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Angela Giustino Vitolo
Nikolaj Berdjaev
e la megamacchina planetaria
Spunti di riflessione pedagogica
Liguori Editore
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Prima edizione italiana Ottobre 2012
Vitolo, Angela Giustino :
Nikolaj Berdjaev e la megamacchina planetaria. Spunti di riflessione pedagogica/An-
gela Giustino Vitolo
Napoli : Liguori, 2012
ISBN-13 978 - 88 - 207 - 6050 - 2
1. Storia della Pedagogia 2. Umanesimo I. Titolo II. Collana III. Serie
Aggiornamenti:
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Indice
Introduzione 1
Parte prima
Capitolo primo
La schiavitø dell(cid:146)oggettivazione e le potenzialit(cid:224) dell(cid:146)uomo 9
1.1. La filosofia «vivente» di Nikolaj Berdjaev 9
1.2. La problematicit(cid:224) della fede «incarnata» 12
1.3. La necessit(cid:224) di (cid:147)creare(cid:148) e (cid:147)ri-creare(cid:148) il mondo 16
1.4. Verso una pedagogia della creativit(cid:224) 19
1.5. La formazione come autoformazione 24
Parte seconda
Capitolo primo
La problematicit(cid:224) della natura umana 31
1.1 Nikolaj Berdjaev crocevia tra Oriente ed Occidente europeo 31
1.2 La questione dell(cid:146)umanesimo 36
1.3 L(cid:146)incontro con l(cid:146)antropologia di Dostojevskij 38
Capitolo secondo
Dall(cid:146)oggettivazione alla soggettivit(cid:224) creatrice 43
2.1 La mortificazione dell(cid:146)essere umano 43
2.2 La cosmicit(cid:224) dell(cid:146)essere umano e la natura come «spirito
vivente» 45
2.3 L(cid:146)etica della creativit(cid:224) 47
2.4 La divino-umanit(cid:224) dell(cid:146)uomo e il Dio «esistente» 51
VIII Indice
2.5 La liberazione dell(cid:146)uomo 53
2.6 Il divenire «persona» dell(cid:146)individuo 56
Bibliografia 61
Si ringrazia la dottoressa Raffaella Pisani per la collaborazione offerta nella siste-
mazione finale del testo.
Introduzione
Viviamo nell(cid:146)et(cid:224) della globalizzazione, un fenomeno antico nella sto-
ria dell(cid:146)umanit(cid:224), esistente da quando gli uomini hanno cominciato a
migrare da un posto all(cid:146)altro del pianeta, nelle piø disparate direzioni,
commerciando e creando contaminazioni tra culture diverse. Tuttavia
nella nostra epoca la globalizzazione assume un significato impegnativo
e per certi versi preoccupante in quanto una rete mondiale di comunica-
zione, realizzata in virtø degli sviluppi scientifici, tecnici, economici ha
generato un destino comune per l(cid:146)intera umanit(cid:224) la quale, sebbene viva
ormai in una dimensione di interdipendenza, non ha tuttavia elaborato
un sentimento di fratellanza e di solidariet(cid:224) planetaria1.
Lo specialismo dei saperi ha sicuramente incrementato il bagaglio
delle conoscenze, ma non ha certamente agevolato lo sviluppo di una
sensibilit(cid:224) nei confronti dei problemi che, a livello globale, attanagliano
l(cid:146)umanit(cid:224), la quale non pu(cid:242) continuare a rincorrere in maniera sfrenata
il miraggio del progresso. Nel presente, accanto a considerevoli conqui-
ste per la civilt(cid:224), si avverte anche una perdita di humanitas nell(cid:146)essere
umano, identificato ormai come produttore-utente-consumatore, che
esaurisce il senso della propria vita nella produzione, nei servizi, nel
possesso di beni.
Nell(cid:146)era della globalizzazione Ł l(cid:146)economia che governa l(cid:146)esistenza,
ridotta al quantificabile e al calcolabile, a danno di un(cid:146)esperienza umana
privata di emozione, di passione, di speranze. La categoria dell(cid:146)econo-
mico governa il mondo, pilotata dal modello neoliberale occidentale
che riconosce nel Prodotto Interno Lordo l(cid:146)unico indicatore di sviluppo
capace di produrre benessere per l(cid:146)umanit(cid:224), il che sta provocando ancor
piø profonde lacerazioni tra paesi ricchi e paesi poveri, tra popoli accu-
mulatori di profitto e popoli soggetti allo sfruttamento. La conseguenza
1 Cfr. A. Sen, Globalizzazione e Libert(cid:224), Milano, Mondadori, 2011.
2 Introduzione
Ł l(cid:146)accentuarsi delle disuguaglianze per cui, mentre si infittisce la rete
di intercomunicazione tecnico-economica, si acuisce il risentimento e la
conflittualit(cid:224) presso quei popoli che, alla colonizzazione materialmente
sub(cid:236)ta nei secoli precedenti, vedono oggi sostituita una subdola neoco-
lonizzazione, ammantata del falso miraggio di un futuro di benessere
e felicit(cid:224)2.
L(cid:146)economia di mercato ha permeato ogni aspetto della vita provo-
cando un inaridimento nei rapporti interpersonali ormai regolati solo
sulla base di interessi utilitaristici per cui urge un cambiamento di rotta
che non pu(cid:242) essere affidato solamente a nuovi modelli economici, alter-
nativi a quello neoliberale, ma richiede piuttosto una ri-evoluzione del
pensiero e, conseguentemente, degli stili di vita, affinchØ si ridimensioni
la razionalit(cid:224) tecnico-scientifica-economica che, come osserva Latouche,
ormai si Ł trasformata in una macchina impersonale la quale, a livello
planetario, «come un rullo compressore, lamina tutto», anche se i fal-
limenti che si stanno profilando in campo ecologico, energetico, finan-
ziario, ecc. sono il segno di un declino che, del resto, era gi(cid:224) inscritto
nel destino dell(cid:146)Occidente3.
La produttivit(cid:224) economica e il modello consumistico occidentale evi-
denziano ormai la loro inadeguatezza a garantire benessere e ricchezza
per tutti. La globalizzazione ha avuto il merito di aver divulgato presso
molti popoli l(cid:146)ideale di benessere e di democrazia, ma la sua negativit(cid:224)
Ł nel fatto che tutto ci(cid:242) avviene in funzione degli interessi dei Paesi
piø sviluppati.
Joseph Stiglitz, nobel dell(cid:146)economia, dice che dopo gli attacchi dell(cid:146)11
settembre abbiamo tragicamente preso atto di essere tutti sullo stesso
pianeta e di essere una «comunit(cid:224) globale» che, in quanto tale, deve avere
regole condivise che non possono essere decisioni di pochi, ma il prodotto
di processi democratici che vedano la partecipazione di tutti4.
Ma la partecipazione di tutti richiede anche la trasformazione del-
la vita di tutti, da vita passiva e narcotizzata a vita che evolve nella
2 A tal proposito Latouche, teorico della decrescita, dice che «bisogna arrivare ad
una vera e propria decolonizzazione dell(cid:146)immaginario ed economizzazione degli spiriti,
necessarie per cambiare il mondo prima che il cambiamento del mondo ci condanni a
vivere nel dolore. ((cid:133)) Si tratta di mettere al centro della vita umana significati diversi
dalla espansione della produzione e del consumo». S. Latouche, Come sopravvivere allo
sviluppo. Dalla deconolizzazione dell(cid:146)immaginario economico alla costruzione di una so-
ciet(cid:224) alternativa, Torino, Bollati Boringhieri, 2005, p.95.
3 Cfr. S. Latouche, L(cid:146)Occidentalizzazione del mondo. Saggio sul significato, la portata
e i limiti dell(cid:146)uniformazione planetaria, Torino, Bollati Boringhieri, 2006.
4 J. Stiglitz, La globalizzazione e i suoi oppositori, Torino, Einaudi, 2002.