Table Of ContentBIBLIOTHECA SARDA
N.84
Franco Cagnetta
BANDITI A ORGOSOLO
prefazione di Luigi Maria Lombardi Satriani
In copertina:
Costantino Nivola, Senza titolo, 1966
INDICE
7 Prefazione PARTE TERZA
19 Nota bio-bibliografica 233 Capitolo I
Dati sulla criminalità in
25 Avvertenze redazionali Orgosolo
242 Capitolo II
BANDITI A ORGOSOLO
Dichiarazioni sull’ope-
Riedizione dell’opera: rato della polizia in Or-
Banditi a Orgosolo, Firenze, Guaraldi Editore, 1975. 31 Premessa gosolo (1954)
PARTE PRIMA 275 Capitolo III
Alcune osservazioni ge-
41 Capitolo I nerali sui rapporti tra Sta-
Orgosolo antica to, banditi e pastori in
Cagnetta, Franco Orgosolo
Banditi a Orgosolo / Franco Cagnetta ;
prefazione di Luigi Maria Lombardi Satriani. 70 Capitolo II
- Nuoro : Ilisso, c2002.
Etnologia d’Orgosolo 281 Nota di Alberto Moravia
285 p. ; 18 cm. - (Bibliotheca sarda ; 84)
I Lombardi Satriani, Luigi Maria apparsa come prefazio-
1. Orgosolo - Condizioni economiche e sociali
364.9459233 PARTE SECONDA ne all’edizione francese
117 Capitolo I
Scheda catalografica:
Cooperativa per i Servizi Bibliotecari, Nuoro Orgosolo e lo Stato
149 Capitolo II
I briganti “del 1899”
184 Capitolo III
© Copyright 2002
La “disamistade” di Orgo-
by ILISSOEDIZIONI - Nuoro
ISBN 88-87825-46-7 solo
UNO SGUARDO “ARISTOCRATICO”
Anni Cinquanta. Una società, quella italiana, fortemente
segnata da tensioni sociali e dominata da una forza politica
che, nel Quarantotto, aveva ottenuto la maggioranza dei
consensi grazie anche a una crociata anticomunista che divi-
deva il mondo della luce da quello delle tenebre, il mondo
dei valori da quello delle turpitudini, il mondo del bene da
quello del male.
Rigida dicotomia, dunque, senza margini, senza possibi-
lità concrete di dialogo.
Eppure, anni di fermenti ideali, di tensioni conoscitive, di
vivacità intellettuali, di realizzazioni artistiche, letterarie, cine-
matografiche, di produzioni scientifiche, di grandi aperture.
Appena qualche titolo, con valore esemplificativo di una
temperie culturale che, per quanto ampiamente nota, va an-
cora indagata nell’ampiezza delle sue articolazioni e puntuali
acquisizioni.
Nel 1945 appare Cristo si è fermato a Eboli, che, come è
noto, rappresentò uno shock per la cultura italiana. La realtà
del Sud – così carica di storia e così drammaticamente marca-
ta da condizioni socio-economiche radicalmente incompatibili
con un livello dignitoso di vita – irrompeva di fatto sulla sce-
na, costringendo tutti a prenderne atto. Le inchieste demarti-
niane, i panorami e le spedizioni dell’etnologo napoletano
innovano decisamente l’ottica con la quale era stata prevalen-
temente studiata la cultura contadina.1
Sul piano letterario e sociologico appaiono opere di grande
rilevanza volte a presentare, ovviamente con diversità di accen-
ti, tratti di una cultura degli oppressi sulla quale avevano forte-
mente pesato interdizioni, censure, stravolgimenti in chiave
1. Non a caso Panorami e spedizioni etnologici è il titolo che l’etnologo
napoletano dà alle trasmissioni radiofoniche da lui curate nel ’54-’55 relati-
ve ai suoi viaggi in Lucania; vedi E. de Martino, Panorami e spedizioni, a
cura di L. M. Lombardi Satriani e L. Bindi, Torino, Bollati Boringhieri, 2002.
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Prefazione
idilliaca. Si ricordino di Albino Pierro, Il paese sincero(1946); di “La disamistade di Orgosolo”; e su Nuovi Argomenti, che
Cesare Pavese, La casa in collina (1948) e, successivamente, pubblicherà poi l’inchiesta, “La Barbagia e due biografie di
La luna e i falò (1950); ancora di Carlo Levi, L’orologio (1950) barbaricini; Vita di Samuele Stochino, brigante di Sardegna,
e, successivamente, Le parole sono pietre. Tre giornate in Sicilia raccontata da sua sorella Genesia; Vita di Costantino Zunnui,
(1955); di Francesco Jovine, Le terre del Sacramento (1950); di pastore di Fonni, scritta da lui medesimo”.
Beppe Fenoglio, La Malora (1954); di Ignazio Buttitta, Lu pani L’“Inchiesta su Orgosolo” ha acquisito da tempo il valore di
si chiama pani (1954); di Ignazio Silone, Fontamara (1933), “classico”, sia per i risultati da essa acquisiti, che per il valore di-
Una manciata di more (1952) e, successivamente, Vino e pane rompente che ebbe per gli studi antropologici italiani. Cagnetta
(1955); di Rocco Scotellaro, È fatto giorno (1954) e, sempre stesso, nell’introduzione alla prima edizione italiana in volume
nello stesso anno, Contadini del Sud (1954) e, successivamen- pubblicata nel 1975 in una collana da me diretta per Guaraldi,
te, L’uva puttanella (1955); di Vasco Pratolini, Metello (1955); fornisce alcuni dati relativi alla “fortuna” della sua opera, al cla-
infine, per concludere questi richiami, necessariamente esem- more da essa suscitata, allo “scandalo” che essa costituì.
plificativi rispetto alla quantità delle opere pubblicate in questi La vicenda giudiziaria dell’inchiesta è opportunamente
anni, di Italo Calvino, I giovani del Po(1958). ricordata dallo stesso autore nella premessa al volume appe-
Per quanto riguarda la produzione cinematografica, sia suf- na citato e nella “Nota bio-bibliografica” che accompagna la
ficiente ricordare, di Luchino Visconti,La terra trema (1948); di presente edizione.
Giuseppe De Santis, Riso amaro (1949) e, successivamente, Indubbiamente, tale vicenda, a prescindere dal suo esito
Non c’è pace tra gli ulivi (1950); di Pietro Germi, In nome del- positivo, influì decisamente sull’allontanamento dalla ricerca
la legge (1949) e, successivamente, Il cammino della speranza antropologica “sul campo” e dall’Italia di Franco Cagnetta.
(1950). Certo, lo studioso tenne corsi di Antropologia Culturale nelle
Anche il documentarismo etnografico annovera opere di gran- Università francesi e seminari nell’ambito dell’insegnamento
de rilievo. È appena il caso di ricordare, anche qui a mero ti- di Storia delle tradizioni popolari, nella Facoltà di Lettere e
tolo esemplificativo, i celebri documentari di Luigi Di Gianni, Filosofia della Sapienza, tenuto negli anni Settanta da Diego
Lino Dal Fra, Vittorio De Seta, Michele Gandin e di numerosi Carpitella, e la cattedra di Antropologia Culturale presso l’Ac-
altri che presentano, con rigore, aspetti della società italiana cademia di Belle Arti di Roma dal 1975 al 1997, ma la frattura
lontani da quelli cari all’iconografia ufficiale. Né può essere ta- tra lo studioso e la ricerca empirica di fatto non sarà mai sa-
ciuto l’apporto dato da fotografi quali Federico Patellani, Fran- nata, anche se, rientrato in Italia, Cagnetta farà inchieste sulle
co Pinna, Ando Gilardi, André Martin, Mario Carbone, Caloge- borgate romane e soffermerà la propria attenzione sulle pro-
ro Cascio. stitute di una di queste, il Mandrione.
È questo lo scenario – qui tratteggiato per linee generalis- Lo studioso, con grande onestà intellettuale, afferma:
sime – nel quale una rivista diretta da uno dei più noti narra- «L’“Inchiesta su Orgosolo”, che esce per la prima volta in edi-
tori italiani, Alberto Moravia, dedica, nel 1954, un suo numero zione italiana ha fatto finora il suo cammino solo all’estero: le
monografico a un’inchiesta su Orgosolo; ne è autore Franco ragioni di questa “bizzarria editoriale” sono per un verso oc-
Cagnetta, uno studioso ventottenne, laureatosi a ventuno anni casionali, per l’altro profondamente personali. Occasionali
in filosofia nell’Università di Messina, dove quattro anni dopo quelle che mi hanno portato dagli anni ’50 ad oggi a vivere
diviene incaricato dell’insegnamento di Filosofia della Storia. negli Stati Uniti e in Francia; profondamente personali quelle
L’interesse di Cagnetta per la realtà sarda si era già con- dettate dalla mia volontà: non desideravo già allora – con
cretata in alcuni scritti pubblicati l’anno precedente su Società: l’affermarsi della società dei consumi e delle conseguenti
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Prefazione
operazioni di “recupero” sempre meno ho desiderato – che Ma ancora una volta, come ho già avuto l’occasione di
il mio studio potesse essere letto in chiave scandalistica as- notare in altra sede,2 vengono a formarsi nuove composizioni
sumendo un carattere di merce, assai lontano dai miei inten- politiche e vengono elaborate nuove mediazioni culturali; la
dimenti. Questo studio, infatti, voleva essere e vuole essere tensione sociale, i conflitti di classe e le spinte centrifughe
soprattutto – e direi quasi polemicamente “per aristocrazia” vengono sfumate, almeno nel disegno delle classi dominan-
– un contributo doveroso di uomo e di antropologo, di stu- ti, da provvedimenti legislativi blandamente riformisti, dal fa-
dioso di “tradizioni popolari”». vorire il flusso migratorio, da una prima attuazione dell’ordi-
Ma perché lo “scandalo” suscitato dall’apparizione del- namento regionale, da sistematiche repressioni poliziesche
l’inchiesta? che portano spesso a veri e propri eccidi contadini, attuati a
Come ho già ricordato all’inizio, siamo negli anni Cin- volte attraverso il braccio degli stessi banditi (si pensi alla
quanta; la società italiana è in fase di espansione capitalisti- strage di Portella delle Ginestre).
ca, la ricchezza che viene prodotta (ma a vantaggio di chi?) Il Sud viene, così, occultato nella drammaticità della sua
tende ad occultare le zone di sottosviluppo, il cui manteni- condizione e nella radicalità del suo bisogno, spesso esplicito,
mento è funzionale allo stesso sviluppo capitalistico e che di un ribaltamento rivoluzionario e può divenire, nell’immagi-
costituiscono il prodotto della stessa logica. ne che di esso diffonde il nuovo regime, zona di «avanzamen-
La storia del nostro paese dal dopoguerra in poi è troppo to» governativo, zona di azione di casse e di piani regionali.
nota – anche se spesso attraverso interessate deformazioni e La coscienza nazionale può riassestarsi nella sua compli-
filtrata da ben precisi schemi ideologici – per dover essere qui ce tranquillità.
ricordata diffusamente. Basti richiamare, esemplificativamente Il banditismo, segno di profondo disagio sociale e testi-
e non esaustivamente, come le aspre tensioni sociali che si svi- monianza, anche, di una radicale diversità culturale, non era
lupparono in Italia sin dall’abbattimento della dittatura fascista, un fenomeno nuovo per la società italiana; anche nel perio-
il movimento dell’occupazione delle terre, le forti spinte sepa- do immediatamente postunitario la ristrutturazione del potere
ratistiche che, già politiche, pur se di una propria dimensione capitalistico e la stessa impalcatura istituzionale della neofor-
politica, trovarono in Sicilia e in Sardegna precisi appoggi stru- mazione statuale rischiarono di essere messi in crisi dal bri-
mentalizzanti da parte di determinate forze sociali e politiche, gantaggio meridionale.
l’aumento dei suffragi elettorali dei partiti di sinistra, la recru- Nei decenni postunitari, come è noto, si scelse, da parte
descenza del banditismo in alcune aree meridionali riportino delle classi dominanti, di ricorrere alla repressione sistemati-
all’attenzione nazionale il Sud come problema irrisolto. ca del malcontento meridionale, alla distruzione – o, alme-
Con Cagnetta – e la ricerca di de Martino e, su un piano no, all’occultamento quando non fu possibile la distruzione
diverso e con suggestioni diverse, di Scotellaro, per indicare – della diversità del Sud; le stesse scelte vennero attuate, con
alcune delle linee più dense di fermenti problematici – si apre una «coerenza» e una funzionalità che vanno riconosciute al
e si sviluppa una nuova fase del pensiero meridionalistico, dominio di classe quali suoi attributi storici, dal secondo do-
che, attraverso analisi condotte dall’interno della situazione poguerra contro la Sardegna, contro la diversità che il Sud,
meridionale, mette in evidenza la frattura tra realtà – econo-
mica e socio-culturale – del Sud e l’esercizio del potere di chi
2. L. M. Lombardi Satriani, M. Meligrana, Diritto egemone e diritto popo-
questa realtà invade e opprime, razionalizzando le sue tecni-
lare. La Calabria negli studi di demologia giuridica, Vibo Valentia, Qua-
che in un quadro costante di sfruttamento. lecultura, 19982.
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Prefazione
con arcaica caparbietà riproponeva. Per limitare il discorso avesse entificato proprio in Sardegna una «zona delinquente»,
alla Sardegna, i delitti accertati nell’isola dall’autorità giudi- secondo la famigerata espressione di Niceforo).
ziaria nel decennio 1950-60 presentano, secondo l’ISTAT, il È da sorprendersi se questa inchiesta fu occasione di
seguente andamento: scandalo e si parlò, per essa, di «turbamento dell’ordine pub-
blico»?
Ma non soltanto questo svelava il lavoro di Cagnetta. Esso
Di cui
si poneva come ricognizione scientifica dell’organicità della
Anni Totale Omicidi Rapine, estorsioni cultura barbaricina, del suo spessore.
delitti e sequestri di
volontari tentati Furti A una cultura intellettuale così tenacemente accademica,
persona a scopo
e consumati
estorsione conservatrice, «umanistica», quale quella italiana, veniva presen-
tata una partecipe – ma non per questo poco rigorosa e, quin-
1950 24.809 152 11.247 354 di, emarginabile – testimonianza sulla realtà, quale veniva quo-
1951 25.976 155 11.312 347 tidianamente vissuta, sulla loro pelle, dai pastori barbaricini.
1952 24.789 132 10.387 229 Non stupisce, quindi, la reazione suscitata da questo la-
1953 21.773 122 8.333 202 voro: burocratico sdegno, nelle sfere del regime, come ci ri-
1954 25.860 175 10.025 330 corda lo stesso Cagnetta nella premessa; attento interesse in
1955 22.566 159 9.674 326 area realmente democratica e in ambito scientifico.
1956 22.056 134 9.112 268 Numerosi leaders politici hanno sempre dimostrato con-
1957 23.852 160 9.336 211 cretamente un profondo disprezzo per la scienza; certo, hanno
1958 22.745 163 9.712 236 sempre tentato di servirsene, ma quando non sono riusciti a
1959 26.907 136 10.478 283 strumentalizzare la cultura, utilizzando gli intellettuali nella co-
1960 26.889 161 10.657 326 struzione e nell’attuazione del loro disegno egemonico, hanno
mostrato con la loro cinica prassi di potere come nella loro ge-
La reazione a tale delinquenza fu improntata alla repres- rarchia di valori gli ideali democratici e la tensione intellettuale
sione, brutale, violenta. e morale occupino gli ultimi scalini, ché semmai possono es-
Ancora una volta la prassi si presentava radicalmente di- sere usati per dichiarazioni ideologiche, ma non esperiti nella
versa rispetto alle dichiarazioni di principio che venivano prassi politica. Dalla rozza espressione scelbiana del «cultura-
fatte dai partiti al potere. me» al non meno rozzo ricorso fanfaniano alle «corna» nella
L’inchiesta di Cagnetta documenta la sistematicità e la campagna del referendum per l’abrogazione del divorzio sono
continuità della violenza repressiva delle istituzioni statuali riscontrabili una continuità rigorosa, un’interna coerenza.
nell’area barbaricina. Nell’area realmente democratica, invece, e nell’ambito
La distruzione del diverso (prassi effettiva) smentiva il ri- scientifico il lavoro di Cagnetta ebbe vasta eco, sollecitò, di-
spetto e la garanzia della libertà di tutti (dichiarazione ideologi- rettamente o indirettamente, numerose prese di posizione “di
ca). La Barbagia veniva indicata come luogo (uno dei luoghi) sinistra” sul problema del banditismo, svolse un ruolo decisi-
della violenza distruttrice delle classi dominanti, dell’espropria- vo di stimolo per nuove ricerche e per il rinnovamento delle
zione culturale ed esistenziale da queste tentata ai danni delle impostazioni metodologiche tradizionali e influenzò gli studi
classi sfruttate (si ricordi come la scuola antropologica positiva successivi e i fenomeni di protesta e di rivolta sociale.
12 13
Prefazione
Hobsbawm, individuando, nella sua notissima opera dedi- sfruttate, si è andato sempre dispiegando, in questi anni, uno
cata alle forme primitive di rivolta sociale, «due tipi opposti di dei più sistematici processi di etnocidio culturale – ai danni
fuorilegge», nota: «Da una parte il classico fuorilegge per ven- del mondo agro-pastorale e contadino – che la storia ricordi.
detta di sangue, della Corsica per esempio, il quale non era un Un processo da contrastare, certo, senza generico e il-
brigante di tipo sociale che combatteva i ricchi per aiutare i lusorio ottimismo, ma con tenace realismo e caparbia volontà
poveri ma un uomo che combatteva con e per il proprio grup- politica, in un quadro di volontà di resistenza che non può che
po familiare (ricchi compresi) contro un altro gruppo familiare essere gestito in prima persona dagli oggetti di questa radicale
(doveri compresi). Dall’altra parte troviamo invece il classico espropriazione, cioè le stesse classi subalterne meridionali.
Robin Hood, che era ed è essenzialmente un contadino in ri- Non si tratta di una populistica frase ad effetto – con im-
volta contro padroni di terre, usurai ed altri rappresentanti di plicito ricatto intellettuale ed emozionale, dato il rinvio in essa
quella che Thomas More chiamava la congiura dei ricchi. Fra i presente alla lotta politica –; vuole essere un invito ad un’as-
due estremi si svolge tutto un processo di evoluzione storica sunzione critica e operativa della testimonianza scientifica di
che non è mio intento analizzare in dettaglio. Così tutti i mem- Franco Cagnetta.
bri della comunità familiare, compresi i fuorilegge, si conside- Assunzione che consente, proprio in quanto critica, diver-
rano nemici degli estranei sfruttatori che tentino di imporre le si piani di lettura e si pone come invito per ulteriori ricerche,
loro regole, si considerano tutti, collettivamente, i poveri con- teoriche ed empiriche. Ad esempio, Antonio Pigliaru – cui si
tro, diciamo, i ricchi abitanti delle pianure che essi saccheggia- deve, come è noto, la rilevazione del codice della vendetta
no. Ambedue le situazioni, che contengono i germi di movi- barbaricina e la dimostrazione della presenza di un vero e
menti sociali come noi li intendiamo, possono riscontrarsi in proprio ordinamento giuridico nella cultura barbaricina4 – pur
passato nelle regioni montagnose della Sardegna, secondo gli avanzando, dal suo angolo visuale, riserve su alcune afferma-
studi del Dottor Cagnetta».3 zioni del lavoro di Cagnetta, lo ritiene «una delle più impor-
L’“Inchiesta su Orgosolo” non documenta solo il passato, tanti indagini compiuta su Orgosolo», «uno dei testi scientifica-
ma anche, e in maniera inequivocabile, il presente, il presen- mente più elaborati che siano finora apparsi sul banditismo
te degli anni Cinquanta e, a parte alcune differenze marginali sardo», banditismo che solleciterà lo stesso Pigliaru ad alcune
connesse all’avanzata neocapitalistica in Sardegna, il presente analisi che si pongono come centrali acquisizioni di una rin-
di questi nostri anni, nei quali il sottosviluppo del Sud conti- novata scienza demoantropologica.
nua ad essere aggredito dalle classi dominanti sia attraverso Così, ancora, è possibile rileggere l’“Inchiesta su Orgoso-
l’apparato statuale che attraverso le innumerevoli forme di lo” anche al fine di una rilevazione dello scontro tra due or-
manipolazione del diverso che si accompagnano alla gestio- dinamenti giuridici – quello statuale, «ufficiale», e quello folk-
ne della «società italiana» da parte delle classi sfruttatrici. lorico, soffocato – che è uno dei segni del destino storico –
È, indubbiamente, una gestione che si attua non senza di dominio e di sopraffazione – inflitto alle classi dominanti.5
contrasti e lotte; operai e contadini, proletari e sottoproletari
hanno, anche in questi ultimi anni, sviluppato le loro azioni 4. A. Pigliaru, Il banditismo in Sardegna. La vendetta barbaricina come
con intensa combattività politica e in direzione antagonista. ordinamento giuridico, nuova ed., con introd. di L. M. Lombardi Satria-
Ma nonostante le lotte, nonostante l’antagonisticità delle classi ni, Milano, Giuffrè, 1975.
5. Vedi i miei Menzogna e verità nella cultura contadina del Sud, Na-
poli, Guida, 1974, in particolare l’ultimo capitolo, “Il diritto soffocato”;
3. E. J. Hobsbawm, I ribelli. Forme primitive di rivolta sociale, Torino, e (in collaborazione con M. Meligrana), Diritto egemone e diritto popo-
Einaudi, 19662. lare, cit.
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Prefazione
Tutto ciò non viene detto per precostituire piani di lettu- lontana da paludamenti accademici e caratterizzata da una
ra obbligati o per costringere l’opera di Cagnetta in alcune intelligenza guizzante e da un acuto senso dell’ironia.
maglie teoriche a scapito di altre, ma per ribadire la vitalità di Per queste considerazioni appare estremamente oppor-
un lavoro che sollecita problematicamente in diverse direzio- tuna l’iniziativa della Ilisso edizioni – cui dobbiamo, tra l’al-
ni di studio. tro, la riproposta in una veste editoriale estremamente accu-
La realtà del Sud ha ancora bisogno di essere interpreta- rata ed elegante di opere sulla Sardegna e molti altri testi
ta, in tutta la sua drammatica polivalenza, perché sia possibi- comunque notevoli – che ripresenta oggi l’opera, oramai in-
le un processo di reale liberazione. Le opere che testimonia- trovabile, di Franco Cagnetta.
no di essa, senza contraffarla, si pongono come contributo Il testo è stato accuratamente rivisto, sono stati messi me-
per una nuova impostazione di quella «questione meridiona- glio a fuoco alcuni riferimenti alla realtà sarda e alcune espres-
le» che la cattiva coscienza borghese non può che trascinarsi sioni linguistiche. Già l’autore, in occasione dell’edizione del
come zona irrisolta. 1975, era intervenuto sul testo del 1954 sottolineando: «Nei
Dal ricordo dello studioso, che attende ancora un’adegua- confronti del testo scritto in italiano nel 1954, compilato allora
ta collocazione storico-critica, non può essere disgiunto, per con un certo voluto distacco polemico dalle “belle forme” let-
chi ebbe con lui frequentazioni amicali, quello dell’uomo, dei terarie, ho proceduto a correzioni di carattere formale ed alla
suoi tratti caratterizzanti, delle sue qualità, della sua persona- eliminazione di voci e forme dialettali deliberatamente intro-
lità complessiva. dotte».
Intellettuale dai vasti interessi, con una biografia che, co- Spero che tale edizione abbia pieno successo, sia perché
me viene ricordato nella “Nota biografica”relativa, si era svolta in epoca di distrazione e di fatuità, quale la nostra, che un
lungamente presso istituzioni prestigiose di altri paesi, Franco buon libro abbia ampia circolazione è cosa particolarmente
Cagnetta era un affabulatore, la cui conversazione, densa di ri- utile, piccolo ma prezioso antidoto alla banalizzazione della
cordi e di aneddoti, colpiva per la sua interna carica di sugge- parola che incombe sulle nostre giornate, sia perché una rin-
stione. Così, ad esempio, nei lunghi incontri che dalla metà novata “fortuna” può rappresentare idealmente un risarcimen-
degli anni Settanta avemmo con lui, Diego Carpitella, Gioac- to storico per uno studioso che ha conosciuto, oltre che rico-
chino Gargallo, io stesso nell’Istituto di Storia delle tradizioni noscimenti e consensi, incomprensioni e disattenzioni, che
popolari dell’Università “La Sapienza” di Roma o a casa mia. Si certamente non meritava.
era progettato, tra l’altro – Cagnetta, Carpitella e io –, su solle- Luigi M. Lombardi Satriani
citazione di Alberto Moravia che pensava di lasciare la direzio-
ne di Nuovi Argomenti, di assumerne la responsabilità, per cui
procedemmo a una prima elencazione di tematiche da trattare
sulla stessa rivista, ma per una serie di ragioni anche pratiche
il progetto non venne realizzato.
La franchezza del linguaggio di Franco Cagnetta poteva
a volte suscitare qualche imbarazzo – penso, ad esempio, al
suo intervento alla tavola rotonda tenutasi a Napoli nell’am-
bito del convegno su Ernesto de Martino –, ma testimoniava
sempre una personalità forte, di grande spessore culturale,
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