Table Of ContentL AB GRAVINA 2020 – Laboratorio di Rigenerazione Urbana 
Sezione 4  “RI-ATTIVIAMOCI” – Asse Economico 
 
 
 
 
RELAZIONE FINALE  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
RELAZIONE FINALE  
     
Introduzione
Il Laboratorio Partecipato di Rigenerazione Urbana LAB GRAVINA 2020 
nasce    per  condividere  con  i  cittadini    il  percorso    di  rigenerazione 
avviato dal Comune di Gravina in Puglia verso il perseguimento degli 
obiettivi definiti nel DOCUMENTO PROGRAMMATICO DI RIGENERAZIONE 
URBANA. È la sede in cui viene elaborata in modo partecipato la visione 
futura del territorio e della Città, partendo dal  centro storico,  individuato 
ambito 1 di rigenerazione.  Non solo  luogo di riflessione e confronto sui 
temi del paesaggio e del dibattito urbano, ma  vero e proprio  ufficio di 
progettazione  e  attuazione  delle  idee,  strutturato  in  6  Sezioni,  per 
realizzare un modo nuovo e sostenibile  di concepire il centro storico, sul 
modello delle Smart Cities. 
Il Lab è coordinato dalla Profin Service Srl di Bari ed è diviso in sei 
sezioni: la quarta sezione si chiama “RI-ATTIVIAMOCI”; obiettivo di “Ri-
attiviamoci”  è  la  redazione  partecipata  di  un  piano  di  strumenti  che 
favorisca l’insediamento di nuove attività commerciali e artigianali nel 
centro  storico  di  Gravina,  anche  attraverso  l’attivazione  di  forme 
innovative di partenariato. 
Di seguito, lo studio di ricerca, analisi e redazione finale proposto dalla 
sezione in questione, guidata da MyBestPlanet Srl. 
 
 
FASE 1 (Strategia) 
 
Come inizio del progetto Lab Gravina 2020, Mybestplanet Srl ha definito 
le azioni della Fase 1. 
 
Per pima cosa è stata creata l’Unità di progetto, che vede come Project 
Manager il Dott. Marcello Benevento. Il gruppo di lavoro poteva contare 
inoltre sull’apporto del Dott. Mario Conca, da Francesco Grisolia e da 
Angelo  Foggetta  (soci  Mybestplanet).  Le  competenze  ulteriori  erano 
esterne alla società: si tratta di due professionisti che collaborano con 
Mybestplanet,  il  Prof.  Leonardo  Palmisano,  Docente  di  Sociologia 
Urbana al Politecnico di Bari e la Dott.ssa Lucia Manco, Sociologa. 
 
L’Unità di progetto ha innanzitutto fissato un Ufficio “Centro Storico”, 
per le attività commerciali e culturali. L’ufficio, stabilito presso la propria 
sede in Via Ingannamorte 10 a Gravina (proprio nel cuore del centro
storico della città), è servito come info point dove accogliere i cittadini e 
poterli  informare  circa  i  processi  del  Laboratorio  in  corso,  oltre  che 
fungere da collettore dei feedback e osservazioni della Comunità tutta.. 
   
Infine,  i  primi  giorni  di  lavoro  sono  serviti  soprattutto  per  definire  la 
Redazione del piano delle strategie che ha prodotto una serie di studi, 
ricerche, iniziative, incontri qui di seguito elencate. 
   
 
 
STUDIO DEL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO DEL TERRITORIO 
 
Il lavoro dell’Asse 4 “Ri-attiviamoci” del LabGravina2020 è partito da 
un’analisi del contesto territoriale esaminato, Gravina in Puglia, ed in 
particolare del suo Centro Storico. L’analisi del contesto ha focalizzato la 
sua attenzione sugli aspetti più economici, seppur in una visione eco 
sistemica d’insieme, indagando come nel corso dei secoli si sia mutato 
ed evoluto (o involuto, a seconda dei punti di vista) il sistema produttivo 
locale.  
 
Breve analisi storica 
In un borgo abbarbicato sulla rupe della Gravina, con un ecosistema 
naturale da secoli in equilibrio tra acqua, pietra e natura, l’indigeno ha 
sempre saputo fare di necessità virtù, riuscendo a creare benessere ed 
economia  da  ciò  che  l’ambiente  circostante  gli  offriva:  il  ciclo  delle 
acque,  i  terrazzamenti  della  gravina,  l’economia  pastorale,  quella 
artigiana,  un  commercio  dedito  allo  scambio  locale  di  economia  di 
sussistenza.  
La  vocazione  della  comunità,  in  ogni  caso,  è  stata  sempre 
principalmente agricola. Grano e vino (come recita lo stemma e il nome 
cittadino) ma anche olio, frutta, verdura, prodotti da latte e da forno.  
Notevole anche il comparto artigianale con le attività estrattive legate al 
tufo e quelle di trasformazione di grano, cereali, latte e olio. Non meno 
importanti le attività artigianali di produzione e riparazione site nel borgo 
antico. 
Il boom economico del dopoguerra ha visto un proliferare di attività di 
servizi  e  commerciali,  oltre  che  un  artigianato  ottimamente 
rappresentato  dalla  locale  Scuola  di  Arte  e  Mestieri  (i  muratori  e
carpentieri gravinesi sono apprezzati ovunque per la loro maestranza). 
Tra gli anni ‘80 e anni ‘90 esplode il settore manifatturiero con l’indotto 
del Mobile Imbottito, un comparto che purtroppo si rivelerà ben presto 
fallace, forse per le errate politiche manageriali o forse perché questo 
settore risulta poco attinente alle attività da sempre presenti in loco. 
 
 
Cenni storici sull'Economia a Gravina in Puglia 
 
Agricoltura 
Gravina in Puglia, forte del suo estesissimo agro di 42.000 ettari, tra i più 
vasti in Puglia, ha sempre avuto un'economia fortemente agricola, sin 
dai tempi antichi e durante tutto il medioevo. La maggior parte della 
popolazione, dai grandi proprietari terrieri alle persone più povere che 
prestavano  la  propria  opera  nei  campi  per  un  pezzo  di  pane,  traeva 
sostentamento da questa forma di economia fortemente organizzata e 
gerarchizzata. La Masseria era il luogo in cui si celebravano i riti e si 
cadenzavano  i  ritmi  di  questa  economia.  
Dalla produzione di vino alla raccolta del grano, dai frutti alle verdure, 
ogni  prodotto  della  tavola  veniva  piantato  e  raccolto  con  grande 
pazienza  e  dedizione  al  lavoro.  Anche  molte  donne  cominciarono  a 
dedicarsi  al  lavoro  nel  campi  a  partire  da  inizio  '900  e,  nello  stesso 
tempo, accudivano il focolare e gestivano le vita di famiglia nelle corti e 
nelle stradine del centro storico, dove esisteva invece un economia fatta 
di piccole botteghe artigiane e di spacci commerciali. Ad esempio negli 
anni 40 del '900 nel centro storico di Gravina si contavano 28 forni, i cui 
fuochi  erano  alimentati  dalla  legna  raccolta  nel  Bosco  Comunale. 
In verità, ameno fino a inizio anni '50, non si poteva parlare di attività 
autonome di produzione e vendita ma di attività gestite da un fornaio, 
amico di famiglia, che due volte alla settimana prelevava la massa di 
pane ben lievitato dalle case e la restituiva fragrante dopo la cottura, 
insieme ad altri prodotti quali biscotti o focacce. Gli stessi forni venivano 
utilizzati per i "catering" dell'epoca al fine di servire teglie di carne e 
verdure per i ricevimenti e banchetti.
Artigianato 
I  settori  del  commercio  e  dell'artigianato  risentirono  fortemente  della 
crisi dovuta al conflitto bellico, per via della stagnazione della domanda, 
per la scarsità di merci e per l'austerità predicata dal fascismo. 
Tra le attività sempre presenti a Gravina, da inizio '900 e in alcuni casi 
anche prima, si ricordano: 
  attività  molitoria  del  grano  e  dei  cereali  per  produzione  di  farina, 
semola, mangime, etc.; 
  attività  casearia  del  latte  e  suoi  derivati,  con  ricca  produzione  di 
ricotta, scamorze, pecorino e il rinomato provolone; 
  attività olearia, per via degli estesi uliveti; 
 attività estrattiva del tufo e della pietra dura. 
 
     Le botteghe artigianali, invece, presenti all'epoca in città erano: 
 fabbri  che  producevano  attrezzi  per  l'agricoltura  e  l'allevamento 
nonché arredi e suppellettili per le case (chiavi, letti, ringhiere, cancelli, 
ferri da stiro, fornelli e bracieri, cerchi per botti, etc.); 
 sellai, che fabbricavano selle e bardature per animali; 
 falegnami, di arte fina (che fabbricavano mobili) o di arte grossa (che 
fabbricavano traini e mezzi di trasporto per agricoltura) ; 
 fontanieri, che realizzavano e riparavano fontane e grondaie; 
 stagnai, che stagnavano pentole; 
 barbieri; 
 macellai; 
 materassaie (esclusivamente donne) che confezionavano o 
riparavano materassi in lana; 
 sempre le donne, tra i lavori domestici, annoveravano quello di 
magliaie producendo maglie, sciarpe, guanti, cappelli, vestiario in 
genere; 
 
  Molte ragazze in effetti si dedicavano a queste attività in laboratori di 
sartoria anche maschili e imparavano a confezionare abiti o a riciclarne 
di usati, date le ristrettezze economiche. 
  Due maestre di taglio e cucito avevano avviato nel centro storico attività 
commerciale di merciaie. Esistevano, inoltre,  scuole di ricamo presso le 
suore dei vari conventi che insegnavano soprattutto l'arte degli abiti da 
sposa, mentre sorse un'attività di  Modista e Cappellaia, per via della
moda del periodo fascista di usare copricapi. 
  I ragazzi, anch'essi, dalla più tenera età, seguivano nel lavoro i padri o 
venivano mandati a bottega o si recavano in campagna a fare i pastori. 
 
 
Commercio 
Tra le attività commerciali più diffuse a Gravina, vi erano: 
 compravendita di cereali e legumi 
 alimentari 
 ferramenta 
 cuoio e pellami 
 tessuti 
 scarpe e borse 
 cancelleria e libreria 
Non esistevano invece parrucchieri. 
Diffuso era, altresì, l'attività ambulante: 
 affilacoltelli 
 riparatore di stoviglie o di ombrelli 
 venditori di latte, carbonella, sapone, insetticidi. 
Le attività di commercio, in genere, vedevano come attori principali la 
figura dei "mediatori", che fungevano da "agenti di commercio" non solo 
economici ma anche sociali tra le parti contraenti.
STATO ATTUALE DELL'ECONOMIA A GRAVINA IN PUGLIA 
 
Dati Generali 
 
Dati demografici Gravina in Puglia 
Persone  residenti ad agosto 2013: 47.311 abitanti (cittadini stranieri, 
circa 1.500). 
Le dinamiche demografiche degli ultimi cinquanta anni, secondo i dati 
Istat, mostrano Gravina in Puglia come un territorio in cui il numero degli 
abitanti è sempre costantemente aumentato, a volte anche a scapito dei 
dati  e  delle  tendenze  nazionali.  Non  solo;  un  dato  interessante  è 
rappresentato  anche  dall'età  della  popolazione,  tra  le  più  giovani  in 
Puglia. 
 
Rapporto della popolazione e della superficie Città Nuova/Centro storico 
 
Città Nuova  Centro Storico 
abitanti 47.000 circa  abitanti 2.000 circa  
 (densità 17.000 abitanti kmq)   (densità 10.000 abitanti kmq) 
     
RAPPORTO  RAPPORTO 
5% 
ABITANTI  SUPERFICIE 
CITTA' NUOVA CENTRO STORICO CITTA' NUOVA CENTRO STORICO
7% 
95%  93% 
 
 
 
Dati sul Reddito 
I dati sul reddito gravinese diffusi dalla CCIAA di Bari dell'anno 2010 sul 
reddito delle persone fisiche hanno mostrato un dato di € 14.512,00 per 
abitante, mentre i dati elaborati dal GAL Murgia Più, ed anche sulla base
dei dati ANCITEL ed Osservatorio Banche Imprese, hanno mostrato un 
reddito per abitante (pil per capita nominale) gravinese indiscriminato 
non superiore ai 14.000 euro, pertanto la città di Gravina appare avere un 
reddito ben distante anche dalla media del reddito del sud Italia pari a 
17.000 euro PIL per capita nominale, a fronte di poco più di 20.000 euro 
annui  per  l'intero  Paese  Italia. 
Attraverso questi dati è comprensibile che ci sia una grande sofferenza 
nello  stimolo  ai  consumi  soprattutto  delle  famiglie,  molto 
sottodimensionate rispetto al reddito. Le attività bancarie e finanziarie 
gravitano soprattutto per la presenza di una realtà bancaria cooperativa 
nata in loco diversi anni fa. 
 
ECONOMIA A GRAVINA OGGI 
 
Agricoltura e produzioni 
Come abbiamo accennato all'inizio  l'economia gravinese si  è sempre 
retta sull'agricoltura ma con una scarsa iniziativa imprenditoriale che 
non è riuscita a creare alto valore aggiunto se non quello relativo alla 
sola manodopera. Inoltre oggi l'agricoltura risulta in forte sofferenza per 
l'abbandono dei campi da parte di un'intera generazione che ha creduto 
nello sviluppo del settore del Mobile imbottito, una vera e propria bolla 
che, sgonfiatasi, ha lasciato un gap notevole di conoscenze e know-how 
nelle nuove generazioni. 
Il territorio di Gravina è tra i più vasti agri comunali in Italia. Esso è 
caratterizzato in piccola parte dal carsismo, mentre la parte più ampia si 
presta  egregiamente  all'agricoltura,  soprattutto  cerealicola.  Molto 
importante la presenza di vigneti e oliveti. 
I vigneti producono ottimi vini tra cui la Verdeca di Gravina, famoso vino 
bianco DOC. 
Gli  uliveti  invece  hanno  carattere  misto,  con  le  cultivar  coratina, 
autoctona, etc. 
Nove  sono  i  frantoi  presenti  a  Gravina  per  la  produzione  dell'olio 
Extravergine di Oliva DOP Terra di Bari, qualità Castel Del Monte. 
Da sempre fondamentale, infine, il settore della trasformazione del latte, 
con  la  presenza  di  numerose  produzioni  tipicamente  locali  tra  cui  il 
formaggio Pallone e il settore dei prodotti da forno: focacce, pane, tarallo
all'uovo, sasanello. 
 
 
 
 
Artigianato 
Resta  intatta,  invece,  la  capacità  artigianale  gravinese  in  relazione 
soprattutto all'edilizia, al manifatturiero e all'agro-alimentare; anche qui 
purtroppo la crisi fa sentire forte i suoi effetti e le imprese sono oggi 
caratterizzate  da  ridotto  numero  di  operatori  e  con  fatturati  tutto 
sommato modesti in confronto a realtà vicine. 
Il  settore  è  concentrato  soprattutto  nell'area  artigianale  P.I.P.,  molto 
vasta. Poche le attività presenti in città, invece. Le attività principali sono 
il manifatturiero legato al mobile imbottito, alle forniture d'arredamento, 
la trasformazione dei prodotti alimentari nella fattispecie da vite, da latte 
e da cereali. 
Da sempre trainante e con un'alta scuola è il settore dell'edilizia, che 
gravita attorno alle cave per l'estrazione della pietra calcarea gravinese: 
il tufo. Numerose sono le aziende che operano nel comparto, tuttavia, 
questo  attivismo  non  ha  fatto  rientrare  il  tufo  all'interno  dei  Patti 
Integrati di Filiera pugliese. 
Ad ogni modo, gli artigiani che gravitano attorno al settore dell'edilizia 
apportano  un  contributo  importante  al  reddito  cittadino,  con  ampia
specializzazione  nei  vari  settori:  elettrico,  idraulico,  del  parquet,  e 
dell'impiantistica in genere. 
Il metalmeccanico e il siderurgico vedono la presenza di alcune aziende 
con fatturati superiori ai 10 milioni annui, con mercato internazionale. 
Interessante risulta, infine, la presenza a Gravina di aziende del settore 
ITC, con punte di eccellenza. 
Il numero delle aziende artigiane a Gravina sarebbe di circa 900 (fonte: 
Camera di Commercio di Bari). 
 
 
 
 
Commercio 
A Gravina in Puglia, suddivise per le varie categorie (si allega documento 
specifico)  sono  in  attività  1.064  Esercizi  commerciali  (fonte:  Ufficio 
Commercio, Polizia Municipale) 
Non esistono statistiche più precise invece riguardo il numero di attività 
artigianali (tra le quali sono comprese tutte quelle della Zona Industriale 
di Gravina). 
Ne  esistono  dati  precisi  circa  l'occupazione  e  la  disoccupazione  a 
Gravina (il competente Ufficio del Lavoro della Provincia di Bari, da me 
interrogato con una mail a inizio febbraio, non ha rilasciato alcun dato). 
Commercio (nel Centro Storico di Gravina in Puglia) 
Nel centro storico operano complessivamente 61 esercizi commerciali e 
artigianali (questi ultimi in bassa percentuale), per un totale di 2656 mq.
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