Table Of ContentLucia Urbani Ulivi
Introduzione
alla
filo~ofia
EUPRESS
FTL
Indice
PRIMA EDIZIONE ITALIANA
Ottohft 200S
EDITORE
C EUPRESS FTL, Lupno (S-.izzen)-Regiaai S.p.A., v-Qtalia)
PROGETTO GRAFICO
Fabrizioc
Aiea.adro Scroppa
Presentazione ...................................... 9
l. Primi passi ..................................... 11
1.1. Rivoluzione concettuale ........................ 11
1.2. Lessico filosofico .............................. 15
1.3. Cassetta degli attrezzi .......................... 17
1.4. Non si può non fare fùosofia .................... 18
2. La filosofia ..................................... 21
2.1. Che cosa è la filosofia .......................... 22
2.2. Premesse filosofiche ........................... 25
2.3. Argomentazione e retorica ...................... 27
2.4. La ragione ................................... 29
2.5. Conclusione .................................. 33
3. Filosofia e religione .............................. 35
Per ogni informazione rivolgersi a:
EUPRESS FTL c/o Facoltà di Teologia, via G. Buffi 13, CH-6904 Lugano 3.1. ll Dio dei fùosofi e il Dio dell'esperienza personale .. 36
tel. +41 (0)58 66.64.555-fax +41 (0)58 66.64.556
e-mail: [email protected]
4. Filosofia e scienza ............................... 39
www.teologialugano.ch
4.1. La scienza nella tradizione aristotelico-scolastica .... 39
4.2. La scienza nel significato post-galileiano ........... 40
4.3. Scienza e filosofia ............................. 42
4.4. Le scienze come prolungamento o estensione
sensoriale .................................... 4 3
4.5. Ciò che il fisico dice come scienziato e ciò che dice
come filosofo ................................. 44
4.6. Il filosofo deve essere contemporaneo della scienza
del suo tempo ................................ 45
5. Teoria della conoscenza .......................... 47
5.1. L'evidenza ................................... 47
5.2. Lo scetticismo ................................ 48
ISBN 88-88446-32-X
Indice Indice
5.3. Verità della conoscenza ......................... 49 7. Antropologia filosofica ........................... 97
5.4. Come conosciamo la conoscenza ................. 50 7 .1. Antropologie dualiste: Platone, Descartes .......... 98
5.5. Soggetto e oggetto: l'errore dualista ............... 51 7.2. Antropologie olistiche: Aristotele,
5.6. Soggetto e oggetto: Tommaso d'Aquino ........................... 102
Una riformulazione del loro rapporto ............. 52 7.3.11 mondo che il filosofo vuole spiegare cambia:
5. 7. Presenza fisica e presenza intenzionale ............ 53 Freud,k neuroscienze ......................... 106
5.8. Atto e oggetto di conoscenza .................... 54 7.4. L'irruzione dell'inconscio ...................... 106
5.9. Soluzione del problema soggetto-oggetto: 7.5. Le neuroscienze .............................. 109
l'intenzionalità ................................ 55 7.5.1. A. R. Damasio .............................. 109
5.10. Ciò che conosciamo: universali e particolari ....... 57 7.5.2. G. M. Edelman ............................. 111
5.10.1. Nominalismo ............................. 59 7.5.3. La teoria di Santiago:
5.10.2. Concettualismo ............................ 60 H. R. Maturana e F. J. Varela .................. 114
5.10.3 Realismo ................................. 51 7 .6. Conclusioni filosofiche ........................ 115
5.11. Verità di fatto e verità necessarie.
La questione del sintetico a priori ............... 63 Conclusione ...................................... 119
5.12. Induzione e deduzione ........................ 65
5.13. L'errore .................................... 68 Indice dei nomi ................................... 121
5.13.1. I ipotesi: l'errore è teoretico ................. 68
5.13.2. n ipotesi: l'errore è ateoretico ................ 69
6. Metafisica ...................................... 71
6.1. Che cosa è la metafisica ........................ 72
6.2. L'essere ...................................... 73
6.3. Identità e non contraddizione. ................... 76
6.4. Il divenire. Potenza e atto ....................... 78
6.5. Primato dell'atto .............................. 79
6.6. Le sostanze .................................. 81
6. 7. La causalità ................................... 82
6.8. Critica di Hume alla causalità .................... 84
6.9. Prove dell'esistenza di Dio ...................... 87
6.1 O. Le vie tomistiche ............................ 88
6.10.1. Prima via ................................. 89
6.1 0.2. Seconda via ............................... 90
6.10.3. Terza via ................................. 90
6.10.4. Quarta via ................................ 91
6.1 0.5. Quinta via ................................ 92
6.11. Argomenti a priori ........................... 93
6.11.1. Argomento del Proslogion .................... 94
6.12. Osservazioni conclusive sulle prove dell'esistenza
di Dio ..................................... 95
7
Presentazione
uesto testo è stato scritto per coloro, studenti di filoso
()
. fia o persone sensibili alle questioni filosofiche, che
inten~o affinare i loro strumenti culturali per la comprensio
ne di se stessi e del mondo. Si tratta di una presentazione sia dei
temi sempre presenti sulla scena del pensiero che dei problemi
che vengono posti da tali temi; ho dato anche un ventaglio di
soluzioni, in genere quelle più controllate e attuali, sulle quali
ognuno potrà esercitare la propria riflessione. I temi sono trat
tati da un punto di vista critico, cioè teoretico, e con l'occhio
rivolto alla contemporaneità; non perché io ritenga inutile la
ricerca storica, ma perché penso che, in particolare per quanto
riguarda il pensiero di oggi, i riferimenti storici siano interessan
ti in quanto portatori di un messaggio teoretico, in quanto, cioè,
ci propongono problemi e soluzioni con i quali troviamo utile
confrontarci e dai quali possiamo ancora imparare qualcosa.
Si tratta, dunque, di un testo introduttivo, inteso come uno
strumento utile all'avvio di un pensiero critico e riflessivo, che
lascia aperte le vie delle eventuali successive specializzazioni e
degli approfondimenti. Si tratta di un testo che io, quale studen
tessa di filosofia, avrei voluto avere a disposizione, come una
prima mappa che, senza troppi tecnicismi e dettagli, rendesse
meno accidentata e soggetta a errori la familiarizzazione con gli
studi filosofici.
Consiglio chi legge di procurarsi un dizionario di filosofia tra
i tanti oggi disponibili e di consultarlo ogni volta che un termi
ne qui utilizzato non sia sufficientemente familiare o che un
autore qui citato risulti poco noto; in questo modo il lettore
comincia a costruire la sua personale mappa storico concettuale
in fìlosofia.
l riferimenti bibliografici sono stati volutamente ridotti al
minimo; ho preferito privilegiare la continuità del discorso e sci-
9
Introduzione alla filosofia
molare la riflessione personale, rimandando ad altra e successi 1. Primi passi
va sede i necessari approfondimenti storici e le questioni filolo
giche e interpretative.
1.1. Rivoluzione concettuale
Se è vero, come dice Martin Heideggerl e come hanno ripe
tuto anche diversi autori ed epigoni dell'esistenzialismo, che noi
esseri umani siamo gettati nel mondo, occorre chiarire che cosa si
intenda per gettatezza. Non va tanto intesa come il tono emozio
nale di estraneità o di angoscia che accompagna solo occasio
nalmente (tranne il caso di patologie psichiche) il vissuto emo
zionale quotidiano, quanto come la consapevolezza che il
mondo nel quale siamo nati e viviamo ha una storia passata e un
futuro che vanno ben oltre i limiti della vita individuale, e che
tale storia determina l'attuale configurazione del mondo. l carat
teri del mondo, inoltre, nella gran parte non sono oggetto della
possibilità di intervento del singolo, il quale, trovandosi in una
i, realtà precostituita, può a ragione dire di sentirsi gettato. Così inte
,ll so, lo heideggeriano siamo gettl!ti non è poi tanto diverso da quel
senso di meraviglia con cui per Aristotele2 ha inizio la filosofia.
Provare un senso di meraviglia di fronte al mondo vuoi dire
uscire da una vita i~tintuale e irriflessa, vissuta in maniera per
così dire automatizzata, e iniziare a prendere in considerazione
il mondo come un oggetto fino a quel momento adoperato, ma
non conosciuto. Si scoprono problemi e questioni, si pongono
domande che il vissuto naturale, ordinario, non metteva in luce:
di qui il senso di stupore, e il desiderio di cercare risposte. La
meraviglia è, dunque, la reazione emozionale di fronte alla com-
1 M. HFIDFGC;f:R, Sein 1111d Zeit, Niemeyer, Halle 1927; tr. it. di P. Chiodi, Es.rere e
teltlpo, UTET, Torino 1969, 227. Cito dalla tradu:<ione italiana. Il soggetto, dice
Heidegger, si sente gettato (Geuwfen) nel mondo in un modo radicalmente enig
matico, cioè incomprensibile.
2 ARISTOTFI.E, 1\fetajùùa, a cura di G. Reale, testo greco a fronte, Bompiani, Milano
2000, l, 982 b.
Introduzione alla ftlosofia l. Primi passi
plessità problematica del mondo che la nostra riflessione inizia E.'ìEMPIO. Il pregiudizio materialistico e meccanicistico è molto chiaro
a farci scorgere. nel modo in cui consideriamo il nostro corpo rispetto alle malattie. Andando
Va da sé che il percorso filosofico deve dissipare la gettatezza dal medico entrambi, medico e paziente, consideriamo il corpo come una
o la meraz>ig/ia da cui prende le mosse; per quanto la filosofia non macchina sofisticata e complessa le mi malattie vanno lette come inceppa
possa né debba (vedremo perché) pretendere di risolvere ogni menti o alterazioni di tipo fisico. Gli interventi terapeutici hanno lo scopo
problema concettuale, certamente da essa è giusto pretendere di ripristinare la funzionalità fisica, e sono considerati tanto più ifficaci
una capacità di orientamento e di comprensione grazie a cui quanto più il sintomo è esaminato isolatamente rispetto al resto del corpo.
possiamo trovarci a nostro agio in un mondo non più estraneo, Se ad esempio vogliamo curarci per un mal di stomaco ricorrente, anzitutto
ma reso familiare dalla conoscenza. Già con questo primo passo andremo da uno specialista in gastroenterologia, poi faremo una serie di
ci allontaniamo da Heidegger, per il quale l'essere gettato è struttu analisi di laboratorio. Avremo così seguito alla lettera, probabilmente senza
rale ed essenziale al nostro trovarci nel mondo ed è impossibile rendercene conto, il secondo precetto di conoscenza che Cartesio ci dà in
da dissipare con la conoscenza concettuale. Discorso sul metodo, allorché esorta a <dividere ciascuna delle difficol
Si è sopra osservato che il mondo nel quale come individui tà che esaminassi in tante piccole parti quanto fosse possibile e necessario per
nasciamo ha un suo assetto, che lo ha plasmato attraverso la sto risolver/e meglim)5. Le procedure mediche che vengono seguite per curare il
ria; esso ci viene trasmesso come bagaglio culturale e diventa in mal di stomaco prendono in considerazione lo stomaco isolando/o dal resto
ognuno di noi l'accettazione del "si dice", "si pensa" così effica dell'organismo e presuppongono che il corpo non sia altro che una macchi
cemente messo in luce da Heidegger3. Diventa, per dirla con na, per conoscere la quale è stif.jìciente un approccio materiale e analitico. In
parole più semplici, quel senso comune, quel modo di pensare ciò la cultura della nostra epoca non fa che seguire, senza saper/o, oltre al
ordinario che ognuno di noi possiede. precetto analitico cartesiano, anche quella teoria del meccanicismo animale
Se sottoponiamo ad analisi filosofica tale senso comune, pure introdotta da Descartes e ben esemplijìcata in Discorso sul meto
anche nelle differenti forme che assume a seconda delle diverse do6, ove il cuore viene descritto come una macchina a scambio termico.
provenienze etniche, culturali, sociali, regionali, religiose, ecc.,
scopriamo che esso, bcnlungi dall'essere filosoficamente neutro, Fare filosofia vuol dire, come primo passo, assumere un at
risulta invece pesantemente impregnato di una filosofia nasco teggiamento di «spregiudicatezza radicale», per usare l'espressio
sta, criptica, che determina i nostri giudizi, le valutazioni, le ne di Sofia Vanni Rovighi7, che consiste nel non utilizzare assun
affermazioni, le certezze, i dubbi, le scelte politiche, e così via. ti e opinioni provenienti dal senso comune o anche dal pensie
Si tratta, come aveva in tempi non lontani osservato Bertrand ro filosofico, se non dopo averli sottoposti all'esame critico.
Russell4, di una conoscenza troppo sicura di sé, vaga e contrad Qui si aprono due possibili obiezioni.
dittoria alla quale aderiamo senza esserne affatto consapevoli. In La prima obiezione ci viene dalla corrente di pensiero chia
particolare, la cultura occidentale contemporanea, quella in cui mata ermeneutica, molto in voga sino a tempi recenti, che
viviamo, presenta forti sedimentazioni di tipo materialista e sostiene che l'uomo è condizionato da una certa pre-compren
meccanicista; si tratta di un'eredità filosofica dualista di ascen sione del mondo presente nel linguaggio, e che i tentativi di
denza cartesiana, che oggi, dimenticatane per lo più la deriva sfuggire a tali pre-comprensioni sono destinati al fallimento, in
zione filosofica, è sentita in genere come un intoccabile stereo quanto al più a una pre-comprensione ne viene sostituita un'al-
tipo.
5 R. DESCARTES, Discours de la IJJéthodf, Ian i\faire, Leyde 1637; tr. it . di L. Urbani Ulivi,
3 M. HEJDEGGER, Essere e tempo, 260. Discorso su/metodo, Bompiani, Milano 2002, 121. Cito dalla traduzione italiana.
4 B. Rl'SSELL, An Outline of Philosophy, Allen and Unwin, London 1927; tr. it. di A. 6 Tr. cit, 177-195.
Visalberghi e A. Visser't Hooft Musacchio, Sintesi jìlosojìca, La Nuova Italia, f<irenze 7 S. V,\l'\"'1 RO\'JGJ ll, Elementi di filosofia, 3 voli., La Scuola, Brescia varie edizioni, vol.
1966, 3. Cito dalla traduzione italiana. 1, 97-103.
l. Primi passi
tra. La risposta a questa obiezione è duplice; in primo luogo pos in quanto si tratta di affermazioni indimostrabili e insostenibili,
siamo chiedere quali prove mai possano esserci che "tutta la spesso contraddittorie, comunque inquietanti e destrutturanti,
conoscenza è frutto di pre-comprensioni". Nulla può essere che vengono presentate come tesi filosofiche plausibili e soste
additato come prova in grado di corroborare l'asserzione che nibili, impossibili da confutare.
tutto è frutto di pre-comprensioni, in quanto qualunque asser La seconda obiezione all'esercizio della spregiudicatezza radi
zione portata a suo sostegno sarebbe essa stessa una pre-com cale in filosofia sostiene che una totale criticità non è praticabi
prensione; in altre parole, se tutta la conoscenza non fosse altro le in quanto essa consisterebbe in un processo infinito, incapace
che una raccolta di pre-comprensioni, anche l'affermazione che di accertare la stabile verità di una certa affermazione.
sostiene ciò è una pre-comprensione, e ha uno statuto gnoseo A tali obiezioni si risponde sostenendo che è possibile avvia
logico equivalente alle altre affermazioni. Con il risultato di non re una rivoluzione concettuale abbandonando i preconcetti di
avere nessun privilegio conoscitivo rispetto a ogni altra afferma cui troviamo intriso il mondo senza con ciò avviare un proces
zione, e neppure rispetto all'affermazione contraria, per la quale so incapace di cogliere verità stabili. Desidero sostenere ora che
"non tutta la conoscenza è frutto di pre-comprensioni". In tale revisione critica non solo è possibile, ma necessaria, e che si
secondo luogo, per poter riconoscere come tale una pre-com consegue semplicemente facendo entrare nella costruzione filo
prensione, occorre aggettivarla, prendere le distanze da essa, sofica esclusivamente ciò che sia stato sottoposto al vaglio criti
giudicarla: in tal modo quella che nasceva come pre-compren co. Sono perfettamente consapevole che l'impresa non è facile,
sione diviene, a seguito della riflessione filosofica, una post che i pregiudizi correnti ci tendono costantemente l'agt,ruato di
comprensione, cioè un giudizio critico. In altre parole, se l'affer una facile adesione; per evitarli sarà utile non solo la nostra
mazione "tutto è pre-comprensione" vuole avere senso, deve attenzione, ma anche il contributo derivante dal dibattito filoso
essere in grado di fornire almeno un esempio di pre-compren fico, che, se correttamente inteso, aiuta a chiarire, precisare, cor
sione: ma ciò non è possibile, in quanto ogni esempio mostra reggere, completare quello che si è sostenuto.
i! qualcosa che era una pre-comprensione, prima dell'esame criti In tal modo si mette in atto una vera rivoluzione concettua
co, ma che, una volta esemplificata, non lo è più. Cioè qualun le, in quanto il bagaglio acritico di partenza viene sostituito da
que esempio di pre-comprensione si colloca da un punto di vista un bagaglio filosofico - che potrebbe anche consistere in una
di verità oggettiva. Dobbiamo quindi concludere che l'afferma riconquista critica di quello da cui si era partiti-ottenuto grazie
zione "tutto è pre-comprensione" è razionalmente insostenibile; all'esercizio di riflessione autonoma e personale.
va dunque collocata tra le affermazioni irrazionali, in particola
re tra quelle retorico-emozionali, e va intesa come un'espressio
ne di terrorismo filosofico, non diversa, nella sua struttura logi l. .2. Lessico filosofico
ca, da analoghe espressioni ricorrenti nella storia del pensiero,
quali il genio maligno di Descartes8 o il più moderno cervello Per finalizzare tale rivoluzione concettuale occorre anzitutto
nella vasca di Hilary Putnam9. Parlo di "terrorismo tìlosofico" affinare la precisione linguistica; a questo scopo occorre riflette
re su ogni termine che si intende usare per individuare in primo
luogo quale sia il significato corrente, o, come spesso avviene, i
8 R. DESCAI\TES, Medi!dtiones de pn!l!a philo.rophia, i\!ichel Soly, Paris 1641; tr. i t. di L. diversi significati ordinari con cui un certo termine è usato, per
Urbani Ulivi, Meditazioni metafìsiche, Bompiani, Milano 20U1, 157-158. Cito dalla tra passare successivamente a una ricognizione dei suoi significati
duzione italiana. filosofici.
9 H. PL'D:A:-1, Reason, Trtttb and Hi.rtory, Cambridge University Press, Cambridge
1981; tr. it . di A. N. Radica ti di Brozolo, Rm;ione, l'erità e .rt01ia, Il Saggiatore,
Mondadori, Milano 1985, 7-27. Cito dalla traduzione italiana. Putnam propone l'e ge una vasca di sostanze nutritive. Il cervello, opportunamente stimolato, vive l'il
sperimento mentale di uno scienziato che separa un cervello dal corpo e lo immer- lusione di avt:re un corpo e di muoversi nel mondo.
14
Introduzione alla filosofia
EJEAfPIO. Prendiamo la parola "causa". Nel senso corrente, quello che EI'EAIPIO. Il termine "mente" per Aristotefe11 significa l'intelligenza
ognuno di noi ma nellin,guaggio ordinario, per causa si intende ciò che pro presente nel corpo e animatrice di tutte le stte jttnzioni, mentre per Descartes
voca un mtttamento o una trasformazione; se controlliamo in un vocabola la mente è ilp uro pensiero totalmente separato e sostanzialmente diverso dal
rio di italiano, ad esempio lo Zingare/li, troviamo che per causa si intende corpo. In Metatìsica di Aristotele uno dei problemi principali della critica
"L'antecedente invariabile di un fenomeno" oppure "Ciò che è origine, moti è stato quello di dipanarne le polisemie, cioè i molteplici significati attribtti
vo, ragione determinante di qualcosa': ti a uno stesso termine; ad esempio il termine "essere" ha quattro significa
Spesso i filosr!fì cosiddetti analitici di tradizione anglosassone prendono ti principali, il termine "sostanza" ne ha pure almeno quattro. Aristotele
la dr:Jìnizione che si trova nel vocabolario come punto di partenza per una stesso era consapevole di molti di tali sign[ftcati, che rintraccia e precisa nel
riflessione filosr!fìco-concettuale; va però tenuto presente che la dejìnizione che corso del testo, ma numerosi altri sono stati individuati dagli interpreti e let
troviamo nel vocabolario è la registrazione del significato ordinario di un tori successivi.
termine, anche se esposta con maggior precisione lingttistica. Cioè la parola
nel suo significato ordinario e la dr:ftnizione de/tJocabolario si collocano sullo Spesso l'opera dello storico consiste nella individuazione di
stesso piano di cultura corrente. Se vogliamo superare quel livello, èp r~fèri tali diversi significati e nel chiarimento delle differenti occasioni
bile dare un'occhiata ai significati jìlosr!fìci del termine in questione. Nel di uso, in modo da giungere a identificare un lessico - che potrà
caso di "causa" scopriamo allora che causa come antecedente im'ariabile non essere relativo a un testo, un autore, un periodo, una corrente -
è IL significato filosr!fìco, ma UNO DEI significati filosr!fìci, in particola che funga da mappa di orientamento storico e concettuale rela
re quello introdotto da Httme; scopriamo anche che per Aristotele ci sono tivamente a un certo problema o a un certo argomento.
quattro cause, delle quali la rivoluzione scientifica del '600 prese in consi
derazione solo una, la causa ifficiente, lasciando in ombra la causa mate
riale, quella formale e quella finale. Scopriamo, infine, che la fisica del '900 1.3. Cassetta degli attrezzi
rijòrmula in modo del tutto nuovo il concetto di cattsa, e che la jì!osojìa non
ha ancora provveduto a una soddigàcente rielaborazione di tale concetto10. La rivoluzione concettuale o, come preferiva chiamarla Sofia
Vanni Rovighi, la «spregiudicatezza radicale» e la precisione les
Con un tale lavoro di presa di coscienza storico-critica ci abi
sicale sono i primi due attrezzi del mestiere di filosofo che dob
tuiamo a considerare le parole come dei contenitori vasti e arti
biamo riporre nella nostra cassetta. A questi ne vanno aggiunti
colati di significati solo raramente univoci, e ci abituiamo di con
molti altri: capacità argomentativa, cultura storica formata attra
seguenza a capire la necessità di precisare il più chiaramente e
verso la lettura diretta dei testi filosofici, capacità di gestire la let
compiutamente possibile il significato che intendiamo attribuire
teratura secondaria, percezione della rilevanza teoretica di certi
a una certa parola. In tal modo evitiamo gli equivoci e i frainten
problemi, ecc. Tutto ciò costituisce una «cassetta degli attrezzi»
dimenti così frequenti sia nella cultura corrente che in filosofia.
(l'immagine è di Descartes, e viene in epoca contemporanea
Il lavoro di precisazione lessicale è molto importante anche
ripresa da Quine), e, come ogni cassetta di attrezzi, costituisce
nella lettura diretta dei testi filosofici; sarà possibile osservare
una premessa indispensabile per l'esecuzione di un lavoro, ma
come lo stesso termine venga usato con significati diversi da
non è il lavoro, e neppure il fine del filosotàre. Il lavoro consiste
autori diversi, e anche come differenti significati si intreccino
nell'acquisizione di una visione critica di se stessi e del mondo,
nello stesso termine usato da uno stesso autore o in opere diver
e sarà inevitabilmente personale, propria di ogni singolo essere
se o nella stessa opera.
umano pensante. Perché la si costituisca nel migliore dei modi lo
studio della filosofia è indispensabile in quanto offre modelli,
10 Sul concetto di causa è disponibile l'eccellente studio di J. L. M,\U--:IE, T'be Cement of 11 AHISTOTEJ.E, L'anima, a cura di G. Movia, testo greco a fronte, Bompiani, Milano
tbe L'niver.r. /1 Study of Ca11sation, Clarendon, Oxford 1980. 2001.
16 17
Introduzione alla filosofia l. Primi passi
ipotesi, argomentazioni che facilitano l'elaborazione personale e capito e chiarito. Egli mette giustamente in guardia il filosofo di
la portano a soluzioni che diftìcilmente sarebbe possibile rag professione, dunque tipicamente il professore universitario, dal
giungere in prima persona. Ma va ribadito che ognuno forma la rischio di involuzione gergale e asfittica del linguaggio e del pen
propria personalità critica e riflessiva, e che l'esito sarà persona siero; e non ci stupiamo di tale segnale di allarme di
le per ognuno, segnato dalle esperienze, dagli studi, dall'ambien Schopenhauer se pensiamo che il mondo culturale nel quale egli
te. Un tale lavoro formativo non si acquista con un colpo di opera è quello della filosofia tedesca della prima metà
pistola (secondo l'immagine di Hegel), all'improvviso, ma ha dell'Ottocento dominata dall'idealismo hegeliano. Peraltro le
bisogno di condizioni senza le quali non possiamo realizzarlo, e parole di Schopenhauer confermano la mia tesi: tutti gli esseri
tali condizioni sono, appunto, la consapevolezza culturale, l'in umani fanno filosofia, anche al bar, o allo stadio, o in discoteca,
formazione storica, la capacità critica e argomentativa. quando esprimono commenti e giudizi generali. Prendendo atto
che la filosofia viene comunque fatta, è bene farla impegnando
si al meglio, cioè praticando i testi filosofici, acquisendo senso
1.4. Non si può non fare fìlosotìa storico, senso critico, precisione concettuale e linguistica.
L'affinamento e lo sviluppo di tali capacità è formativo e fonda
mentale non solo per le domeniche del pensiero o per chi fa
Di fronte all'impegno che la filosofia richiede qualcuno può
della filosofia una professione a tempo pieno, ma anche per la
essere tentato di rinunciare; a ben guardare, però, la rinuncia
quotidianità, in quanto rende più consapevoli e critiche le nostre
risulta impraticabile. Infatti tutti esprimono valutazioni, giudizi,
valutazioni, le nostre capacità di comprensione, il nostro modo
osservazioni; ma è possibile valutare, giudicare, osservare solo
di affrontare problemi nuovi, anche negli atti apparentemente
utilizzando un'etica, una logica, una fenomenologia, che per lo
più semplici e scontati di ogni giorno. E sarà con diversa com
più sono implicite, vaghe, approssimative, probabilmente anche
prensione che guarderemo un film, leggeremo il giornale, ascol
contraddittorie, ma non per questo meno presenti o necessarie
teremo i discorsi dei politici o gli slogan pubblicitari.
a formulare delle opinioni. L'unica uscita dalla filosofia è la tota
le rinuncia a qualunque valutazione, giudizio, osservazione; e ciò
non solo è difficilmente attuabile da un punto di vista pratico ESEMPIO. l'v1olti hanno visto ilf ilm Matrix e si sono chiesti se sia o no
possibile che noi viviamo in Matrix. Il senso comune è in genere orientato
(chi scelga tale posizione deve rinunciare a qualunque condanna,
a dare una risposta negativa a questa ipotesi} ma non è in grado di argo
ad esempio del nazismo o della pedofilia, in quanto tali condan
mentare a faz;ore di tale sua opzione realista e comunque non riesce a con
ne vanno derivate da un'etica), ma anche insostenibile da un
trobattere ifflcacemente a chi sostenga che invece può darsi che noi vit'iamo
punto di vista teorico, visto che in primo luogo argomentare
in Matrix. Occorre una capacità di riflessione critica e una certa pratica
contro la filosofia è già farla e visto anche che essa è comunque
filosr!fìca per costruire una risposta. Una possibile strategia consiste anzi
presente nel pensiero ordinario e nella cultura corrente.
tutto nell'o sserz;are che l'ipotesi che t'iviamo in Matrix è un 'ipotesi scettica
Schopenhauer ha obiettato contro l'ipotesi da me sostenu
espressa in un linguaggio visivo anziché concettuale; ipotizzare che siamo in
ta12, c cioè che la filosofia va fatta con competenza e acquisen
Matrix equit'ale a negare ogni attendibilità all1esperien=(fl sensoriale ordi
do una certa strumentazione professionale, e ha sostenuto che
naria, che ci attesta la realtà del mondo e l'attendibilità delle nostre perce
la vera filosofia si fa per la strada e nelle osterie e non nelle aule
zioni. Le ipotesi che respingono in toto la conoscenza o i dati sensoriali
universitarie; c'è del vero in quel che Schopenhauer dice, ma va
sono appunto} ipote.ri scettiche. In filosr!fìa le ha introdotte sotto forma di
1
metajòre suggestÌZ'e Descartes, formulando l'ipotesi che siamo preda di un
genio maligno o di un dio ingannatore che sistematicamente ci fa vedere quel
12 Schopenhauer inveisce spesso contro la filosofia uni\'ersitaria; cfr. ad esempio
Prefùzione alla seconda edizione di Il mondo rome volont,ì e ({)IJ/e mppresmtazione, tr. it . di N. lo che non c 'è e ci fa credere ilf also1 ma erano presenti nel pensiero filosr!fì
Palanga, A. Vigliani, Mondadori, Milano 1989, 15-16 e 23-26. Cito dalla traduzione co fin dall'antichità. Dunque per rùpondere all'ipotesi che z;zvzamo zn
italiana.
18 19
Introduzione alla fdosofia
Matrix occorre elaborare una risposta anti-scettica, che potrebbe essere la 2. La filosofia
seguente: siccome non c'è nulla che renda verosimile l'ipotesi che viz,iamo in
Matrix, non c'è nulla che la corrobori né argomentativamente, né speri
mentalmmte, si tratta non di un 'ipotesi da prendere in considerazione, ma
di una pura fantasia. La sua attrattiva non è dovuta alla forza concettua
le, ma alla presa emozionale che ii linguaggio visivo ha su di noi. Matrix
stesso non riesce a fare a meno dell'ipotesi realista, visto che ha bisogno di
un creatore, reale, di Matrix, come Descartes ha bisogno di un dio ingan
natore che conosce la verità, in quanto sa di starei ingannando. La debo
rome si può facilmente constatare sia prendendo in con
lezza di tali forme di scetticismo consiste nel fatto che non riescono a nega
\,,_.~siderazione la storia della filosofia che esaminando il
re in modo radicale il realismo: per negario io usano o lo presuppongono. Se
pensiero a noi contemporaneo, non c'è una definizione di fùo
è vero che tutti vivono in Matrix, Matrix non può essere raccontato; iif atto
sofia che tutti i filosofi siano disposti a sottoscrivere, così come
stesso di raccontario richiede l'adesione a una realtà non illusoria che è capa
non c'è una singola affermazione o argomentazione sulla quale
ce di smascherare l'illusorietà di Matrix. Analogamente se ii dio inganna
siano tutti d'accordo. Questo è un fatto con il quale molti fùo
tore di Descartes non sapesse di starei ingannando, distinguendo così tra
sofi amano poco confrontarsi, e che spesso viene utilizzato
colui che inganna e colui che viene ingannato, non potrebbe ingannarci.
come argomento anti-filosofico generico; altri fùosofi che lo
prendono in considerazione lo trasformano in una posizione
filosofica, ed elaborano il prospettiz1ismo. Per tale concezione ogni
filosofo, e ogni essere umano, dà senso alla vita e al sapere in
relazione al suo punto di vista individuale: non esistono cono
scenze o valori assoluti, e le diverse prospettive sono incompa
tibili. La mancanza di posizioni filosofiche comuni, dunque,
induce alcuni al relativismo (di cui il prospettivismo è una delle
molte possibili varianti), e spinge altri al dogmatismo, cioè all'af
fermazione intransigente di una posizione, il cui rifiuto è consi
derato segno di debolezza argomentativa o intuitiva.
Vann~ fatte alcune riflessioni sia per quanto riguarda il rela
tivismo che per il dogmatismo.
Per quanto concerne il dogmatismo, che tipicamente preten
de di accettare solo affermazioni certe e incontrovertibili, la sua
debolezza consiste nella pretesa di applicare requisiti logico-for
mali di correttezza, quale è appunto l'incontrovertibilità, ad am
biti o irriducibili formalmente o riducibili solo a prezzo di un
grave depauperamento della reale complessità di un ambito o di
un tema. In altre parole il dogmatico, preso dall'ansia di certez
za e di necessità, pretende che in filosofia si ammettano esclusi
vamente proposizioni incontrovertibili, dimenticando che tale
pretesa vale nei sistemi formali (ma oggi tale pretesa non è più
neppure soddisfatta da tutte le diverse logiche disponibili), le cui
condizioni di verità sono stabilite nell'istituzione del sistema
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