Table Of ContentAndreaLeMoli
PlatoneelaScuoladiMarburgo
OntologiaemetafisicainCohen,Natorp,Hartmann
Epekeina,vol. 1,nn. 1-2(2012),pp. 7-26
HistoryofthePlatonic-AristotelianTradition
ISSN:2281-3209
DOI:10.7408/epkn.v1i1-2.17
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Palermo(Italy)
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Platone e la Scuola di Marburgo
OntologiaemetafisicainCohen,Natorp,Hartmann1
AndreaLeMoli
1 Introduzione: l’opposizionelogica-metafisicanelgiovaneNicolaiHart-
mann(1905-1909)
Larinnovata interpretazionediPlatoneè unmomentodeterminante del-
l’impostazione che definisce in senso unitario la cosiddetta Marburger
Schule. Traleopere checontribuisconoatracciarneicaratteri c’èsicura-
mente quella Logica platonica dell’essere(Platos Logik des Seins) pubblicata
nel1909daNicolaiHartmann(1882-1950)cometerzovolumedellaserie
delle Philosophischen Arbeiten curate da Hermann Cohen e Paul Natorp.2
Sitrattadiuntestoche,oltreatestimoniareunacontinuitàprofondatra
le principali impostazionineokantiane in merito all’interpretazione della
filosofiaplatonica,partedaunaparticolareopposizionetra«logica»e«me-
tafisica» che, a detta di Hartmann, condizionerebbeogni interpretazione
del pensiero di Platone sin dai tempi dei suoi immediati successori e di
Aristotele.3
Lo scritto del 1909 esordisce opponendo espressamente all’idea che
quelladiPlatonesiauna«metafisicadell’essere»l’oppostatesipercuiessa
sarebbeinrealtàuna«logica»:
CheinPlatone,nellamisuraincuilasuaèingeneraleunafilosofiateoretica,
sidebbatrattarediunateoriadell’essere,difficilmentequalcunolocontesterà.
Cheperòquestateoriarappresentiunalogica,enonpiuttostounametafisica
dell’essere,èunatesicheforsenonincontraunconsensoimmediato[c. n.].4
E riportando l’opzione metafisica ad una sorta di «variante interpre-
tativa» del platonismo sorta in conseguenza di una sopravvalutazione,
1UnaversionediquestocontributoègiàapparsainRoccaro2010,157-175.
2Hartmann1909.
3Lateorizzazionediquest’opposizionevienematuratadalpensatorerusso-tedesconelcorsodel
suoapprendistatofilosoficoaMarburgo,appuntopressoifondatoridelNeokantismomarburghese,
HermannCohenePaulNatorp.Natonel1882aRiga,capitaledell’anticostatodiLivonia,Hartmann
avevafrequentatoinizialmentelescuoleelementarirusseesolonel1897avevaavutoaccessoal
ginnasiodilinguatedescadiSanPietroburgo. Inseguitoallarivoluzionerussadel1905siera
quinditrasferitoaMarburgo, doveavevavintounconcorsoaccademicoconunadissertazione
daltitoloIlconcettodiessereenon-esserenelsuosignificatoperlateoriaplatonicadelleideeche
sarebbepoiconfluitanellatesidilaureadel1907daltitoloIlproblemadell’esserenellafilosofiagreca
primadiPlatone. Questistudisarebberoculminatinellapubblicazionenel1909diquellaLogica
platonicadell’essereche,insiemealtestosuIprincipifilosoficidellamatematicainProcloDiadoco,gli
permetterannodiconseguirelaliberadocenza.
4Hartmann1909,III..
Epekeina,vol. 1,nn. 1-2(2012),pp. 7-26
HistoryofthePlatonic-AristotelianTradition
AndreaLeMoli
da un lato, delle critiche aristoteliche; dall’altro, degli elementi mistici e
spiritualisticipresentinellafilosofiadell’Ateniese:
SièsemprevistoinPlatoneilmetafisico. DaAristoteleinpoisièintesa
lasuaideacomeunacosasovrasensibile,lasuaanimacomeunasostanza
psichica,lasuadottrinadell’esserecomeontologia. Questaconvinzioneè
dunqueanticaquantoilplatonismostessoe,comesiusaancheaffermare,è
unfattostoricoallostessomododiquello. Pertantoquestaconvinzionedeve
averedaqualchepartelasuamotivazione,chenondeveesseretrascurata,
nellamisuraincuianchelosguardostoricochematuralentamentegiunge
adunaconcezionepiùprofonda.[...]lasuapredilezioneperlateologiaorfica
epitagorica,lasuapersonalefedenell’immortalitàenellavitanell’aldilà,
lasuavisioneestetico-teleologicadellabontàedellabellezzadell’universo
naturale sono incontestabili e, dal punto di vista storico-culturale, tratti
dominantidellasuaopera,cosìcomedelsuoinflussosulmondoaluicon-
temporaneo e successivo. Ma ciò non vuol dire che questi tratti devono
essereanchequellideterminantidalpuntodivistafilosofico. [...] Perque-
staragionelaconcezionelogicadell’esserenonhaalcunbisognodiessere
messainunrapportorigorosamenteesclusivoconquellametafisicadelle
ideecheperlamaggiorpartesiècercatainPlatoneecheinquasituttele
presentazionidelsuopensieroèstatapostaincima[...]. Ecomeècertoche
nelcorsogeneraledeiproblemifilosoficil’interessemetafisicoèoltrepassato
esostituitodaquellologico-scientifico,altrettantocertodeveesserecheil
puntodivistalogico,percomesipuòrintracciareinunpensatoreantico,
deverappresentareuncriteriopiùprofondoedeterminanteperlavalutazio-
nedellasuafilosofiarispettoaquellometafisico,perquantoanchequesto
possasemprepresentarsiintegroaccantoaquello. Inquestosensola«logica
dell’essere»nelcuisensonoicerchiamodiintendereladottrinadelleidee,
lasciasufficientespazioinPlatoneaitrattipoetici,miticiedunquemetafisici.
Essanonpretendediesserel’unicopuntodivistapossibile,macertoquello
chedàlamisuradell’apprezzabilitàfilosofica.5
Per giustificare questa tesi occorre, secondo Hartmann, dimostrare
(erweisen)«ilcaratterelogicodelconcettoplatonicodiessere»,ilchepuò
esserefattoanzituttoriportandol’istanzametafisicaallecondizionistoriche
obiettivedelcontestoplatonicoepreplatonico.
Giànelladissertazionedel1905Hartmannavevaripercorsoleposizioni
fondamentalidellafilosofiapresocraticainrelazionealproblemadel«non
essere»e,apartiredall’analisitestualedeiframmentiedelletestimonianze
relative,cercatodidimostrarecomenellessicoarcaicochedovevafornire
la basedi sviluppo del piùtardo concetto di«essere», fosse contenuto un
movimento che andava in direzione di una progressiva liberazione dalla
rappresentazionetradizionaleeprefilosofica:
Quelcheèistruttivonellastoriapreplatonicadell’essereèilprocesso, in
costantecompimento,diaffrancamentodallarappresentazioneinizialediun
5Hartmann1909,III-VI..
8
PlatoneelaScuoladiMarburgo
entedato.6
L’affrancamentodalpianodellaVorstelllungdiunentegiàdatoavrebbe
condotto,secondoHartmann,alladivisioneeraclito-parmenideadelcosmo
dellarappresentazioneindue«sfere»o«livelli»: quellodel«veroessere»
(aletheia)equellodella«parvenza»(doxa). Laprogressivacontestazionedel
pianodidatitàdell’essere(l’esserecomequalcosadigiàdatoassolutamente)
incuilarappresentazioneumanainizialmentesimuovesisarebbetradotta
nel tentativo dei due filosofi, da un lato, di dimostrare l’illusorietà della
rappresentazioneimmediata, dall’altrodiattestare laconsistenzadel reale
adunlivellopiùprofondodiquelloaccessibileaisensi: ilpianodelconcetto
ologos.
Quest’ultimo sarebbe stato, tanto in Eraclito quanto in Parmenide,
caratterizzato comeil piano di unitàin cui trovanoconciliazione armonica
quelle«opposizioniinsostenibili»traessereenon-esserecheladimensione
della doxa rivela invece ad ogni passo. In quanto capacità di cogliere
in unità le determinazioni contrarie del reale (il tempo, il movimento, il
divenire, il generarsi e il corrompersi delle cose), il logos funzionerebbe
dunque comeuna unità, già semprearmonicamente articolata, trapositivo
e negativo, così che il senso di «essere» che viene fuori da questa nuova
considerazione«logica»delmondosubirebbeunaprofondaestensionee
modificazionerispettoaquellotradizionale.
Secondoiltipodirappresentazionechequièinopera,infatti,l’«essere»
non avrebbe più il senso di un oscillare perenne tra determinazioni contra-
rie(ilnascereeilperire,ilgenerarsieilcorrompersi),mapiuttostoquello
di un «contenere» le opposizioni («essere» e «non essere») all’interno
di una relazione armonica. E questo nuovo senso si rivelerebbe fondato
propriosullacapacitàdellogosditenereinrapportononcontraddittoriole
determinazionicontrarie.
Questacorrelazionefondamentaletrapositivoenegativochestaalla
base del concetto «filosofico» di essere è, secondo Hartmann, il fulcro di
unacorrettacomprensioneanchedelladottrinaplatonicadelleIdee. Lasua
mancatatematizzazionespiegherebbeilfraintendimentosostanzialecuila
dottrinadelleideesarebbeandataincontrogiànelpensierodiAristotele:
Nellafilosofiaplatonicacisifannoincontrodueconcettilacuiimportanza
fondamentalevienemessaripetutamenteeconforzainprimopiano,eche,
percosìdire,assumonounaposizionecentralerispettoaglialtriconcetti
fondamentali. Sonoiconcettidiessereenon-essere. Nonintutteleepoche
sièsaputovalutarecorrettamentel’importanzadiquesticoncetti,chesono
coinvoltinellacomprensionedell’ideaplatonicaelaaccompagnano. Questi
concettisonopensaticomeideeeperleidee. Perquestomotivooccorre
anzituttoavercoltoilsignificatometodicodell’ideaperpoterfamiliarizzare
6Hartmann1909,83.
9
AndreaLeMoli
conilsensometodicodiquesticoncetti,chePlatoneintendevanelfattochei
concettifondamentalidevonoesserpostiafondamentoperpoterriconosce-
re,apartiredaessi,lapossibilitàdelsaperestabile(gesichertenWissens).Solo
daquestopuntodivistasipuòcomprenderelacorrelazionefondamentale
traessereenon-essere. PoichéPlatoneavevaavutonell’ideailmezzoper
conquistareilversantemetodicodeiconcetti,questacorrelazionefondamen-
talepotevamostrarsialuinelsuoessenzialevalorelogico. Questovalore
vienenuovamentepersogiàconAristotele. Eperòanchequestodovevadi
necessitàaccadere,dalmomentocheeraandatoperdutoilmedio(Mittel)
logicodell’idea. Infattisenzaquestononc’èalcunproblemadell’esserein
senso platonico, vale a dire come correlazione logica fondamentale. Per
AristoteletuttociòcheperPlatoneeraunacapacità(Leistung)delpensie-
ro ricade nell’orizzonte del dato. Da qui anche l’idea diventa per lui una
cosa-einquantotalenaturalmenterigettata. L’essere,però,chenonpuò
venirerigettato,diventaassoluto–nelsensodell’AssolutamenteDato. Tutti
iquattroprincipidell’esserecheeglienunciavengonodaluicompresiin
questaassolutadatità.Perquestomotivononc’èpiùspazioperilnon-essere.
Esso deve perdere il suo senso originario, che doveva essere puramente
metodico(reineMethode);maquestotrattometodicopurovieneinAristotele
disconosciuto.7
Il«problemadell’essere»(Seinsproblem)diverrebbedunquecompiuta-
mente interpretabile in Platone come una questione di natura «logica»,
ossiacomel’articolazioneatuttiilivellidelrealedellapolaritàfondamenta-
letraessereenonessere. Stantelasuaesplicitaespulsionedelnon-essere
dal piano della riflessione ontologica, Aristotele avrebbefinito invece per
ridurrel’essereedisuoiquattroprincipiadunorizzontedidatità,perdendo
lepotenzialitàsquisitamentelogichedellaGrundkorrelation:
[inAristotele]Ilproblemadell’esseresmettedimuoversinellacorrelazione
ineludibile. L’essere assolutamente dato non ha infatti bisogno di alcun
correlato.8
LatesipercuiinPlatonesarebbevenutastoricamenteamaturazione
la consistenza dell’essere in questa «correlazione fondamentale» viene
dimostratadaHartmannattraversol’esibizionediqueipassiincuil’idea
manifesta la sua natura sintetico-relazionale. Questo avverrebbe essen-
zialmenteinduemodi: daunlatonelfattochelasingolacosaesistenteè
definibileunicamentecomeappartenenteallaclasseespressadallasuaidea,
e quindi all’interno di una necessaria articolazione del nesso uno-molti;
dall’altronelfattocheanchelasingolaidea,specialmentenelPlatonema-
turo,èconcepibileedefinibileunicamentenelquadrodiunadisposizione
regolata(syntaxis)delleideestesse. Idiversipianiolivellidell’essereim-
plicatidallarappresentazioneplatonicadelmondo(lecosesensibilicome
«grado ridotto» di essere e le idee come «vero essere») diventano così
7Hartmann1909,1-2.
8Hartmann1909,2.
10
PlatoneelaScuoladiMarburgo
uniformemente comprensibili solo alla luce di un senso di «essere» specifi-
camente«logico»,ossiacomecampodellerelazionichesiestendonotrail
sostratosensibileelaformalogicadaunlato,etraleformelogichepure
dall’altro.
Laconseguenzapiùfortediquestaequiparazionetralasferadell’essere
eil«logico»è lanegazionesemprepiùdecisadella datitàoriginariadiun
mondodi«cose», «enti»o«realtà» indipendentementedalloroemergere
nelcontestodiunaretedirelazioniconetraleformelogiche.
Diventa a questo punto chiaro perché nel giovane Hartmann si può
parlaredella«metafisica»comediunadimensione«dogmatica»: tantonel
sensodiunariflessionesullostatutotrascendentedellerealtàidealiquanto
nelsensodell’affermazionediuna«realtà»indipendentedallarappresenta-
zione la metafisica presuppone infatti l’unità di un essere assolutamente
«dato»,cioèconcepibileinse stessoindipendentemente dalleoperazioni
logichechenearticolanolastruttura.
Ancheseinseguito,com’ènoto,egliopereràunprogressivodistacco
da questa impostazione, tipica del neokantismo marburghese (finendo
perconfluirenelvariegatoorizzontedellafenomenologia),almenofinoai
primissimianni’20lesuetematiche,ancheesoprattuttoinriferimentoalle
interpretazionidellafilosofiagreca,risultanoaderentiall’impiantoteorico
generaleentroilqualesieraconcretizzatalasuaformazione.
Quest’ambitodiinterpretazioneèquellolecuilineeguidaeranostate
fissatesistematicamentedalcapolavorodiPaulNatorp,laDottrinaplato-
nica delle Idee.9 A sua volta lo scritto di Natorp, che così profondamente
dovevasegnare(ancheseprincipalmenteinchiavepolemica)lastoriadelle
interpretazionidiPlatonedelNovecento,poggiavasulletesiformulateda
Hermann Cohen già a partire dal 1866, anno di pubblicazione del saggio
Die platonische Ideenlehre psychologisch entwickelt nella «Zeitschrift für
VölkerpsychologieundSprachwissenschaft»10 equindidal1878,annoin
cuividelaluceilpiùcelebrePlatosIdeenlehreunddieMathematik.11
Questi scrittidi Cohensu Platone, proprio amotivo del lorocarattere
pionieristico,dovevanofornire,unitamenteallaLogicadiHermannLotze,12
labaseperlanuovaletturadiPlatonecondottaanchedaineokantianidella
Scuola del Baden, che inizieranno ad occuparsi di Platone all’inizio del
secoloconWilhelmWindelband13 econtinuerannofinoal1911/12,annoin
9Natorp1903.LaPlatosIdeenlehrecostituisce,com’ènotounprimopuntodiculminediunlavoro
criticosullaradiceclassicadell’aprioricheNatorpavevaintrapresogiàdal1885conalcuniarticoli
erecensioni. Perlarassegnacompletadiquestiscritti,comeperogniriferimentobibliografico
relativoallaproduzioneneokantianasuPlatoneeallaletteraturasecondariarinvioaLeMoli2003,
52-53,nota115.
10Cohen1866.
11Cohen1878.
12Lotze1912.
13Windelband1900.
11
AndreaLeMoli
cuisisvolserolelezionisuPlatonediEmilLaskaHeidelberg,14 nelbreve
periodoincuirilevòlacattedracheerastatapropriodiWindelband,prima
dimoriresulfrontegalizianonel1915.15
Larilevazionediquestalineadidiscendenzaèsignificativaperchéaiuta
amarcare,apartiredaunaconuneradiceiniziale,unaprogressivadistin-
zionedifondotraleduedirettricifondamentalidelpensieroneokantiano
tedescoinmeritoall’interpretazionediPlatone.
La linea che, attraverso Natorp e Hartmann, arriva fino a Cassirer, ri-
terràinfattididoversvilupparelatorsioneinsenso«logico»già operata
daCohendel nessoplatonicotraideaedessere nelsensodiuna progres-
siva identificazione dell’essere con il prodotto della funzionalità «pura»
delpensare,ossianelsensodiunanegazionedellapossibilitàdichiamare
in causa l’ambito dell’essere come una dimensione di datità in qualche
modooriginaria,puntandoinvecel’accentosulprocessoinvirtùdelquale
ilpensierostessoprocede,invirtùdell’espressionepuradellapropriafun-
zionalità, a configurare ilriferimento ai suoiprodotti in terminidi «enti».
Inquestomodoessatenderàaescludereognicommistionetra«logica»e
«metafisica», sia nel senso di recidere ogni tendenza all’ipostatizzazione
delleformepurenellaposizionediunregnodiun«veroepiùaltoessere»
qualitativamentetrascendenteilpianofenomenico,sianelsensodirifiutare
qualunquedatitàontologicaresiduaoprioritariarispettoalprocessoche
configural’essereindipendenzadelmovimentodiunaformalogica.
In entrambi i casi si conferma quello che sarà sempre un tratto deci-
sivo dell’impostazione marburghese, e cioè la negazione di ogni idea di
«trascendenza» tanto dal lato della presunta separatezza dell’essere «vero»
(ideale) rispetto a quellocondizionato, quanto dallato dellatrascendenza
originaria di «enti», «oggetti» o «materie» rispetto alla capacità che il
pensieropurohadiconfigurarliinquanto«enti»,«oggetti»o«materie».16
La variante che nacque tra Freiburg e Heidelberg (con Windelband,
Rickert e Lask) tenderà invece a ricercare, anche se con minore costanza
e profondità esegetica,17 nella particolare consistenza della forma logica
14Lask1924.
15A seguito della morte di Lask la successione fu assunta Heinrich Rickert, già allievo di
WindelbandeDirettoredellatesidiDottoratodellostessoLask.
16Cfr.suquestoCohen1914,536:«Lacosa,l’oggetto,èilproblema.Ecosaesprimeilproblema?
Il fatto che devono essere trovati metodi per la scoperta dell’oggetto e per la sua produzione.
Assumerloaprincipiocomedatoepropriosulfondamentodell’attestazionesensibileèun’altra
cosa,solo,nonèilmodoincuiprocedelascienza».
17GlistudicriticitendonogeneralmenteasottolinearelamarginalitàdellapresenzadiPlatone
nell’orizzonteteoricodellasüdwestdeutscheSchulerispettoalruolocentraleeparadigmaticoche
essaricoprivanelcontestomarburghese.Cfr.adesempioHolzhey1997,227-228.Holzheytuttavia
assumecomeparadigmaticadiquestoatteggiamentounicamentel’interpretazionedatanelPlaton
diWindelband(cheperaltrononesaminaindettaglio)manontieneadesempioinalcuncontola
variante,amioavvisosignificativa,rappresentatadallelezionidiLask.
12
PlatoneelaScuoladiMarburgo
individuata dall’ideaplatonica il fondamentoperla posizione di una nuova
ontologia dei «valori». Questo progetto si fondava su quello che, già
a metà Ottocento Lotze (presso cui Windelband si era addottorato nel
1870), aveva riconosciuto come il tratto caratteristico dell’idea platonica: il
fattodipresentarsicomelalegalità(Gesetzlichkeit)originariachestruttura
l’esperienza e che come tale riceve la sua peculiare consistenza dal fatto
di essere «legge», ossia di «valere» (gelten) autenticamente «a priori»,
propriocomeleleggifisicheenaturali,nell’impostazionelogicistachegli
erapropria,noncomincianoavalerenelmomentoincuilesiindividuama,
valendo«giàdasempre»,fornisconoautenticamenteaprioriilfondamento
dellaloropossibileindividuazione.
Ilfattocheentrambequesteposizionisianoriconducibiliallanuovaten-
denzalogicizzantesviluppatainGermania,percertiversiparallelamente,
anchedaLotzeeCohen,18 comportalanecessitàdiricostruirelematricidi
questa tendenza,almeno per quantoriguarda la lineadi discendenzache ci
interessadiscuterequi,echeèquelladelneokantismomarburghese. Essa
haorigineprecisamentedalmodoincui,negliscrittidiHermannCohen
espressamentededicatiaPlatone,siannunciaquellanuovaeradicaleoppo-
sizionetra«logica»e«metafisica»cheinformerà,insuccessione,anzitutto
ilpensierodiNatorp,19 quindiquellodiHartmann.
2 Metodicaeipoteticadelleidee: HermannCohen(1866-1878)
LaradicalitàdellatesiformulatadaCohenconsisteindueassunzionidifon-
do,tralorointimamenteconnesse. Laprima,sviluppataprincipalmentenel
saggiodel1866DieplatonischeIdeenlehrepsychologischentwickelt,individua
nellanozioneplatonicadi«idea»unasortadi«elementospiritualeapriori»
checollocailpensiero platoniconellacontinuitàdiunosviluppoglobale
dellospirito(Geist)greco: quellocheprocedeindirezionedelruolosempre
piùcentrale assuntodalla dimensione«creativa» interioredell’individuo,
dal complesso dell’estrinsecazione dei suoi stati psicologici, in breve dal-
lacentralità dellasua psiche-coscienzanelprocesso dicostituzione della
realtàcomequalcosadiesterno. Ciòcorrisponderebbeall’evoluzioneche
ilpensierotragicoelateoriaesteticagrecaattraversanotraVIeVsecolo
e troverebbe un suo primo punto d’accumulo nell’intelletualismo etico
socratico (teso ad esempio all’ascolto della voce interiore in materia di
conflittietici):
18SullaquerelletraEduardZelleredHermannCohenrelativamentealladipendenzapiùomeno
diretta dell’interpretazione dell’idea di Cohen dalla Geltungsfrage di Lotze (rilevabile peraltro
esplicitamentesoloapartiredaltestodel1878)cfr.Schulthess1993,65-66.
19ParadigmaticoinquestosensoilgiudiziodiNatorp1903,VI(7):«NonesitoacitareHermann
Cohencomecoluichecihaapertogliocchi,oltresuKant,anchesuPlatone».
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AndreaLeMoli
Platonehadetto: seio,oscillando,tralecategoriedell’essereedeldivenire,
rivolgolosguardoatuttociòcheesisteechesecondoleindicazionidiSocrate
deve avere un concetto, allora quest’essere concettuale, questo concetto
essentenonè,vistoallaluce,altrocheciòcheioguardo(schaue),comeil
poetaguardalesuefigurenellospirito,l’artistaguardalesuecreazioniecrea
secondoquestoguardare,comel’artigiano,ilfalegnameeiltornitorevedono
anzituttoinmente(imGeiste)lefiguresecondocuiproduconoglioggetti.
Questo guardare non è però il vedere di Protagora, bensì il fondamento
psicologicodelsaperesocratico,ilvedereconcettuale,ilvederenelpensiero,
nell’astrazione,laconsiderazionepensante,lateoria. Azzardiamol’ipotesi
chePlatone–qualoravolessimointenderel’originepsicologicadellesue
idee -, in verità ha chiarito il vedere stesso come essenza, il vedere però
dell’essenza [c. n.], il vedere del concetto, vale a dire come concetto ed
essenzapossonoessereconosciutisolonelvedere,ecomenelvederenon
vieneconosciutoaltrosenonilconcettoel’essenza. Quivienesegnatocon
chiarezzaenettezzaunrealeprogressorispettoaSocrate.Socratehaspiegato
chel’essenza,ilconcetto,èl’ente,mahalasciatoapertalaquestione: come
conosciamo questa essenza, questo concetto? Platone risponde a questa
domandadefinendo,conl’originalitàlimitatadelpioniere,ilvederecome
l’attività autentica del pensatore e dell’artista, come fondamento di ogni
creare,delpiùbassocomedelpiùalto;inquestomodoeglièilpiùantico
progenitoredell’intuizioneintellettuale,dell’idealismotrascendentale.20
Lasecondaèl’interpretazionedellanozionediideainunsensorinno-
vato, destinato ad essere espresso in tutta la sua portata nello scritto del
1878Platons Ideenlehre und dieMathematik, ma cheviene già annunciato
nelsaggiodel1866:
Quandopoiemergelaquestione: checos’èilconcettosocratico,l’essenza
dell’operad’arte,deltavolo,delbello? Questaèlarispostaplatonica: ciò
cheiovedoinquantoquestaessenza,l’immaginechemisimanifestanel
guardare,acuil’artistasirivolgenelsuocreare,acuiguardanoilfalegname
eiltornitorenelcostruirelasediaelaspola.21
PercomprenderelaparticolarecoloriturasecondocuiCoheninterpreta
l’ideaindipendenzadelladimensionedel«vederecreativo»,occorrepartire
daquellocheèforseilpuntostoriograficamentepiùdiscussodellasuatesi,
ecioèlaripresadell’ipotesifilologicarelativaadunadistinzioneradicale,
giànell’accezionegreca,deisignificatideidueterminiconcuiPlatonesi
riferisceaquestomododel«vedere»: eidoseidea.22
Per Cohen, anche a motivo della sua declinazione principalmente al
«plurale»(comeeide),l’eidossarebbeinfatti
ilconcettosocraticoesialternaconilgenos,ladynamis,laphysis,l’ousia,a
indicareciòchenoi,nellanostrarappresentazioneconfusasiamoerronea-
20Cohen1866,52-53.
21Cohen1866,53-54.
22Cohen1866,60:«Ritengocheapartiredaidialoghidelsecondoperiodo(secondolapartizione
diK.F.Hermann)visiaunanettadistinzionetraeidoseidea».
14
PlatoneelaScuoladiMarburgo
menteabituatiachiamareidea,mentreidearicorresolodiradoalplurale.
[...] Questo testimonia tuttavia il difetto della concezione che abbiamo
avuto finora, cui non è riuscito trovare un elemento veramente creativo
nell’ideaplatonica,unelementochevarealmenteoltreilconcettosocratico,
l’universale,ilgenere,comesièfinoradefinital’idea. Seinvecesimantiene
davantiagliocchiilnostrosviluppo,diventapredominantenellamaggior
partedegliscrittiplatoniciincuivieneusatoideailsignificatodeterminatodi
attivitànoeticaviventedelguardare(lebendigenDenktätigkeitdesSchauens).23
Mentre l’idea corrisponderebbe ad una sorta di «noema nell’anima,
una modalità del pensiero, una intuizione (Anschauung) noetica costruita
dall’anima».24 Le idee sarebbero «le operazioni intuitive (Anschauung-
shandlungen)chesiproducononell’animadelsoggettointuente».25 Nella
sua distinzionedall’eidos l’idea si presenterebbe così originariamentecome
«l’azioneviventedelguardare»26 mentrel’eidoscome«ilconcettofinito,il
genere».27
Ciòmodificherebberadicalmentelaquestionedellaconsistenzaontolo-
gicadell’idea: «Concepitainquantointuizioneassoluta,l’ideaèpresente
(vorhanden)solo ogniqualvolta venga ancheripetuta attraversoilpensiero.
«Assoluta» vuoldire qui: prodotta(erzeugt) nell’anima».28 Questo permet-
terebbe anche di separare il movimento storico di sviluppo che conduce
aquell’ipostatizzazionedeigeneedeglieidechesaràoggettodicriticada
partedi Aristotele, dalprocesso teoricoin forzadel qualel’ideaconsegue
unostatutoontologicodiverso,espressionedellasuanaturafunzionalee
pura.
Questoprocessosarebbestatotuttavia,secondoCohen,giàparzialmen-
teritrattatodallostessoPlatonenelcorsodellasuaevoluzionespirituale.
Nei dialoghi della maturità si annuncerebbe infatti un processo «di tra-
sformazione dell’idea da unaforma dell’intuirea unaforma dell’intuito»29
che culminerebbe in una complessiva ricusazione dell’intero contesto di
formazionedell’ideaneidialoghitardi,primifratuttiParmenide30eTimeo.31
Piùprecisamente,ilmutamentoessenzialenellaconsiderazionedell’idea
platonica sarebbe, secondo Cohen, quello che confonde il momento sempli-
cementeformale, attivoeproduttivo(corrispondente algrecoidea,idein)
23Cohen1866,60-61.
24Cohen1866,66.
25Cohen1866,68.
26Cohen1866,65.
27Cohen1866,62.
28Cohen1866,67.
29Cohen1866,66.
30Cohen1866,61:«Ilprocessopsichicopercuiquestaazionediconsolidainunasostanza[...]si
vedràconprecisionenell’esposizionedellosviluppodialetticodelParmenide[...]».
31Indicativo,aquestoproposito,ilmodoincuiCohenescludeilTimeodalmovimentodisviluppo
spirituale che egli rintraccia in Platone, in quanto produttore di contraddizioni insanabili con
l’impiantoplatonicocomplessivo.Cfr.Cohen1866,85.
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Description:Ontologia e metasica in Cohen, Natorp, Hartmann1 losoa platonica, parte da una particolare opposizione tra «logica» e «me- platonica dell'essere che, insieme al testo su I principi losoci della matematica in Proclo Diadoco, gli.