Table Of ContentPP Bearzot_Landucci 16-01-2007 13:51 Pagina 3
a cura di
CINZIA BEARZOT
FRANCA LANDUCCI
Argo
Una democrazia diversa
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ISBN 978-88-343-1387-9
INDICE
Introduzione di Cinzia Bearzot e Franca Landucci VI1
MARCEL PIÉRART
Argos des origines au syncecisme
du VIII‘ siècle avant J.-C. 3
GIUSEPPE RAGONE
Riflessioni sulla documentazione storica
su Fidone di Argo 27
CINZiA BEARZOT
Argo nel V secolo: ambizioni egemoniche,
crisi interne, condizionamenti esterni 105
MARL4 PiA PAITONI
Presenze politiche di Argo
nella tragedia attica del V secolo 147
PAOLO A. TUCI
I1 regime politico di Argo e le sue istituzioni
tra fine VI e fine V secolo a.C.: verso un’instabile democrazia 209
MARCELLO BERTOLI
Argo nel IV secolo: forza militare, debolezza politica 273
MARTA SORDI
Atene e l’unione fra Argo e Corinto 299
VI INDICT
FRANCA IANDUCCI
Argo post-classica: dalla democrazia alla tirannide 31 1
ALESSANDRO GALIMRERTI
Argo e la conquista romana 339
Introduzione
Pausania (II19, 2) presenta gli Argivi come amanti
della libertà e dell’autonomia ( ), insisten-
do sull’antichità e sulla solidità di una tradizione democratica fortemente
caratterizzante dell’esperienza storica della città peloponnesiaca. Il ciclo di
seminari dell’anno accademico 2004/2005 è nato proprio dal desiderio di
approfondire la natura della democrazia argiva, indubbiamente assai
diversa rispetto al modello ateniese, malgrado gli Argivi preferissero sottoli-
neare le affinità e guardassero ad Atene, a detta di Tucidide, come ad una
«città da gran tempo loro amica, retta a democrazia come loro» (V44, 1);
e, insieme, dall’intento di verificare il ruolo svolto nelle vicende elleniche da
una delle più importanti «terze forze» del quadro internazionale greco.
Il titolo di questo quarto volume dei «Contributi di storia antica»
rimanda espressamente ad Argos, une autre démocratie, uno dei
numerosi saggi che Marcel Piérart, uno dei massimi studiosi della storia
argiva, ha dedicato alla ricostruzione delle vicende politiche ed istituzio-
nali di Argo1. Con questa ‘citazione’ si è inteso sottolineare l’inserimento
di questo nostro lavoro nel filone di ricerca tracciato dagli studi dell’ami-
co e collega: una continuità che ha trovato visibile espressione nell’inter-
vento con cui Marcel Piérart, il 4 febbrario 2004, ha cortesemente accet-
tato di aprire i lavori del nostro seminario.
I diversi contributi proposti nel corso del seminario, e qui riuniti, si
ricompongono in una ricostruzione che, nella sua parzialità, è certamente
qualcosa di più di una storia ‘locale’, per il costante e speriamo riuscito ten-
tativo di inserire Argo nel contesto ampio delle vicende panelleniche, sia per
l’aspetto istituzionale che per quello politico-militare. Dal punto di vista
della politica interna, è emersa con evidenza la peculiarità istituzionale di
1M. PIÉRART,Argos. Une autre démocratie, in P. FLENSTED-JENSEN, T.H. NIELSEN- L.
RUBINSTEIN, Polis & Politics. Studies in Ancient Greek History Presented to M.H. Hansen on His
Sixtieth Birthday, August 20, 2000, Copenhagen 2000, pp. 297-314.
VIII INTRODUZIONE
Argo e della sua esperienza democratica, davvero diversa da Atene non solo
per istituzioni, ma anche per origini e base sociale. Per tutta la sua storia,
Argo fu attraversata da una profonda frattura sociale e politica, che trae ori-
gine dalle forme del suo processo di democratizzazione, avvenuto a partire
dall’immissione nel corpo civico di elementi estranei sul piano etnico e socia-
le, e quindi mai accettati con piena convinzione dai cittadini originari:
un’esperienza che differenzia Argo da Atene (ove vi fu invece sostanziale
accettazione di una prospettiva paritaria che includeva tutti gli strati della
popolazione e che si esprimeva nella rivendicazione orgogliosa del mito ‘ega-
litario’ dell’autoctonia), avvicinandola piuttosto alla turbolenta esperienza
delle città siceliote e in particolare di Siracusa. Dal punto di vista interna-
zionale, è stato messo in luce il carattere profondamente condizionante del
contesto geopolitico peloponnesiaco, con l’elemento frenante rappresentato da
Sparta e la necessità di collegarsi con altre realtà (Arcadi, Elei, Corinzi) per
assumere un ruolo competitivo; ma la costante aspirazione di Argo a recu-
perare, contro Sparta, «l’antica egemonia e l’uguaglianza di un tempo
all’interno del Peloponneso» (Thuc. V69, 1), rivela pienamente l’impor-
tanza delle terze forze e la necessità di una più adeguata valutazione del loro
ruolo, al di là del bipolarismo Sparta/Atene.
Questi risultati trovano corrispondenza in un passo di Isocrate, che nel
Filippo(51-52) così descrive la situazione degli Argivi nel 346: «Da quan-
do abitano la loro città sono in guerra contro i confinanti, come gli
Spartani, ma con la differenza che questi lottano con avversari più deboli,
quelli con avversari più forti; il che, come tutti convengono, è il peggiore dei
mali. (...) Ma la più tremenda di tutte le sventure è questa: quando i nemi-
ci smettono di tormentarli, essi stessi massacrano i più illustri e ricchi fra i
concittadini, e di fronte a questo provano tanta gioia, quanta nessun altro
a uccidere i loro nemici». Nonostante la sua consueta tendenziosità, Isocrate
coglie assai bene i fattori condizionanti dell’esperienza argiva: la costante
minaccia delle potenze confinanti e la debolezza determinata dal ricorrere di
staseise di sanguinose lotte fratricide.
Ringraziamo coloro che, insieme ai membri del Dipartimento di Scienze
storiche dell’Università Cattolica, hanno contribuito con la loro dis-
ponibilità e competenza alla realizzazione dei seminari e del volume: oltre a
Marcel Piérart, dell’Università di Fribourg, Marta Sordi, professore emeri-
to dell’Università Cattolica, Giuseppe Ragone, dell’Università di Roma
III, e Maria Pia Pattoni, dell’Università Cattolica di Brescia.
Cinzia Bearzot
Franca Landucci
MARCEL PIÉRART
Argos des origines au synœcisme
du VIIIe siècle avant J.-C.
Introduction
On a beaucoup spéculé sur la naissance de la Cité grecque, comme
s’il s’agissait d’un phénomène homogène dans le temps et dans
l’espace. Une cité est d’abord la manière dont une communauté
organise l’exploitation et la défense d’un territoire, ce qui
implique une identité, des structures politiques et sociales, des
rites et des traditions. Chaque cité essaie de vivre en autarcie. Pour
se procurer les biens que son terroir ne lui apporte pas, elle doit
produire des surplus. Deux voies lui sont offertes pour y parvenir:
le commerce et la guerre. La poésie archaïque révèle une société
capable de sentiments raffinés, mais c’est une société guerrière,
dans laquelle le pillage et la piraterie sont des actions normales.
Les cités se sont donc efforcées d’atteindre des frontières aisément
défendables et de se faciliter, dans toute la mesure du possible, l’ac-
cès au territoire du voisin.
La plaine d’Argos possède à peu près la forme d’un triangle
dont la base serait formée au sud par les rives du golfe de Nauplie.
Elle est bornée à l’est et à l’ouest par des massifs montagneux. À
l’ouest, des montagnes élevées séparent la plaine de l’Arcadie: le
Lyrkéion et l’Artémision, le Parthénion et le Kténias. Au nord et à
l’est se trouvent des montagnes moins élevées. Elles servirent aussi
de frontières: le mont Trétos marquait la frontière entre Argos et
Cléonai au nord; à l’est, le mont Arachnaion isolait la plaine des
cités indépendantes de l’Akté (Épidaure, Trézène, Hermione)1.
Pour définir les frontières naturelles de la plaine d’Argos, la
1Cf. M. PIÉRART, Argolis, dans M. H. HANSEN-Th. H. NIELSEN(eds.), An Iventory of
Archaic and Classical Poleis, Oxford, 2004, pp. 599-602; ID., Genèse et développement d’une
ville à l’ancienne: Argos, dans M. REDDÉ(ed.), La naissance de la ville dans l’Antiquité,
Paris, 2003, pp. 49-70.
4 MARCEL PIÉRART
ligne de partage des eaux fournit un guide sûr2. La plaine, qui
couvre environ 250 km2, draine une superficie de près de 1200
km2. Les rivières principales, l’Inachos et le Charadros – qu’on
appelle aujourd’hui Xérias – prennent leur source à l’ouest, dans
le massif du Lyrkéion3, l’une au nord, l’autre au sud; elles
contournent la ville d’Argos par le nord-est avant de se rejoindre
au sud de celle-ci et de se jeter dans le golfe de Nauplie. Plutôt
que des rivières, il s’agit de lits de torrents au cours intermittent,
asséchés la plupart du temps, mais capables d’acheminer vers la
mer les masses d’eau que déversent, à l’occasion, de violentes
tempêtes, hivernales et parfois estivales. De plus petits torrents
n’ont pas la force d’atteindre la mer. On verra plus loin l’impor-
tance de cette observation pour l’histoire de la ville d’Argos.
Il était logique qu’Argos cherchât à s’assurer la domination
politique de l’ensemble de ce bassin: elle fut définitivement réali-
sée après la conquête de Mycènes, peu avant 460. D’Argos dépen-
daient alors, en plus des bourgs de la plaine, désertés ou occupés,
comme Midéa ou Tirynthe, Asiné, à l’est, et Hysiai, qui exploitait
une vallée fertile drainée par une rivière qui se jette dans la mer
près de Kiveri, Oinoé, dans la vallée du Charadros, Lyrkéion,
située dans la haute vallée de l’Inachos. Les alliances que la cité
avait conclues avec Ornéai et Cléonai lui garantissaient la maîtri-
se des défilés vers Phlionte, Sicyone et Corinthe.
Les historiens ne s’accordent pas sur la manière dont la ville
d’Argos a réussi à unifier la plaine à son profit. Certains pensent
qu’elle ne fut pas en état de le faire avant l’époque classique4.
Pour ma part, j’ai défendu l’idée qu’Argos dominait l’ensemble
de la plaine, sous une forme politique que nous ne pouvons
qu’entrevoir, depuis la fin du VIIesiècle au moins5. La défaite infli-
2Cf. H. LEHMANN, Argolis I: Landeskunde der Ebene von Argos und ihrer Randgebiete,
Athènes 1937, pp. 5, 50-58.
3Ou de l’Artémision, selon PAUSANIAS(II25, 3; VIII6, 6), qui étend le nom à l’ensem-
ble du massif formé par le Lyrkéion (ancien mont Goupato) et l’Artémision (ancien
mont Malévo): cf. R. BALADIÉ, Le Péloponnèse de Strabon, Paris 1980, pp. 119-120.
4Th. KELLY, A History of Argos to 500 B. C., Minneapolis 1976; J. B. HALL, How Argive
was the “Argive”Heraion? The Political and Cultic Geography of the Argive Plain, 900-400
B.C., AJA 99 (1995), pp. 577-613.
5M. PIÉRART, L’attitude d’Argos à l’égard des autres cités d’Argolide, dans M. H. HANSEN(ed.),
The Polis as an Urban Centre and as a Political Community, Copenhague 1997, pp. 321-351.
ARGOS DES ORIGINES AU SYNŒCISME DU VIIIeSIÈCLE AVANT J.-C. 5
gée par Cléomène à Sépeia, peu avant les guerres médiques, a
entraîné un recul temporaire de la puissance d’Argos.
L’unification de la plaine vers 460 par la jeune démocratie argien-
ne était, en fait, une reconquête.
Au cours de cet exposé, on essaiera de montrer comment et
pourquoi la ville d’Argos, sujette de Mycènes durant l’Âge du
Bronze, a pu acquérir cette position dominante, en retraçant son
histoire des origines jusqu’au synœcisme du VIIIesiècle.
1.Les conditions géographiques et topographiques
La ville d’Argos est située à l’extrémité d’un étroit promontoire
(Gebirgskap) qui se détache de la paroi occidentale du massif mon-
tagneux à l’ouest et pénètre dans la plaine sur une longueur de 3
km: c’est le plateau du mont Lyconé, haut de 285 m. Il est séparé
par un col de 195 m de haut d’une colline conique dont le som-
met, à 289 m, est occupé par la citadelle d’Argos, la Larisa. Celle-
ci, à son tour, est séparée par un col situé à 54 m au-dessus du
niveau de la mer d’une deuxième colline dont le sommet, à 80 m,
est couronné par une chapelle dédiée au prophète Élie6. À cause
de sa forme, qui rappelle un bouclier, Sir William Gell a cru y
reconnaître – à tort – le lieu que Plutarque appelait Aspis7.Ce
nom est entré depuis dans l’usage. Pausanias, en tous les cas, don-
nait le nom de Deiras8, que les archéologues réservent d’habitude
au col qui sépare les deux collines, au lieu où est installé le sanc-
tuaire d’Apollon Pythien (fig. 1, 3).
La pénétration profonde de la montagne dans la plaine confè-
re au site urbain une position centrale dans la plaine (la forteresse
de la Larisa est à 6 km de la mer, à 11 km de Mycènes, à 10, 5 km
de Nauplie). Elle en faisait un point de passage obligé sur la gran-
de route qui menait de Corinthe à Tégée et à Sparte et qui, jusqu’à
6Cf. A. PHILIPPSON, Der Peloponnes (hrsg. E. KIRSTEN, Berlin, 1959), III1, pp. 142-145.
7Plut. Cléom. 17, 8; 21, 5; Pyrr.,32, 8. Cf. V. LAMBRINOUDAKIS, AQHNA,71 (1969-1970),
pp. 47-84; F. CROISSANT, Note de topographie argienne, BCH, 96 (1972), p. 151; M.
PIÉRART,Deux notes sur l’itinéraire argien de Pausanias, BCH, 106 (1982), p. 140 et Un
oracle d’Apollon à Argos, «Kernos», 3 (1990), pp. 319-320.
8Paus. II24, 1.