei pro-
blemi sanitari, ci pare la possibile vincitrice in tale metaforica gara.
È per tali tre motivazioni - il fatto che guerra biologica e bioterrori-
smo siano un problema emergente di Salute Pubblica e che l'Igiene
abbia finalità esplicitamente preventive e dimostri vocazione inter-
disciplinare - che non ci pare peregrino trattare tale argomento in que-
sto contesto, anche in considerazione del fatto che la materia, come
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Alle basi del Bioterrorismo:
Francesco Urbano un approccio storico alla Guerra Biologica
vedremo nelle righe successive, è di fatto orfana di una disciplina che
la studi in ogni suo aspetto e ne inquadri i contenuti complessivi.
L'interesse per tale problematica era un tempo appannaggio della
Sanità Militare delle varie Forze Armate; fin tanto che, nell'ottica di
una guerra clausewitzianamente classica, la minaccia di guerra biolo-
gica fosse rivolta alle Forze Armate delle nazioni e solo collateral-
mente alla società civile, tale appannaggio poteva forse risultare giu-
stificato; già con lo svilupparsi drammatico delle vicende belliche del
ventesimo secolo tale limitazione appare del tutto anacronistica e fal-
lace; la nascita, con i due grandi conflitti mondiali, del concetto di
guerra totale (11), non solo volta a minare le capacità operative delle
Forze Armate avversarie ma anche l'intera energia vitale delle nazio-
ni antagoniste, sconvolgendone le risorse produttive, demografiche,
economiche e finanche la volontà e il morale, ha determinato, nel
corso del ventesimo secolo, l'inversione del rapporto fra vittime mili-
tari e vittime civili di un conflitto, rimasto per millenni superiore ad
uno e sceso sotto tale soglia per la prima volta nel secondo conflitto
mondiale. Sono poche le “guerre in tempo di pace”, come sono defi-
nite quelle del secondo dopoguerra, che non abbiano coinvolto mas-
sivamente la popolazione civile degli sfortunati paesi coinvolti dagli
scontri. In tale contesto appare ovvio che la guerra stessa come feno-
meno/evento appaia come il più palese pericolo per quel concetto di
salute proclamato dall'OMS ad Alma Ata nel settembre 1978 e inteso
come completo benessere fisico, psichico e materiale. In tale ottica
deve essere interpretata la condanna della guerra e i tentativi, spesso
infruttuosi, d'eradicarla, al pari di una malattia infettiva, che costitui-
scono il più ambizioso obiettivo del consesso internazionale. A pre-
scindere da tali valutazioni, che esulano dagli scopi di questo lavoro,
bisogna tuttavia riconoscere che guerra biologica e bioterrorismo rap-
presentano un rischio tale per le popolazioni da dover costituire non
solo per la Sanità Militare, ma anche e soprattutto per la Sanità
Pubblica dei Paesi Sviluppati, argomento di ricerca e studio, oggetto
d'azioni preventive e materia di divulgazione, poiché trascurare que-
st'ultima e delegarla ad altri equivale a rinunciare a priori ad ogni spe-
ranza di serietà e correttezza. Molto si è fatto e si sta facendo in tal
senso: il numero di lavori pubblicati su riviste autorevoli è in aumento
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Alle basi del Bioterrorismo:
Francesco Urbano un approccio storico alla Guerra Biologica
esponenziale; tuttavia tali argomenti non costituiscono ancora oggetto
di trattazione sistematica né nei corsi di laurea di discipline sanitarie,
né nei corsi post-universitari. Parimenti le strutture del Sistema
Sanitario operanti sul territorio risultano solo parzialmente adeguate a
rispondere alla minaccia: non ne sono state create a hoc e ci si è limita-
ti a delegare la risposta ad altre già esistenti, non specializzate, spesso
già oberate d'attività routinarie e sostenute da personale non specifica-
mente preparato; la delega alle Regioni di potestà decisionali in ambi-
to sanitario, sicuramente auspicabile e foriera di miglioramento in
molti ambiti, ha portato in questo ad una pluralità di provvedimenti,
analizzati nel dettaglio in un lavoro della dott.sa Calderoni (12) - al
quale rimandiamo chi volesse approfondire la questione - spesso non
coordinati fra loro; al di là dall'inaccettabile variabilità dell'efficienza
della risposta, si deve costatare che tale pluralità risulta d'ostacolo alla
prontezza della risposta alla minaccia, elemento considerato unanime-
mente nel mondo come vitale per minimizzare i danni in caso d'attac-
co biologico.
Per quanto riguarda la Sanità Militare, invece, almeno in Italia, la
professionalizzazione delle Forze Armate (13), la progressiva riduzio-
ne del personale tecnico (medici, infermieri, tecnici di laboratorio etc.)
in servizio e dei fondi stanziati ed il parallelo incremento degli oneri
connessi con le “missioni di pace” condotte in aree di crisi ovunque
nel mondo, hanno determinato una forte limitazione degli studi con-
dotti in tale ambito; nonostante che i nuovi indirizzi strategici nazio-
nali, pubblicizzati dall'attuale governo con grand'enfasi, e che saran-
no ripresi in apposita sezione di questo lavoro, vedano fra le prime
priorità militari un “sensibile miglioramento nel settore della difesa
biologica”, tale fine è perseguito con la mera duplicazione del reparto
operativo a ciò preposto; misura che, per quanto certamente encomia-
bile specialmente nel contesto di riduzioni e tagli al bilancio, ci pare
francamente insufficiente, non commisurata all'esigenza e scarsamen-
te appropriata. In sintesi sia la Sanità Pubblica che quella Militare
paiono francamente arretrate rispetto allo svilupparsi degli eventi.
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Alle basi del Bioterrorismo:
Francesco Urbano un approccio storico alla Guerra Biologica
1.2. Scopo di questo lavoro
Scopo di questo lavoro è fornire il background storico indispensabi-
le tanto per l'operatore di Sanità Pubblica, quanto per il medico mili-
tare, per inquadrare correttamente le problematiche connesse a guer-
ra biologica e bioterrorismo: tale background ci pare elemento fonda-
mentale per ogni successiva valutazione dell'importanza e del valore
dei molti lavori recentemente pubblicati sull'argomento: pur rifacen-
dosi nella gran parte dei casi a lavori esplicitamente citati, ci pare
pleonastico, ma non inutile, ricordare che le opinioni espresse in esso
sono frutto di valutazioni personali dell'autore e non rappresentano in
alcun modo quelle d'Istituzioni Pubbliche o della Forza Armata alla
quale l'autore appartiene.
Tale lavoro non ha certamente pretese d'esaustività; rappresenta
solo l'insieme di alcuni degli elementi valutati come salienti, ritenuti
più suggestivi e chiarificatori della complessa problematica.
D'altronde il più che decennale interesse per l'argomento non ci ha
permesso di conoscere opere storiche dedicate ad una trattazione
compiuta della materia; le migliori revisioni critiche sull'argomento a
noi note, alle quali ci siamo abbeverati, utilizzandole quali preziose
basi di partenza e fonti bibliografiche per gli studi, peccano ancor più
di questo studio in tal senso.
1.3. Alcune definizioni
Il notevole vissuto emotivo determinato caratteristicamente dal
bioterrorismo e più genericamente dalla diffusione di malattie infetti-
ve, che in gran parte giustifica l'affermazione del bioterrorismo stesso
nell'ultimo decennio, ha determinato il grande interesse da parte dei
mass-media e l'attualità dell'argomento oggetto di questo lavoro, tanto
da permettere di qualificare il bioterrorismo, almeno negli ultimi cin-
que anni, una vera cover-story, alla quale ricorrere per innalzare l'inte-
resse del pubblico, alimentandone le paure.
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Description:È recen- tissima, del 6 settembre 2003, la notizia, riportata dai maggiori quoti- diani, che l'Amministrazione americana è assai preoccupata dalla pos-.