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Pasquale Basta 20 saggi di esegesi, ad opera di biblisti formatisi nel Pon-
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tificio Istituto Biblico e altri studiosi di livello internazionale,
o
Filippo Belli in omaggio a Jean-Noël Aletti per il suo 70° compleanno. l
l
I saggi, suddivisi nelle due sezioni Paolo e la retorica e Tra e
n
Francesco Bianchini narratologia e teologia biblica, rispecchiano gli interessi a
m
propri del lavoro esegetico di Aletti. Il maggior numero di o Non mi vergogno
r
Gianattilio Bonifacio contributi di questa Festschrift (ben tredici) è dedicato al
o
campo paolino, essendo il preminente campo di ricerca n
Carlo Broccardo di Aletti. La varietà e l’ampiezza di riferimenti, presenti in Fa
e
questi scritti, riflettono e rendono un giusto riconoscimen- t
s del Vangelo,
Dolly Chaaya to alla varietà e all’ampiezza della ricerca esegetica dello
e
stesso Aletti. Soprattutto per i suoi studi sulla retorica pa- ni
Alvaro Pereira Delgado olina (le cui intuizioni si riflettono anche sull’analisi narra- hi
c
tologica da lui condotta), egli può essere annoverato, a n
Rinaldo Fabris buon diritto, maestro della metodologia esegetica. Il titolo Bia potenza di Dio
del volume, infine, è tratto dall’enunciato programmatico o
Pablo T. Gadenz della Lettera ai Romani (1,16-17), allo studio della qua- c
s
e
le Aletti ha profuso molte energie, confluite in importanti c
Giuseppe Ghiberti n
pubblicazioni. Esso intende rammentare il fecondo e ne- a
r Studi in onore di Jean-Noël Aletti SJ,
cessario legame tra lo studioso e la Parola, nonché il ca- F
Andrzej Gieniusz rattere del tutto peculiare di questa, veicolo della potenza di nel suo 70° compleanno
salvifica di Dio e mezzo per chiamare alla fede. a
Juan Manuel Granados r
u
Francesco Bianchini, nato nel 1972, è un presbitero
c a cura di
dell’Arcidiocesi di Lucca. Ha conseguito il dottorato in a
Jan Lambrecht
Scienze bibliche nel 2006 al Pontificio Istituto Biblico. Francesco Bianchini e steFano romanello
,
Insegna lettere paoline presso l’Istituto di Scienze Re- o
Daniel Marguerat l
ligiose di Pisa, affiliato alla Facoltà Teologica dell’Italia e
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Aldo Martin Centrale di Firenze e tiene corsi sul Nuovo Testamento n
alla Pontificia Università Urbaniana. a
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Paolo Mascilongo Stefano Romanello, nato a Udine nel 1961, è presbitero l
e
dell’Arcidiocesi di Udine. Ha conseguito la licenza in Sacra d
Romano Penna Scrittura al Pontificio Istituto Biblico e il dottorato in Teolo- o
n
gia Biblica alla Pontificia Università Gregoriana. È docente
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Antonio Pitta stabile di Esegesi del NT nello Studio Teologico Interdio- o i
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cesano di Gorizia – Udine – Trieste, affiliato alla Facoltà er di
Stefano Romanello Teologica del Triveneto, docente incaricato nella Facoltà v
Teologica dell’Italia Settentrionale (MI) e nell’ISSR di Udine, mi za
Roberto Vignolo invitato nella Facoltà Teologica del Triveneto (PD). n
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Euro 32,00
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NALECTA
IBLICA
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Non mi vergogno
del Vangelo,
potenza di Dio
Studi in onore di Jean-Noël Aletti SJ,
nel suo 70° compleanno
a cura di
Francesco Bianchini e steFano romanello
ROMA 2012
Cover: Serena Aureli
Layout: Lisanti srl - Roma
© 2012 Pontifical Biblical Institute
Gregorian & Biblical Press
Piazza della Pilotta, 35 - 00187 Roma, Italy
www.gbpress.net - [email protected]
ISBN: 978-88-7653-200-9
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INTERPRETE ATTUALE DI SAN PAOLO
Nell’anno 1973, con una valigia piena di speranze più che di libri, il
P. Jean-Nöel Aletti S. J. arrivava al Biblico per intraprendere lo studio
dell’esegesi. Forse la sua preparazione matematica lo spingeva verso la
precisione e l’accuratezza. Nei suoi studi al Biblico egli aveva una pre-
dilezione per l’Antico Testamento, mostrando per questi libri un occhio
più attento, ma le vie del Signore sono imprevedibili. Destinato dai su-
periori a rimanere come professore nell’Istituto, la necessità di trovare
un successore al Prof. P. Stanislas Lyonnet spinse il Rettore di allora a
chiedergli di focalizzare la sua preparazione nel “corpo paolino”. Fu
così che nel 1980 P. Aletti divenne professore delle Lettere di S. Paolo.
Col passare del tempo la sua fama e il suo apprezzamento nell’ambito
degli studi biblici sono cresciuti sempre di più, per cui oggi risulta dif-
ficile uno studio delle lettere di S. Paolo senza far ricorso ai libri e agli
articoli del P. Aletti.
Un giorno, durante un viaggio in aereo, sedeva accanto a me un si-
gnore che attrasse la mia attenzione perché stava leggendo un libro che
mi sembrava il NT greco. Dopo qualche minuto, chiuse il libro e ne
aprì un altro con la copertina color rosa che subito identificai come
volume della collana “Études Bibliques”. La mia curiosità crebbe ul-
teriormente. Quando chiuse il libro e lo depose accanto a me, non
potei fare a meno di sorridere: era il commento alla Lettera ai Colos-
sesi scritto dal P. Aletti.
Considerata la sua notorietà non meraviglia che l’Université Saint-
Paul di Ottawa (Canada) nel 2009 gli abbia conferito il Dottorato Ho-
noris Causa. Da alcuni anni il Prof. Aletti è anche membro della
Pontificia Commissione Biblica e, dal corrente anno (2012), della Pon-
tificia Accademia di Teologia.
Al Pontificio Istituto Biblico egli ha reso un lungo servizio non sol-
tanto come professore, ma anche come Decano della Facoltà Biblica,
per due volte, e attualmente come Vicerettore.
Il P. Aletti continuerà ancora per alcuni anni ad aiutarci con il suo in-
segnamento e ad allietarci con il suo umorismo. Lo ringrazio a nome
di tutto l’Istituto Biblico per il lavoro già svolto e per quello che an-
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INTERPRETEATTUALE DI SAN PAOLO
cora svolgerà. La sua presenza e la sua fama onorano l’Istituto. Egli ri-
mane sempre un esempio di esegeta instancabile, preciso e accurato,
che sa accompagnare il lavoro continuo con una grande ricchezza di
doti umane, come una simpatia nelle relazioni interpersonali, un’ami-
cizia sempre sorridente e una grande capacità di comprensione.
Credo che si possa affermare senza esagerazione che il Prof. Aletti
“ha fatto scuola”. Lo dimostra il volume che abbiamo in mano, frutto
della collaborazione di tanti suoi discepoli. Questi saggi sono una te-
stimonianza del grande apprezzamento di cui gode tra i suoi studenti
e un segno della qualità dei frutti che il suo lavoro di seminatore ci
permette di raccogliere.
Possa questo libro portare a tutti una più profonda conoscenza della
Parola di Dio, nel canone biblico, che è unita al nome del grande evan-
gelizzatore Paolo, uno dei primi evangelizzatori, che ebbe il compito
di tradurre l’evento “Gesù” nei concetti della cultura greca e romana.
Roma, ottobre 2012
José Mª Ábrego de LacySJ
Rettore del Pontificio Istituto Biblico
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JEAN-NOËL ALETTI: UN MAESTRO NEL METODO
Francesco Bianchini, Stefano Romanello
Jean-Noël Aletti nasce il 14 novembre 1942 a Groslay (nella regione
parigina). Nel 1963 entra nella compagnia di Gesù e nel 1972 riceve
l’ordinazione presbiterale. Nel 1975 consegue la licenza in Sacra Scrit-
tura al Pontificio Istituto Biblico. Nel 1977 inizia l’insegnamento al
Centre Sèvres a Parigi e nel 1980 al Pontificio Istituto Biblico, dove
l’anno successivo ottiene il dottorato in Sacra Scrittura con una tesi su
Col 1,15-20, diretta da Albert Vanhoye.
Quando Aletti giunge al Pontificio Istituto Biblico, l’Istituto aveva
ormai acquistato largo credito nel mondo accademico, a motivo di una
ricerca biblica condotta con attenzione puntigliosa al testo, in modo
particolare a tutti i suoi aspetti letterari (ad iniziare da quello gramma-
ticale). Si era venuta così a formare una scuola, di docenti e di allievi
dell’Istituto che, pur non misconoscendo il metodo storico-critico,
aveva resistito, proprio per la sua fedeltà al testo-in-sé, ad un possibile
esito di tale metodo, costituito dalla frammentazione del testo scrittu-
ristico. Nel dibattito scientifico internazionale, tuttavia, il metodo sto-
rico-critico veniva progressivamente affiancato, o superato, da altre
criteriologie di studio, frutto delle nuove impostazioni linguistiche pro-
mosse da Ferdinand de Saussure: metodologie di stampo dapprima ri-
gidamente sincronico, quali lo strutturalismo o la semiotica, in seguito
anche pragmatico, quali la narrativa e la retorica. Il possibile esito di
tali nuovi approcci era però una sottovalutazione della dimensione let-
teraria propria del testo, a favore della ricerca delle sue strutture pro-
fonde o di una sottolineatura del ruolo ermeneutico attivo del lettore.
Nel caso dello studio dell’epistolario paolino, ad esempio, se i primi
passi del rhetorical criticism si erano limitati a una sovrapposizione formale
delle criteriologie della retorica greco-romana alle lettere - procedi-
mento la cui effettiva utilità per una comprensione adeguata delle stesse
poteva però apparire di poco conto - in seguito tale metodo poteva
giungere, sulla scia delle «nuove retoriche», a considerare il testo paolino
solo come cassa di risonanza di istanze dei lettori contemporanei, tese a
considerare l’impatto di detto testo nei loro vissuti.
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JEAN-NOËLALETTI
Affiancando dapprima Vanhoye nella cattedra di esegesi paolina,
Aletti si confronta con queste nuove tendenze, senza però tralasciare la
solida tradizione esegetica dell’Istituto dove si era formato e dove tut-
tora insegna. In tal modo, tenendo presente sia il filone tradizionale, sia
le nuove tendenze della ricerca, elabora un originalissimo approccio
retorico all’epistolario paolino, che si affina progressivamente in mol-
tissime pubblicazioni, delle quali ora non è possibile dar conto nel det-
taglio. Basti qui rammentare un’intuizione metodologica fondante,
che lo porta ad elaborare una criteriologia d’analisi retorica del testo
biblico a partire dai suoi singolari costitutivi letterari. Per l’esegeta
francese, infatti, un’analisi retorica sarà affidabile solamente quando
parte dal «démonter les mécanismes de l’argumentation pour en vé-
rifier l’unité, en énoncer la ou les thèses (propositiones) majeures».
(Comment Dieu est-il Juste?, [Paris, 1991] 33-34). La portata di una si-
mile intuizione si rivela facilmente quando viene rapportata alle teo-
rizzazioni contemporanee, proprie del rhetorical criticism, che postici-
pavano l’analisi dei singoli versetti del testo alla definizione della sua
disposizione e del suo genere retorico, con il rischio inevitabile di
un’induzione estrinseca allo sviluppo argomentativo in esso effettiva-
mente sviluppato. In definitiva, Aletti elabora un procedimento d’ana-
lisi assolutamente innovativo, che lo pone a buon diritto tra i maestri
della teorizzazione d’analisi retorica.
Tante sarebbero le osservazioni che da tale assunto possono svilup-
parsi e che meriterebbero un apposito approfondimento critico. Qui è
sufficiente segnalare la portata della metodologia di Aletti a livello della
costruzione di una teologia paolina. La questione, tra le altre, è affrontata
dal Nostro in “La rhétorique paulinienne”, Paul, une théologie en construc-
tion (ed. A. Dettwiler et al.) (MoBi 51; Genève 2004) 47-66. In questo
contributo si vedono bene i benefici di una metodologia d’analisi che de-
finiremmo induttiva, poiché parte dalla ricerca della disposizione concreta
dei singoli testi, disposizione che risulta così essere molteplice e variegata,
senza utilizzare uno schema prefissato e invariabile. In effetti le esigenze
argomentative risultano diverse, a seconda delle differenti problematiche
fronteggiate nelle varie lettere, rivolte a uditori diversi. E possiamo dire
che proprio in funzione di disparate esigenze comunicative Paolo elabora
la sua teologia, la quale non può essere colta a prescindere dalla retorica
che la esprime. Per converso, la retorica paolina sovente è paradossale, poi-
ché strumento di annuncio dell’evento-Cristo e del suo carattere para-
dossale. Si dovrebbe allora arrischiare a dire che la «forma del contenuto»
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JEAN-NOËLALETTI
modella, e al contempo è modellata, dal contenuto stesso? Probabilmente
sì. Ad ogni modo, è proprio l’attenzione alla fattura letteraria del testo bi-
blico che caratterizza l’analisi retorica di Aletti, rendendola uno strumento
molto efficace per la comprensione della teologia paolina. Specularmente,
tali attenzioni alla fattura letteraria del dettato scritturistico si riscontre-
ranno pure nelle sue indagini narratologiche, alle quali il Nostro si dedica
già a partire dal 1985.
Bibliografia di Aletti
1977 “Séduction et parole en Proverbes I-IX”, VT27 (1977) 129-144.
1981 Colossiens 1,15-20. Genre et exégèse du Texte; fonction de la thé-
matique sapientielle (AnBib 91; Roma 1981).
1983 Approche poétique et théologique des Psaumes[in collaborazione con
J. Trublet] (Paris 1983).
1985 Le Monde contemporain et la Bible, (ed. J.-N. Aletti - C. Savart) (Bi-
ToTe 8; Paris 1985).
1985 “L’argumentation de Paul et la position des Corinthiens. 1Co
15,12-34”, Résurrection du Christ et des chrétiens (1 Co 15) (ed. L. De Lo-
renzi) (BenMonBe 8) (Roma 1985) 63-97.
1985 “Mort de Jésus et théorie du récit”, RSR73 (1985) 147-160.
1985 “Jésus à Nazareth (Lc 4,16-30). Prophétie, Écriture et typologie”,
À Cause de l’Évangile. Études sur les Synoptiques et les Actes offertes au P.
Jacques Dupont, O.S.B. à l’occasion de son 70e anniversaire (LeDiv 123;
Paris 1985) 431-451.
1986 “L’autorité apostolique de Paul. Théorie et pratique”, L’apôtre
Paul. Personnalité, style et conception du ministère (ed. A. Vanhoye)
(BEThL 73; Leuven 1986) 229-246.
1987 “Bulletin paulinien”, RSR75 (1987) 97-118.
1987 “L’argumentation paulinienne en Rm 9”, Bib68 (1987) 41-56.
1987 “Lc 24,13-33. Signes, accomplissement et temps”, RSR75 (1987)
305-320.
1988 “Incohérence ou cohérence de l’argumentation paulinienne?”,
Bib69 (1988) 47-62.
1989 “Parabole des mines et/ou parabole du roi. Remarques sur l’écri-
ture parabolique de Luc”, Les paraboles évangéliques. Perspectives nouvelles
(ed. J. Delorme), (LeDiv 135; Paris 1989) 309-332.
1989 L’art de raconter Jésus Christ. L’écriture narrative de l’évangile de
Luc (Paris 1989).
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