Table Of ContentVolume Secondo: dal 1492 al 1878
Appunti per una storia del Papato
scritti da un internauta per internauti del XXI secolo.
Alle mie lettrici
Ai miei lettori
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CAPITOLO XXIII
DAL 1492 AL 1521
Da questo capitolo, il nostro incedere sulle strade del tempo sarà più lento, perché
incontreremo d’ora in avanti Pontificati tra i più importanti per la storiografia sacra e
profana.
Più si va avanti, dato che c’è ormai la possibilità di stampare, e più i documenti sono
numerosi ed affidabili. Si fa sempre più difficile quindi fare una cernita fra le notizie, che ci
sono giunte sui diversi Papi vissuti nei secoli che andremo ad incontrare.
Per avere un’idea di chi parleremo, questi sono i cognomi dei Cardinali eletti Pontefici nei
29 anni, che percorriamo in questo capitolo: Borgia, Piccolomini, Della Rovere e de’ Medici.
Che è più o meno come se oggi diventassero Pontefici non so appartenenti alle famiglie
Berlusconi, Agnelli, Caltagirone o Della Valle.
Sono Papi rinascimentali, con comportamenti e vizi non dissimili dai signorotti del tempo,
con una fede apparentemente superficiale e solo freddamente legalista, messi lì in una
posizione, di cui sembra non capiscano quasi per nulla il significato profondo e
trascendente.
Inutile stare a cercare appigli per giustificare in modo apologetico quello che vedremo:
grazie a loro sono scorsi fiumi di sangue italiano, sono avvenute distruzioni, è entrato nella
testa di molti l’assioma papato = potere e corruzione morale, ma soprattutto questo
tempo lascerà l’eredità pesante di uno scisma, quello luterano, che era evitabilissimo, se
solo il Papa avesse fatto il Simon Pietro e non solo il Mecenate o, peggio, il dio Marte,
quando non il Ricco Epulone.
Alessandro VI (1492-1503)
- Roderic Llançol de Borja, meglio conosciuto come Rodrigo Borgia, viene eletto Papa a 61
anni, dopo aver passato praticamente la vita intera in Curia. Nato in Spagna, fin da
giovane è in Italia, dove si laurea in Diritto Canonico a Bologna. Come abbiamo visto, lo
zio Callisto III lo eleva al cardinalato a soli 25 anni e a Vicecancelliere di Santa Romana
Chiesa a 26. Nonostante i moniti di Pio II, il Borgia aveva continuato nella sua vita da
libertino. Basti ricordare che da una sua amante, Vannozza Catanei, aveva avuto quattro
figli: Giovanni, Cesare, Lucrezia e Jofré ed altri tre da un amore precedente, segretissimo.
Tra il 1464 e il 1484 si sa poco di lui, se non di un incarico di Legato in Spagna durante la
Crociata contro i Mori di Granada. Nel 1468 viene consacrato Diacono, mentre il 30 ottobre
1471 diventa Presbitero. Alla morte di Sisto IV (1484) cerca in tutti i modi di battere la
concorrenza del Cardinale Giuliano della Rovere per l’elezione a Papa, ma il ricordo di
quello che era successo sotto l’altro Borgia, glielo impedisce e così favorisce l’elezione del
Cardinale Cybo (Innocenzo VIII). Nel 1492 molte cose sono cambiate: Lorenzo il Magnifico
è morto, la Spagna è ora un regno unico sotto Ferdinando II d'Aragona e Isabella di
Castiglia, Colombo è in viaggio verso l’America.
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- Il Conclave si riunisce per la prima volta nella Cappella Sistina, dove per ora si vedono
solo i dipinti del Botticelli, del Perugino e del Ghirlandaio. Nella notte tra il 10 e l'11 agosto
1492, in seguito a trattative forse simoniache, il Cardinale Rodrigo Borgia viene eletto
Papa e sceglie il nome di Alessandro VI, a dimostrazione che allora il Papa “pisano”
Alessandro V non era considerato Antipapa. I “ringraziamenti” del Borgia non si fanno
attendere: l’amico Arcivescovo di Milano, Cardinale Ascanio Sforza, viene gratificato con la
nomina a Vicecancelliere e con la cessione del palazzo padronale della famiglia Borgia; a
Giovanni Colonna e famiglia va la città di Subiaco e i vicini castelli; al Cardinale Orsini,
Soriano nel Cimino e Ponticelli; mentre al Cardinale Savelli, Civita Castellana.
- Alessandro VI è una figura più complessa di quello che si creda e alcuni suoi successori
lo giudicheranno il più grande Papa dopo San Pietro (!). Se è vero che anche da Papa non
smette di frequentare la nuova amante, la bella Giulia Farnese (lui 62 anni, lei 18) moglie
di Orsino Orsini, se è vero che forse ha altri figli, è pure tra i Pontefici più ortodossi a
livello dottrinale che ci siano stati, visto che nessuno lo criticherà mai da questo punto di
vista.
- Anche se a noi può far sorridere, in realtà ad un certo punto della sua vita (dopo
l’uccisione del figlio Giovanni, 1497) il Papa auspica e annuncia una riforma morale della
Chiesa, in particolare della Curia e degli ordini religiosi. La bolla è già pronta, ma non la
pubblicherà mai. Particolarmente aperto agli Ebrei, essenzialmente utili per ottenere
prestiti in denaro per le imprese del figlio Cesare, durissimo coi Marranos (ebrei convertiti
a forza e che di nascosto continuavano a seguire la loro religione), favorevole alla
conversione dei nativi d’America, protegge e difende alcuni ordini religiosi come gli
Agostiniani. Devoto a Sant'Anna e alla Vergine, conferma nel 1502 la bolla di Sisto IV
relativa all’Immacolata Concezione. Favorisce inoltre con indulgenze il pellegrinaggio ai
santuari mariani e promuove la devozione dell'Angelus. Tiene un rapporto epistolare con la
futura beata Colomba da Rieti, nonostante la franchezza con cui ella, nuova Caterina,
flagella i vizi della Corte papale.
- A Firenze il domenicano Gerolamo Savonarola, priore di San Marco, tuona contro la vita
morale della Curia romana (vaccae pingues) e indirettamente del Papa, mentre riesce a
cacciare i Medici e a diventare la vera guida della città. Stanco delle accuse del
Savonarola, Alessandro VI lo convoca a Roma nel 1495. Intanto si accorda coi nemici del
frate (gli Arrabbiati) e gli toglie il controllo del Convento di San Marco, che viene inserito
nella circoscrizione lombarda. Nonostante questo, Savonarola e i suoi frati continuano per
la loro strada avversa al Pontefice. Inevitabile nel 1497 la scomunica - cui Savonarola
risponde che non si deve obbedire ad ordini contrari alla carità cristiana e alla legge divina
- seguita poi dall’interdizione su Firenze nel 1498. I Fiorentini, stufi di queste lotte intestine
fra pro-Papa (Arrabbiati) e pro-Savonarola (Piagnoni), consegnano il frate nelle mani delle
truppe pontificie. Girolamo, dichiarato eretico e scismatico, viene impiccato con altri suoi
due confratelli e poi bruciato sul rogo per eresia il 23 maggio 1498 in Piazza della Signoria
a Firenze. Le sue ceneri sono poi sparse nell’Arno assieme a quelle di altri suoi seguaci.
- Nel 1499 viene annunciato il Giubileo del 1500 con la bolla “Inter multiplices”. Per
l'occasione il Papa fa ristrutturare ed ampliare gli accessi alla Basilica di San Pietro: l'antica
Via Recta, che conduceva i pellegrini dal ponte Sant'Angelo alla Basilica, viene ampliata e
denominata Via Alessandrina. Il cerimoniale redatto in quell'occasione, a cura del
cerimoniere pontificio Giovanni Burcardo, è a grandi linee quello ancora oggi osservato,
compresa l'apertura delle quattro Porte Sante nelle quattro Basiliche papali. Le cronache
del tempo testimoniano che si riversò a Roma una grande folla di pellegrini - fra loro
anche il Copernico - noncuranti della peste e dei pericoli delle vie, che i decreti del Papa
non erano riusciti a mantenere sicure.
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- Alessandro VI è anche un moderato mecenate: il Cardinale Jean Bilhères de Lagraulas,
ambasciatore di Carlo VIII presso la Santa Sede, commissiona la celebre Pietà a
Michelangelo; gli appartamenti papali, piccola reggia inglobata oggi nei Musei Vaticani,
sono affrescati dal Pinturicchio; decora il soffitto di Santa Maria Maggiore con oro, forse
importato dall'America; fa costruire la Loggia delle benedizioni in San Pietro.
- Governa Roma con fermezza, cercando di mettere fine al disordine e alla corruzione del
periodo dei Cybo. Di persona amministra, ogni martedì, la giustizia.
- Nonostante la Chiesa abbia varie entrate, comprese quelle derivanti dal quasi monopolio
sulla produzione dell'allume (sostanza indispensabile per tingere le stoffe), proveniente
dalle miniere della Tolfa, poiché era quasi impossibile pareggiare completamente i costi di
un apparato elefantiaco, è necessario reperire nuove forme di guadagno. Ed è con
Alessandro VI che la vendita delle indulgenze e degli uffici ha uno sviluppo così smaccato
da suscitare scandalo. Addirittura viene preposto un ufficio apposito, la Datarìa, che ha il
compito di mettere ordine in questo settore. E ai fondi della Datarìa il Papa può accedere
direttamente, senza passaggi burocratici, perché Alessandro VI ha bisogno di molti soldi,
non solo per le sue spese personali, ma anche per far fronte alle ambizioni sempre
maggiori dei figli.
- Sul fronte italiano, fa di tutto perché il Regno di Napoli non finisca in mani francesi e
quindi, attraverso un matrimonio diplomatico, sancisce l’alleanza con gli Aragonesi. Il Papa
stesso incorona Alfonso II Re di Napoli. A questo punto Carlo VIII scende in Italia, senza
alcun contrasto da parte dei principi italiani, mentre Alfonso fugge in Sicilia, lasciando il
Regno al figlio Ferdinando II. A Roma i Colonna si ribellano al Papa e così il re francese vi
entra alla fine del 1494. Il Papa sta asserragliato in Castel Sant'Angelo e, dopo due
settimane di difficili trattative, decide di scendere a patti con il sovrano francese (15
gennaio 1495), offrendo libero passaggio al suo esercito sul suolo pontificio e mettendo a
disposizione anche il figlio Cesare come guida fino ai confini con il Regno di Napoli, in
cambio del giuramento di obbedienza verso il Papa. Carlo VIII è ora a Napoli, mentre
l’Europa, su istigazione anche del Papa, si unisce in una Lega Santa. Quando gli Spagnoli
sbarcano in Calabria, Carlo VIII capisce subito che è meglio riprendere la via del ritorno,
risalendo la penisola, rinunciando a vendicarsi del Papa, che nel frattempo è riparato ad
Orvieto e poi a Perugia.
- Alla morte di Carlo VIII, Alessandro VI capisce che, alleandosi con Luigi XII d’Orléans,
che mira a sostituirsi a Milano ai Visconti ormai estinti, può guadagnare potere in favore
del figlio Cesare. Il Papa allora procede con matrimoni combinati: scioglie il matrimonio del
Re di Francia, che può sposarsi con la vedova di Carlo VIII, mentre Cesare Borgia, tornato
laico dopo apposito Concistoro, può sposare la Principessa di Navarra e ottenere il Ducato
di Valentinois e la promessa di avere parte della Romagna.
- Qui è meglio capire quale sia stata la politica familiare di questo Papa rinascimentale. Si
va decisamente oltre il nepotismo e grazie al fatto che ha numerosi figli e figlie, può
imporre la sua famiglia in modo egemonico. Coi soldi del Giubileo e di altre entrate, regala
al figlio Cesare (detto Il Valentino) un esercito per conquistarsi il principato: con notevole
audacia e sfrontatezza il giovane Borgia conquista, in successione, prima Pesaro, Cesena e
Rimini e poi anche Faenza, Urbino e Senigallia; infine Forlì. Il Papa investe il figlio del titolo
di Duca di Romagna (15 maggio 1501). A Roma confisca i possedimenti ai Savelli, ai
Caetani e ai Colonna e vengono ridistribuiti tra i membri della famiglia Borgia: Giovanni,
figlio di appena due anni dello stesso Papa, diventa Duca di Nepi; mentre Rodrigo, figlio di
due anni di Lucrezia, diventa Duca di Sermoneta. Poi si rivolge alla famiglia Orsini, con
l'eliminazione fisica del Cardinale Giovan Battista e il bando decretato contro tutti gli altri
componenti della famiglia.
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- Qualsiasi persona si metta di traverso al potere papale, rischia la vita. È il caso per
esempio del secondo marito della figlia Lucrezia, Alfonso d’Aragona, Duca di Bisceglie (il
primo matrimonio combinato dal Borgia era stato, lei tredicenne, con il ventiseienne
Giovanni Sforza, poi annullato dal padre-Papa per motivi inventati). Si sposano
giovanissimi (17 anni lui, 18 lei) e un anno dopo hanno già regalato un nipotino al Papa.
Mentre Alfonso si trova a casa del suocero in Vaticano subisce prima un attentato, che lo
porta quasi alla morte, e infine viene ucciso per ordine del cognato Cesare Borgia per un
presunto complotto, con Alessandro VI presente due stanze più in là (18 agosto 1500).
Lucrezia andrà poi in sposa ad un altro Alfonso, questa volta della famiglia Este, non prima
di aver avuto in affido addirittura l’amministrazione del Vaticano, mentre il Papa è assente.
Solo la morte di Alessandro VI bloccherà l’ascesa strepitosa di questa famiglia.
- Fondamentale per le conseguenze future è la decisione del Papa in merito alla
spartizione delle terre scoperte in America. Lo può fare in nome della falsa “Donazione di
Costantino”, per cui tutto ciò che è ad occidente è suo e quindi può decidere di darlo a chi
vuole. Alessandro, con la bolla “Inter Caetera” (4 maggio 1493), divide le terre, tracciando
una linea di demarcazione molto favorevole agli Spagnoli, rispetto ai Portoghesi. Questa è
la base per la stipulazione del Trattato di Tordesillas il 7 giugno del 1494, in cui si
stabilisce come divisione il meridiano nord-sud, 370 leghe (1.770 km) ad ovest delle Isole
di Capo Verde (al largo della costa del Senegal, nell'Africa Occidentale), corrispondenti
approssimativamente a 46° 37' O. Le terre ad est di questa linea sarebbero appartenute al
Portogallo e quelle ad ovest alla Spagna. Questo meridiano viene chiamato anche “raya”.
- La morte del Papa il 18 agosto 1503 (lo stesso giorno in cui era stato ucciso suo genero
Alfonso) è anch’essa coperta di mistero. Il bollettino ufficiale parla di malaria. Secondo
contemporanei come il Guicciardini, invece, nel corso di una riunione conviviale presso la
dimora del Cardinale Adriano Castellesi di Corneto, viene versato dell’arsenico nel vino
destinato al Cardinale, ma per errore esso viene bevuto dal Papa. Il suo cadavere subirà
varie peripezie: sepolto furtivamente in San Pietro per i disordini scoppiati a Roma, sarà
poi traslato nei sotterranei del Vaticano. Dal 1610 riposa nella chiesa di Santa Maria di
Monserrato, la chiesa degli Spagnoli in Roma.
- Grande nepotista, aveva nominato ben 43 nuovi Cardinali (tra cui un futuro Papa), nel
corso di 10 Concistori.
Pio III (1503)
- Nipote di Pio II, Francesco Nanni Todeschini Piccolomini, che governa la Chiesa per una
quindicina di giorni, aveva avuto un passato soprattutto diplomatico. Era toccato a lui,
come Cardinale Protodiacono, incoronare sia Innocenzo VIII che Alessandro VI. Nel 1497
era stato uno dei Cardinali incaricati di progettare una riforma della Chiesa, poi non
avvenuta; nel 1501 avrebbe dovuto organizzare una Crociata, mai tenutasi.
- Alla morte di Alessandro VI la situazione è esplosiva: a Roma i 12.000 armati del
Valentino-Cesare Borgia, malato di malaria, tengono a bada le forze degli Orsini e dei
Colonna. I Francesi sono attestati a Viterbo sotto il comando di Francesco Gonzaga. Gli
Spagnoli, agli ordini di Consalvo di Cordova, si stanno muovendo dal Garigliano. I 38
Cardinali allora si accordano col Valentino, perché lasci Roma per tre giorni e non influisca
sul Conclave.
- Il 22 settembre 1503 viene eletto come classico Papa di transizione un buon Cardinale
italiano molto malato, che, essendo solo Diacono, il 30 deve essere ordinato sacerdote, il
1º ottobre consacrato Vescovo di Roma per mano del Cardinale Giuliano della Rovere,
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Decano del Sacro Collegio, e l’8 ottobre incoronato Pontefice sugli scalini della Basilica di
San Pietro in Vaticano dal Cardinale Raffaele Riario.
- Devastato dalla gotta, non riesce neanche ad alzarsi durante la Messa inaugurale in
Laterano. Buono com’è, non si rende conto del pericolo Cesare Borgia e lo fa rientrare a
Roma così giustificandosi: "I Cardinali spagnoli hanno interceduto per lui e mi hanno detto
che egli è gravemente ammalato e che non può più guarire. Desidera ardentemente
tornare a Roma per esalarvi l'ultimo respiro; gli ho concesso questa grazia." Il Valentino in
realtà sta bene e occupa Castel Sant’Angelo, ma il Papa non fa nulla.
- Nei pochi giorni di vita fonda la Biblioteca Piccolomini presso la Cattedrale di Siena,
dando incarico al Pinturicchio di decorarne gli ambienti.
- Muore il 18 ottobre per un'ulcera alla gamba, o, come sostenuto da alcuni, a causa di un
veleno somministratogli su istigazione di Pandolfo Petrucci, governatore di Siena, dopo
aver celebrato un Concistoro nel quale non ha creato alcun Cardinale. Le sue spoglie
mortali, assieme a quelle dello zio Pio II, saranno trasportate nel 1614 nella chiesa di
Sant’Andrea della Valle a Roma.
Giulio II (1503-1513)
- Il francescano Giuliano della Rovere è ligure di Albisola (SV). Nipote di un Papa (Sisto
IV), studente e poi insegnante di Diritto a Perugia, fa una rapida carriera: a 28 anni è
Vescovo di Carpentras e Cardinale. Come si usava allora, riunisce a sé almeno 8 vescovati
(tra cui Bologna, Vercelli e Catania). Legato Pontificio in Francia e Olanda, a 40 anni
diventa anche padre di una figlia, Felice Della Rovere, avuta da Lucrezia Normanni, moglie
del suo maggiordomo. Durante il Pontificato del rivale Rodrigo Borgia, se ne va a Parigi a
spingere Carlo VIII a scendere in Italia. Con lui entra a Roma, progettando un processo ad
Alessandro VI. Il tutto fallisce, ma dopo la morte del Borgia e la breve parentesi di Pio III,
viene eletto Papa, ormai sessantenne, il 31 ottobre 1503 dai 27 Cardinali del Conclave,
grazie all'appoggio di quasi tutti i monarchi europei e della fazione di Cesare Borgia, il cui
piccolo principato gli si sta sgretolando sotto gli occhi. In realtà il nuovo Papa farà di tutto
poi per smantellare il potere del Valentino: prima una morbida prigionia in Vaticano, poi
viene inviato in Romagna, per convincere i capitani di Cesena, Forlì e Bertinoro a
consegnare le fortezze delle città alle forze pontificie, infine, una volta fuggito a Napoli, è
messo di nuovo in catene su ordine di Ferdinando II d'Aragona e spedito in Spagna, dove
fugge ancora, questa volta in Navarra, morendo in quel piccolo principato in una
scaramuccia di poco conto sotto le mura del castello di Viana nel 1507.
- Per far capire subito chi lo ha ispirato per chiamarsi “Giulio”, si fa costruire sette archi
trionfali, attraverso i quali passa alla maniera dei Cesari.
- Riesce, come abbiamo visto, a mettere fuori causa la famiglia Borgia, mentre si rende
amici i Colonna e gli Orsini grazie alle consuete politiche matrimoniali, che coinvolgono
anche la figlia naturale Felice, andata in sposa a Gian Giordano Orsini il 24 maggio 1506,
ma senza sfarzo per non dare troppo nell’occhio (l’Orsini, già vedovo ha una ventina d’anni
in più della giovane).
- Grande nepotista, Giulio II fa Cardinali diversi parenti: Galeotto Franciotti della Rovere,
Clemente e Leonardo Grosso della Rovere e infine Sisto Gara della Rovere.
- Il 19 febbraio 1505 il Papa emana la bolla “Cum tam divino”, con la quale stabilisce che
l'elezione di un Pontefice macchiata dalla simonia è nulla. È un modo anche per
condannare l'elezione, dichiaratamente simoniaca, del suo predecessore Alessandro VI.
- Nel 1506 parte per una spedizione militare da lui guidata per riportare le città del suo
Regno, in mano ai signorotti locali, sotto il controllo papale. Prima Perugia, poi Bologna e
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Forlì sono liberate dalle signorie. Dice di lui Machiavelli: "Mostrò ad tutto el mondo el
buono animo suo di volere ridurre le terre all'ubbidienza della Chiesa e purgarle da'
tiranni".
- Venezia però continua a controllare alcune roccaforti in Romagna. Il Papa confida al
Machiavelli che se non gli saranno restituite egli farà “ogni estremo sforzo e provocati tutti
i principi cristiani” contro i Veneziani. Nel 1504 il Pontefice pubblica una bolla con la quale
ingiunge ai lagunari di restituire tutti i borghi di Romagna nelle loro mani; ma
all'ingiunzione il Doge rispose picche. Alle parole di Giulio "Io non mi rimarrò fino a che
non vi abbia fatti umili, e tutti pescatori siccome foste", si racconta che l'ambasciatore
Pisani sorrida di compassione e di rimando risponda: "Vieppiù vi faremo noi, Padre Santo,
un piccol chierico, se non sarete prudente".
- Il 10 dicembre 1508 Giulio II crea allora la Lega di Cambrai con Luigi XII di Francia,
Massimiliano I d'Asburgo, Ferdinando II d'Aragona (Re di Napoli e di Sicilia), Alfonso I
d'Este (Duca di Ferrara), Carlo III (Duca di Savoia) e Francesco II Gonzaga (Marchese di
Mantova). I Veneziani sono travolti dopo la sconfitta di Agnadello del 14 maggio 1509, ma
a questo punto il Papa, una volta ricevute indietro le sue terre, teme una troppo forte
presenza francese e così cambia alleanze e si crea una Lega Santa pro-Venezia contro i
Francesi (1º ottobre 1511), che vede insieme gli Aragonesi e gli Svizzeri, cui si
aggiungono l’Inghilterra e l’Impero. Giura che non si taglierà più la barba (e barbuto
appare nel celebre quadro di Raffaello) fin quando ci saranno francesi sul suolo italiano.
Lanciato l’interdetto sulla Francia, quattro Cardinali e diversi Vescovi soprattutto francesi
rispondono, accusando il Papa di sodomia e corruzione in un Concilio (Conciliabolo, perché
non legittimo) tenutosi a Pisa nel novembre 1511 e venendo per questo scomunicati.
- Dopo che i soldati di Luigi XII hanno cacciato i pontifici da Bologna (l’enorme statua di
bronzo di Michelangelo, raffigurante il Papa, viene fatta a pezzi, la testa mandata ad
Alfonso d'Este, il resto fuso per fare un cannone e sostituita da un’immagine del vero
capo: Dio) avviene lo scontro militare decisivo l'11 aprile 1512, giorno di Pasqua, nella
sanguinosa battaglia di Ravenna. I Francesi, nonostante le numerose perdite, hanno la
meglio e si dirigono verso Milano, ma sapendo che un esercito imperiale sta scendendo
dalla Svizzera, sono costretti a riparare in giugno oltre le Alpi.
- Per capire il personaggio, si ricorda nei documenti la volontà del Papa di partecipare
personalmente alla presa della fortezza di Mirandola. Il 2 gennaio 1511 Giulio II,
malaticcio, parte da Bologna in lettiga assieme alle sue truppe e testimoni riportano questa
esclamazione: "Vederò, si averò sì grossi li coglioni come ha il re di Franza!". Arriva lì in
una tormenta di neve e vi fa piazzare i cannoni. Girolamo Lippomano, ambasciatore
veneto così ricorda: "Giulio II è comparso contro l'aspettazione di tutti. Da quanto pare è
pienamente ristabilito: gira intorno al campo nel turbinio di neve; non teme né vento né
pioggia, ha una tempra da gigante. Ieri dì e oggi ha nevicato senza interruzione; la neve
arriva al ginocchio dei cavalli, pur tuttavia il Papa sta nel campo". Il 17 gennaio 1511 una
palla di cannone nemica cade nel suo appartamento ferendo due suoi camerieri e
mancando di poco il Papa (la palla vien poi inviata come ex voto al Santuario di Loreto). Il
20 gennaio la rocca cade e il Pontefice vi entra, arrampicandosi con gran fatica su una
scala a pioli, in quanto la porta è murata e il ponte abbattuto.
- In mezzo a questo inutile spargimento di sangue, Giulio II si ricorda di essere successore
di Pietro e il 18 luglio 1511, in risposta a quello di Pisa, convoca un Concilio Ecumenico,
che si apre il 3 maggio 1512 in Laterano (Concilio Lateranense V) alla presenza di 16
Cardinali, 70 Vescovi e una trentina di altri prelati. L’assemblea viene aperta da un
discorso di Egidio da Viterbo che chiarisce subito le cose: “Sono gli uomini che devono
essere trasformati dalla religione, non la religione dagli uomini.” Nell’unica bolla a firma
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Giulio II (le altre saranno del suo successore) rigetta, una per una, le ragioni addotte dai
Cardinali durante il “Conciliabolo” di Pisa, porporati che comunque ritorneranno fedeli al
Papa.
- Crea le prime Diocesi del Nuovo Mondo con la bolla dell’8 agosto 1511 “Romanus
pontifex“: la Diocesi di Santo Domingo e della Vega (isola di Hispaniola) e la Diocesi di San
Juan di Porto Rico (isola di Porto Rico) affidata al primo Vescovo approdato al di là
dell’Oceano, Alonso Manso. Entrambe sono suffraganee dell'Arcidiocesi di Siviglia.
- Giulio II sarà ricordato (anche grazie a film e fiction) per il suo mecenatismo e il fiuto
artistico. Le sue intenzioni sono chiare: "Noi reputiamo essere nostro dovere di
promuovere il culto divino non solo con statuti, ma altresì col buono esempio… Il saggio
Salomone, sebbene non illuminato dalla luce del cristianesimo, non risparmiò alcun
sacrificio onde edificare al Signore Iddio una casa degna di Lui". Nel 1503 nomina
Bramante sovrintendente generale delle fabbriche papali, affidandogli innanzitutto il
collegamento tra il Palazzo Apostolico e la residenza estiva del Belvedere. Nei primi mesi
del 1506 prende l'audace decisione di abbattere e ricostruire interamente la Basilica
vaticana, risalente all'epoca di Costantino, ed è Giulio II a collocare la prima pietra il 18
aprile 1506. Bramante elabora un progetto a croce greca, con un'enorme cupola
emisferica centrale e quattro cupole minori alle estremità dei bracci, alternate a quattro
torri angolari. Dal 1506 al 1514 Bramante segue i lavori alla Basilica e, sebbene il suo
progetto sia stato poi abbandonato dai suoi successori in favore di una Basilica a croce
latina, immutati sono rimasti il diametro della cupola (40 metri, quasi quanto quella del
Pantheon) e le dimensioni della crociera. Giulio II affida al Bramante anche alcuni lavori di
urbanistica (Via Giulia e Via della Lungara).
- Con Michelangelo le cose vanno meno bene, perché il Merisi non gli perdona l’averlo
fatto dannare per nulla per il mastodontico monumento sepolcrale che Giulio II voleva
farsi costruire nella nuova Basilica di San Pietro. Si rincontrano a Bologna nel 1507 e
avviene la pacificazione, che produrrà qualcosa di grandioso: prima fonde per il Papa la
statua in bronzo di cui abbiamo parlato sopra e pochi anni dopo, a Roma, ottiene la
commissione "riparatrice" per la decorazione della volta della Cappella Sistina.
- A Raffaello affida invece la decorazione di un nuovo appartamento ufficiale, le cosiddette
Stanze Vaticane. Rifiutandosi di utilizzare l'Appartamento Borgia, il Papa sceglie alcuni
ambienti al piano superiore, risalenti all'epoca di Niccolò V, in cui esistevano già
decorazioni quattrocentesche. Fa dipingere i soffitti a un gruppo composito di pittori, tra
cui il Perugino, il Sodoma, Baldassarre Peruzzi, il Bramantino e Lorenzo Lotto, oltre allo
specialista di grottesche Johannes Ruysch. Sul finire del 1508 si aggiunge Raffaello.
- Durante il Concilio Lateranense V Giulio II si ammala gravemente a causa della sifilide,
che lo tormenta fin da giovane, e muore il 21 febbraio 1513. Tra i versi anonimi del
tempo, questo riassume un po’ la sua vita: "Morto è quel che da Franza / ha Italia liberata
/ morto è quel che ha voltato / tutto il mondo a suo piacere". La sua tomba monumentale,
fatta costruire dagli eredi, sarà fonte di sofferenze e critiche per Michelangelo. Il
monumento che si trova in San Pietro in Vincoli, non ospiterà mai le spoglie del Papa
guerriero, sepolto senza alcuno sfarzo nella Basilica di San Pietro.
- Aveva creato 27 Cardinali nel corso di 6 distinti Concistori.
Leone X (1513-1521)
- Dopo un Borgia, un Piccolomini e un Della Rovere, ecco un altro Papa proveniente dallo
star-system del tempo: Giovanni de' Medici. Figlio di Lorenzo il Magnifico e di una Orsini,
aveva la carriera assicurata: tonsura a sette anni con la nomina a Protonotario apostolico,
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ad otto era Abate di Montecassino e di Morimondo e prima dei tredici anni erano in corso
negoziati per la sua elevazione a Cardinale. A 14 anni è già Cardinale, ma fino a 17 non
può indossare le vesti purpuree. Fin da giovanissimo si vede che è più portato alla
letteratura (tra i suoi maestri, il Poliziano) che al Diritto Canonico. Adolescente, fa
l’esperienza del primo Conclave. Ne esce un Borgia, nemico dei Medici e quindi torna a
Firenze. Con il cambio di regime nella città toscana, si rifugia ad Urbino e Bologna. Poi
lascia l’Italia e gira l’Europa. Nel 1500 è a Roma nell’attuale Palazzo Madama e pensa solo
ai suoi interessi letterari. Sotto Giulio II, con il quale i rapporti non sono il massimo, viene
inviato in Romagna e fatto prigioniero dai Francesi nella sanguinosa battaglia di Ravenna.
Vorrebbero portarlo in Francia come ostaggio, ma durante l'attraversamento del fiume Po,
riesce a fuggire, riparando a Ravenna. Su invito del Papa, cerca di riprendere il potere a
Firenze, saccheggiando per ventuno giorni Prato. Il 14 settembre 1512 Firenze torna ai
Medici. L’anno dopo, Giulio II muore e si apre il Conclave.
- Proprio per un bisogno di riconciliazione, si decide di fare Papa il de’ Medici il 9 marzo
1513, sperando che la sua salute cagionevole comporterà un Pontificato breve, anche se
ha solo 38 anni. È l’ultimo Diacono della storia a diventare Papa: quindi viene subito
ordinato sacerdote e Vescovo il 13 marzo e poi incoronato in modo solenne sei giorni
dopo.
- Almeno all’inizio Leone X fa ben sperare per la sobrietà della cerimonia di elezione e nel
suo cercare di rasserenare gli animi, perdonando prima i Cardinali che avevano aderito al
"Conciliabolo di Pisa"; poi Pompeo Colonna, che aveva tentato di provocare
un'insurrezione popolare per instaurare una repubblica a Roma; infine i congiurati Boscoli
e Capponi, che avevano complottato contro di lui a Firenze, salvando la vita pure a Niccolò
Machiavelli, in carcere per lo stesso motivo.
- Le attese però svaniscono, quando per l’entrata solenne in Laterano, spende qualcosa
come 100.000 ducati per una stupefacente cerimonia.
- Il 27 aprile 1513 riapre il Concilio Lateranense V, guida personalmente la dodicesima ed
ultima sessione, il 16 marzo 1517. Tra le discussioni: l’immortalità dell'anima (contro le
teorie filosofiche degli averroisti) e la sottomissione della verità filosofica a quella
teologica; la riforma della Curia romana; cosa fare contro gli abusi presenti nella Chiesa; la
censura preventiva dei libri di argomento religioso, la cui stampa dovrà d’ora in poi essere
autorizzata dalla Chiesa, pena la scomunica per chi pubblica libri non autorizzati e il rogo
pubblico di quelli stampati, più una multa di 100 ducati e il divieto di stampare per un
anno; la liceità dei Monti di Pietà allo scopo di aiutare nel modo più favorevole le persone
povere, che necessitano di aiuto; le nuove norme circa la predicazione dei chierici.
- Proprio durante questo Concilio, viene approvato il Concordato di Bologna col quale la
Santa Sede rinuncia ai territori di Parma e Piacenza, ma ottiene la revoca ufficiale, da
parte di Francesco I, della Prammatica Sanzione di Bourges (7 luglio 1438, documento che
sta alla base del “Gallicanesimo”). Il compromesso insito nel Concordato porta al
reinserimento della Chiesa gallicana nell’ambito della Chiesa cattolica, conferendo tuttavia
ai Re di Francia un potere sulla Chiesa nazionale, che nessun altro Sovrano Cattolico aveva
mai avuto nel proprio regno, ed aprendo, fra l'altro, le porte all'introduzione in Francia del
deprecato regime delle commende. Il Concordato di Bologna rimarrà in vigore
praticamente fino alla soppressione dell'autorità della Chiesa in Francia operata dalla
Rivoluzione Francese.
- Leone X richiede con un pamphlet (quindi una pubblicazione non ufficiale) la traduzione
della liturgia in volgare e la traduzione della Bibbia. Tale decisione sarà poi confutata dal
Concilio di Trento, che riconfermerà il latino. Nel 1520 approva la cosiddetta “Poliglotta
Complutense”, fatta stampare dal Cardinale Primate di Spagna Francisco Ximenes de
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Description:Vengono create nuove Diocesi nelle terre da poco scoperte: nel Panamà, a Madera, cui dipendono tutte le dell'Impero Moghul, Akbar. Nel 1582 il