Table Of ContentRicordare un evento epocale come la guerra che
è avvenuta in Jugoslavia è difficile, anzitutto per
quelli che quell’evento lo hanno vissuto, che ne
hanno patito gli orrori e ancora ne subiscono le
conseguenze. Andare alla ricerca delle cause,
interrogare le memorie, ricostruire i contesti,
demolire false ricostruzioni, è compiere un
percorso insidioso. Il terreno è pieno di trappole
e di pericoli: gli usi politici della memoria si
innestano su memorie comuni radicate fin nel
mito, toccando quel nucleo dove si formano e si
deformano le identità individuali e collettive;
paradigmi neo-coloniali si affiancano a mode
culturali effimere; stereotipi radicati si sovrap
pongono a ricostruzioni di comodo, in un univer
so caleidoscopico e mutevole. Questo volume
raccoglie undici contributi di studiosi che affron
tano il tema della memoria storica in rapporto ad
alcuni eventi epocali del nostro tempo.
ISBN 978-88-95324-38-8
€ 20,00
Giuliana Parotto è docente di
Filosofia Politica al Dipartimento
di Scienze Politiche e sociali
dell'Università di Trieste.
Si è occupata di Eric Voegelin e
Hans Urs von Balthasar in una
prospettiva filosofico-politica.
Tra i suoi principali interessi
scientifici sono la teologia
politica e il rapporto tra religione
e politica. Ha partecipato a
numerose ricerche nazionali
e internazionali.
Ha pubblicato La politica tra
storia ed escatologia (Milano
2000); Zum Einfluss von Urs von
Balthasar auf Eric Voegelin,
(München 2002); Il simbolo della
storia (Padova 2004); La Sacra
Officina (Milano 2007).
Gli autori dei saggi
di questo volume sono:
Luigi Alfieri
Università di Urbino
Damir Arsenijević
Università di Tuzla
Claus Ekkehard Bärsch
Institut für Religionspolitologie,
Duisburg
Giulio Maria Chiodi
Istituto Universitario "Suor
Orsola Benincasa" di Napoli
Tiziana Gislimberti
Università di Pavia
Stella Marega
Università dell’Insubria a Varese
Slobodan Marković
Università di Novi Sad
Dušan Marinović
Università di Novi Sad
Igor Pribac
Università di Lubiana
Nino Raspudić
Università di Zagabria
Svetlana Slapšak
Graduate School of Humanities
di Lubiana
Marta Verginella
Università di Lubiana
Le memorie difficili
Ricordo e oblio
dopo le guerre
in Jugoslavia
a cura di Giuliana Parotto
© 2010 Beit casa editrice, Trieste
www.beitcasaeditrice.it
ISBN 978-88-95324-38-8
Alla realizzazione del convegno Le memorie difficili. Ricordo e oblio dopo le guerre in Jugoslavia. Dif
ficult memories. Remembrance and oblivion after Yugoslav wars (Trieste 29-30 Marzo 2012 ) i cui atti
sono raccolti nel presente volume ha contribuito il Centro per la Ricerca dell'immaginario
e del Simbolico della Storia e della Politica di Trieste, legato alla rete Symbolicum.
Il convegno rientra inoltre in un Progetto di Ricerca di interesse nazionale cofinanziato dal Miur
sul problema della guerra e del conflitto (2008).
+++In copertina: Foglia, Manuela Sedmach.
In quarta di copertina: foto di Alice Meden, Memoriale del genocidio di Srebrenica,
Potočari (Repubblica di Bosnia ed Erzegovina), inverno 2009
Coordinate 44°9'26.31"N 19°18'4.74"E
(dal libro di Emir Suljagić, Cartolina dalla fossa, Beit casa editrice, Trieste 2010).
La scheda bibliografica è riportata nell'ultima pagina del libro.
INDICE
7 GIULIANA PAROTTO
Introduzione
13 MARTA VERGINELLA
Lo svilimento della memoria e l'uso politico della storia in Slovenia
28 NINO RASPUDIĆ
Orientalismo e dilettantismo nella saggistica italiana
sulla Guerra nella exfugoslavia
46 GIULIO MARIA CHIODI
“La politica è la continuazione della guerra con altri mezzi":
varianti nella memoria storica
67 LUIGI ALFIERI
Guerra dei mondi: La costruzione distruttiva dellalterità
80 SVETLANA SLAPŠAK
Storie aggrovigliate, memorie aggrovigliate: come decodificare
le iscrizioni in memoria della Guerra jugoslava
95 SLOBODAN I. MARKOVIĆ e DUŠAN MARINOVIĆ
La Serbia nelle politiche di memorie e nelle strategie di oblio
della Guerra in Jugoslavia
109 DAMIR ARSENIfEVIĆ
L'amore dopo il genocidio
126 STELLA MAREGA
“Dal ricordo al presente della coscienza ".
La memoria come esperienza filosofica e teoria politica
136 TIZIANA GISLIMBERTI
I fantasmi del passato
143 CLAUS-EKKEHARD BÀRSCH
II significato del ricordo della Seconda guerra mondiale
per il pensiero politico dei tedeschi
153 IGOR PRIBAC
La giustizia storica e il problema della non identità
170 Notizia sugli Autori
173 Indice dei nomi
INTRODUZIONE
di Giuliana Parotto
Ricordare la guerra che è avvenuta in Jugoslavia è difficile, anzitut
to per quelli che l’hanno vissuta, che ne hanno patito gli orrori e ancora
ne subiscono le conseguenze. Andare alla ricerca delle cause, interrogare
le memorie, ricostruire i contesti, demolire false ricostruzioni, è compiere
un percorso insidioso. Il terreno è pieno di trappole e di pericoli: gli usi
politici della memoria si innestano su memorie comuni radicate fin nel
mito toccando quel nucleo dove si formano e si deformano le identità
individuali e collettive; paradigmi neo-coloniali si affiancano a mode cul
turali effimere; stereotipi radicati si sovrappongono a ricostruzioni di co
modo, in un universo caleidoscopico e mutevole. La memoria della guerra
in Jugoslavia è difficile anche per coloro che non l’hanno vissuta, almeno
direttamente. Perché è una guerra avvenuta in Europa, che ha messo a
nudo la cecità beota, l'impotenza politica, l’indifferenza morale e il cini
smo dell'Europa stessa. Se quest’ultima non è stata in grado di capire non
ha saputo o non ha voluto evitare il conflitto, la guerra in Jugoslavia ha
mostrato come anche la politica internazionale abbia fallito, affondando
in un mare di pressappochismo, ignoranza, superficialità e connivenza.
L'epilogo paradossale è stato l'intervento della Nato, finalmente decisivo
eppure illegittimo, avvenuto senza attendere l'autorizzazione del Consi
glio di Sicurezza.
È difficile da ricordare la guerra della Jugoslavia perché mette in
luce come per la guerra non esistano territori franchi: Sarajevo, Belgrado,
Zagabria, tutte città al centro dell'Europa, in cui non mancava una tradi
zione di apertura, tolleranza e cosmopolitismo. Ciò scuote delle certezze,
mina le comode abitudini mentali, irrompendo con un messaggio che di
sturba: la guerra non è possibile solo in zone depresse, scarsamente civi
lizzate, non use a comporre i conflitti con il pacifico confronto o attraverso
negoziati sapientemente condotti entro prassi consolidate o soluzioni le
gali. Fa parte delle illusioni in cui fa piacere credere, l’idea che l'estensione
planetaria del sistema giudiziario possa espungere la violenza e, insieme
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a questa, alla fine, anche la politica, sostituendo abilmente la figura del
nemico con quella del delinquente. La guerra jugoslava infrange un tabù.
Ci mostra come la guerra sia una possibilità comunque presente che non
siamo autorizzati ad escludere per principio. Anche questa è un’idea che si
preferisce semplicemente rimuovere, costruendo se necessario spiegazio
ni di comodo, ricorrendo all’antropologia, inventando presunti atavismi
balcanici.
È difficile ricordare anche come è stata la guerra in Jugoslavia. È
stata una guerra fratricida. Una guerra civile che ha rievocato fantasmi,
prendendo le forme di una guerra etnica. È stata rudimentale: si sono
viste esecuzioni sommarie, precariamente immortalate dai telefoni porta
tili, gli stupri di massa usati come strumenti di guerra, massacri di civili
inermi. È l'elementare hitleriano che ritorna: l’appartenenza alla colletti
vità non riposa né sul piano culturale né su valori condivisi, né su legami
affettivi, solidarietà antiche e consolidate convivenze. Piuttosto: proprio
queste spezza e disintegra. L’elementare è radicato nel biologico: nel san
gue, dove si trovano gli unici richiami del passato di cui il corpo è l’enig
matico portatore.
Perciò il titolo del Convegno di cui questo volume raccoglie gli atti,
è Le memorie difficili. Gli interventi si confrontano con il problema del ri
cordo della guerra da diverse angolazioni e punti di vista. Le ragioni di ciò
non sono soltanto da cercare nel carattere interdisciplinare che si è voluto
dare all’iniziativa; sono da cercare anche nella eterogeneità dei relatori:
diverse sono le provenienze, le esperienze, le età, il genere, la formazione
e gli interessi scientifici. Eppure, in un quadro così fortemente eteroge
neo, si possono cogliere elementi di continuità e riflessioni che ritornano,
mutate e trasformate, illuminandosi luna con l’altra in un quadro ricco,
frastagliato e, nell’insieme, coerente.
Una parte degli interventi ha natura teorica. Giulio Maria Chiodi
analizza le forme con cui si sedimenta la memoria storica collettiva in fun
zione della costruzione di identità politiche. La caratteristica fondamenta
le della memoria è individuata nella capacità di fermare il corso naturale
degli eventi mettendo in opera un meccanismo di selezione e di salva-
guardia. Da questo presupposto si snoda un'analisi intesa ad esaminare i
modi con cui la memoria discrimina nonché gli usi, anche strumentali, a
cui essa è soggetta. Un residuo primordiale emerge in quelle che l’autore
definisce “maschere mnestiche” - forme di cristallizzazione del ricordo
stabilmente radicate nelle culture, difficilmente modificabili e inconsce.
A queste si affiancano dei livelli più superficiali, in cui le memorie
8 . LE MEMORIE DIFFICILI