Table Of ContentPolitecnico di Milano - scuola di Architettura e Società A.A. 2014/2015
Alla riscoperta della tradizione nautica lariana:
progetto di un museo sull'acqua e valorizzazione della baia di Piona.
Relatore: Pier Federico Caliari
Padovano Maria Luisa 725059
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Indice
Abstract .......................................................................................................................................................... 4
Il territorio altolariano ............................................................................................................................... 6
Colico ............................................................................................................................................................... 9
(cid:1) Vicende storiche e evoluzione del paesaggio ............................................................... 10
(cid:1) Analisi dei caratteri ambientali .......................................................................................... 16
Il lago e i paesaggi insubrici – caratteri identificativi ...........................................16
1 Analisi geomorfologica ..................................................................................19
2 Analisi climatica ...........................................................................................20
3 inquadramento paesistico-ambientale e pedologico ..........................................20
4 Uso del suolo ...............................................................................................22
(cid:1) Analisi delle emergenze naturalistiche-paesistiche e storico-artistiche ............ 22
1. Promontorio di Olgiasca ...............................................................................23
2. Area Montecchio sud ...................................................................................29
3. Aree pianeggianti tra Montecchio sud e piazza Garibaldi...................................32
4. Area Montecchio nord e Erbiolo .....................................................................33
5. Area Montecchio nord del Forte di Fuentes .....................................................34
6. Aree pianeggianti interposte tra le aree 4 e 5 .................................................39
7. Area di Fontanedo .......................................................................................40
Conclusioni ....................................................................................................41
Il museo ........................................................................................................................................................ 42
(cid:1) Obiettivi ...................................................................................................................................... 42
(cid:1) La strategia progettuale ....................................................................................................... 43
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(cid:1) L’esposizione ............................................................................................................................. 50
(cid:1) Il linguaggio architettonico ................................................................................................. 52
Le imbarcazioni del Lario ....................................................................................................................... 56
(cid:1) Il Lario e i suoi venti .............................................................................................................. 56
(cid:1) Analisi delle tipologie delle tradizionali imbarcazioni lariane ................................. 58
Metodo costruttivo ..........................................................................................58
Le barche da pesca .........................................................................................63
Il quatrass ...................................................................................................66
Il navet .......................................................................................................68
Il batell .......................................................................................................71
La barca di Pescarenico .................................................................................74
Il canotto da pesca .......................................................................................76
La spingarda ................................................................................................78
Le barche da trasporto ....................................................................................80
La gondola lariana ........................................................................................84
Il Comballo ..................................................................................................87
Le barche da diporto .......................................................................................90
Inglesina .....................................................................................................95
Lancia da passeggio ......................................................................................98
Dinghy 12 piedi .......................................................................................... 100
Bibliografia ................................................................................................................................................. 103
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Abstract
L’intervento progettuale prende vita dall’intento di rispondere a più esigenze.
In primo luogo vi è la necessità di creare un luogo di riscoperta delle tradizioni
del territorio altolariano, che documenti in particolar modo l’evoluzione della
navigazione dai tempi più antichi fino agli inizi del secolo scorso.
Parallelamente vi è la necessità di valorizzare uno scenario unico in tutto il lago
di Como, che è quello della baia di Piona, potenziandone la fruibilità e
sviluppandone la vocazione turistica.
In quest’area infatti la costa, a causa di disorganici insediamenti e attrezzature
ricettive all’aperto, ha perso i suo caratteri originali ed è penalizzata dalla
mancanza di un percorso che la renda fruibile e visitabile.
L’obiettivo è quindi operare una riqualificazione dal punto di vista
paesaggistico, attraverso la creazione di un nuovo percorso che stabilisca un
dialogo tra lago natura e preesistenze storiche.
Da qui è nata l’idea del museo, un museo sulle imbarcazioni tradizionali del
lago di Como.
La barca è forse quell’oggetto che più di ogni altro può rappresentare quella
che è stata, per secoli, la vita delle popolazioni lariane.
Fondamentale mezzo di lavoro ma non solo; anche casa, rifugio dal freddo e
dalle intemperie durante le lunghe trasferte per le battute di pesca.
L’imbarcazione lariana è frutto di una maestria pari a quella dello scultore;
come un’opera d’arte è unica e irripetibile, risultato di un costante impegno
verso il miglioramento sia funzionale che formale.
Si è quindi voluto omaggiare questa ricchissima tradizione creando uno spazio
che ospitasse le tipologie più famose ideate nel corso dei secoli.
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Il museo, come le barche che ospita, si colloca sull’acqua, punto di arrivo di un
lungo pontile che lo collega alla terra ferma.
Una posizione privilegiata, che permette di osservare il paesaggio da un inedito
punto di vista: ad ovest si ammira il colle di Piona-Olgiasca con il magnifico
complesso abbaziale, ad est i verdi boschi che ricoprono il Montecchio sud, a
nord il lago, a sud il monte Legnone.
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Il territorio altolariano
“ Le Prealpi ...
si rimarca anzi tutto in esse il
contrasto,
di effetto meraviglioso davvero,
fra quelle creste dentate,
ignude e bianche come scheletri,
che si tingono d’azzurro sovente
nelle giornate serene
e di giallo e di rosso
al sorgere e al tramontare del sole.”
Antonio Stoppani
La parte orientale della riviera altolariana fa parte della Provincia di Lecco e si
caratterizza, oltre che per la bellezza paesaggistica, per la sua notevole
importanza economica.
Conosciuta come la Riviera di Lecco, è da sempre considerata un’importante
via si transito tra Milano e i passi alpini.
Già in epoca romana, e ancor più durante il Medioevo, i paesi che ne costellano
la sponda furono luoghi d’approdo per soldati e mercanti, quando gli eserciti
cercavano di ottenerne il controllo, pur senza riuscirvi, poiché la potenza
milanese difendeva con molta forza questi territori. A testimonianza di queste
contese territoriali rimangono le numerose torri che si possono ammirare
ancora oggi lungo tutto il percorso sia lungo il lago che a monte.
Gli spagnoli riuscirono alla fine ad ottenerne il dominio e si adoperarono a
rafforzare le preesistenti fortificazioni da Colico a Lecco, in modo tale da
fronteggiare le pretese delle leghe svizzere a nord e dei Veneziani ad est.
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Oltre all’interessante posizione geografica, la sponda orientale può vantare
anche una notevole importanza geologica. Per molti secoli l’utilizzo delle rocce
ferrose ha garantito lo sviluppo dell’economia locale. La generosa disponibilità
di marmi e materiali ferrosi, notata anche da Leonardo da Vinci durante il suo
soggiorno milanese, permise la rapida crescita del settore estrattivo e
siderurgico al punto che agli inizi del XVIII secolo nello Stato di Milano era
proprio il territorio lariano a possedere il monopolio della produzione e della
lavorazione del ferro. Questa fiorente attività fu messa in crisi a causa della
calata dei Lanzichenecchi e dalle epidemie di peste.
A porre fine a questa lunga decadenza fu la nascita e lo sviluppo, nel XIX
secolo, dell’industria serica che, nel lecchese, apri numerose filande e filatoi.
La ritrovata fortuna industriale della Riviera di Lecco e della Valsassina è
riuscita a sopravvivere fino ai giorni nostri, nonostante alcune crisi.
A fine Ottocento alle vie d’acqua e di terra si aggiunge la linea ferroviaria
Milano-Lecco-Colico-Sondrio. Questo favorisce il sorgere del turismo, che verrà
potenziato ulteriormente dopo l’inaugurazione della nuova superstrada.
Non da ultimo è da ricordare il patrimonio artistico custodito dal territorio, la
cui valorizzazione potrebbe incrementare notevolmente l’afflusso turistico
locale.
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Il sentiero del viandante
La sponda orientale del Lario è percorsa da un antico sentiero che collegava
Milano ai paesi alpini. Questa mulattiera, conosciuta come via Ducale o strada
del Viandante, si snoda fra Mandello e Colico su 45 kilometri e corre parallela
alla riviera con numerosi saliscendi.
La storia di questo percorso affonda le sue radici nell’età antica;
probabilmente la sua origine si deve ai romani, ma i primi documenti che ne
citano ufficialmente l’esistenza risalgono al XIV secolo.
L’itinerario è costellato da numerosi oratori, edicole e pilastri votivi, nonché
chiesette dedicate principalmente ai patroni dei poveri, dei malati, dei
mercanti e dei pellegrini. Molti anche gli ospizi che erano destinati ad
accogliere e rifocillare i viandanti. Il percorso si dipana in senso parallelo al
bacino lacustre con un susseguirsi di scorci panoramici: il vero protagonista
del paesaggio è proprio il Lario che si allunga verso la Svizzera con il suo ramo
settentrionale.
Viene abbandonata nell’Ottocento, quando il governo austriaco apri la strada
militare per lo Stelvio che corrisponde alla vecchia statale Lecco Colico. Da
allora è trascurata per un lungo periodo e solo recentemente ha iniziato ad
essere rivalutata, per i notevoli aspetti storico-naturalistici e paesaggistici. Nel
1992 viene infatti sistemata e segnalata dall’Azienda di Promozione Turistica
del Lecchese, rendendola più fruibile per gli escursionisti. Il percorso attuale
parte da Abbadia Lariana e termina al Santuario della Madonna di Valpozzo,
nel comune di Piantedo, alle porte della Valtellina. Non parte da Lecco poiché i
lavori di costruzione della ferrovia e della strada provinciale hanno cancellato
ogni traccia dell’antico percorso.
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Colico
La tranquilla cittadina è adagiata in un ampia conca di montagne che creano
un grandioso scenario, e presenta una struttura geomorfologica unica nel suo
genere.
Infatti tra il limitar del lago e l’imponente monte Legnone (m 2609) e il vicino
Legnoncino (m 1714), si ergono quattro colli disposti simmetricamente uno
dopo l’altro, di dimensioni pressoché uguali.
Partendo da sud abbiamo il primo colle, chiamato Montecchio di Piona-
Olgiasca, il secondo colle, il Montecchio sud, il terzo colle, il Montecchio Nord, e
il quarto, il Forte di Fuentes; quest’ultimo fu così chiamato in omaggio al
governatore di Milano Pedro Enriquez de Azevedo, conte di Fuentes, che vi
costruì la nota fortezza nel 1603. La loro presenza e la loro particolare
struttura, diversa dagli altri colli Briantei, fu opera dell’ultima glaciazione.
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Colico si pone al limite di un importante trivio che smista il traffico verso Lecco,
la Valchiavenna e la Valtellina. Le fa da sfondo il monte Legnone che si
specchia nelle acque del fiume Adda.
(cid:1) Vicende storiche e evoluzione del paesaggio
Il territorio di Colico fu certamente abitato sin dall’età neolitica, come
testimoniano i reperti di asce litiche, rinvenute nelle torbiere alla base del Forte
di Fuentes, dove abbondava il pesce e la fauna palustre. Nell’età del bronzo
giunsero poi i liguri da sud (del cui passaggio restano oggetti di uso quotidiano
e forse dei toponimi locali), seguiti dai Celti (organizzati probabilmente in
comunità rurali di carattere collettivista) ed, infine, dai Romani nel II sec a.c;
questi ultimi inclusero le valli dell’Adda e del Mera nella “Regio XI
Transpadana” e attribuirono queste terre al Municipium di Novum Comun
(l’attuale Como). I collegamenti con il capoluogo avvenivano mediante
navigazione e, successivamente, anche attraverso la strada imperiale Aurelia
(strada “regia” o “regina”), tracciata lungo la sponda occidentale del lago, ma
forse anche con un’altra strada, meno battuta perché più impervia, sulla
sponda orientale, come potrebbero dimostrare i resti di una via romana
ritrovati a Curcio-Piantedo, nella zona est di Colico.
I terreni agricoli vennero suddivisi tramite centuriazione, da cui il toponimo
Centoplagio, spesso nominato nei documenti.
Con l’avvento del Cristianesimo si diffonde il culto di S. Fedele, soldato romano
martire del IV secolo, che forse approdò alla frazione di Laghetto per scampare
alle persecuzioni del tempo.
Colico faceva parte della diocesi di Como e della pieve di Olonio; nel 617 per
volere del vescovo Agrippino viene costruito a Piona l’oratorio di S. Giustina,
primo nucleo della futura chiesa di S. Nicolò.
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Description:Alla riscoperta della tradizione nautica lariana: progetto di un museo .. probabilmente la sua origine si deve ai romani, ma i primi documenti che ne.